
Le contadine e le lavoranti a domicilio che faticano senza sosta, la casalinga meravigliata del suo primo bagno in casa. Le militanti cattoliche, le comuniste, le fasciste e le femministe di varie tendenze. Le donne che trasportano bombe per liberare il proprio paese, quelle disposte a commettere un omicidio per salvare l'onore della figlia, quelle che rischiano la vita ricorrendo all'aborto clandestino e quelle pronte a morire per Mussolini. Le donne all'avanguardia nel campo del lavoro, dell'istruzione e della politica e quelle impegnate in iniziative sociali, su fronti opposti, dalle cattoliche alle socialiste. Le nuore tiranneggiate nelle famiglie mezzadrili e le vedove bianche. Le studentesse, le badanti immigrate e le ministre del governo.
È con tutte loro che l'Italia è arrivata al Duemila, dopo aver superato un secolo intenso e difficile, quel Novecento in cui la metà femminile della popolazione è protagonista, al pari degli uomini, di profonde trasformazioni politiche, sociali, economiche, giuridiche e culturali.
In questa prima biografia collettiva del Novecento delle italiane, Perry Willson esplora come la realtà femminile sia stata condizionata e abbia a sua volta plasmato eventi storici fondamentali, tra cui l'ascesa del fascismo, le due guerre mondiali, il 'miracolo economico' e le agitazioni culturali e politiche degli anni Settanta. Un lungo periodo che ha visto grandi progressi e conquiste per le donne italiane, in un continuo intreccio di modernità e tradizione.
Uno studio portentoso, brillante e istruttivo sulle straordinarie trasformazioni intervenute nella vita delle donne in Italia nel XX secolo. Vivace, acuto e di ampio respiro: una lettura davvero piacevole.
Christopher Duggan
Summa del trentennale percorso di studi ciceroniani di Emanuele Narducci, il volume propone, attraverso l’ampio racconto biografico, una ricostruzione compiuta del personaggio Cicerone, in cui si integrano inscindibilmente l’uomo politico, l’oratore, il filosofo, l’intellettuale, lo scrittore. E poiché in ciascuno di questi aspetti egli è stato una figura centrale, un punto di riferimento, un modello, il libro offre anche, attraverso la biografia, un quadro sociale, politico e culturale di una fase cruciale della storia.
Dalla Prefazione di Mario Citroni
Indice
Prefazione di Mario Citroni - I. Cacciatori di teste - II. La ‘piccola patria’ - III. L’apprendistato - IV. Primi successi di un oratore - V. Lo spettacolo dell’eloquenza - VI. Gli inizi della carriera politica - VII. Il processo di Verre - VIII. Gli anni dell’ascesa politica - IX. Il consolato - X. Gli inizi del declino politico - XI. Gli orizzonti dell’eloquenza. Il processo di Archia - XII. Verso il precipizio - XIII. L’esilio - XIV. Attico. Cicerone e il suo amico - XV. Dopo il ritorno - XVI. ‘Ottimati’ e ‘popolari’. Il processo di Publio Sestio - XVII. Le trasgressioni della gioventù. Il processo di Marco Celio - XVIII. Sotto l’ala dei ‘triumviri’ - XIX. Il ‘De oratore’ - XX. Il processo di Milone - XXI. Platone a Roma. I dialoghi politici - XXII. La fine della repubblica - XXIII. Storia dell’eloquenza e polemiche di stile - XXIV. Tra Cesare e Catone - XXV. Terapia dell’anima e rinnovamento sociale. La filosofia di Cicerone - XXVI. La lotta contro Antonio - Bibliografia - Indice dei nomi
Marx, questo sconosciuto. Su Marx persona, le idee sono restate a lungo per lo più approssimative, spesso condite di luoghi comuni. Il più ovvio è che egli sia stato il fondatore del marxismo. In realtà non voleva fondare nessuna dottrina che portasse il suo nome. Nel 1882 disse di odiare l’appellativo di marxista. «Di lui sapevano poco già i contemporanei. Esule dalla Germania venticinquenne, era uno dei tanti profughi politici che giravano per l’Europa. Tornò in patria durante i moti del 1848, riparò subito dopo a Parigi, infine a Londra. Solo pochi compagni lo frequentavano. Quando poi diventò una figura pubblica, anzitutto come anima della Prima Internazionale del 1864, il suo nome acquistò il fascino di una bandiera. E con questo scomparve ancora di più l’immagine del Marx in carne e ossa». Nicolao Merker ricostruisce le vicende biografiche del filosofo della storia, l’economista e il politico del movimento operaio, tenendo insieme queste sue tre anime, e svela quanta parte delle sue esperienze di vita abbia inciso sulle riflessioni teoriche, quanto sia stato una figura più complessa di quell’eroe granitico che la propaganda di partito esigeva, di quell’assoluto redentore degli oppressi che qualche fideistica tradizione novecentesca pretende. Il contesto in cui è vissuto Marx si unisce a informazioni storiche e riflessioni critiche sulla storia del marxismo, sulle dinamiche interne del pensiero marxiano e sulle grandi linee della storia d’Europa nell’età moderna.
