
Chiunque abbia un figlio adolescente si troverà prima o poi a doversi confrontare con ribellioni, rispostacce, ostilità, una gamma di reazioni che spesso coglie alla sprovvista i genitori perché costituisce una radicale trasformazione del bambino affettuoso che fino a ieri pendeva dalle loro labbra e li colmava d'orgoglio. Eppure dovremmo saperlo, perché ci siamo passati tutti: se ripensiamo alla nostra adolescenza. Quello che forse non sappiamo, ci dicono Stefano Gastaldi e Paola Di Pietro, è che tali comportamenti aggressivi sono solo alcuni dei modi con cui gli adolescenti provano a "differenziarsi", cioè a costruirsi un'identità, a ritagliarsi un proprio spazio nel mondo e a conquistarsi la necessaria autonomia dai "grandi". Nel periodo dell'adolescenza l'aggressività può rivelarsi quindi un indicatore di salute emotiva e uno strumento che "crea benessere, cultura e civiltà", ma se assume forme gravi ed eccessive, può segnalare una sofferenza psichica o un blocco nella crescita, problemi che vanno affrontati senza inutili allarmismi ma nella maniera adeguata. Di fronte alle manifestazioni aggressive dei figli, i padri e le madri sono chiamati a cambiare profondamente il modo più spontaneo di porsi con loro e ad assumere invece un atteggiamento di apertura e di ascolto nei confronti delle mille difficoltà che gli adolescenti incontrano in famiglia, a scuola, con gli amici.
Il "cyberbullismo", un termine diventato recentemente di tragica attualità, rappresenta oggi per la stragrande maggioranza dei minorenni una minaccia molto concreta, quasi come l'alcol e la droga, in una società in cui la dimensione "digitale" della vita privata, in particolare di quella dei più giovani, ha conquistato un ruolo predominante. Federico Tonioni, esperto di bullismo online, ci guida nel nuovo mondo delle relazioni via web, che noi adulti in gran parte non conosciamo e che quindi ci spaventa, facendoci sentire impotenti. Alla fine della scuola primaria, i ragazzi avvertono con maggior urgenza il bisogno di passare più tempo con i coetanei, di costruire amicizie solide, stabilire alleanze e complicità, non solo in classe. Oggi ciò che è cambiato sono i tradizionali luoghi di appuntamento, spesso sostituiti dalla "piazza virtuale". Un cambiamento non privo di conseguenze sulla natura e sulla qualità dei rapporti personali. Perché se è vero che l'adolescenza è una fase della vita che è sempre stata caratterizzata dal rischio di essere sbeffeggiati, il cyberbullismo è molto più spietato: protetti dall'anonimato della rete, resi insensibili dalla mancanza di contatto fisico con la vittima, i carnefici non sanno misurare e prevedere le conseguenze dei loro atti. Il tutto sotto gli occhi della sterminata platea della rete e nell'assoluta mancanza di controllo da parte degli adulti, spesso all'oscuro delle dinamiche in cui sono immersi i cosiddetti "nativi digitali".
Esperte nella comunicazione intergenerazionale, Adele Faber e Elalne Mazlish hanno scritto quella che è considerata la "bibbia dei genitori": un manuale che unisce testo e apparato grafico, arricchito di questionari, vignette, schemi ed esempi. In questa nuova edizione le due autrici non solo Integrano il libro con I suggerimenti e i feedback ottenuti negli ultimi anni dal lettori e dal frequentatori del loro seminari, ma soprattutto rivedono I loro consigli alla luce di come stanno crescendo le nuove generazioni: "nativi digitali" che pongono inedite sfide a chi si occupa di loro. Questo classico della pedagogia, punto di riferimento sicuro e aggiornato per tutte le questioni educative che si pongono nella vita quotidiana, vi insegnerà tra l'altro a gestire rabbia, frustrazione, delusione e altre emozioni negative dei bambini; stabilire regole ferme (e farle rispettare); trovare alternative efficaci alle punizioni; guadagnare la collaborazione attiva del più piccoli; risolvere i conflitti familiari. Postfazione di Joanna Faber.
"Ogni nostro disagio non è altro che la voce inascoltata dell'anima che vuole farci ritrovare la nostra unicità, il nostro destino. Allora quando arrivano l'attacco di panico, la depressione, i disturbi psicosomatici dobbiamo soltanto chiederci: quale strato profondo di me vogliono portare alla luce? Per guarire dobbiamo cambiare il nostro modo di vedere il mondo: diventare più misteriosi, più incerti, imparare ad amare gli imprevisti, ascoltare sempre meno il parere degli altri, affidarci sempre più al lato oscuro e quindi alla vita. Diventare più saggi, di quella saggezza che non viene dal sapere razionale, ma semplicemente dallo stare nelle cose, così come sono: chi impara a stare bene non ha la velleità di cambiare il mondo. Fidarci di quel luogo oscuro che chiamiamo "anima". Che cosa dobbiamo temere se qualcuno guida la nostra esistenza?"
