
Questo studio contribuisce a ripercorrere un particolare momento storico, non molto dibattuto, della Chiesa e della politica italiana. Questa pubblicazione, frutto della tesi di dottorato di ricerca dell'autore, prende in esame il rapporto tra la Chiesa e il Fascismo, soffermandosi in particolare sulla crisi che coinvolse l'Azione Cattolica nel 1931. Lo studio si focalizza dapprima sulla dimensione politico-istituzionale del rapporto tra la Santa Sede e il Regime, analizzando le prospettive dei soggetti coinvolti per poi offrire una ricostruzione dettagliata del conflitto per l'Azione Cattolica.
Il presente volume raccoglie gli atti del Simposio “Penitenza e Penitenzieria nel ‘Secolo’ del Concilio di Trento. Dottrine e prassi in un mondo più largo”, promosso e organizzato dalla Penitenzieria Apostolica. Il Simposio, a differenza dei precedenti, concentra l’attenzione attorno al Concilio di Trento e al Secolo in cui esso ha avuto luogo; gli interventi infatti cercano di creare un ponte tra tutti i secoli precedenti e la immediata vigilia del Concilio considerando sia l’aspetto della riforma protestante sia la problematica legata alle indulgenze. A ciò si legano le decisioni e le linee di attuazione evidenziate nella seconda sessione del simposio per giungere ad accostare alcuni elementi della pastorale penitenziale. Il volume è curato da Manlio Sodi e Alessandro Saraco. La Presentazione è a firma del cardinale Mauro Piacenza, Penitenziere Maggiore e la Prolusione è di monsignor Krzysztof Nykiel, Reggente della Penitenzieria Apostolica. Gli interventi sono firmati da grandi nomi, quali: Lorenzo Lorusso; Wojciech Giertych; Andreas Stegmann; Rino Fisichella; Bernard Ardura; Alessandro Saraco; Kirsi Salonen; Simona Negruzzo; Samuele Giombi; Filippo Lovison; Manlio Sodi.
La raccolta degli Atti del VI Simposio della Penitenzieria Apostolica sul tema “Penitenza e Penitenzieria al tempo del giansenismo (secc. XVII-XVIII) Culture – Teologie – Prassi”. Sono presenti riflessioni sull’evoluzione storica, teologica e pastorale del sacramento della Penitenza nei secoli XVII e XVIII. Tale periodo è profondamente segnato dall’impronta delle controversie legate alle idee di Giansenio e dei suoi epigoni.
Il volume raccoglie i contributi offerti in occasione del VII Simposio della Penitenzieria Apostolica (21-22 ottobre 2021). Le riflessioni degli Autori si muovono intorno a due nuclei tematici: il sacramento della Penitenza e la Penitenzieria Apostolica, considerati all'interno dell'arco cronologico racchiuso tra la Rivoluzione francese e la fine del pontificato di Leone XIII. Nella cornice di tale periodo, marcato da profonde trasformazioni e violente contrapposizioni, si sottolinea l'importanza assunta dal sacramento della Confessione quale luogo privilegiato dell'espressione religiosa dell'Ottocento. A riguardo, i saggi ribadiscono l'affermarsi della morale liguoriana e ricostruiscono la prassi del sacramento alla luce dei trattati di teologia e dei decreti dei concili ecclesiastici. Le forme di una più generale spiritualità penitenziale, che permea pur con sfumature diverse l'intero secolo, vengono inoltre esemplificate attraverso le figure di alcuni grandi santi (il Curato d'Ars, John Henry Newman, etc.) e soffermandosi sulla ripresa dei pellegrinaggi penitenziali in Terra Santa. Ampio spazio è dedicato, in seconda battuta, alla Penitenzieria Apostolica, di cui si illustrano il profilo istituzionale, l'operato e le relazioni con altri dicasteri curiali. Viene soprattutto rilevato il contributo fondamentale espresso dal Tribunale nei momenti di maggiore crisi per la Chiesa, specialmente durante l'età napoleonica o nelle varie fasi del processo di unificazione nazionale italiano. L'attività del Dicastero è ricostruita da una prospettiva "interna", grazie soprattutto alla possibilità di esaminare le carte dei Teologi della Penitenzieria, messe per la prima volta a disposizione dall'Archivio storico del Tribunale.
