
"L'esperienza che ho vissuto in quest'ultimo anno, dopo che mi hanno diagnosticato un cancro al seno, mi permette di dimostrare che possiamo essere felici nonostante i problemi che affrontiamo ogni giorno, persino i più gravi. Anche se sono ancora giovane come trainer e coach, posso però celebrare questo mio grande successo, il superamento 'a pieni voti' di un'esperienza difficile come quella della malattia. E voglio condividere con voi ciò che ha funzionato per me. Per le persone che affianco come 'allenatrice mentale', per tutti coloro che hanno seguito la mia storia su Facebook e affermano di aver trovato nella mia esperienza strumenti utili per migliorare la loro esistenza. L'augurio che vi faccio, dal profondo del cuore, è proprio di vivere godendovi appieno il momento presente, come se non ci fosse un domani. Vivete la vostra vita imparando con umiltà dal passato, progettando un futuro straordinario e allo stesso tempo mantenendo la mente, il cuore e i muscoli nel 'qui e ora', fermando lo sguardo su ogni cosa buona che avete il privilegio d'incontrare. Usate la gratitudine come antidoto all'infelicità. Un ultimo consiglio a tutti coloro che stanno affrontando la sfida della malattia, o qualsiasi altra difficoltà: sognate forte!" (Roberta Liguori)
Malala ha solo undici anni quando decide di alzare la voce. E ne ha quindici quando, in un giorno come tanti, mentre insieme alle sue amiche sta andando a scuola, i talebani tentano di ucciderla. Perché? Nel suo Paese, il Pakistan, si è scontrata contro chi vuole togliere alle ragazze e alle donne i loro diritti. Con l'appoggio della sua famiglia, Malala ha scelto di urlare il suo "no". Poco più che bambina, ha lottato senza armi né violenza, ma con il coraggio delle parole e dell'istruzione, con la forza della verità e dell'innocenza. A metà tra il documentario e il diario, attraverso gli occhi di Malala e il cambio delle stagioni nella valle di Swat, scopriamo la vita e le paure, le amicizie e i sogni di una ragazza lontana eppure vicinissima. Età di lettura: da 13 anni.
Un uomo libero: questo è stato, essenzialmente, Tiziano Terzani. Un reporter, un viaggiatore che si è inventato una vita irripetibile, segnata da guerre, rivoluzioni, strepitosi traguardi professionali e faticose battaglie civili. Uno scrittore che ancora oggi dialoga con un pubblico molto vasto il quale, a distanza di dieci anni dalla sua scomparsa, continua ad amarlo e a ispirarsi al suo modo di concepire il mondo e anche alla intensa spiritualità che caratterizza il suo intimo rapporto con la vita, la malattia e la morte. Àlen Loreti ci consegna un racconto scrupoloso e completo testimoniato da documenti inediti e immagini private che scandiscono, anno dopo anno, un percorso esistenziale estremamente accidentato e avventuroso. Un viaggio nell'opera e nel pensiero di chi ha raccontato un Novecento vissuto sulla propria pelle, senza mai rinunciare a smascherare illusioni, ad ammettere sbagli, e a interrogarsi sulla bellezza e durezza dello stare su questa terra.
"Mentre mia madre moriva, io piano piano perdevo, insieme a lei, anche le braccia e le mani che mi sostenevano e mi accompagnavano ovunque." La morte di un genitore segna per tutti un momento di passaggio e lascia un senso di vuoto. A maggior ragione nel caso di Simona Atzori, ballerina e pittrice nata senza le braccia. Con "Cosa ti manca per essere felice"? Simona ha dato emozioni e coraggio a moltissimi lettori, che hanno amato il suo libro e partecipato in massa ai suoi incontri pubblici. "Mamma Tonina" era una grande protagonista di quelle pagine, asse portante e motore di questa vita straordinaria. Dalla sua malattia e dal dolore della sua scomparsa, Simona ha saputo trarre una forza inattesa per andare avanti: "Il mio compito era capire che un altro modo sarebbe stato possibile, e dimostrarglielo". Simona Atzori racconta con parole toccanti le emozioni del distacco: "Adesso mi manca disperatamente raccontarle le cose. Se non lo faccio, è come se non mi succedessero realmente. Così, le ho scritte. E le ho scritte proprio a lei. Per dirle di come sono passata attraverso il mio dolore, cercando di essere all'altezza del suo esempio". "Dopo di te" è la risposta alla preoccupazione radicale dei genitori: "Cosa ne sarà di mio figlio dopo di me? Chi lo proteggerà?". E la perdita di Simona diventa il simbolo estremo di tutti i lutti, un insegnamento ad affrontare la mancanza, a trovare un equilibrio anche senza le braccia che ci hanno sostenuto.
