
Don Maurizio Mirilli in queste pagine parla di qualcosa che tutti noi cerchiamo: della gioia vera, indicandocene la radice e la fonte, la Misericordia di Dio, che ci colma quando ci liberiamo dai nostri peccati e ritorniamo al Signore, ricongiungendoci a Lui. Parla della gioia piena che appartiene a chi rende protagonisti gli scartati, coloro i quali di norma vengono messi da parte dalla società, alla stessa maniera di Gesù. Ci racconta anche della gioia di farsi sorprendere dal potere liberatorio del perdono di Dio, che ci viene offerto sempre nei momenti difficili, quando ci sembra di aver perso la via.
Con questo libro pieno di felicità e di speranza, don Maurizio esorta il lettore a vivere una vita colma e autentica e ad abbandonare, invece, le soddisfazioni frutto di un mondo che spinge ad accontentarsi di cose momentanee ed effimere.
Con la Prefazione di Papa Francesco.
Tre grandi voci della cultura e della Chiesa italiana a confronto sul tema dell'accoglienza, del dialogo e dell'incontro con l'altro. Il libro, nato in seno dalla Fondazione Ernesto Balducci, è un'occasione unica per riflettere su argomenti di vitale importanza del mondo contemporaneo. La riflessione di fratel Enzo Bianchi è incentrata sul dono: la vita è un dono fatto all'uomo da Dio ed è sempre accompagnato dalla presenza dell'Altro. La vita va quindi intesa come presenza, accoglienza, per l'appunto un dono sempre gratuito. Il cardinal Gianfranco Ravasi si concentra invece sulla necessità del dialogo della reciproca collaborazione nell'ottica di una realtà - come quella europea - interculturale e interetnica. Monsignor Galantino infine dedica la sua riflessione all'accoglienza: essa per il credente è un dovere in quanto il suo esercizio vuol dire "aiutare Dio a realizzare il suo Regno, perché di Dio è il mondo come Dio lo sogna".
Spesso prendiamo il testo biblico come un libro “pesante” e difficile, così come la storia della Chiesa ce la figuriamo come noiosa, vecchia e persino stantia. In verità, la Bibbia e le storie dei santi sono ricche di suggerimenti attualissimi per una vita serena e gioiosa: ci sono pagine di profonda ironia, di capacità di guardare all’esistenza aprendosi alla speranza e al sorriso. “Dio ride”, ci conferma papa Francesco, ed è vero più di quanto immaginiamo.Ecco allora questo piccolo libro da gustare, pagina dopo pagina, per ritrovare nella nostra vita il segreto della felicità cristiana e della gioia di Dio. La tradizione della Chiesa in oltre sessanta pillole di serenità per la vita spirituale.
Gianfranco Ravasi accompagna il lettore verso il santo Natale con la saggezza e la profondità delle sue parole. Sette brevissime meditazioni per 4 settimane, con una ripresa alla fine di ogni settimana e uno spazio per scrivere le proprie riflessioni personali, così da offrire al lettore e devoto un piccolo diario dell'anima con cui pregare e meditare.
Il presente libro raccoglie tre testi nati come predicazione al Papa e alla Curia nel 2021, durante la pandemia, e si offre come un vero e proprio accompagnamento alla comprensione della figura di Cristo, cui sono dedicati in maniera speculare e poi complementare i tre capitoli che lo compongono. In essi Cristo è presentato come vero uomo, vero Dio in una persona. Questi tre elementi, attorno ai quali ruotano tutta la cristologia e tutta la riflessione sulla salvezza cristiana, sono i perni delle meditazioni di padre Raniero e ci spingono a ricomprendere il vero punto essenziale della nostra fede che, a volte, tendiamo a dimenticare: in Gesù, sia l'uomo che Dio trovano un volto. Ed è, questo, un volto che ci interpella oggi, che pone una domanda fondamentale alla nostra esistenza. Il testo di padre Cantalamessa offre una luce di speranza cristiana dentro un tempo che è stato difficile, ricordandoci che l'unica salvezza possibile è quella offerta da Colui che "pur essendo di natura divina-, "si è fatto carne per la nostra salvezza".
Cosa fare della nostra libertà? Come ricercarla, come nutrirla, come liberarla da ciò che la opprime? Questo libro è un percorso meditato e inaspettato, che attinge a piene mani dall'episodio evangelico di Maria Maddalena, donna liberata dalla possessione di sette demoni, e interroga il bisogno di libertà presente in ciascuno di noi. Attraverso riflessioni e semplici esercizi, capaci di interrogare l'esperienza quotidiana di ciascuno, l'autore aiuta a distinguere la libertà "malata" da quella "sana", arrivando a prevenire l'illusione di una libertà assoluta e la paura delle responsabilità che l'essere liberi porta con sé. Una sollecitazione preziosa, perché riappropriarsi della propria libertà significa prendere in mano, davvero, ciò che siamo nel profondo.
