
In questa avventura del cuore, alla scoperta di un'interiorità possibile, David-Marc d'Hamonville - una delle voci più apprezzante in Francia nel campo della spiritualità - ci prende per mano per condurci nel mistero di ogni nascita e rinascita spirituale: l'intimità e la relazione con la nostra anima. Ogni persona - che sia credente o non credente - può compiere l'esplorazione di quel territorio sconosciuto, a condizione di mantenere una costante apertura al nuovo e la consapevolezza che ciò che conta è il viaggio, non la mèta. Non è cosa facile far fiorire la propria umanità, affinché effonda il profumo inconfondibile della propria essenza. Ripercorrendo il suo "venire al mondo", padre David però ci rassicura: diventare umani non solo è possibile, ma sempre desiderabile. E questo comporta la capacità di coltivare e custodire il giardino segreto della nostra coscienza. È come entrare in un laboratorio di tessitura, il cui lavorio nascosto esige solitudine, senza mai tuttavia restare isolati dal flusso della vita che permette di avanzare, insieme e da fratelli, con tutti i sensi in festa.
La famiglia è il filo conduttore di questo singolare viaggio nella storia dell’arte cristiana occidentale alla scoperta delle rappresentazioni più interessanti, nella pittura e nella scultura. Le famiglie bibliche, quella di Gesù di Nàzaret, fino alle famiglie religiose della Chiesa cattolica sono state fissate sulla tela o negli affreschi dai principali artisti di ogni tempo, mettendo in luce le sue varie dimensioni, come “ponte” fra terra e cielo.
Lidia Maggi e Angelo Reginato mettono a tema il "leggere insieme" la Scrittura nella comunità ecclesiale, riflettendo sulla natura relazionale e comunitaria della fede e della lettura biblica nel contesto, individualistico, della contemporaneità. Da sempre le Scritture ebraico-cristiane sono lette in comunità. Ancora oggi, nelle sinagoghe come nelle chiese, si costituiscono assemblee di lettrici e lettori del testo biblico. Leggere la Bibbia è un atto relazionale, che domanda una comunità, così come un atto performativo, che vi dà vita. Tuttavia, il tempo in cui viviamo è segnato da una radicale messa in questione di ogni forma comunitaria. Intorno a questo nodo - la natura comunitaria della fede biblica e quella individualistica della società contemporanea - si articola il testo di Lidia Maggi e Angelo Reginato che, a partire dalle narrazioni dei quattro vangeli, evidenzia le diverse figure di comunità in essi contenute - le diverse chiese-lettrici implicite -, mettendole a confronto con le sfide del presente.
A partire da un intenso incontro con Dario Fo, il teologo, scrittore e burattinaio Marco Campedelli - cui Alda Merini dedicò "La clinica dell'abbandono" - ripercorre l'opera del premio Nobel, in primis "Mistero buffo", mettendo al centro la fragile quanto suggestiva ipotesi che Gesù avesse fondato una compagnia teatrale itinerante, fatta di pescatori, ex esattori delle imposte e donne, per trasmettere il suo messaggio rivoluzionario. «"E se Gesù avesse messo davvero in piedi un teatro? Una compagnia girovaga per raccontare il mondo alla rovescia?" Lo chiesi a Dario Fo al Castello di Sorrivoli. Fo, facendo gli occhi grandi, rispose "E perché no?". Un Gesù "figlio d'arte", del più grande drammaturgo dell'universo, un Gesù giullare, che svela i segreti di Dio mentre smaschera la macchina del potere: cosa avrebbe provocato il teatro del vangelo se non fosse stato censurato? Ripercorrendo l'opera desacralizzante di Fo, da Mistero Buffo a Lu Santo Jullare Francesco e non solo, mi sono messo alla scuola del teatro viaggiante del Nazareno, rivendicando uno spazio rispetto a un sistema teologico e a una macchina di potere che hanno continuato a nascondere la forza eversiva e rivoluzionaria del messaggio di Gesù» (Marco Campedelli).
