
I poeti, soprattutto nell'epoca dei social network, sono i custodi della purezza della parola, della sua inviolabile, misteriosa profondità e bellezza. Contro tutte le seduzioni della comunicazione facile e superficiale, la parola della poesia è abitata da un desiderio insopprimibile di autentica moralità e, dunque, di verità. In brevi epregnanti commenti alla Parola di Dio, Maria Rita Bozzetti sembra voler ascoltare, dentro le profondità della propria anima e anche alla luce delle sue esperienze, questa Parola che la incalza poiché viene da una Verità che chiama e che spinge il cuore umano a mettersi a nudo.
Mancava, nel vasto panorama delle pubblicazioni su questo tema dopo l'indizione dell'Anno Santo speciale della Misericordia, la comprensione di un semplice fatto: la Misericordia non è solo un attributo di Dio, ma il drammatico, ultimo appello che Dio manda all'umanità di questo tempo, secondo le famose rivelazioni a santa Faustina Kowalska, canonizzata da papa Giovanni Paolo II. Dunque, l'ineffabile dono della Misericordia divina è la lettura teologica del nostro tempo, l'interpretazione dei fatti che succedono, la via, la porta indicata, l'unica risposta. Ed è l'ultima. L'autore cerca di colmare questa lacuna legando il solenne appello del Cielo ad una possibile risposta immediata: la pratica della misericordia.
La Parrocchia è il modo in cui la Chiesa si rende visibile nel territorio... è una comunità in cammino, proiettata nel futuro ma agganciata al presente, ricca di persone che si spendono con e per gli altri e che fanno della gratuità la loro forza. Nella Parrocchia si condividono valori che consentono di affrontare meglio la realtà quotidiana nelle sue molteplici sfaccettature, nelle sue criticità e non soltanto con l'ascolto e l'accoglienza, ma ponendo in essere azioni utili allo scopo perseguito.
«L'autrice ci offre un testo che, oltre alla limpidezza dell'impianto e alla rigorosa base storica, si fa leggere come un romanzo»: così p. Valerio Cattana nella prefazione alla prima edizione di questo testo. Uno studio su una delle pagine più note del XIII secolo, ma proprio per questo spesso avvolta da un alone mitico che solo una lettura rigorosa dei documenti permette di dissipare. Il volume si chiude con una breve storia della congregazione dei Celestini, l'unica che non sia riuscita a sopravvivere alle soppressioni delle corporazioni religiose avvenute tra la fine del Settecento e la prima metà dell'Ottocento.
In “Voglio fare la Pasqua con te”, Monsignor Luigi Mistò vuole accompagnarci a vivere intensamente la Settimana Santa e la Santa Pasqua, dedicando giorno dopo giorno, anche se non potessimo partecipare personalmente alle celebrazioni, tutto il tempo necessario per condividere con Gesù l’ora per cui è venuto.
Un tempo per ascoltare la parola di Gesù nel silenzio e nella preghiera, un tempo per accogliere Gesù nella gioia, un tempo per lasciare che Gesù, servo per amore, ci lavi i piedi, e anche le mani e il capo, un tempo per giacere nel seno di Gesù, come Giovanni, e sentirci chiamare “amico”, un tempo per stare con Maria, la Madre, e per sentire le parole di amore di Gesù: “Donna, ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua Madre” proprio rivolte a noi, e come Giovanni accoglierla nella nostra casa. Così, giorno dopo giorno, fino all’alba radiosa della Risurrezione.
All'inizio di tutto, quando non c'era nulla se non quell'Inizio, c'erano l'amore, la gratuità, la comunione Tutti ci chiediamo: possiamo vivere assieme in questa epoca di individualismo assoluto? Quali relazioni stabilire? Da dove può nascere la speranza di una vita in comune? Quali sono le forze che possono purificare l'amore e renderlo costruttivo? L'autore di questo breve ma profondo libro ci aiuta a ricercare, in una visione antropologica e biblica, le radici della nostra convivenza su questa terra.
