
Si pensa che pregare "da figli" debba essere un'operazione immediata, uno spontaneismo. Il cristiano prega dentro una corrente che lo precede e lo porta. È attraverso il popolo dei preganti, riespresso nella propria singolare voce di credente, che il cristiano s'immerge nel ricco fiume dell'umano. Il Salterio percorre il cammino inverso: dal singolo a una Comunità, da una circostanziata esperienza comunitaria all'umanità intera. I Salmi, dice mirabilmente Isacco siro, sono "la radice, non il frutto". La loro lettura approfondita implica una lievitazione nella vita, per arrivare al frutto: maturazione della mitezza beata del povero, pieno esultante affidamento al Vivente, «invocando il tuo nome raccontiamo le tue meraviglie, ti rendiamo grazie» (Sal 75). Qui tutto è radicale ed è per questo motivo che ci può accadere di sentirci distanti. Da qui l'iniziativa della Comunità monastica di Viboldone di tenere ogni anno (2011-2019) un corso di lectio sul Salterio. Relatori diversi per formazione, competenza e sensibilità, ma tutti accomunati dall'intento di mettere in sinergia il pregante di oggi con il fiume - carsico o dilagante - di generazioni di oranti. In questo quarto volume della serie, sono presentati 12 salmi scelti dal IV e V libro del Salterio.
Ancora una volta, il teologo Halík ci invita a una riflessione delle sue, a lasciare cioè i nostri comodi sentieri e a trovare un "terreno santo" in luoghi del tutto inaspettati. Tommaso, l'apostolo incredulo diventa figura emblematica di un percorso di fede: non il biasimevole esempio di una fede incapace di sostenersi senza conferme umane, bensì lo spunto per un pensiero teologico della "non-indifferenza", disposto a "toccare le ferite", anzi a mettere esattamente al centro i feriti del mondo per cercare il Dio della croce. In quattordici piccoli capitoli, il numero delle stazioni della Via Crucis, Halík segue questa intuizione riprendendo ricordi di viaggi (oltre che in India, a Gerusalemme, ad Auschwitz, a Ground Zero), letture di pensatori amati (da Nietzsche a Simone Weil), esperienze politiche e culturali vissute nel suo Paese. Una lettura che ci muove a uscire dai recinti tranquilli in cui così spesso rinchiudiamo la nostra fede.
Nel pensiero di Gustavo Bontadini è sempre rimasto saldo l'equilibrio tra due elementi concettuali spesso visti in opposizione tra loro: l'affermazione della metafisica come «opera della ragione» e quella della «scelta esistenziale» che l'uomo compie nel dare un senso unitario alla propria vita. A differenza degli altri studi sul filosofo, il volume di Messinese considera il pensiero metafisico del filosofo all'interno di un più ampio orizzonte, superando così l'immagine riduttiva che talvolta ci si è fatta del suo pensiero. Bontadini ha offerto una perspicua chiarificazione circa la questione dei rapporti tra scienza e fede e ha prodotto essenziali considerazioni riguardo a temi ancora oggi di grande importanza nel dibattito religioso e culturale, quali la «demitizzazione» della fede cristiana e l'«ellenizzazione» del cristianesimo. In entrambi i casi, il filosofo fu sempre fautore di una conciliazione tra la fede cristiana in Dio e la concezione della realtà propria dell'uomo moderno. La proposta che ne è emersa è di una «filosofia cristiana» per il nostro tempo.
Continuando il cammino intrapreso nel suo "Pomeriggio del cristianesimo" (2022), il teologo Tomás Halík ci racconta qui il suo sogno della Chiesa che verrà. Un sogno a occhi aperti di un nuovo mattino, che prende la forma di dialogo con l'immaginario papa Raffaele del futuro, vero archetipo della figura papale che già nel nome (in ebraico, letteralmente: 'Dio guarisce') si manifesta come un padre spirituale che ispira e incoraggia, pastore di tutte le persone alla ricerca di senso. Halík mette per iscritto questi dialoghi tra il sogno e la veglia sotto forma di lettere (dodici come i dodici apostoli) in cui, con la libertà del figlio, confida e affida a papa Raffaele le sue speranze e i suoi dubbi, le idee e le preghiere di fronte al destino dell'esperienza religiosa, che non sta scomparendo, ma piuttosto cambiando nel suo modellarsi nel contesto della contemporaneità, mandando segnali di grande richiesta di senso, e che per questo va compresa e interpretata in modo nuovo. Cercatore tra i cercatori, in queste sue lettere immaginarie e concretissime Halík si interroga senza sconti sulle difficoltà e i problemi attuali cui il cristianesimo si trova a rispondere, dalle guerre al cambiamento climatico, dagli scandali e gli abusi alla sfida dell'intelligenza artificiale, al senso che per le donne e gli uomini di oggi possono avere l'inferno e il paradiso... Ne nasce, in questo che è forse il suo libro più personale, la visione profetica di una Chiesa davvero cattolica, cioè universale ed ecumenica, che, senza perdere la propria identità, non rinuncia a «uscire da sé stessa» e a leggere con coraggio e senso di responsabilità i segni dei tempi, intraprendendo un cammino sinodale per tornare a essere sale della terra, lievito per il pane fresco di domani.