Gianluigi Rho e Mirella Capra si sposano a Milano nei primi anni Settanta. Lui è ginecologo, lei è pediatra. Si sono appena laureati, hanno poco più di vent'anni. Stilano una lista di nozze molto particolare: invece di argenteria e servizi di piatti e bicchieri, chiedono attrezzature da sala operatoria per un reparto maternità che non esiste ancora ma che loro contribuiranno a creare e a far crescere in anni di durissimo ma gioioso lavoro. Mirella, il 15 luglio 1970, dopo la prima visita all'ospedale in costruzione, scrive una lettera a casa in cui, dopo aver evidenziato una lunga lista di problemi, conclude: "Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa". Mario Calabresi conosce questa storia da quando è bambino: Gigi e Mirella sono i suoi zii. Oggi ha scelto di raccontarla, perché è necessario provare a rispondere ai dubbi, allo scetticismo, allo scoraggiamento di tanti ragazzi che si chiedono se valga ancora la pena coltivare dei sogni. Quella di Gigi e Mirella, ma anche quella di Elia e la sua lampara che ogni notte prende il largo dal porto di Genova o quella di Aldo che rimette in moto le pale del mulino abbandonato della sua famiglia, sono le storie di giovani di ieri e di oggi che hanno saputo guardare avanti con coraggio. Sono storie di ragazzi italiani che non hanno avuto paura di diventare grandi.
Il computer e Internet sono innovazioni fondamentali della nostra epoca, eppure pochi conoscono come sono nati e i nomi dei loro inventori. Contrariamente a ciò che si crede, questi strumenti ormai indispensabili nella nostra vita quotidiana non sono stati ideati in soffitte e garage da scienziati solitari e un po' stravaganti, ma sono il frutto dell'incontro e della collaborazione di tante persone diverse, alcune particolarmente intelligenti, altre addirittura geniali. Sulla scia del successo della biografia di Steve Jobs, Walter Isaacson continua a raccontare la storia della rivoluzione digitale, attraverso la vita dei grandi pionieri, uomini e donne, che l'hanno resa possibile raggiungendo vette esaltanti di creatività. Ne emerge una galleria di personaggi affascinanti e di vicende incredibili. Ada Lovelace, figlia di Lord Byron, appassionata studiosa di matematica, a metà Ottocento annotò intuizioni così acute da venire oggi ricordata come la prima programmatrice della storia. Alan Turing, brillante matematico inglese, ritenuto da molti il padre dell'informatica, condusse una vita leggendaria fino all'inaspettato e tragico epilogo. E poi, ancora: il genio eclettico e instancabile di John von Neumann, che fu il primo a costruire una macchina simile a un computer moderno; la sfrenata ambizione del premio Nobel per la fisica William Shockley, che progettò il transistor; l'interminabile battaglia legale tra Jack Kilby, Robert Noyce e Gordon Moore...
