
Quando si confronta con la psicopatologia l'essere umano mette in luce, per contrasto, un'acuta nostalgia dell'esistenza autentica, del progetto di vita da cui, per i motivi più vari, si è fortemente allontanato. In questa dimensione, l'individuo sofferente è spiritualmente più vicino alla sua sostanza antropologica di quanto non lo siano le persone cosiddette "normali". Il sentiero sicuro che si intravede in lontananza è fatto di pensieri semplici, ma così profondi da sembrare scolpiti nella roccia: ad esempio, riconoscere l'esistenza del Mistero che ci circonda; ridare dignità e onore alle figure genitoriali con cui siamo entrati frettolosamente in conflitto; riportare armonia nella nostra vita sessuale e nel rapporto con i beni materiali; ritrovare l'equilibrio psichico. Gradualmente, allora, le "dieci parole" tornano ad affacciarsi nel nostro panorama mentale e ad indicarci la Via, il percorso sicuro per realizzare pienamente la nostra umanità. I dieci comandamenti hanno la loro dimora nel cuore dell'uomo.
"Il silenzio è indispensabile a tutti gli uomini, per l'equilibrio stesso della persona umana, abitata dalla presenza di Dio, a cui si addicono la riverenza e il sacro silenzio. Nel mondo in cui viviamo, però, il silenzio è stato mandato in esilio. Urge perciò cercarlo e rimetterlo al centro delle nostre esistenze. Fra Emiliano Antenucci ci mette sulle sue tracce in modo pratico e convincente. Passando in rassegna varie situazioni esistenziali, e citando suggestivi testi di autori spirituali antichi e contemporanei, evidenzia dodici passi indispensabili per un autentico cammino di spiritualità ritmato dal silenzio." (Dalla Prefazione di Madre Anna Maria Cànopi) "Io suono le note come sono scritte, ma è Dio che fa la musica." (Johann Sebastian Bach)
L'infinito della Bellezza, il nuovo lessico della gioia, "Amoris laetitia", l'amore che parla una nuova lingua, il riconoscimento, la preghiera del Papa a Maria, "Madre di Misericordia e del Bell'Amore". L'infinito della Bellezza, questa "esperienza personale" di Nunziella che coinvolge tutti nella significanza mariana dell'essere cristiani, nella beatifica convivialità trinitaria dell'Amore: "Non si tratta tanto di imitare Maria, quanto di accogliere dallo Spirito Santo una grazia di partecipazione alla vita di lei, lasciandoci quasi vivere da questa dolcissima Madre per entrare in lei e instaurare, tramite lei, l'unico rapporto possibile con Gesù, quello appunto di Maria". "La Madre, la Figlia, la Sorella, la Vergine Sposa, la Madre della Chiesa... come dire, se la nostra fede fosse un'idea non avremmo bisogno della Madre, ma la nostra fede è vita, e non c'è vita senza la Madre." (dalla Prefazione di Nino Barraco)
I cristiani non devono essere felici per «marketing», per fare pubblicità al loro credo o vendere prodotti oppure ottenere voti e consenso popolare. La felicità, per i cristiani, non viene da una tecnica della mente, del cuore o del corpo per stare bene. Si è felici se ci si sente profondamente dentro di sé amati da Dio, che è la fonte, la sorgente, l'origine della vera felicità. Lo scopo di questo libro è rendere più felice chi lo legge. Felici perché amati: questo rende felici noi e tutte le persone che incontriamo ogni giorno.
Cosa devo fare nella vita? Che via posso percorrere? Dove vado? Con chi vado? Come sarà il futuro? Quante domande ci pone la nostra esistenza, che vogliamo vivere nella pienezza e nell'amore. Amare è scegliere, perché se non scegliamo prima o poi saranno la vita, il tempo e le circostanze a scegliere per noi. Chi ama fa delle scelte concrete quotidiane e di vita. Chi ama discerne. Il discernimento è un'arte per tutti gli uomini e per tutti i cristiani. Compito di questo libro è dare ad ognuno di noi, che è come un «piccolo guerriero della Luce», gli strumenti per discernere nella quotidianità. La speranza è che il lettore possa utilizzarlo come «bussola» per navigare nella vita e nelle scelte piccole e grandi da fare ogni giorno.
C’è un segreto nella vita: guardare il mondo con gli occhi di Maria. Dobbiamo depurare il devozionalismo e il sentimentalismo verso la Madre di Dio e aumentare l’amore personale verso la «Donna della nostra vita»: Maria. Da Maria impariamo la fede dei semplici e l’obbedienza degli eroi.
Madre, donaci il tuo sguardo!
Il tuo sguardo ci porta a Dio,
il tuo sguardo è un dono del Padre buono,
che ci attende ad ogni svolta del nostro cammino,
è un dono di Gesù Cristo in croce,
che carica su di sé le nostre sofferenze,
le nostre fatiche, il nostro peccato.
