
Questo libro ripercorre, attraverso fotografie e documenti inediti, la storia della famiglia Pirandello, in cui le vite tormentate degli scrittori Luigi e Stefano, del pittore Fausto, si intrecciano con alcuni dei personaggi più autorevoli del novecento, e con le vicende che l'hanno segnato. Un raro affresco di storia intellettuale di una famiglia di artisti, una miniera di documenti umani cui attingere per cogliere il colore del tempo di derobertiana memoria. Le fotografie qui raccolte, molte delle quali inedite e presentate per la prima volta ai lettori, non ci riconsegnano soltanto ricordi, eventi, personaggi, percorsi, indizi, ma ci trasportano in loro presenza rivelandoci volti, sentimenti, relazioni, abiti, mobili, oggetti, luoghi, atmosfere. "Ogni singola foto costituisce un'avventura dello sguardo e dell'intelletto. Una narrazione per immagini più rivelatrice di lunghi scritti, diretta, gioiosa, dirompente, pericolosa." (Sarah Zappulla Muscarà ed Enzo Zappulla)
Un giovane suona il pianoforte in mezzo a una strada bombardata. Suona per i suoi vicini, soprattutto per i bambini, per distrarli dalle atrocità della guerra: un’immagine che ha fatto il giro del mondo diventando un simbolo della catastrofe in Siria, ma anche dell’inestinguibile volontà dell’uomo di opporsi in ogni modo alla distruzione. Il suono di quello strumento ha raggiunto e commosso milioni di persone nel mondo su YouTube. Ora Aeham Ahmad racconta la propria storia: l’infanzia in una Siria ancora in pace, l’inizio delle rivolte preludio di una guerra terribile, la fuga per la stessa via battuta da migliaia di disperati. Un lungo e pericoloso viaggio via terra, la drammatica traversata del Mediterraneo, le insidie della rotta balcanica. Fino alla nuova vita in Germania, dove ha realizzato il suo sogno di artista e si esibisce nelle più importanti sale concerti, ma è costretto a vivere lontano dalla sua famiglia rimasta in Siria. Allora come oggi, è la musica che gli ha salvato la vita a dargli conforto e infondergli coraggio.
La storia vera, raccontata in prima persona, di un pianista che ha sfidato le bombe e i terroristi in nome della sua musica, un caso mondiale, una commovente testimonianza di resistenza e fede nell’arte.
Aeham Ahmad, nato nel 1988 a Damasco, appartiene alla minoranza palestinese in Siria e ha vissuto nel campo rifugiati di Yarmouk con la sua famiglia. Ha iniziato a studiare il piano a 5 anni e ha continuato gli studi a Damasco e a Homs. Nel 2015 ha dovuto lasciare il suo paese e si è trasferito in Germania. Oggi vive con la sua famiglia a Wiesbaden e tiene numerosi concerti nel mondo. Nel dicembre 2015 ha ricevuto l’International Beethoven Prize for Human Rights.
Quando i motori del razzo si accendono, si realizza il grande sogno della mia vita: andare nello spazio. Per sette mesi, sulla Stazione Spaziale Internazionale. Dalla scienza alla riparazione della toilette, dall'arrivo di astronavi cargo alle passeggiate spaziali dei colleghi, dagli allarmi alla routine, dai grandi avvenimenti alle piccole scoperte, dai rituali al taglio dei capelli: l'intensa vita di bordo è raccontata con gli occhi meravigliati di chi diviene, giorno dopo giorno, un essere umano spaziale. Per arrivare fino a lì il viaggio è (stato) lungo. Anni di dedizione assoluta, passati con le valigie in mano, a cavallo fra tre continenti, tra circostanze fortuite e altre ostinatamente cercate, tra incontri, lingue e culture, tra natura e tecnologia, tra fatiche e attese, gioie e delusioni, tutto per imparare a essere un'astronauta. Questo è il diario della lunga strada che mi ha portato verso la rampa di lancio e dei giorni a bordo delle Stazione Spaziale, accompagnati dalla prepotente bellezza della Terra e dalla profonda meraviglia suscitata dal firmamento.