"Voglio condividere con voi una scoperta nella quale mi sono imbattuta durante un momento complicato e che mi sta aiutando a cambiare il mio approccio alla vita, a migliorare il mio mondo e a rendermi le cose più semplici. Sto arlando della legge di attrazione, quella forma di pensiero positivo spiegata in libri come 'The Secret', che potrebbe essere riassunta con: 'Se lo desideri, accade'. In queste pagine ho deciso di raccontare la mia esperienza, insieme a quella di altre persone che ho incontrato e che sono riuscite a superare le loro difficoltà e a raggiungere i loro obiettivi proprio grazie a questo modo di pensare. Sono storie di coincidenze che sembrano magiche, di ferite che si rimarginano, di desideri che si realizzano. Ho voluto inserire anche una raccolta di aforismi che mi hanno aiutato nelle situazioni difficili, nella speranza che potranno farlo anche con voi. Che anche voi possiate trasformare le energie negative in sentimenti positivi e attirare a voi quello che desiderate: una storia d'amore, un lavoro migliore, la casa dei vostri sogni, un segnale da qualcuno che non c'è più..." (Barbara D'Urso)
Definita dalla stampa "la Pasionaria altoatesina di Forza Italia" e da Silvio Berlusconi "Sturm und Drang", Michaela Biancofiore è senza dubbio una delle parlamentari che ha fatto maggiormente parlare di sé per l'irriducibile determinazione nel sostenere il proprio partito e per l'incondizionata fedeltà al suo leader. Qui, per la prima volta, la "Valchiria azzurra" o, come lei preferisce, la "Cenerentola della politica", racconta la sua vita, senza remore né censure, e con la schiettezza che la contraddistingue: dall'infanzia difficile, segnata dalla separazione dei genitori, al rapporto conflittuale con la madre e alla prematura scomparsa del padre, ai primi amori, fino alla faticosa ascesa nella produzione cinematografica, la sua grande passione. La vera svolta nella sua vita, però, è l'incontro con Silvio Berlusconi, il quale le offre l'opportunità di realizzare un sogno, coltivare l'altra sua grande passione, la politica ("fare qualcosa per gli altri"). Ma dietro la ben nota immagine della politica battagliera e indomita, che anche qui non rinuncia a togliersi qualche sassolino dalla scarpa rendendo pubblici inediti retroscena di eventi che hanno avuto larga eco nei media, in ogni pagina fa capolino una tenera e dolce figura di donna, che non rimpiange di aver amato uomini misteriosi e sbagliati che l'hanno fatta soffrire e che ora attende con incrollabile fiducia il Principe azzurro con cui coronare il sogno di un amore vero.
"Oggi è un grande dono." Sono le parole che Giusy si ripete ogni giorno dal 2005 quando, a causa di un banale incidente in automobile, un guardrail le ha tagliato entrambe le gambe all'altezza del ginocchio, strappandola a una vita invidiabile, piena di affetti, impegni di lavoro, sogni e amore. Di quel momento Giusy ricorda tutto: il dolore straziante, il terrore di morire e le preghiere rivolte alla Madonna, perché le dia forza. Forza che diventa la sua arma. Insieme alla famiglia e agli amici che le si stringono attorno, Giusy muove i primi passi nella sua nuova vita. Fra pianti, speranze, paure e momenti di gioia arrivano le protesi, "le mie nuove gambe". Prima quelle da passeggio, poi da mare, poi addirittura da corsa, nonostante qualche dottore le suggerisca di lasciar perdere. A un anno dall'incidente Giusy ha lasciato un fidanzato poco presente e si è buttata a capofitto in un futuro che le ha riservato sorprese e soddisfazioni: un nuovo lavoro, un nuovo amore, la creazione della onlus Disabili No Limits, che raccoglie fondi per donare ausili a chi non può permetterseli, l'oro e il record italiano sui 200 e 100 metri e il record europeo sui 100 metri. "Con la testa e con il cuore si va ovunque" è il racconto di una vicenda personale, ma anche di una scelta che riguarda tutti coloro che si trovano ad affrontare un grande cambiamento: guardare oltre e costruirsi un domani o continuare a rimpiangere un bel passato che non c'è più? Giusy non ha avuto dubbi.