Ogni cosa intorno a noi richiede energia. Dobbiamo agire, scegliere, produrre, consumare, e non è una sorpresa se sempre più spesso ci scopriamo come svuotati, incapaci di far fronte alle mille esigenze che la vita propone. Questo libro vuole offrire una risposta meditata alla nostra inesauribile ricerca di energia, e lo fa in modo inaspettato, indirizzando la propria attenzione al tempo del riposo. Riguardo a questo gli insegnamenti di Gesù sono decisi, controcorrente, stimolanti. Ed è proprio dal riposo, dal Sabato, e dal significato che questo può assumere, che scopriremo la possibilità di offrire un senso profondo alla nostra attività, un significato che le donerà, come una fonte copiosa, nuova energia.
Quando le cose non vanno come dovrebbero, quando le trame della nostra vita paiono tessersi lontano da noi, il senso di impotenza può sopraffarci. È ciò che succede, sovente, nei momenti più difficili della nostra esistenza, perché il dolore diventa talmente grande da sembrarci insostenibile. Cosa fare, allora? Se la parola "rassegnazione" ha spesso descritto l'atteggiamento del cristiano - immaginato forse a capo chino, pronto ad accogliere passivamente fortune e sfortune -, più di recente si è preso a parlare di "resilienza", ossia della capacità di resistere e reagire alle avversità. Questo volumetto, partendo dal Libro di Giobbe e concludendo la sua trattazione al fianco di Gesù nell'Orto degli Ulivi, traccia una riflessione tra questi due apparenti opposti, costruendo una traccia che possa aiutare ogni lettore a riprendere in mano la propria vita.
Poche ricchezze sono preziose quanto la gratitudine. È grazie a lei se possiamo dare il giusto senso a un beneficio ricevuto e, insieme, restituire altrettanto per costruire un legame con il nostro prossimo. Non si tratta di una buona pratica che poggia su una norma sociale: la gratitudine è un sentimento che ci mette in gioco nel profondo, proprio perché si pratica quando non c'è obbligo di farlo. E quando riconosciamo la gratuità con cui l'altro ci è venuto incontro, in noi scaturisce il bisogno di fare altrettanto. O, almeno, così dovrebbe. La gratitudine è come un muscolo: va allenata perché dia il meglio di sé. In questo libro Natale Benazzi, con una riflessione incentrata sull'episodio evangelico dei dieci lebbrosi guariti da Gesù e con una serie di consigli ed esercizi, aiuta a intraprendere questa necessaria "palestra di gratitudine".
La capacità di ascoltare va preservata e accresciuta perché è fondamentale per la vita. L'ascolto di noi stessi è essenziale tanto quanto quello che riserviamo agli altri. Senza, siamo impermeabili a tutto, corpi inerti e insensibili, e possiamo fare del male non dando spazio né alla nostra voce interiore, né a chi, prossimo a noi, sente il bisogno di qualcuno che gli presti orecchio. Papa Francesco l'ha chiamata «sordità del cuore», ed è l'anticamera di ogni cattiva relazione. Ma c'è un altro pericolo. Se lo spirito si nutre dell'ascolto della Parola di Dio, la nostra sordità interiore è tra i peggiori rischi per la donna e per l'uomo di fede: per questo l'ascolto è indispensabile alla ricerca spirituale. Questo libro è una riflessione sull'ascoltare ispirata da Gesù e, in particolare, dagli episodi dei Vangeli in cui le sue parole e le sue azioni sanano chi ha perso la capacità di ascoltare.
La Bibbia racconta molte storie di ritorno alla vita, nell'Antico e nel Nuovo Testamento. Accade talvolta che la morte sia reale, come per gli uomini e le donne resuscitati da Gesù, ma succede anche che la morte sia interiore, uno smarrimento di sé completo e apparentemente definitivo, un buio interiore che si può rischiarare solo guardando a Dio. «Se Cristo è davvero Vita, tornare a vivere significa tornare a farsi irradiare da Lui», spiega Natale Benazzi, che in questo libro compone un itinerario per riprendere o cominciare «a respirare di Lui, a camminare con Lui», un percorso che punta, con semplicità e decisione, a ritrovare la ragione profonda che ci rende credenti.
Recuperare la vista o, più spesso, iniziare a vedere sono temi ricorrenti nei testi evangelici. Sul loro valore spirituale non lascia dubbi il Vangelo di Giovanni, secondo cui Cristo «venne come testimone per dare testimonianza alla luce», e che specifica: «La luce vera, quella che illumina ogni uomo». Serrare gli occhi, essere ciechi, significa restare nelle tenebre, in un buio privo di senso, di direzione e di verità. Aprirli, al contrario, è mettersi in cammino, una scelta che comporta fatica ma aiuta a vedere le cose sotto un aspetto nuovo. In questo libro Natale Benazzi, seguendo passo dopo passo un episodio del quarto Vangelo, invita a rimettere in discussione la nostra "cecità spirituale", perché l'unico cieco davvero insanabile è colui che sceglie di non vedere.

