
E' possibile vedere nella "follia" l'origine del "genio". Oppure il genio per manifestarsi deve avere il sopravvento sulla follia? In questo studio Karl Jaspers, spostando l'analisi dal generale al concreto, e unendo al sapere specialistico nutrito dal contatto diretto con i malati la consapevolezza che "non ci si debba piegare di fronte all'incomprensibile", ripercorre i momenti in cui la malattia entra nella vita dell'artista fino a trasfigurarne l'opera. E' il caso di Strindberg, ossessionato dalla mania di persecuzione, creatore di mondi sempre nuovi in cui finisce per distruggersi. Ma è anche il caso di Van Gogh, ripiegato su se stesso e sulla propria tecnica di pittura, in un continuo che lo porterà alle estreme conseguenze artistiche ed esistenziali.
Nei primi due capitoli l'autrice parla della sua deportazione ad Auschwitz, un orrore indescrivibile narrato subito dopo il suo ritorno, all'età di 25 anni. Poi, tema del volume diventa un altro tipo di esperienza, quella psicoanalitica, sintetizzata così: dall'ascolto sospettoso all'ascolto rispettoso, da uno stare con il paziente sul chi va là a un ascoltarlo con rispetto, facendosi condurre alla scoperta di cosa vuol dire, per lui o per lei, essere quello che è. Il percorso scientifico si snoda toccando diversi argomenti: dal desiderio dell'analista alla telepatia, a come lavorava veramente Freud con i suoi pazienti. Una vivace intervista, che tocca i vari punti della vicenda umana e scientifica dell'autrice, chiude la raccolta.
In questo testo l'autore prende in esame il pensiero di Foulkes, padre della gruppoanalisi, e analizza i suoi limiti teorici per lavorare a un'autentica teoria relazionale della vita psichica e del suo sviluppo.
In questo libro il linguaggio di accademici, esperti di psicologia dello sviluppo e di pedagogia scolastica si intreccia con la voce di insegnanti, presidi, pediatri e psicologi della scuola, fino ad abbracciare le esperienze di terapeuti della famiglia e di neuropsichiatri infantili. "Adolescenti tra scuola e famiglia" offre una prospettiva relazionale su come lavorare per una scuola realmente condivisa: non si può sottovalutare il ruolo della famiglia, e i conflitti tra genitori e insegnanti non si risolvono nell'arroccamento e nella separazione ma nella costruzione comune di una scuola davvero educativa.
Il "modello simbolico trigenerazionale" consente di affrontare il percorso di mediazione familiare a partire dalle tre domande fondamentali che un professionista deve porsi. Come lavorare sul presente e decidere il tipo di intervento più appropriato? Come comprendere l'influenza del passato sull'attuale processo di separazione della coppia? E quali sono le strategie più efficaci per costruire nel futuro un accordo che salvaguardi il legame tra le generazioni? Il lettore troverà nel volume una risposta a queste domande e potrà avvalersi dell'ampia casistica presentata per orientarsi in ogni passo del processo di mediazione familiare.
Gli scritti che compongono il quarto volume delle Opere di Sándor Ferenczi sono i più originali, quelli in cui si avverte la singolarità delle riflessioni dell'ultimo periodo della sua vita: per esempio, l'appassionata ricerca del bambino che c'è in ogni paziente e l'importanza fondamentale del trauma infantile. Quando furono elaborate, queste teorie sconcertarono gli psicoanalisti di stretta osservanza freudiana. Adesso appaiono a molti come il nucleo essenziale della psicoanalisi, e si potrebbe affermare che i suoi sviluppi più promettenti si basano sulle idee espresse da Ferenczi oltre settant'anni fa.
In questo libro David Barash e Judith Lipton fanno a pezzi l'ideale della monogamia sulla base delle molte evidenze che provengono dalle scienze dell'uomo ma anche dalle ricerche di zoologia comparata. Proprio nelle specie animali abitualmente ritenute monogamiche lo scambio dei partner è la regola, non l'eccezione. Ma allora, se la poligamia è la norma e la monogamia quasi un'aberrazione, com'è che grandi tradizioni e culture hanno potuto sviluppare questa bizzarra tendenza? Com'è che sofisticate filosofie hanno potuto presentare come "naturale" l'unicità del partner sessuale? Tra natura e cultura la sfida è ancora aperta.