La figura e l'opera straordinaria della beata Armida Barelli vengono presentate nel volume dando a lei la parola, partendo dai suoi scritti. Il testo raccoglie infatti quasi tutti gli articoli che Armida ha scritto sulla rivista mensile «Fiamma Viva», fondata nel 1921 per la Gioventù Femminile Cattolica italiana, come ricorda il sottotitolo («Rivista della gioventù femminile»). L'impegno educativo, rivolto in particolare alle giovani donne italiane, è una delle connotazioni costanti dell'azione e dell'opera della Barelli, che, nel primo numero, quasi un programma, scriveva: «scopo della pubblicazione [è quello di] contribuire a dare alla fanciulla cristiana ed italiana il disegno della via che essa deve seguire per trasformare se stessa, la propria famiglia, la società». Il desiderio che sottostà alla rivista è quello di formare nelle giovani donne coscienze mature, persone capaci di un ruolo attivo nella società e nella Chiesa. Si aprivano tempi nuovi per le donne e Armida Barelli, con questa rivista, intercetta i cambiamenti in atto e accompagna questo cammino non facile delle donne chiamate, come già aveva intuito Benedetto XV, a passare dall'ambito tradizionale, vissuto tra le pareti domestiche, a quello nuovo «in mezzo alle vie, anche nelle pubbliche piazze». La Barelli stessa vive in prima persona queste trasformazioni e la rivista testimonia un passaggio dall'immagine più tradizionale di sposa e madre a quella di donna consapevole di poter diventare protagonista del proprio destino. Una rivista, dunque, che sostenga la formazione, ma anche il legame tra le giovani donne italiane e sia di supporto alla presenza delle donne cattoliche nella vita del Paese e della Chiesa.
Il 3 marzo 2016, a New York, padre Antonio Spadaro incontra a casa sua Martin Scorsese per parlare di "Silence", il film che il regista italoamericano ha dedicato alle persecuzioni dei gesuiti in Giappone, e del suo rapporto con la fede. Quella prima chiacchierata, foriera di stimoli e suggestioni per entrambi, dà il via a un dialogo che prosegue ancora oggi. Un discorso che, attraverso vari incontri, affronta i temi cari a Scorsese: dall'infanzia in una New York molto diversa da quella che conosciamo ora fino ad arrivare al recente e bellissimo "Killers of the Flower Moon", passando per profonde riflessioni sulla fede e la grazia che, in modo più o meno velato, traspaiono dalle sue opere. Tra i frutti del dialogo, anche lo storico incontro tra papa Francesco e Scorsese e la scrittura, da parte di quest'ultimo, di una prima sceneggiatura per un film dedicato alla vita di Gesù, per rispondere a un appello del Santo Padre agli artisti. In queste pagine, Spadaro e Scorsese ripercorrono la carriera del regista premio Oscar, i suoi pensieri sulla fede, le paure e le ispirazioni, donando al lettore un ritratto nuovo e inedito di uno dei principali esponenti contemporanei della settima arte.
Dai testi di Juan Luis Vives qui tradotti - "Introduzione alla Sapienza", "La scorta dell'anima", "Preghiera a Dio" - emerge il tratto specifico della sua spiritualità, frutto di una riflessione filosofica e religiosa coltivata per tutta la vita e che impedisce di separare formalmente questi due ambiti. Vives, contemporaneo di Erasmo e Tommaso Moro, distilla temi e interrogativi riguardanti verità e ragione, sapienza e rivelazione, tipici della feconda parabola culturale cinquecentesca che va sotto il nome di "umanesimo" europeo: il suo umanesimo cristiano ruota attorno al motivo della libertà interiore e di una relazione tra l'uomo e Dio che aspira al rinnovamento personale.
