
La diffidenza elude l'incertezza con il sospetto e la distanza; la fiducia persegue la sicurezza attraverso la coesione e la vicinanza.
Per la leggenda le carte dei tarocchi provengono dal lontano Oriente o affiorano dai misteri dell'antico Egitto; per la storia sono una filiazione dell'umanesimo italiano e i trionfi dei tarocchi sono un trionfo della cultura rinascimentale. Le loro immagini escono dalle botteghe di miniaturisti medioevali, dagli atelier di artisti come Andrea Mantegna, Albrecht Dürer, Salvador Dalì, Renato Guttuso, dalle matite di fumettisti come Milo Manara o Hugo Pratt. Nel corso di sei secoli pittori, poeti, letterati, filosofi, occultisti hanno selezionato una gamma definita di figure che compongono un panorama immaginativo paragonabile ai grandi sistemi simbolici della mitologia, della numerologia, dell'astrologia, della qabbalah... Oggi è la psicologia analitica a esplorare il simbolismo di queste figure, per indagare i nodi archetipici che plasmano la singolarità dell'individuo. Sulla "rota magica" dei tarocchi le singole immagini rappresentano le singole componenti della totalità psichica e il loro susseguirsi ritrae il succedersi di vicende evolutive della psiche. Nei loro simboli si configurano i nodi organizzativi della personalità e gli snodi evolutivi dell'esistenza. Questo volume costituisce l'analisi psicologica degli arcani maggiori; penetra le loro simbologie per penetrare un po'di più l'arcano della vita: l'ignoto e il mistero del diventare individui sempre più consapevoli di sé.
Nei momenti veramente fatali della vita (come una disgrazia o un’invalidità), davanti alle più inspiegabili ingiustizie dell’esistenza (come una catastrofe naturale o una morte violenta) l’uomo si chiede da sempre «perché?». «Destino» è la risposta più antica a questa domanda, parola vuota ma densa, che riguarda la durata della vita, la natura della morte, la qualità degli eventi fortuiti e le caratteristiche soggettive dell’uomo. Il destino è inspiegabile quando distribuisce malformazioni fin dalla nascita; è assurdo quando uccide neonati per mano di madri folli; è imprevedibile quando dispensa fortune al Superenalotto; è strapotente quando rovina risparmi e investimenti; è inflessibile quando vanifica le cure per un malato. L’idea di destino incontra l’ostilità di chiunque rivendichi la volontà umana di auto-determinarsi e rigetti l’ipotesi di una vita determinata a priori. Esso è immaginato in un altrove che si estende al di là dell’uomo: tessuto dagli dèi o scritto nelle stelle, pianificato da anime già morte o ereditato geneticamente prima ancora di nascere. La sua realtà è avversata da chi cerca dentro l’uomo la ragione e il senso dell’esistenza. La psicologia analitica individua nell’inconscio una categoria che è dentro l’uomo, ma è estranea alla sua conoscenza, che interviene nelle scelte dell’individuo ed è più potente delle sue intenzioni coscienti. Inconscio potrebbe essere un altro nome per indicare il destino. Come il destino, l’inconscio impronta l’inclinazione per certi lavori o a perdere il posto, la propensione ad ammalarsi o a morire di morte violenta; custodisce il nucleo soggettivo di ogni persona e la sua pulsione a individuarsi, la sua specifica mission e ogni altra caratteristica individuale. È depositario di un individuale Piano di Vita, che si realizza attraverso un intreccio di coincidenze apparentemente casuali, ma sensate e significative, che punteggiano la personalissima Via del Destino. L’io dell’individuo non ha il potere di annullare l’inconscio, ma ha la responsabilità di partecipare alla realizzazione della propria Via del Destino. La sua libertà è limitata, ma tanto determinante da poter scegliere, perfino, fra la possibilità di vivere per niente o morire per qualcosa.