Papa Francesco
Una breve, intensa riflessione sulla morte scritta senza retorica. Una lettura spirituale che suscita domande senza imporre soluzioni, adatta perciò a chi crede e a chi non crede, a chi sta vivendo un lutto e a chi si interroga sul senso della vita. Già, la vita. Perché la morte ne è solo l'epilogo. Perché è possibile prepararsi alla morte solo vivendo in pienezza ogni istante, dando il giusto peso alle cose e agli avvenimenti. La morte delle persone care può diventare occasione per un colloquio che non avrà più termine. Scopriamo che la morte non chiude la nostra comunicazione. Ci apre ad un nuovo mondo. I nostri giorni diventano abitati dalla presenza di molti - e noi c'intratteniamo con loro. Poiché ora sappiamo che cosa dire - e che cosa ascoltare. Prefazione di Luigi Bettazzi.
Le perle di Igino Giordani raccolgono un gran numero di brevi e folgoranti frasi di uno scrittore, giornalista e politico italiano, direttore della Biblioteca Apostolica Vaticana e cofondatore del Movimento dei Focolari con Chiara Lubich.
Charles de Foucauld ha fatto dell’amore di Dio la sua vita, e della sua vita un amore per Dio e per i fratelli e le sorelle. Le meditazioni di frère Charles sui Vangeli rivelano la sua profonda relazione con il Beneamato Gesù, fatta di ascolto amorevole, di imitazione dell’ultimo posto, di fraternità con tutti.
Ci auguriamo che questo piccolo strumento sia un aiuto, nel quotidiano, per conoscere e vivere “per fede” la Parola, che ci è donata nelle Scritture e nella Liturgia dei tempi di Quaresima e Pasqua.
Il giusto ama “per fede” un Dio che non vede e questo amore è la sua vita… Obbedisce “per fede” a causa della parola: «Chi ascolta voi ascolta me», parola che non sente, ma che crede “per fede”.
Felicità è cogliere la vita come un dono, lasciarsi sorprendere dal mistero racchiuso nel quotidiano, sempre nuovo. Le figure bibliche di Abramo e Giuseppe ci mostrano come la ricerca della felicità passi sempre da strade che non dipendono da noi, ma da incontri inaspettati, imprevisti, che illuminano seppur per qualche istante il nostro cammino.
La forma della felicità, il nuovo libro di don Fabrizio Centofanti e Sabrina Trane, non può non sorprendere il lettore. Partendo da un'idea diffusa di felicità psicologica, e descrivendola con competenza, allarga sempre più l'orizzonte, fino a sovrapporre al livello semplicemente umano quello che si può evincere dalla lettura del Vangelo e della tradizione cristiana più attendibile: dal progetto dell'uomo, potremmo dire, al progetto di Dio. Ne risulta una visione totalmente nuova dell'obiettivo più comune e condiviso da ogni essere umano. Il breve saggio si legge quasi come un romanzo: a un certo punto, il ritmo si fa incalzante, sembra di essere arrivati al gran finale, ma - e questo è il vero assunto del libro - c'è sempre un oltre. Perché per essere felici bisogna «passare all'altra riva», come Gesù dice, così frequentemente, nel Vangelo. Dalla Prefazione di don Fernando Altieri La felicità è un obiettivo comune a tutti gli esseri umani. In questo libro, scopriremo se e come sia possibile vincere questa scommessa, in un tempo in cui tecnologia, informatica e digitalizzazione globale ci spingono a ripensare dalle fondamenta un tema ineludibile per ogni persona consapevole di sé.
Ci muoviamo sul crinale di una sfida esaltante: essere parte attiva di un processo che moltiplichi spazi di vita buona per tutti. Questo tempo della storia è un appuntamento. Non vogliamo più delegare, girarci dall'altra parte, passare oltre. Queste pagine desiderano essere uno spazio di condivisione e di confronto per gente che inizia a disobbedire ad una esistenza a bassa intensità. Un'altra via è possibile, quella di un personalismo comunitario, che riconosca la dignità di ogni persona e allo stesso tempo protegga il bene comune promuovendo la dignità, la libertà e il benessere degli altri, compresi i poveri, gli esclusi e le generazioni future. Esiste un'alternativa al «dare per avere» e al «dare per dovere». È il «dare per amore», che per i cristiani è sinonimo di fede, intesa non in senso religioso ma relazionale, come un radicale riconoscimento dell'altro, dell'altrui dignità e vocazione. La via della fraternità è la via del dono e dell'inclusione creativa del limite. «Sono grato a Katia Roncalli di questo prezioso strumento. Tenere aperta la mente, tenere aperto il dialogo e la collaborazione con gli altri è un modo per dare una mano a Dio a "tenere aperta la storia" e una lettura del genere non può che stimolare chiunque a farlo con determinazione, intelligenza e coraggio». Dalla Prefazione di Luigi Ciotti