Indice
I. Per orientarsi - II. Con i Titani contro la Restaurazione - III. Gli anni del liberalismo radicale - IV. L’incontro con il socialismo e con l’economia politica - V. Profugo a Bruxelles: economia, movimento operaio, teoria della storia - VI. Dal 1848 all’esilio in Inghilterra - VII. La cassaforte e il grimaldello - VIII. Chi ha il grimaldello? - IX. Impadronirsi della politica - X. Tra presente e futuro - XI. L’eredità controversa - XII. È possibile un bilancio? - XIII. Gli orologi della storia - Sigle di riviste e organizzazioni - Bibliografia - Indice dei nomi
In breve
«Sono il leader dei leader arabi, il re dei re dell’Africa e l’imam dei musulmani»:Muammar al-Gheddafi, da quarantuno anni alla guida della Libia, è vivo, lucido, nel pieno delle sue energie, deciso a mantenere il potere con ogni mezzo. È anche fresco di recenti successi. È stato cancellato dalla blacklist americana dei ‘paesi canaglia’ e reintegrato a pieno titolo nella comunità internazionale. Resta l’ultimo suo grande sogno di costruire un’Africa unita, che stenta però a decollare. Angelo Del Boca, il più noto storico del colonialismo italiano, accoglie la sfida di una biografia in fieri e racconta le molte facce del leader libico: lo statista, l’agitatore, il politico e insieme il funambolico beduino, l’arguto narratore del deserto.
Indice
Introduzione Un uomo venuto dal deserto - I. L’influenza di Nasser - II. Il colpo di Stato - III. La seconda indipendenza - IV. L’ideologia di Gheddafi - V. Un oppositore su scala mondiale - VI. Gheddafi e l’Italia - VII. Gheddafi e l’America - VIII. Una svolta a metà - IX. Le sanzioni economiche - X. La minaccia del fondamentalismo - XI. Difensore dell’Occidente? - Postfazione L’irresistibile ascesa di Seif el-Islam - Note - Indice dei nomi
Corsaro per l'indipendenza, generale per la libertà, difensore della Repubblica romana, combattente della guerra d'indipendenza, liberatore del Regno delle due Sicilie, capo delle spedizioni per strappare Roma al governo del pontefice, soccorritore della Repubblica francese e poi deputato, agricoltore e simpatizzante per le prime lotte d'emancipazione dei lavoratori. Per mare e per terra, le imprese dell'eroe dei due mondi, un mito che sembra legare gli italiani nel tempo.
«Se possiamo sentirci solidali gli uni agli altri e amici di tutti gli abitanti del mondo; se possiamo riconoscere nel nostro vicino noi stessi, e per questo essergliene grati, lo dobbiamo a uomini che, come Giuseppe Garibaldi, hanno onorato la loro patria e, con essa, l'intera umanità.»