Una scienziata atea e un prete di frontiera sempre pronto a lottare dalla parte dei più deboli si interrogano sui valori fondamentali che orientano l'azione umana e sui temi del vivere quotidiano: il senso della fede oggi, l'etica, il significato del progresso, il futuro dei giovani, le forme dell'amore, la vita e la morte, l'impegno civile e la politica, le questioni ambientali e sociali, il lavoro e la giustizia. Con sensibilità e rispetto per le reciproche posizioni affrontano argomenti delicati e controversi, come il testamento biologico, il degrado della politica, il potere della Chiesa, gli stili di vita, la sessualità, proponendo risposte che possono essere terreni di incontro e di scambio fecondo. Il pensiero ironico e limpido di Margherita Hack a tratti si scontra e a tratti si amalgama con il punto di vista audace e coerente di Pierluigi Di Piazza, dando vita a un libro agile e profondo, che regala nuovi orizzonti e aiuta a pensare.
In una forma intermedia tra un diario e un epistolario immaginario, si snoda "l'impossibile colloquio" fra l'autrice ed Etty Hillesum, giovane ebrea olandese che, prima di morire ad Auschwitz, ci ha lasciato una straordinaria testimonianza di resistenza umana e spiritualità.
Ciò che ha colpito immediatamente di Papa Francesco è stata la profonda umanità, l'empatia che ha saputo instaurare con fedeli e non, e la capacità di dialogare rivolgendosi veramente a tutti. Fin dal primo momento le sue parole si sono dimostrate semplici, efficaci, originali e profonde. Per questo, a un anno dall'inizio del suo pontificato, si è voluto raccogliere una parte del suo già ingente lascito al mondo selezionando alcuni tra i termini da lui pronunciati, accompagnandoli contestualmente ai suoi pensieri. Una scelta difficile, perché nulla di ciò che il Papa ha pronunciato è risultato scontato o banale. La selezione, perfettamente riuscita, offre al lettore la possibilità di accostarsi a ciascuna parola assaporandone a fondo gusto e sapore, nella mente come nel cuore.
Spunti di riflessione nati dall'esperienza diretta di un parroco nei suoi colloqui e incontri quotidiani. Il titolo non potrebbe essere piu fedele al contenuto del libro. Si dice spesso che oggi la gente ha un grande bisogno di essere ascoltata e che nessuno ascolta piu. Quella del prete sembra essere rimasta una delle poche figure che oggi sa ancora ascoltare le persone. Nel libro un parroco parla, ma solo dopo aver ascoltato. Si tratta di piccole udienze private": incontri colloqui a tu per tu, in qualsiasi ora, per chiunque bussi alla porta. Un dialogo che apre il cuore, per avere un raggio di speranza, un conforto, un incoraggiamento "
Nella storia di John Bunyan, William Cowper e David Brainerd ritroviamo la forza di anime che, in mezzo alle difficoltà della vita, non solo riescono a tenere duro, ma anche ad onorare Dio. Colui che dà la vita e ci sostiene li ha resi capaci di adorarlo in mezzo alle loro sofferenze. È per questo che la loro sofferenza ha dato tanti frutti. La storia della loro sofferenza, della loro perseveranza e della loro passione, è capace di far nascere anche dentro di voi lo stesso amore per la supremazia di Dio in tutte le cose.
La nostra epoca è caratterizzata da una spiccata fragilità emotiva. Tremiamo facilmente quando ci accade qualcosa di brutto e abbiamo poca resistenza di fronte agli attacchi, figuriamoci affrontarli con gioia! Ma questi uomini erano tutt'altro che fragili e possono ispirare in noi la forza necessaria per resistere. Come Wilberforce, anche noi possiamo cogliere in Cristo la gioia dei bambini e verso i bambini. Anche noi possiamo imparare a desiderare la "valle dell'umiliazione", come fece Simeon, o a seguire l'esempio di Newton, e proclamare, pieni di stupore, che il Signore Onnipotente "ha salvato un miserabile come me".