Da quando anche la storia del monachesimo è studiata dal punto di vista della cultura, della spiritualità, dell'autocoscienza che il monachesimo stesso aveva di sé, in parallelo a quanto è avvenuto in diversi campi della ricerca storica, si sono dischiusi, al riguardo, numerosi e suggestivi orizzonti. Valori, modelli, rapporti tra identità e cultura, temi biblici e loro proiezione nel campo della spiritualità, simboli, testi e immagini sono alcuni degli spunti che paiono maggiormente interessati a questo genere di problematica. Speriamo possa giungere maggior luce su quel mondo così complesso e misterioso - e perciò così vivo e affascinante - che continua a essere il monachesimo medievale.
IL LIBRO
L’allarme è suonato da tempo: la Chiesa perde sacerdoti, le nuove vocazioni non bastano a riempire i vuoti. Sono già numerose le comunità di fedeli che non possono celebrare la messa, mentre il fantasma della secolarizzazione divora il senso del sacro e costringe la fede a rifugiarsi nel privato.
Centro della crisi è l’Europa, il continente dell’apostasia denunciata prima da Giovanni Paolo II e oggi dal suo successore, Benedetto XVI. È dunque a partire da essa che si sviluppa l’analisi di Francesco Peloso, che poi si allarga a comprendere l’America Latina quindi l’Africa e l’Asia, terre di nuova evangelizzazione. Sono tanti i temi e i problemi che l’autore incontra lungo il suo cammino, alcuni ovvi, altri «scandalosi». E sono tanti i personaggi attorno a cui ruota il racconto: alcuni sono i moderni martiri della fede, altri sono ostinati peccatori, molti sono semplici cristiani che cercano, fra speranze e contraddizioni, un modo forte di essere cattolici nella società contemporanea.
Uno sguardo speciale è riservato all’Italia, il paese che da duemila anni è il centro irradiatore del cattolicesimo e dove massimo è l’impegno della Chiesa per far fronte alla crisi delle vocazioni; e poi anche alla Spagna di Zapatero, modello di quell’Europa secolarizzata che ha le sue radici nella Rivoluzione francese.
A parlare – e questo è un pregio non secondario del libro – sono soprattutto i protagonisti vivi della cattolicità: preti, missionari, vescovi di diocesi lontane, cardinali, leader dei movimenti, uomini della Curia e, naturalmente, gli ultimi due pontefici.
L'AUTORE
FRANCESCO PELOSO è nato a Roma nel 1966. È giornalista vaticanista, scrive per l’agenzia di stampa Adnkronos e per il quotidiano «La Sicilia». Ha inoltre collaborato con «L’Unità», con «Europa » e con le agenzie di stampa Aga e Asca. È autore di Globalizzare la solidarietà. Il magistero di Giovanni Paolo II nell’era dell’interdipendenza, in Andate in tutto il mondo (Edizioni Dehoniane, 2003) e di Un Santo per oggi (Editrice Rogate, 2004). Ha curato l’antologia di poesia contemporanea Ci sono fiori che fioriscono al buio (Frassinelli, 1997).
RECENSIONI
Mimmo de Cillis, «Il Manifesto», 20 aprile 2007
«È un’analisi seria, minuziosa, a tratti impietosa, quella proposta dal vaticanista Francesco Peloso […]. Credibile e circostanziata, soprattutto perché parte dal grido d’allarme lanciato dagli stesi vescovi cattolici di tutto il mondo convocato da Benedetto XVI nell’ottobre 2005»
Da «La Gazzetta del Mezzogiorno», 29 aprile 2007
«»A quella che rappresenta forse una delle sfide maggiori per la tenuta della Chiesa cattolica è dedicato un libro, ricco di dati, analisi e testimonianze, uscito in questi giorni: Se Dio resta solo, vaticanista Francesco Peloso.»
