
Alcune persone sanno godersi la vita, altre persone sono rivolte al futuro: vivono cioè in continuo anticipo, cercando di accelerare ogni cosa. Tutto deve essere "già". Così facendo si negano alla vita, rigettano la realtà e si trasformano in nemici del presente. Con questo libro intraprenderemo un percorso di rasserenamento dinanzi alla realtà e agli altri, un percorso per guarire dall'ansia e dall'impazienza.
Una cosa è vivere alcuni momenti di noia e un'altra è vivere annoiati. A volte un periodo di noia indica che Dio ci sta purificando e insegnando a non ossessionarci con problemi inutili. Liberandoci però da questi falsi ideali a volte restiamo senza stimoli ed entusiasmo. Questo piccolo libro ci aiuta a intraprendere un cammino per guadagnare una serie di positività che potranno conferire maggior gusto alla vita quotidiana.
Molte volte le paure ci tolgono la voglia di vivere e gettano ombre sulla gioia e sulla pace interiore. Il futuro si presenta ai nostri occhi come una nuvola nera e temiamo che il domani ci trovi soli, abbandonati, malati o che capiti qualcosa ai nostri cari. La potenza di Dio è infinita, Egli può tutto, noi però dobbiamo intraprendere un cammino spirituale per imparare a utilizzare le risorse che Dio ci offre per proteggerci.
Se cadiamo nella tentazione dell'egoismo e dell'isolamento, la nostra vita spirituale andrà via via morendo e non saremo felici, poiché tutto il nostro essere è fatto per vivere unito agli altri, per amarli e perseguire il loro bene. Non lasciamoci ingannare: l'isolamento, il rancore, l'egoismo sono veleni che finiscono per distruggerci. Se ci illudiamo di essere più felici fuggendo dagli altri, ci sbagliamo di grosso. La verità è che molte persone che si isolano dagli altri presto si ammalano o perdono la capacità di gioire. E altri guariscono dalle loro infermità o angosce solo quando imparano a vivere in comunità. Questo volume offre ai lettori un cammino per sanare i turbamenti interiori e gli egoismi che impediscono di aprirsi agli altri, unica strada per essere veramente felici.
La vita in famiglia può essere un tesoro prezioso, ma può anche trasformarsi in un inferno. A molte persone capita di avere un desiderio profondo di vivere in famiglia, ma gli altri membri vorrebbero spesso solo avere una specie di hotel dove andare a mangiare o a dormire. Altre volte sono forti i rancori, le discussioni, le gelosie, e la famiglia smette di essere un luogo dove trovare un po' di pace e di consolazione. Pregare per la propria famiglia significa allora, motivati dalla Parola di Dio, avanzare diverse richieste per noi e i nostri cari. In realtà, la cosa peggiore che può capitarci è che noi, che ci diciamo cristiani, non sappiamo condurre con profondità la nostra vita in famiglia, non riusciamo a capire che la famiglia è un cammino di maturazione, di santificazione. Dobbiamo perciò imparare la spiritualità della vita in famiglia.
Quando soffriamo, quando siamo tristi, quando ci ribelliamo, quando falliamo in qualcosa, quando ci infastidisce un dolore che riappare nel corpo, quando non riusciamo a dominare alcune cose che ci superano? Che cosa c'è al fondo di tutte queste sofferenze? C'è se non un'intensa sensazione di malessere, una debolezza interiore. Tale senso di fragilità può essere necessario per purificarci e per farci raggiungere una profonda umiltà, o anche per farci prendere coscienza del nostro bisogno di Dio e degli altri. Questo effetto positivo, però, trova conferma quando le cattive esperienze ci rendono più gioiosi e semplici, più aperti e fiduciosi. Se non è così, e se ci capita solo di ritrovarci con una sensazione di amarezza, c'è allora una debolezza interiore che dev'essere curata. Possiamo iniziare un cammino spirituale per divenire più forti dentro di noi: in tal modo, le cose che ci capitano non ci toglieranno la gioia e potremo affrontare qualunque cosa. Non è questione di forza fisica, di potere del denaro o di prestigio. Si tratta di una forza spirituale, di sentire che le nostre fibre più intime sono stabili, che siamo radicati nella vita. Scomparirà allora il nodo che avvertiamo nella gola, quella sensazione di abbandono, quell'angoscia che ci rende fiacchi. Intraprendiamo allora questo cammino per liberarci dal malessere e dalla debolezza per conseguire una vita piena di nuovo vigore.
A volte scopriamo che non siamo in pace con noi stessi, che vi sono molte cose che non possiamo perdonare del tutto, che vi sono errori commessi che non abbiamo ancora digerito. Quando meno ce lo aspettiamo, riappaiono dentro di noi ricordi di cose che abbiamo fatto o detto nel passato. Allora soffriamo per esserci sbagliati e ci duole aver commesso un errore dinanzi agli altri. Tutte queste cose sono come veleni interiori che non ci lasciano godere della vita e offuscano la nostra gioia. Vale la pena che ci soffermiamo ad affrontare questi "demoni" che ci attaccano, per poter raggiungere una vita più sana e più libera. Questo libro propone un cammino per guarire i cattivi ricordi ed essere in pace con il proprio passato.