La figlia del grande autore italo-ucraino racconta qui, sotto forma di biografia, la storia del padre: da prima che lui nascesse, in Ucraina, quando la Rivoluzione causa la separazione dei suoi genitori, fino al 1960 italiano. La figura di Scerbanenco emerge nella sua complessità, tanto di scrittore quanto umana. Se la sua opera, infatti, ha spaziato dal genere noir al romanzo popolare, passando attraverso i nuovi mezzi di comunicazione (famosi i suoi radiodrammi), e ancora le riviste, la collaborazione con Zavattini, il legame con il cinema, non meno frastagliata è stata la sua vita personale, oggetto sempre di curiosità e materia per pettegolezzi. La voce della figlia non risparmia niente: la sessualità e la moralità, il conflitto tra bene e male, tra giusto e ingiusto, tra ideali e realtà. Il tutto corredato da una fitta documentazione - lettere, articoli, opere, materiali editi e inediti - grazie ai quali lo scrittore emerge, vivido e attuale, come padre e come intellettuale.
“Io non ho mai scritto di me, ho in odio l’autobiografia ritenendola il male degli ultimi trent’anni della narrativa italiana, ma sento il bisogno di esternare alcuni ricordi della mia vita di bambino e di adolescente, che per la loro diciamo singolarità sono decisivi per dare il giusto significato alla performance, le incertezze e i fallimenti della mia vita di adulto. Giacché molte cose non tornano nella mia vita, e ciò che pare certo diventa pericolante né impedisce esiti finali indesiderati. Forse il contenuto di quei ricordi ci fornisce qualche luce di chiarimento. Dunque un piccolo breviario laico, da prendere e abbandonare all’occasione, costituito di ricordi autobiografici, giudizi e considerazioni sulla letteratura italiana da metà del secolo scorso a oggi, sulla televisione, sul cinema, sulla politica (che sono i quattro ambiti in cui mi sono impegnato nella mia lunga carriera di lavoro).” Angelo Guglielmi
“Caro Angelo, le tue pagine non hanno nulla di nostalgico (come sempre accade nei memoir), ci sei pienamente con il tuo carattere che tanto mi ti fa sentire prossimo: ironico fino alla autoironia, orgoglioso senza mai essere vanitoso, ma senza mai neppure essere remissivo. Rivendichi errori e intuizioni ‘storiche’, con pari dignità. Leggerti è una ventata di aria di mare in una stanza chiusa. Un piacere autentico.” Elisabetta Sgarbi
Questo libro racconta la storia di una donna siciliana che con la mafia ha fatto i conti denunciandola, nella paura di nuovi attentati e nel ricordo delle violenze subite.
Michela: donna fiera e libera. Ma a caro prezzo.
"Quando sarò vecchio racconterò anch'io una storia ai miei figli. Di questa storia al momento conosco solo l'inizio. La fine non è stata ancora scritta."
Nel 2014, riordinando le cose di famiglia, Anny Romand scopre un quaderno di settanta pagine di cui non sapeva nulla. Scritto da sua nonna nel 1915 in armeno, francese e greco, racconta il viaggio di un gruppo di donne e bambini armeni sulle strade dell’Anatolia, verso il deserto e la morte. Nel libro vengono pubblicati alcuni estratti di quel quaderno, in parallelo con le conversazioni che l’autrice aveva con la nonna che l’ha cresciuta. Confrontando il ricordo di quelle conversazioni con le terribili descrizioni del quaderno, Anny Romand rivive l’infinito dolore degli Armeni, filtrato attraverso gli occhi di una bambina. L’innocenza di fronte all’orrore.
