
"Le madri sono l'antidoto più forte contro le nostre chiusure e apatie. Una società senza madri sarebbe una società che ha perduto il cuore. Le madri, perfino nei momenti peggiori, sanno testimoniare la tenerezza e la forza della speranza". (Papa Francesco)
Il volume presenta brani, prevalentemente poetici, sull'amore. Autori e autrici di tutti i tempi e di tutti i luoghi (tra gli altri, Shakespeare, Gibran, Frida Kahlo, Emily Dickinson, Alda Merini, Leopardi, Montale, Ungaretti, Prévert, Neruda, García Lorca, Tagore) vi hanno dedicato i loro componimenti, cogliendo dell'amore differenti sfaccettature, secondo la sensibilità e l'esperienza personale di ciascuno. Dall'insieme emergono la ricchezza, la forza e la pienezza di senso che grazie all'amore fluiscono nel mondo. Il panorama è ampliato e arricchito da testi tratti dal magistero di papa Francesco. Libro-regalo per fidanzati e sposi in occasione di San Valentino, ma anche per un anniversario particolare o per qualsiasi altra occasione in cui si desideri mettere l'amore in primo piano.
L'Autore collega le Dieci Parole alle cure sanitarie e a tutto ciò che le rende valide, professionali, umane. Con libertà di interpretazione e di critica, le indicazioni del Decalogo sono rilette nel contesto della prassi terapeutica, applicata all'attività sanitaria quotidiana. Le riflessioni che ne scaturiscono risultano utili a vivere con dignità, quando ci si trova in condizione di malattia e quando ci si prende cura di qualcun altro, in qualità di operatore sanitario o di familiare, di amico o di volontario. Una particolare considerazione viene riservata alle Cure palliative che, introdotte da tempo, non hanno ancora raggiunto una diffusione capillare nel nostro Paese.
Padre Gaetano Piccolo ci accompagna durante l'Avvento, fino a Natale, con alcune semplici ma profonde riflessioni. Suggerendo al lettore una modalità di utilizzo, l'Autore offre parole per domani: leggere cioè la sera prima la liturgia e sottolinearne dei passaggi per il giorno dopo. Ogni giorno, dal brano del Vangelo, l'Autore fa emergere una parola che diventa sfondo della giornata. Dopo una riflessione, propone un impegno concreto e realizzabile per "vivere in attesa".
Agile biografia di suor Maria Pia Giudici (Viggiù-VA 1922 - Subiaco-RM 2020), salesiana, donna di notevole spessore spirituale e di grande energia creativa, autrice di libri e di poesie. All'inizio della sua vita religiosa, si laurea in lettere e diventa insegnante a Lecco e Milano. In seguito realizza nell'eremo San Biagio (Subiaco) il sogno di una casa di preghiera soprattutto per i giovani, per proporre loro il cammino della lectio divina. L'obiettivo dell'educazione, fondamentale per don Bosco e di conseguenza anche per lei, è stato il punto di riferimento continuo della sua opera lungo gli anni. Il libro, che ripropone la sua voce e quella di altre persone (anche famose: card. Martini, Tamaro...) che l'hanno conosciuta, vuole essere memoria e testimonianza della sua vita, del suo contatto fecondo con la parola di Dio e della sua spiccata capacità di parlare ai giovani. Sempre animata dalla volontà di dare loro una proposta educativa forte, puntava sul richiamo all'interiorità, ancorata saldamente al Vangelo e perciò alternativa all'individualismo e al chiasso contemporanei.
La pigrizia non fa vivere ma sopravvivere, impedisce di fare il minimo sforzo per cambiare qualcosa. È un peccato contro la bellezza della vita in quanto rende infelici e incompleti, facendo scivolare verso l'indifferenza e la solitudine, fino al punto di smarrire il senso della vita e deformare le relazioni con il tempo, lo spazio, le persone e Dio. L'autore, con linguaggio semplice e immediato, cerca di definirne il volto, le cause e le conseguenze; ne presenta gli aspetti problematici che, in modo profondo e subdolo, annebbiano la coscienza e compromettono tutti gli ambiti dell'esistenza. Perciò è necessario conoscerne i meccanismi perversi che fanno della pigrizia un male per se stessi e per la società. Nell'ultima parte del libro sono proposti itinerari di guarigione per compiere un cammino di risalita dal buio del non senso e ritrovare il gusto della vita.