Chiara Stoppa, attrice, ha solo ventisei anni quando, nel 2005, le viene diagnosticato un tumore. Dopo due devastanti cicli di chemioterapia giunge il verdetto che non avrebbe mai voluto sentire: il suo male guarisce nell'85 percento dei casi, ma lei rientra nell'altro 15 percento. L'unica speranza, ora, è un trapianto. Chiara, che ha vissuto l'intera esperienza della malattia come sotto una campana di vetro, inizia a pensare a cosa dire ai suoi amici, alle persone a lei care, a come salutarle per sempre. Ma a quel punto, dopo un anno di torture, quella stessa campana di vetro si infrange: Chiara decide che è meglio alzarsi dal letto, riprendere possesso del proprio corpo, decide, insomma, che è meglio vivere. Così avvia un percorso di guarigione che ha del miracoloso, se si considera che è qui a raccontarlo. E in questo racconto, in cui la paura non riesce mai a spegnere del tutto la speranza, Chiara si mette in gioco con l'umiltà di dire che la sua è solo una delle scelte possibili. Un tumore ti cambia: cambia la tua routine, il tuo modo di vivere, di respirare, di stare con gli altri. Ma si può scegliere come relazionarsi con esso, ascoltando il proprio corpo per decidere quale sia la soluzione più adatta. Le persone sono diverse, e diverse possono essere le cure. Dalla sua esperienza Chiara Stoppa ha tratto un monologo teatrale privo di retorica ma pieno di energia, di ironia, con una carica vitale contagiosa.
Un memoir caldo e divertente. Carlo Conti, star della tv generalista ed eroe della normalità, per la prima volta si racconta. Conti è padre maturo e ultracinquantenne di un figlio, Matteo, nato l'8 febbraio 2014 a Firenze. E lui, noto per essere molto riservato sulla sua vita privata, in questo libro racconta le allegre peripezie della sua nuova coinvolgente condizione. "Ci chiacchiero, gli dico i risultati della Fiorentina, gli ripeto: 'Si dice babbo, non papà'". E tutto senza poter contare su un modello di paternità perché Carlo è cresciuto senza il padre, morto quando aveva 18 mesi. Questo è lo sfondo emozionante e toccante della sua storia. Carlo non ha alcun ricordo, se non fotografico, dell'immagine paterna. A lui la madre, da poco scomparsa, ha fatto da madre e da padre. Un libro di grande umanità, col tocco leggero e popolare di Carlo Conti, sulla sua storia di figlio e di padre e, in generale, sul rapporto tra genitori e figli oggi.
In un secolo si vivono e si vedono tante cose. Cose che fanno ridere e cose che fanno piangere, delusioni e scoperte, ferite e miracoli. Anna Brosio per la prima volta racconta in questo libro tutta la sua vita, quasi cento anni in cui la sua storia si intreccia con quella dell'Italia, e di tutti noi. Pagine scritte con un linguaggio semplice e coinvolgente, a volte anche colorito, ma in cui si respira fede e spiritualità. La mamma di Paolo rievoca i profumi, i sapori e i valori di un'Italia che non c'è più, e di cui capita di provare nostalgia. Ma anche l'orrore e la paura della guerra, come quella volta che fu salvata per miracolo durante un bombardamento. Ricorda con tenerezza di essere stata sulle ginocchia di Pietro Mascagni che le chiese di cantare un'aria che stava componendo al pianoforte per "La Lodoletta". Si diverte a riportare alla memoria le sue avventure televisive, con i tanti personaggi incontrati, artisti, giornalisti, sportivi e politici. Senza tralasciare qualche polemica degna del suo carattere. Gioie e dolori passano anche fra le pagine che parlano di Paolo Brosio, il figlio unico e tanto atteso. I contrasti e le sofferenze legate al suo matrimonio e la testimonianza della sua conversione. Ma le pagine più sentite sono forse quelle che riguardano Medjugorje, il luogo ormai famoso in tutto il mondo per le apparizioni della Madonna, che ha segnato la sua vita e quella del figlio. Per finire con l'episodio che dà il titolo al libro, in piazza San Pietro, davanti a Giovanni Paolo II...