Lo splendore delle corti, la bellezza delle ville e dei giardini, il miracolo delle Arti e delle Lettere: questa la luminosa scena in cui si muove con i suoi amici il giovane Conte di Mirandola, appassionato di cabala ebraica e sostenitore dell'armonia filosofica, uomo audace fino all'arroganza, sicuro di sé, entusiasta.
Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri mostra attraverso i suoi scritti una figura dall'attività febbrile, dalla prodigiosa capacità di apprendimento, dalle non rare malinconie e solitudini. Tutti caratteri che, assieme alla dottrina vasta e mirabile, disegnano l'ideale di una comunanza culturale senza steccati, dove le suggestioni delle sapienze antiche sono per Pico la base per una cultura nuova ed europea e per un complessivo progetto di pace.
"Eugenio Garin oggi deve essere considerato, oltre che come un classico della storiografia, come un testimone, e una 'fonte', di un'epoca che va riconsiderata in termini nuovi, al di là delle prospettive illuminate nei suoi stessi lavori". Michele Ciliberto - che ne è stato prima allievo e assistente, poi successore all'Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento e alla Scuola Normale Superiore di Pisa - delinea un profilo originale di Garin intrecciando tematiche filosofiche con aspetti della sua personalità. In particolar modo si sofferma sull'interpretazione del Rinascimento, la posizione nei confronti delle grandi correnti filosofiche e politiche del Novecento e la sua vocazione di maestro. L'itinerario intellettuale di Garin emerge così in tutta la sua complessità, dalla philosophie de l'esprit giovanile al rapporto con Gramsci, fino ai lavori degli ultimi anni in cui dominano motivi di tipo nichilistico. In queste pagine, Michele Ciliberto ha scelto di valorizzare in primo luogo i testi di Garin meno noti, se non addirittura usciti dalla circolazione, come è avvenuto alla gran parte dei lavori pubblicati dalla seconda metà degli anni Trenta fino alla seconda metà degli anni Quaranta. Ciliberto indaga l'opera gariniana anche alla luce di nuovi materiali depositati nell'Archivio Garin della Scuola Normale Superiore di Pisa, dove sono raccolti circa 20mila fra lettere e documenti dagli anni '30 fino agli inizi del 2000.
"L'arte di Tiziano seppe soddisfare al meglio le esigenze politiche, religiose, sociali, personali o autocelebrative di alcuni tra i più importanti personaggi affacciati al palcoscenico del Rinascimento europeo, riuscendo sempre in modo efficace a parlare con la vivida voce dei suoi committenti e al contempo a non svilire mai il suo innovativo messaggio estetico". Dalla piccola provincia natia sulle Dolomiti alla gloria internazionale nella cosmopolita Venezia, Tiziano si è guadagnato un prestigio raro tra i suoi colleghi, una posizione sociale che gli ha gradualmente consentito di varcare gli angusti confini del suo mestiere di pittore per catapultarlo nel mondo protetto dei sovrani, dei papi, dei dignitari di corte, dei diplomatici, degli intellettuali di professione. I rapporti politici di Venezia con le corti italiane, con l'Impero di Massimiliano I prima e di Carlo V poi, con la Spagna di Filippo II, si riflettono nei dipinti di Tiziano, in un suggestivo specchio di messaggi ideologici di una intensità spesso superiore ad altri documenti dell'epoca. In queste pagine, la luminosa e lunga carriera di Tiziano è analizzata in rapporto alla storia politica, religiosa, economica, culturale e artistica del Cinquecento, a partire dalle opere giovanili fino a quelle dell'estrema vecchiaia, quando alla spensieratezza della gioventù si sostituisce un cupo dramma esistenziale.
"Di lui sapevano poco già i contemporanei. Esule dalla Germania venticinquenne, era uno dei tanti profughi politici che giravano per l'Europa. Quando diventò una figura pubblica, il suo nome acquistò il fascino di una bandiera. E con questo scomparve ancora di più l'immagine del Marx in carne e ossa". Nicolao Merker ricostruisce le vicende biografiche del filosofo della storia, l'economista e il politico del movimento operaio, tenendo insieme queste sue tre anime, e svela quanta parte delle sue esperienze di vita abbia inciso sulle riflessioni teoriche, quanto sia stato una figura più complessa di quell'eroe granitico che la propaganda di partito esigeva e che qualche fideistica tradizione novecentesca pretende.
