
Non è l'ennesima biografia di Franco Battiato, non è un libro di musica, tantomeno d'arte. Più che altro è una storia fatta di progetti in salita, di viaggi non sempre prevedibili e altre amenità varie, intraprese da due amici che hanno scelto anche di lavorare insieme su questioni molto pop e altre che non lo sono affatto. È la cronaca, raccontata e disegnata, di quasi una quarantina d'anni di ricerche, tentativi ed esperienze negli ambiti più vari: quelli della musica, della grafica, del teatro, del cinema e di quant'altro fosse al tempo necessario affrontare per trovarsi sempre più spesso coinvolti in un bel viaggio Quello che conduce alla più personale delle ricerche, quella di se stessi.
Nel 1933 lo scrittore e attivista politico Heinrich Mann e la sua compagna, Nelly Kröger, fuggono dalla Germania nazista, trovando rifugio prima in Francia e poi, ormai senza speranze, a Los Angeles. Attraverso la loro storia d'amore passionale e tormentata l'autrice guarda il mondo culturale europeo della prima metà del Novecento, e le vicende di Heinrich e Nelly si intrecciano con quelle del fratello di Heinrich, Thomas Mann; di sua sorella, Carla; degli amici, Bertolt Brecht, Alfred Doblin, e Joseph Roth; e con quelle degli scrittori James Joyce, Franz Kafka, e Virginia Woolf, tra gli altri. Evelyn Juers anima questa generazione di esuli con una straordinaria intensità e un racconto potente: tra scompartimenti ferroviari, cabine di navi e camere in affitto, i Mann si aggrappano disperatamente a ciò che è rimasto loro - i loro corpi, le loro menti e i loro libri.
Fahim, 11 anni, racconta la sua storia, un'autentica favola moderna: immigrato clandestino dal Bangladesh in Francia insieme al padre Nura, Fahim si riscatterà dalla condizione di sans papiers grazie al suo innato e straordinario talento, non prima di aver affrontato difficoltà e patimenti. Una storia bella e commovente di emigrazione e redenzione, coraggio e fede, che tocca i temi universali dell'amicizia, dello spaesamento, della lotta per la vita, della ricerca dell'identità, ma che incrocia anche l'attualità più stringente: le condizioni di vita degli immigrati, la clandestinità, le politiche di integrazione. Dal libro verrà tratto un film che vedrà Daniel Auteuil come regista e nel ruolo di Xavier Parmentier, maestro di scacchi di Fahim.
Bernard Maris è una delle vittime dell'attacco terroristico alla redazione di "Charlie Hebdo" del 7 gennaio 2015. "Houellebecq economista" è il suo ultimo libro, un omaggio a Houellebecq e alla sua analisi del mondo. Per capire a fondo l'essenza di un'economia basata sul libero mercato non c'è niente di meglio che leggere "Estensione del dominio della lotta" di Michel Houellebecq. Dalla devastazione post-capitalistica di "La possibilità di un'isola" alla lucida analisi della divisione del lavoro in "La carta e il territorio", dalla questione sull'utile e l'inutile in "Piattaforma" all'orrore per il liberalismo economico nelle sue poesie, nessun altro scrittore contemporaneo ha mostrato una pari capacità di comprensione di un mondo così impregnato di economia. Questo libro non vuol fare a Houellebecq il torto di definirlo un economista, ma rendere omaggio alla sua acutezza visionaria.
"Sono nato a Sora, il 7 luglio 1901, dunque sono ciociaro, anzi cafone." Così si presentava Vittorio De Sica, padre del neorealismo e tra i più celebrati registi e interpreti cinematografici in Italia e nel mondo. Dalla giovinezza trascorsa in "una tragica e aristocratica povertà" alla gavetta nei teatri di prosa e all'approdo al mondo del cinema, queste pagine ricche di aneddoti e gustosi retroscena ripercorrono la vita e la carriera di un personaggio straordinario i cui film hanno segnato un'epoca. Figura geniale e contraddittoria, dedita ai vizi quanto agli affetti familiari, la storia di De Sica si intreccia con icone del calibro di Luchino Visconti, Totò, Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Alberto Sordi. Ma è dal sodalizio con Cesare Zavattini che nel dopoguerra nascono i capolavori che lo consacrano nel pantheon dei grandi registi: "Sciuscià", "Ladri di biciclette", "Miracolo a Milano", "Umberto D.", raccontano magistralmente gli albori dell'Italia democratica dal punto di vista dei deboli, di coloro che sono tagliati fuori dal cosiddetto "miracolo economico". E, finita inesorabilmente la stagione del neorealisrno, sa reinventarsi mettendo la sua sensibilità artistica al servizio di grandi interpreti e di produzioni come "La ciociara, ieri, oggi, domani" e "Matrimonio all'italiana". Dando vita a personaggi che hanno saputo raccontare un'Italia tragica e intensa, costantemente sospesa tra la goliardia e l'amarezza.
Shirin Ebadi, la prima donna musulmana a ricevere il Premio Nobel per la Pace, ha ispirato milioni di persone nel mondo con il suo impegno da avvocato per i diritti umani, difendendo soprattutto le donne e i bambini dal brutale regime iraniano. Per questo il governo ha cercato di ostacolarla in tutti i modi, ha intercettato le sue telefonate, ha messo sotto sorveglianza il suo ufficio, l'ha fatta pedinare, ha minacciato lei e i suoi cari con metodi violenti e indicibili. Oggi Shirin Ebadi ci racconta la sua storia di coraggio e di ribellione contro un potere intenzionato a portarle via lutto - il matrimonio, gli amici, i colleghi, la casa, la carriera, persino il Premio Nobel - ma che non è riuscito a intaccare il suo spirito combattivo e la sua speranza di giustizia e di un futuro migliore: "è per amore dell'Iran e del suo popolo, delle sue potenzialità e della sua grandezza; che ho intrapreso ogni singolo passo di questo viaggio. E so che un giorno gli iraniani troveranno la loro strada per la libertà e la giustizia che meritano." "Finché non saremo liberi" è il racconto incredibile di una donna che non si arrenderà mai, non importa quali rischi dovrà correre: un esempio per tutti, che insegna il coraggio di lottare per le proprie convinzioni.