Claudio Widmann, analista junghiano, vive e lavora a Ravenna. È Direttore dell’icsat (Italian Committee for the Study of Autogenic Therapy) e docente di discipline inerenti il simbolismo e l’immaginario presso Scuole di Specializzazione in Psicoterapia. È autore e curatore di saggi che trattano temi attinenti la psicologia junghiana, tra cui, per i tipi delle Edizioni Magi, sono stati pubblicati: Il viaggio come metafora dell’esistenza, Il simbolismo dei colori, La psicologia del colore, Le terapie immaginative e La simbologia del presepe.
Un affresco della coscienza che utilizza gli apporti della psicologia occidentale e della cultura filosofica e mistica dell'oriente. Quinta edizione. Il volume è un'esplorazione dei diversi gradi di coscienza attraverso i quali passa la persona che si autorealizza, dissolvendo progressivamente i confini tra il sé e il non sé. Il titolo allude infatti alla coscienza ultima che non ha piu barriere e include sia l'immanente che il trascendente, il relativo e l'assoluto; tale coscienza unisce l'individuo a cio che lo ha generato e da un senso all'unità della vita.
Wilber ci fa partecipare alla crescita della coscienza legata a cinque anni di lotta contro il cancro, annunciatosi nella giovane moglie Treya. Treya e Ken si oppongono al male con tutte le risorse della medicina e della psicologia, con la meditazione, con il legame d'amore che stringe la coppia e con la solidarietà della famiglia e degli amici.
"Se hai preso in mano questo libro, è probabile che ti sia chiesto più volte perché mai la pace e la felicità a cui aspiri tanto ti siano scivolate via dalle dita così spesso. Perché una parte così importante della vita è caratterizzata da un'attività frenetica, dall'ansia, dallo stress, dall'esaurimento delle energie? Sono domande sulle quali ci siamo scervellati anche noi, per anni e anni; ora pensiamo che la scienza abbia trovato finalmente le risposte." Il "Metodo Mindfulness" espone una serie di pratiche semplici ma efficaci per rompere il circolo vizioso dell'ansia, dello stress, dell'infelicità e del sovraffaticamento. Un programma di 56 giorni capace di far nascere in noi una sincera gioia di vivere per affrontare con rinnovato coraggio anche le situazioni più complicate. "Metodo Mindfulness" si basa sulla "Mindfulness-based Cognitive Therapy", la terapia cognitiva basata sulla pratica di consapevolezza o "mindfulness" sviluppata dal professor Mark Williams dell'Università di Oxford insieme ad altri colleghi. Questo libro mostra come, con un investimento di pochi minuti al giorno, sia possibile godere di questi effetti straordinari e tornare, con rapidità, a recuperare il controllo della propria vita per godersela finalmente fino in fondo.
Il libro offre una lettura ben definita degli straordinari scritti autobiografici di Bion assumendo una prospettiva profondamente radicata nella poesia, in particolare quella dei romantici inglesi.
"Pochi sarebbero più qualificati di Meg Harris Williams per scrivere questo volume postkleiniano innovativo e pregustato con impazienza. Profonda conoscitrice dell'opera di Bion e di Meltzer, Harris Williams esalta il concetto di "cambiamento catastrofico". L'analista che "evita memoria e desiderio" osserva l'interazione sottile del transfert e del controtransfert (il controsognare di Meltzer) mentre elabora i conflitti estetici. La conseguente reciprocità tra l'inconscio del paziente e l'inconscio dell'analista si rivela essere la base estetica ed etica della psicoanalisi. In tal senso, il processo psicoanalitico trova corrispondenza in quello dell'ispirazione poetica e artistica. Sono entrambi generati dagli oggetti creativi interni. Il tour de force intellettuale proposto da Harris Williams dimostra in modo convincente la capacità umana del pensiero simbolico sotteso alla creatività letteraria, artistica e psicoanalitica. La sua lettura enciclopedica della letteratura, dell'arte e della psicoanalisi concorre al virtuosismo di questo libro".