"Se hai preso in mano questo libro, è probabile che ti sia chiesto più volte perché mai la pace e la felicità a cui aspiri tanto ti siano scivolate via dalle dita così spesso. Perché una parte così importante della vita è caratterizzata da un'attività frenetica, dall'ansia, dallo stress, dall'esaurimento delle energie? Sono domande sulle quali ci siamo scervellati anche noi, per anni e anni; ora pensiamo che la scienza abbia trovato finalmente le risposte." Il "Metodo Mindfulness" espone una serie di pratiche semplici ma efficaci per rompere il circolo vizioso dell'ansia, dello stress, dell'infelicità e del sovraffaticamento. Un programma di 56 giorni capace di far nascere in noi una sincera gioia di vivere per affrontare con rinnovato coraggio anche le situazioni più complicate. "Metodo Mindfulness" si basa sulla "Mindfulness-based Cognitive Therapy", la terapia cognitiva basata sulla pratica di consapevolezza o "mindfulness" sviluppata dal professor Mark Williams dell'Università di Oxford insieme ad altri colleghi. Questo libro mostra come, con un investimento di pochi minuti al giorno, sia possibile godere di questi effetti straordinari e tornare, con rapidità, a recuperare il controllo della propria vita per godersela finalmente fino in fondo.
Debellare l'ansia e il panico è possibile. Ma a una condizione. Dobbiamo essere pronti a mettere da parte pregiudizi, idee radicate, romanticismi e irrazionalismi, prepararci a fare una vera e propria rivoluzione copernicana. Perché le cose non sono come sembrano. Lucio Della Seta, psicoterapeuta tra i più noti del nostro Paese, ha sviluppato in anni di professione e di studio una sua teoria sull'ansia e sul panico. Dopo averli provati sulla propria pelle e averli osservati su moltissimi pazienti, ha compreso la loro natura, la loro causa, la loro cura. Che cos'è che ci immobilizza prima di un incontro, prima di uscire di casa, o al mattino senza alcun motivo apparente? Cos'è quello slogan che ci rimbalza nella testa e ci ripete "così come sono io non vado bene"? Cos'è quel terrore allucinante che ci coglie dentro a un cinema, su un aereo, in una piazza, che ci fa sentire come un bambino al parco che non trova più la mamma? Perché ci batte il cuore all'impazzata, ci si blocca lo stomaco e ci sembra di soffocare? Perché a noi sì e ad altri no? Come non far crescere dei figli ansiosi? Come guarire? Con un linguaggio colloquiale, Lucio Della Seta accompagna il lettore in questa scoperta, fino al punto di renderci capaci di liberarci da questa terribile, inutile, sofferenza.
Adele Faber e Elaine Mazlish, esperte nella comunicazione intergenerazionale, sono note al pubblico di tutto il mondo per il loro manuale "Come parlare perché i bambini ti ascoltino & come ascoltare perché ti parlino". E quando i bambini non sono più bambini? Con ragazzi e adolescenti la comunicazione, si sa, è ancora più difficile. Ma questo manuale, con il suo stile affabile e il taglio pratico, arricchito da vignette e testimonianze, mostra come comportarsi anche durante la cosiddetta "età ingrata", tanto più complessa nel mondo digitalizzato e perennemente connesso in cui vivono i nostri figli. Una guida sicura che vi spiegherà come affrontare, tra l'altro, questioni spinose tipo: il senso delle punizioni, l'importanza di rispettare gli orari, i pericoli delle "cattive compagnie", l'uso di fumo, alcol, droghe, i sentimenti e il sesso, i pericoli di Internet.
Jill Bolte Taylor ha trentasette anni, una laurea ad Harvard e un lavoro come neuroscienziata e ricercatrice universitaria quando, una mattina, un capillare esplode improvvisamente nell'emisfero sinistro del suo cervello provocandole un danno cerebrale esteso e devastante. Il suo percorso verso la completa guarigione è durato otto lunghissimi anni, nel corso dei quali ha potuto sperimentare la duplice veste di medico e paziente. E da questo insolito doppio ruolo ha ricavato spunti, consigli e suggerimenti terapeutici utili a chiunque sia rimasto vittima di un ictus o di un trauma cerebrale e a coloro che li curano e li circondano. Ma "La scoperta del giardino della mente" non è soltanto la cronaca dettagliata e diretta di una straordinaria ripresa fisica, è soprattutto la testimonianza di un'esperienza umana unica. Jill, infatti, non è più stata la stessa di prima: l'ictus, mettendo temporaneamente fuori gioco il preponderante e razionale emisfero sinistro, ha dato spazio alla creatività e alle sensazioni, emozioni e intuizioni proprie dell'emisfero destro; e oggi, pur continuando a occuparsi di ricerca, la neuroscienziata scrive, canta e realizza sculture in vetro colorato, felice di vivere e forte di una nuova pace interiore.