Questo volumetto - il primo di una serie dedicata alla misericordia raccoglie riflessioni, storie e preghiere legate alle prime due "Opere di misericordia corporale". Attraverso la lettura di due brani della Bibbia e la narrazione di un tratto della vita di san Vincenzo de' Paoli, questo volume cerca di penetrare il ricco e profondo significato del richiamo evangelico delle due "Opere di misericordia", richiamo che pone il credente di fronte a un vero e proprio aut aut della carità: o si nutre e si disseta il fratello/volto di Cristo o si viene maledetti e cacciati lontano da Cristo stesso.
Visitare gli infermi e consolare gli afflitti. Questo volumetto unisce una delle Opere di Misericordia corporali con una di Misericordia spirituale; l’afflizione del cuore e l’infermità del corpo sono infatti due condizioni spesso prossime l’una all’altra; ma sono anche due situazioni quasi intercambiabili: vi sono, infatti, infermità del corpo e dello spirito, dell’animo, della mente.
Quando si pensa alla visita agli infermi, ci si sofferma soprattutto sulle condizioni di malattia del corpo, e meno su quelle delle malattie interiori, che il tema dell’afflizione invece esprime compiutamente. Oggi, soprattutto, la malattia “spirituale”, interiore, la depressione, le forme di bipolarismo, di infermità mentale, sono estremamente presenti, particolarmente significative, anche perché colpiscono sia i singoli che i loro nuclei familiari. E, se ci è difficile già far visita agli infermi nel corpo, ci sembra ancora più complesso stare accanto a chi ha ferite interiori, meno quantificabili, più sfuggenti. Riflettere sulle due Opere di Misericordia cui è dedicato questo volumetto, unendole in una sola meditazione e preghiera, diventa, dunque davvero importante.
Questo volume è dedicato a due Opere di Misericordia corporali: Vestire gli ignudi e Alloggiare i forestieri. La tradizione cristiana è ricca di episodi in cui un ospite misterioso, accolto per pura carità, si rivela essere un angelo in cammino sulle strade del mondo. E se pane e acqua, argomenti centrali delle prime due opere di misericordia corporale, toccano immediatamente il tema della sopravvivenza dell'uomo e dell'umano, il vestire e l'ospitare riguardano un passaggio ulteriore, che è quello, potremmo dire, della stabilità della relazione con chi è nel bisogno. Dar da mangiare e da bere si può fare anche senza "farsi carico" del corpo altrui: vestire e ospitare, invece, presuppone un'accoglienza più intima e, quindi, più impegnativa. Nel nutrire il povero si può anche mantenere una distanza da lui; si può dar da bere senza "toccare" la carne. Vestire e ospitare presuppongono un venire a contatto che ci impegna ulteriormente e ci rivela qualcosa in più di noi stessi, della nostra società, della nostra cultura. E anche delle nostre paure, di fronte alle esigenze della carità e della misericordia.
Il tema della "carcerazione" è, per il cristiano, legato a quello del "peccato". E le opere di misericordia che danno il titolo a questo volumetto aiutano a comprendere una dialettica che resta centrale nel messaggio di Gesù e della Chiesa: se la giustizia umana impone infatti una punizione per la colpa personale, il giudizio evangelico - pur non negandola - la affronta manifestando un orientamento misericordioso per il quale ci chiede di venire in soccorso del colpevole non "punendolo", ma "educandolo" e "visitandolo". Così, per il cristiano, l'ammonizione del peccatore non è separabile dallo stare presso di lui; il rimprovero - indicatore della colpevolezza - non è distinguibile dalla "visita" e dall'accompagnamento - che segnala, piuttosto, la vicinanza: noi non possiamo occuparci del male senza stare accanto a colui che lo compie, o che lo ha compiuto. Il motivo? Semplice: anche noi, ciascuno di noi, "non siamo senza peccato"; perciò non ci è dato di "scagliare la prima pietra". La novità della presenza di Gesù nel mondo è esattamente questa: il Figlio di Dio è venuto "per i peccatori", non per i giusti; è venuto alla ricerca della pecora perduta, non per starsene tranquillo con le 99 al riparo nell'ovile.
L'opera di misericordia che ci invita a prenderci cura dei nostri cari defunti è quella che forse più ancora delle altre può condurci a comprendere il mistero della vita eterna; non la vita prolungata con artifici, ma quella promessa da Dio a coloro che lo amano e che si amano. La vita eterna, che è vita di comunione già germogliante nell'oggi; e che, proprio in quanto comunione, è vita che si eterna. Questo volume affronta anche un tema quasi scomparso dai nostri orizzonti, anche catechistici: i cosiddetti "novissimi": morte, giudizio, inferno e paradiso. La seconda parte del testo è dedicata alle rivelazioni di santa Faustina Kowalska sul paradiso, il purgatorio e l'inferno. La mistica polacca spicca, infatti, nel racconto delle sue visioni, per la profonda capacità di unire il tema della morte e dell'aldilà con quello della Misericordia, centro della sua vita spirituale e delle sue rivelazioni.