«Quando avevo otto anni mia nonna mi raccontava la sua storia, la storia tragica del massacro degli armeni, avvenuto cinquant’anni prima. Ero la sola ad ascoltarla, affascinata e sconvolta. Mia madre era molto contrariata quando ci trovava in lacrime, una nelle braccia dell’altra: la farai impazzire, questa bambina! …Ma dal racconto di mia nonna emergeva una giovane donna colta, bella, raffinata e libera. Vorrei condividere con voi quel racconto» Anny Romand
Indro Montanelli aveva consigliato ad Olga Bisera: "Dopo aver intervistato tanti uomini, conceda un po' di spazio a una donna, intervisti se stessa!". Ma in questo volume, pur nato sulla scorta di quel suggerimento, Olga Bisera non si limita ad "autointervistarsi". La sua è piuttosto la confessione estremamente schietta ed eclatante di una vita tumultuosa svoltasi negli scenari patinati dello scacchiere dei potenti, a tu per tu con alcuni degli uomini più influenti della ribalta internazionale. Le storie raccolte in queste pagine coinvolgono sei personaggi d'eccezione e sono raccontate proprio da colei che ha rappresentato il vero leitmotiv di collegamento, avendole vissute da "seduttrice" insieme a loro. Si tratta di personaggi che in un modo o nell'altro rappresentano il Potere nelle sue tante sfaccettature: da Mohammad Alì a Gheddafi, da re Hussein di Giordania a Bettino Craxi, dal misterioso "imperatore" dei gioielli famosi nel mondo a James R. Mancham, ex Presidente delle Seychelles e protagonista con l'Autrice di una clamorosa storia d'amore, simile a quella di oggi tra il Presidente francese Sarkozy e Carla Bruni. Sei storie nelle quali seduzione e potere si intrecciano, talvolta stretti in simbiosi l'una con l'altro, altre volte scontrandosi con ferocia e astio, e persino tingendosi di vendetta. Storie "al femminile" ma capaci di incuriosire e appassionare anche gli uomini.
Questo volume ripercorre la storia di un uomo straordinario, uno di quelli che non hanno paura di farsi guidare dai sogni: e il sogno di Raffaele, nei precari anni Cinquanta, era diventare un grande chirurgo. Da lì, è partita un'avventura che, passo dopo passo, ha coinvolto ben tre generazioni, portando alla nascita di un Gruppo imprenditoriale di eccezionale rilevanza (circa 150.000 ricoveri all'anno nelle sue strutture sparse in tutt'Italia). Alla grandiosa, irruenta, lungimirante, a tratti difficile personalità di suo padre, la figlia Maria Laura dedica un ricordo affettuoso e coinvolgente. E fin dalle prime pagine - gli anni della guerra, l'impegno politico, gli studi universitari, il ferimento e la cattura da parte dei tedeschi, la rocambolesca fuga dall'ospedale con l'aiuto del fratello Antonio - conosciamo la tempra indomita e ambiziosa del giovane Raffaele. La stessa che lo guiderà lungo tutte le tappe della sua ricchissima vita professionale, a partire dai primi passi come medico condotto in un paesino delle Marche e dall'acquisto, nel 1957, della Casa di Cura S. Antonio da Padova, prima pietra fondati va di un Gruppo societario che da allora non ha mai smesso di crescere.
Curtis Jackson III è costretto a crescere in fretta, molto in fretta. A otto anni perde la madre, eroinomane e spacciatrice, che viene uccisa per un regolamento di conti tra trafficanti. Il padre non l'ha mai conosciuto. Il tetto sotto cui diventa grande è quello della strampalata famiglia dei nonni, in mezzo al viavai di zii e zie, tutti alcolisti o tossici. A Curtis non resta che la strada, in cui muove i primi passi da pusher a dodici anni per conquistarsi, solo più tardi, il pieno controllo del territorio spacciando roba. Quella del crack diventa una macchina infernale dalla quale Curtis viene inghiottito: più soldi accumula più ne vuole accumulare. Macchinoni tirati a lucido, gioielli e donne sono gli unici valori in cui crede. Ma iniziano presto i guai con la giustizia e le gang rivali. Curtis viene arrestato due volte, ma non è questo a impedirgli di pensare che l'unica via possibile sia quella della criminalità, almeno fino a quando non si imbatte nei rap. La fede per la musica diventa assoluta e lo convince a voler chiudere per sempre con la ferocia della strada ma proprio quando la sua carriera sta per decollare ci pensa un vecchio regolamento di conti a fermarlo. Sopravvissuto miracolosamente a nove pallottole, per Curtis inizia la vera rinascita: tiene duro, compone e fa circolare i suoi pezzi fino all'incontro cruciale con Eminem e Dr. Dre. È l'esordio fulminante di 50 Cent che, schizzato in cima alle classifiche, viene incoronato subito nuovo indiscusso re dell'hip-hop.