Le parole comunicano: ciò che diciamo e come lo diciamo ha un forte impatto sulle persone. Comprendere quale sia questo impatto è il primo passo verso l'intelligenza linguistica. Il secondo è imparare a utilizzare il linguaggio in maniera consapevole ed efficace, per farci capire davvero da chi ci ascolta e magari per persuaderlo, che si tratti di un bambino che non vuole andare a letto o di un potenziale cliente per il nostro business. Perché le parole possono essere muri. L'intelligenza emotiva ci dà gli strumenti per rompere quei muri e trasformare le parole in finestre spalancate sul mondo, interiore ed esteriore.
"Non preoccupatevi e cercate di apprezzare ogni momento della vita. Sorridete, anche ora, fate del vostro meglio, e, soprattutto, non dimenticatevi di essere felici." Con questo manuale di psicologia positiva dal taglio molto personale, lo psichiatra Christophe André ci accompagna in un viaggio verso una vita finalmente più piena, sana e saggia. Ricco di storie, esperienze, suggerimenti ed esercizi, "E non dimenticarti di essere felice" racconta come imparare a raggiungere quella felicità di cui abbiamo bisogno e alla quale abbiamo pieno diritto. Certo, la vita a volte è difficile, ma possiamo imparare a provare felicità per il semplice fatto di poter aprire gli occhi sul mondo che ci circonda, anche se in quel preciso momento stiamo affrontando un ostacolo. Persino nelle situazioni più difficili, infatti, esiste uno spazio di movimento verso la serenità, l'importante è imparare a coglierlo.
"Crediamo di essere speciali per i traumi che ci sono capitati e così ne facciamo una ragione di vita, pronti a raccontarli al primo venuto. Una madre che ci ha abbandonato, un padre tiranno, un lavoro insoddisfacente, un matrimonio infelice finiscono per catturare il nostro sguardo e farci credere di essere condannati a un destino ingrato. Niente di più falso! Mentre pensiamo alle delusioni che hanno segnato la nostra vita, perdiamo di vista che un processo creativo continua instancabilmente a produrre la nostra unicità. Se penso di essere "quello che è stato ferito", la mia interiorità viene riempita dal passato e dal ricordo, che prendono così il sopravvento su tutte le risorse dell'inconscio che, invece, sarebbero capaci di veri prodigi terapeutici. Questo libro è dedicato a tutti coloro che vogliono smettere di lamentarsi, di credere che è capitata loro una vita sbagliata. A coloro che non vogliono usare i loro insuccessi, le loro sfortune, le loro sconfitte come alibi per la rinuncia a vivere. È scritto per chi, come me, ritiene che siamo abitati da forze provvidenziali, capaci di farci guarire come per miracolo. In questi anni, con l'équipe di psichiatri, psicoterapeuti e psicologi di Riza, ci siamo chiesti cosa bisogna fare per sfatare l'idea che le conseguenze di certi episodi della nostra vita dureranno per sempre. Trovare e mettere a punto risposte terapeutiche che aiutino a non trascinarci dietro i dolori del passato ha richiesto un lungo lavoro". (Raffaele Morelli)
"Quale maleficio s'insinua nella depressione? Chi decide che dobbiamo passare sotto le sue forche caudine, inermi e inerti, subendo e soffrendo? Perché la natura che ho sempre amato e onorato mi diventa ostile? Perché i libri, che sono la mia vita, perdono ogni interesse? Perché tengo alla larga gli amici e, quando mi sono vicini, è come se fossero assenti? Perché la mattina non mi alzerei mai? Perché invidio l'ultimo clochard che incontro per strada, alla stazione, sui gradini di una chiesa? Il 'cane nero', il 'male oscuro', è un'ossessione senza fine, che non ti dà tregua, non si placa mai. Una lancia che ti si conficca nel costato, un coltello che ti scalca il cuore. Chi non conosce questo morso feroce ti esorta a farti coraggio. Ma come ti può comprendere chi non è mai entrato in questo antro infernale? Esasperato e disperato, t'illudi di trovare uno sfogo nel pianto. Versi, singhiozzando, tutte le lacrime che hai nel cuore, e vorresti morire. T'imbottisci di psicofarmaci, che ci vogliono, ma ben dosati: mai abusarne. L'effetto si fa sospirare e una mattina ti svegli con un'ansia che sfiora l'angoscia, ma che non è angoscia. Piano piano, impercettibilmente, le ante della tua finestra si dischiudono, ma non puoi ancora affacciarti. Solo uno spiraglio, che vagamente fa filtrare un pallido raggio di luce. È l'inizio della rinascita. Ma non illudetevi: ci vuole pazienza."