Libertà, autodeterminazione dei popoli, uguaglianza, droga, immigrazione e lotta al capitalismo selvaggio. Sono queste le tematiche che ancora una volta torna ad affrontare Don Andrea Gallo, il prete da marciapiede, l'uomo che da quasi mezzo secolo dedica la propria vita agli ultimi, ai diseredati, ai poveri, a tutti coloro che stanno in fondo alla fila. Amico di Manu Chao, Vasco Rossi e tanti altri artisti che remano in direzione ostinata e contraria, "il Gallo" come lo chiamano i ragazzi della sua Comunità è sempre più un punto di riferimento per tutti coloro che credono nella libertà, nella democrazia e nell'altruismo. Con il suo stile diretto, fatto d'amore e ironia tagliente, torna a raccontare frammenti della sua storia, una storia sempre in bilico fra fede cristiana e vicoli, situazioni al limite e un incrollabile voglia di tendere la mano a chi non riesce più a rialzarsi.
Liriche di una disarmante semplicità che esprimono una fede non meno genuina. Una teologia di immediata comprensione che mette in filo diretto la ragione e il cuore. C'è anche l'incanto per l'universo espressione del creatore e la visione più allargata al mondo contemporaneo.
Il volume, della collana dedicata all'Epistolario di San Ludovico da Casoria, raccoglie le lettere, ordinate cronologicamente, di San Ludovico relative alla fondazione, ad Assisi nel 1871, dell'Istituto Serafico, dove si fece carico di accogliere ragazzi sordi e ciechi, da lui definiti "creature infelici e abbandonate". Ancora oggi l'Istituto Serafico porta avanti la sua opera. Negli scritti si leggono le attenzioni del Santo, le sue preoccupazioni, le gioie, la fiducia grande nella Provvidenza, la sua capacità organizzativa.
Nel panorama così vivo e vario del mondo monastico italiano, Madre Cristiana Piccardo, fino al 1988 badessa del monastero di Vitorchiano, è un modello per molte generazioni di monache. Chiusa l'esperienza a Vitorchiano, ha assunto il Superiorato nella Fondazione di Nostra Signora di Coromoto, a Humocaro, in Venezuela, da dove il calore del suo amore per Cristo continua a illuminare le giovani monache che affollano nel mondo i monasteri nati da Vitorchiano a partire dall'umilissima radice di San Vito (sulla collina di Torino) e Grottaferrata. In questo libro Madre Cristiana ripercorre la sua esperienza personale e pedagogica, analizza il "metodo" della propria sapienza monastica, in cui la parola "sapienza" è il punto di congiunzione con la grande teologia dei Padri monastici del XII secolo, e l'accettazione umile del dolore ne rappresenta il segno distintivo, e riflette su quale fu la risposta monastica al Concilio Vaticano II, una risposta che si può riassumere nell'espressione conversione del cuore. Il lettore troverà in queste pagine i più significativi insegnamenti di Madre Cristiana alle giovani delle Fondazioni nate dalla comunità di Vitorchiano, una testimonianza preziosa di come la fede possa illuminare l'esistenza di ognuno e, passo dopo passo, trasformarci in persone consapevoli della propria identità e capaci di costituire un popolo unito e dedito al bene comune.
In queste pagine storie di uomini e donne che hanno testimoniato con le loro vicende terrene l'ottimismo nella forma più alta che è quella di appassionati amanti dell'umanità alla ricerca di Dio.
Chi esordisce con l'espressione «Ti amo da morire» mostra di comprendere che qualcosa di grande sta accadendo a livello sentimentale, ma che anche a livello intellettivo ha colto il profondo legame tra l'amore e la morte. Viene allora da chiedersi: non è forse vero che dall'equilibrio dell'amore con la morte scaturisce il significato più credibile per dare un senso allo stesso vivere? Con il presente libro l'autore intende coinvolgere il lettore in una riflessione innanzitutto sull'amore e sulla morte considerati in se stessi per poi tentare di individuare quale potrebbe essere il loro legame così come l'espressione «Ti amo da morire» testimonia in tutta la sua profonda intensità.