Da www.ICN-News.it, 18 aprile 2007
«Sono tanti i temi e i problemi che l’autore incontra lungo il suo cammino, alcuni ovvi, altri "scandalosi". E sono tanti i personaggi attorno a cui ruota il racconto. […] Uno sguardo speciale è rivolto all’Italia, il paese che da duemila anni è il centro irradiatore del cattolicesimo e dove massimo è l’impegno della Chiesa per far fronte alla crisi delle vocazioni. […] A parlare – e questo è un pregio non secondario del libro – sono soprattutto i protagonisti vivi della cattolicità: preti, missionari, vescovi di diocesi lontane, cardinali, leader dei movimenti, uomini della Curia e naturalmente gli ultimi due Pontefici.»
Nell'attuale confusione che regna circa l'interpretazione del termine "laicato cattolico", questa pubblicazione spazza il campo da ogni dubbio rifacendosi direttamente ai documenti conciliari in materia: il laicato cattolico deve essere inteso unicamente quale espressione che si identifica in un comportamento reso "al servizio della Chiesa" e sostenuto "nell'ambito e nel rispetto della Gerarchia ecclesiale". Per realizzare al meglio questo intendimento, l'autore, da semplice fedele osservante, ha scandagliato momenti e aspetti della liturgia cattolica, traendone debite riflessioni e fornendo utili proposte, di facile e pratica applicazione, al fine di restituire alla liturgia la sacralità che le compete.
Trecentocinquanta pagine per una storia della Chiesa? Poche. Sufficienti però per tracciare una sintesi articolata delle caratteristiche della Chiesa attraverso i secoli. Questo libro parla di fatti, documenti, storie, profezie, peccati e santità, che permettono di distinguere il vero dal falso, la propaganda anticattolica dall'effettiva realtà ecclesiale. Che raccontano la gloria della vita dei martiri e dei santi accanto alle concrete difficoltà, ambiguità e compromessi dei rapporti dei pontefici col potere temporale. L'autrice sceglie, fra i tantissimi, quegli avvenimenti che possono aiutare a comprendere i principali nodi, sfide e difficoltà che la Chiesa si è trovata ad affrontare nel corso del tempo.
Con questo Libro l'autrice si propone di esaminare la validità delle ragioni del pensiero filo-protestante. Lo fa a partire dai documenti, analizzando da vicino gli scritti di Lutero - anche quelli che stampa e manuali guardano con serena distanza -, puntando a far emergere le idee forti del credo luterano a partire dall'analisi puntuale dei testi. L'autrice non si occupa del Lutero privato perché il fondatore della riforma e' un uomo pubblico e le sue idee, le sue azioni ed i suoi scritti hanno provocato enormi ricadute, con implicite, quanto logiche ed inesorabili, conseguenze. Da questo lavoro emerge una verità scomoda e non raccontata dalla storiografia ufficiale, una verità a tinte forti che mette in risalto le incongruenze e gli aspetti meno conosciuti del pensiero di Lutero e della riforma.
Solo una nazione, solo la Spagna, è riuscita a liberarsi dal dominio musulmano e a difendere con eroismo il patrimonio di fede, di cultura e di civiltà ereditate dall'epoca romana. Nel 1492 una coppia di re d'eccezione, Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona, porta a termine la riconquista, annette Granada, trasforma la Spagna in una nazione moderna, crea scuole e università di eccellenza, forma un'amministrazione efficiente, attua una capillare riforma della chiesa che anticipa di mezzo secolo il concilio di Trento e che genera uno stuolo di santi. Con la scoperta dell'America i Re Cattolici - e gli spagnoli tutti - proiettato nel Nuovo Mondo la fede, l'eroismo e la forza della loro tradizione. In nome della fede e della cultura, che sempre la segue, la cattolica Spagna studia e documenta tutte le lingue e le usanze delle tante popolazioni amerinde che incontra e costruisce in America una rete di università e conventi che inseriscono nell'alveo della civiltà greco-romana un intero continente. America Latina si dirà. La Spagna che realizza con pochi uomini e in poco tempo un'impresa epica, deve molto all'intervento del cielo. Maria e Giacomo accompagnano la storia della penisola dai tempi della prima evangelizzazione. Da quando Maria, la Virgen del Pilar, appare a Giacomo a Saragozza, a quando la Morenita, la Vergine di Guadalupe, appare all'indio Juan Diego per riversare un fiume di grazie sui suoi figli americani. Una storia unica.