«Il Compendio dell'Orazione mentale cavato dalle opere di Santa Teresa dal Venerabile Padre Fra Tommaso di Gesù Carmelitano Scalzo apparve a Verona nel 1749. Il testo scritto originariamente in lingua spagnola fu pubblicato per la prima volta a Roma nel 1610 quando i lavori per la beatificazione della Santa erano in pieno fervore e fu accolto tanto favorevolmente, che nel giro di pochi anni ne apparvero subito diverse edizioni. Nel Prologo Padre Tommaso scrive che l'orazione mentale si può dividere in due specie: l'orazione acquisita e l'orazione infusa. L'orazione acquisita sale a Dio con passo lento, si ottiene con mezzi umani e mediante l'uso della ragione tuttavia sorretta dalla grazia divina. L'orazione infusa viene direttamente dalla grazia e dalla ispirazione divina, assecondata per altro dalla nostra cooperazione. Si procede poi nel distinguere l'"orazione di raccoglimento", di "quiete", di "unione" e di "rapimento", fino al culmine dell'ascesi spirituale, il "matrimonio spirituale". Dal raccoglimento interiore nasce nell'anima una quiete e una pace per cui le sembra che non le manchi nulla. Questa orazione dona una grande soddisfazione alla volontà ed è una piccola scintilla che Dio accende nell'anima; in essa l'anima comprende che è vicina a Dio e può trasformarsi in Lui. Nel matrimonio spirituale, poi, oltre al grande diletto che si sente, l'anima o meglio il suo spirito è diventato una sola cosa con Dio, che anch'egli è spirito e volendo mostrare l'amore, che porta alle sue creature, ha voluto unirsi a lei e non vuole più separarsi da lei, come avviene nel matrimonio tra gli sposi, che non possono più separarsi. Un percorso spirituale e mistico valido anche per l'uomo contemporaneo». Dall'Introduzione di Elisabetta Zambruno.
Padre Agostino Gemelli (1878-1959) è una delle figure più importanti del movimento cattolico del Novecento: medico, psicologo e accademico, ha creato nel 1921 e diretto a lungo una istituzione centrale per la cultura del nostro Paese, l'Università Cattolica del Sacro Cuore. Questo volume prende in esame un momento fondamentale della sua vita: nel 1903 il giovane e promettente scienziato Edoardo Gemelli, già vicino alle idee del positivismo e del socialismo, sposa la fede cattolica ed entra nell'Ordine dei Frati Minori di san Francesco. La sua scelta apre un doloroso conflitto con la famiglia e provoca uno scandalo (viene definita dalla stampa come il «suicidio di un'intelligenza»). Nel corso della sua vita Gemelli è stato sempre molto reticente nel fornire qualche notizia su questa esperienza, distinguendosi così dai molti convertiti che in quegli stessi anni non esitarono a raccontarla in pubblico, per rafforzare il prestigio della Chiesa. È perciò preziosa la ricostruzione di Luciano Pazzaglia, che documenta i vari momenti del processo di conversione di Gemelli. Le lettere da lui indirizzate a persone fidate e amiche come Ludovico Necchi e don Giandomenico Pini consentono di penetrare il travaglio interiore e di registrare i contrastanti sentimenti vissuti dal giovane Edoardo: ne esce un Gemelli sconosciuto, incerto e bisognoso di qualcuno che lo aiuti a uscire dalle proprie inquietudini; tormentato dall'ansia di capire quale strada intraprendere per rispondere all'appello di Dio.
Tra le centinaia vergate da Romano Guardini, questa decina di lettere, pubblicate postume e indirizzate all'amico di una vita Josef Weiger, costituisce un documento rilevante per la volontà di affidarvi "la quintessenza della Rivelazione". Redatte negli ultimi anni di Guardini (1963-1967), segnati dalla conclusione dell'insegnamento presso l'Università di Monaco, dai problemi di salute e dall'avvicinarsi alla morte, ma anche da grandi cambiamenti come il Concilio Vaticano ii e il Sessantotto, tessono il filo rosso delle corrispondenze tra Dio, umanità e mondo. In forma e disposizione nuova si ritrovano diverse parole chiave della riflessione guardiniana: finitezza, libertà, storia, responsabilità. Ripercorrendo la sua opera e la sua esistenza, Guardini offre, comunicando solo l'essenziale, spunti per la riflessione teologica distillando una vita di pensiero, esperienza, sofferenza e fede.
Sintesi di una vita di studio e di meditazione, dove l'autore ribadisce il suo messaggio appassionato in difesa dell'uomo.
L'aspetto esistenziale nella vita di un religioso e di una religiosa. E' questo l'argomento che gli autori affrontano nel libro, avvalendosi della loro personale esperienza e dei numerosi colloqui con i confratelli e le consorelle. Quale puo`essere oggi il cammino di maturazione umana di un religioso e di una religiosa? Come dovrebbe configurarsi la realizzazione di sh nella vita di una comunita religiosa? Come si possono efficacemente compenetrare vita quotidiana e fede vissuta? A quali condizioni una comunita diviene fonte di scelte e atteggiamenti maturanti per le persone consacrate? E quando invece favorisce una pieta nevrotica o immatura? Anselm grun (osb) e christiane sartorius (op) hanno approfondito con onesta questi urgenti interrogativi esistenziali. In questo libro di orientamento hanno fatto confluire il frutto di numerosi colloqui con confratelli e consorelle, oltre alle riflessioni scaturite dalla loro pluriennale esperienza