Tanti nomi per una sola persona: all’anagrafe nel 1783 è Agostino Bozzi, milanese; poi, da giovane, manifesta la propria anglofilia appropriandosi di una lontana ascendenza che gli permette di raddoppiare il cognome: Bozzi Granville. Da adulto, l’inserimento compiaciuto nella high society della Londra georgiana e la graditissima nomina a membro della Royal Society fanno sì che il suo nome venga completamente anglicizzato e reso aulico: Augustus Bozzi Granville. Chi è quest’uomo dalle molteplici identità? È il primo ‘medico delle mummie’, il primo a sottoporle ad autopsia.
Questa è la storia dell’‘egittomania’ di un bizzarro personaggio, ginecologo e anatomista chirurgo, ma anche paleopatologo ante litteram oltre che solerte curante dei colerosi londinesi, medico di famiglia dei Bonaparte, medico termale ai bagni di Baviera, igienista militante.
Tre generali, tre vite dedicate al combattimento, dieci chiavi per il successo. Alessandro, un astro senza paragoni; Annibale, l'eroe delle cause perdute e delle battaglie perfette; Cesare, il più grande dei comandanti del mondo antico. Tre generali prodigio in campo militare, tre giocatori d'azzardo. Affrontarono imperi: nemici con eserciti molto più grandi dei loro; nemici che avevano il comando strategico del mare; e nemici che avevano il vantaggio di giocare in casa. Eppure rischiarono tutto per la vittoria. La ragione principale del loro successo stava in ciò che li accomunava: l'ambizione, l'intuito, l'attitudine al comando, l'adattabilità, l'abilità logistica, la strategia, l'uso del terrore, l'opportunismo. Ultima, dalla loro, la buona sorte. Tutte le guerre che combatterono seguivano lo stesso schema. Tutte cominciavano con una combinazione di attacco e difesa, cui seguiva una grande vittoria in una battaglia campale. L'ultimo passo sarebbe dovuto essere quello di cogliere i frutti con un accordo di pace per il mondo del dopoguerra ma nessuno dei tre vi riuscì. Cambiano le tattiche, cambiano le armi, ma nel corso dei secoli la guerra di per sé non muta. Capire in cosa riuscirono o dove fallirono questi tre grandi, ma non perfetti comandanti può essere utile a chiunque desideri sviluppare una strategia o debba dimostrare una capacità di leadership. "L'arte del comando" è una rara combinazione di perfetta cultura classica e consigli sapienti.
"L'arte di Tiziano seppe soddisfare al meglio le esigenze politiche, religiose, sociali, personali o autocelebrative di alcuni tra i più importanti personaggi affacciati al palcoscenico del Rinascimento europeo, riuscendo sempre in modo efficace a parlare con la vivida voce dei suoi committenti e al contempo a non svilire mai il suo innovativo messaggio estetico". Dalla piccola provincia natia sulle Dolomiti alla gloria internazionale nella cosmopolita Venezia, Tiziano si è guadagnato un prestigio raro tra i suoi colleghi, una posizione sociale che gli ha gradualmente consentito di varcare gli angusti confini del suo mestiere di pittore per catapultarlo nel mondo protetto dei sovrani, dei papi, dei dignitari di corte, dei diplomatici, degli intellettuali di professione. I rapporti politici di Venezia con le corti italiane, con l'Impero di Massimiliano I prima e di Carlo V poi, con la Spagna di Filippo II, si riflettono nei dipinti di Tiziano, in un suggestivo specchio di messaggi ideologici di una intensità spesso superiore ad altri documenti dell'epoca. In queste pagine, la luminosa e lunga carriera di Tiziano è analizzata in rapporto alla storia politica, religiosa, economica, culturale e artistica del Cinquecento, a partire dalle opere giovanili fino a quelle dell'estrema vecchiaia, quando alla spensieratezza della gioventù si sostituisce un cupo dramma esistenziale.