Se il tempo di Quaresima è sacramento della conversione, la Settimana Santa è un "sacramento abbreviato", un distillato del percorso che, a ogni anno liturgico, la Chiesa si propone di vivere per lasciarsi rinnovare dal mistero pasquale. Il testo accompagna i giorni più intensi dell'esperienza cristiana per richiamare quanto meditato nelle settimane precedenti e per recuperare quanto la vita spesso frenetica ha impedito di approfondire. Ogni giorno si metterà a fuoco un tema a partire da testi biblici che si leggeranno alla luce della esistenza personale ed ecclesiale. Non erudizione, ma cambiamento di mentalità per cogliere quanto di prezioso il Signore ha in serbo per i suoi figli e figlie, come ci insegna Paolo: «La sua grazia in me non è stata vana» (1Cor 15,10).
L'impiego del riuso creativo nell'ambito dell'animazione oratoriana combina le sue radici profonde con l'urgenza di una conversione ecologica. C'è un modo diverso di guardare "lo scarto", è l'upcylce, la pratica cioè di dare una seconda chance alle cose. Una pratica che può allenare chiunque a maturare parabolicamente un analogo atteggiamento di misericordia verso sé stessi e gli altri. L'animazione, sempre più ridotta a semplice intrattenimento, può recuperare così il suo originario senso di parabola in azione. Queste pagine allenano il lettore a scoprire la pratica dell'upcycle (riuso creativo) come stile educativo dell'animazione.Il libro si conclude con la proposta di un gioco concreto, esempio di una nuova visione del fare oratorio.
Le meditazioni che l'autore propone descrivono, in modo sintetico ed essenziale, il vizio ricorrente e nefasto della mormorazione, affrontata nelle sue molteplici varianti e aggravanti, come la calunnia e la maldicenza. Per ciascuna meditazione è proposta anche una orazione conclusiva per condurre il lettore (quando credente) ad una lettura pregata.
Una rilettura avvincente della storia di Abramo, l'uomo della mobilità, della precarietà, delle partenze più che degli arrivi. Egli è il paradigma di ogni essere umano chiamato a lasciarsi scavare l'orecchio per imparare ad ascoltare la Parola viva, energica ed esigente di Dio che trasforma e dilata il cuore dell'uomo; un cuore abitato, al contempo, da grandezza e miseria. In un tempo di ripartenze qual è il nostro - dove è necessario intravedere orizzonti nuovi e additare un futuro aperto alla speranza e al rifiorire della vita - Abramo emerge in tutta la sua attualità, consegnandoci la verità del cammino dell'uomo, chiamato a vivere il passaggio dall'essere un individuo centrato su se stesso all'essere persona generativa, capace di farsi portatrice di benedizione attraverso un'esistenza vissuta nel segno del dono. Don Cristiano Passoni ci incoraggia a compiere con Abramo un atto di fede: camminare con Dio guardando non in basso, alla polvere dei nostri fallimenti, ma in alto, alle stelle che rischiarano la notte e richiamano la pienezza della vita che ci è promessa. Anche noi, allora, saremo uomini e donne delle stelle, con i piedi ben piantati a terra e capaci di risplendere «come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita» (Fil 2,15-16).
Un delinquente, reo confesso, ottiene grazia e gloria condividendo il patibolo con un innocente condannato ingiustamente. Il primo santo della storia, l'unico canonizzato direttamente da Cristo, è un ladro. "Miserere" è il monologo interiore di un padre, percepito e raccontato dalla figlia che sta lì, ai piedi della croce cui lui è confitto. E anche di lei si narra. E di un fatto realmente accaduto. Pochi protagonisti, una di fantasia, gli altri no; tante comparse. La lettura di "Miserere", proposta dall'autore a Maurizio Botta, Massimo Camisasca e Robert Sarah, ha generato le riflessioni con le quali tutti e tre hanno voluto accompagnare questa edizione del testo. Un libro che nasce dalla domanda sul legame tra giustizia e misericordia, e che si rivolge a tutti: in fondo, chi potrebbe fare a meno di scorgere in sé almeno un tratto di somiglianza con il protagonista, se non altro nella sua richiesta di salvezza?