Da quando fu pubblicata per la prima volta in due volumi, nel 1998 "Hitler 1889-1936: Hubris e nel 2000 "Hitler 1936-1945: Nemesis, questa biografia è considerata una pietra miliare dello studio su Adolf Hitler e sul Terzo Reich. Un'opera monumentale che oggi è disponibile in un unico volume: il risultato è il racconto spaventoso e affascinante di come un misero provinciale venuto da un angolo remoto dell'Austria asburgica sia riuscito a conquistare un potere senza precedenti; di come le idee improbabili e spregevoli di un ex studente di storia dell'arte perdigiorno siano riuscite a saldarsi in un'ideologia che per dodici anni segnò il destino di milioni di persone; e di come la folle determinazione a imporre militarmente la sua volontà e a respingere i suoi molti nemici abbia scatenato una catastrofe genocida. In queste pagine Kershaw ricostruisce la parabola dell'uomo che trascinò il mondo sull'orlo del baratro e lo fa con rigore appassionato e indiscussa autorità.
"Esser volpe" offre un resoconto avvincente e accurato della vita di uno dei pensatori politici più celebrati e controversi della storia: Niccolò Machiavelli. E lo fa nella forma di una biografia non convenzionale, animata dal ritmo e dall'energia della narrazione romanzesca. Intrecciando abilmente un corpus esteso di lettere, diari e numerose altre fonti, Erica Benner ci conduce in un viaggio nel mondo e nella mente di Machiavelli: lo cala nel suo tempo, tra familiari, amici, colleghi, concittadini; ne descrive gli incontri e le relazioni; ne riporta le conversazioni, i commenti e le parole, insieme a quelle dei suoi amici e dei suoi nemici. Ne emerge il ritratto di un ardente repubblicano, per nulla disponibile a compromettere i suoi valori, ma che talvolta, come un attore nelle sue commedie, ha dovuto indossare maschere e giocare ruoli, diventando maestro di ironia, un dissimulatore astuto come una volpe.
Manuel, sedici anni, vive a Catanzaro e sta per finire la quarta ginnasio. Non possiede le parole parlate, ma quelle scritte sì: ha trovato attraverso la scrittura il suo modo di mettersi in comunicazione col mondo. È lui, con grande consapevolezza, a raccontare la sua storia e quella della sua famiglia, e il loro lento aprirsi verso gli altri, anche quando non capiscono o non sanno. Fino a nove anni non ha parlato: semplicemente, urlava il suo malessere al mondo, come faceva la scienziata autistica Temple Grandin da bambina, sognando di liberarsi del silenzio che lo opprimeva. Poi grazie ai genitori e a un percorso attento ha scoperto la comunicazione facilitata e ben presto ha cominciato a scrivere. Da allora scrive sempre, con grande passione e precisione, e col gusto di chi ama le parole e le possibilità che offrono, per raccontare quello che non riesce a dire, per smentire chi pensa che "il quoziente intellettivo sia proporzionale alla quantità di parole emesse nell'aria".
La figura di Caio Giulio Cesare ha da sempre attratto studiosi e appassionati di storia e su di essa possediamo numerose testimonianze sia da fonti dirette, ad esempio Tacito e Svetonio, sia dall'opera di numerosi storici. Il merito di questa biografia è quello di restituirci un punto di vista universale sull'emblema stesso della romanità. Jérome Carcopino è riuscito a cogliere tutte le sfaccettature di una personalità complessa e multiforme ma soprattutto ha avuto l'abilità di inserile nel contesto storico appropriato restituendo al lettore un affresco vivido e realistico della Roma del tempo. Il ritratto che ne emerge è quello di un politico duttile ed energico, dotato di grande carisma che lo portò a compiere la fondazione dell'Impero romano.
La chiave essenziale, spesso sottovalutata, della conoscenza e della comprensione di Marco Polo è la venezianità che lo straordinario viaggiatore porto con sé fino ai confini della terra. Questa "Vita" gioca la carta delle contrapposizioni e delle analogie tra la civiltà veneziana e il caleidoscopio delle civiltà orientali. La ricostruzione di Zorzi accompagna il lettore tra terre popolate da genti strane e diverse, attraverso le prigioni di Genova, fino all'ombra del campanile di San Marco, alle beghe politiche e familiari della Venezia del Trecento, alla scoperta della vicenda e della personalità di Marco Polo.
Signore di Firenze, dopo la pace di Lodi, in un'epoca in cui la ricchezza sembrava fare a gara con la creatività, Lorenzo il Magnifico fu esattamente l'incarnazione dell'uomo nuovo di cui parlava Pico della Mirandola. Interlocutore e nemico di re, pontefici e principi e allo stesso tempo mecenate e poeta, Lorenzo riusciva a governare e a vivere secondo le sue attitudini mantenendo allo stesso tempo l'applicazione e l'entusiasmo, la riflessione e l'impeto. Questo libro narra di una vita straordinaria, con un taglio che affianca alla ricostruzione storica della Firenze del tempo l'abilità narrativa.