
Tutti i testi qui contenuti tracciano un'icona dell'essere, dell'agire e di alcune prospettive che connotano il vivere dell'uomo credente nella storia e nella comunità, dopo che egli ha accolto la benevola irruzione di Dio nella storia.
Benché si viva in un contesto in cui è difficile parlare di santità, tuttavia non ci si può esimere dal parlarne, poiché è una ineliminabile esigenza del Battesimo nel quale i fedeli sono stati immersi. La santità non è un lusso concesso solo a persone privilegiate, ma una "chiamata" universale, che trova attuazione nel terreno fecondo della "risposta" dei battezzati e produce negli uomini uno stato di vita speciale e soprannaturale, perché essa permette ai fedeli di partecipare alla natura divina e di essere «in grado di gustare sempre più e meglio i tesori della vita divina e progredire fino al raggiungimento della perfezione della carità».
Questo Diario spirituale quale mezzo di conoscenza di sé e di Dio, che conserva la sua attualità fra i differenti metodi consigliati nell'accompagnamento spirituale, è stato tenuto da padre J.-M. Lagrange lungo tutta la vita. È un testo edito per la prima volta e contribuisce a chiarire il lavoro d'esegeta di padre Lagrange.
Di lui il cardinale Carlo Maria Martini ha detto:
«Ho sempre guardato con gratitudine a questa figura di studioso e di figlio devoto della Chiesa, e sono lieto di sapere che egli era anche un uomo fervente, un uomo la cui preghiera era fuoco. Ritengo che il padre Lagrange sia come l'iniziatore di tutta la rinascita cattolica degli studi biblici. Il pensare che all'inizio ci sia stato un santo ci conforta nel vivere questi studi con l'attitudine di San Girolamo e degli altri esegeti santi, che hanno cercato nella Scrittura il volto di Dio».
Questi "percorsi della fede" non sono destinati soltanto ai semplici credenti che, in particolari prove e difficoltà, vorrebbero sentire più vicino il Nostro Signore Gesù, ma a tutti i credenti indistintamente, per un rilancio "evangelico" di fede più intensa e di vissuta intimità.
Sono solo possibili indicazioni dei richiami intimi, non riciclabili, che Cristo dona a ciascuno per credere in Lui, amarlo e testimoniarlo. E sono percorsi significativi "per il nostro tempo", tempo di cambiamenti epocali.
- Perché Gesù predilige i bambini e li pone al centro dell'attenzione?
- Perché egli ci invita a diventare "come" loro?
- Ci vuol forse dire di rinunciare ad essere adulti?
- E chi sono quei "piccoli" ai quali vengono rivelati i misteri del Regno?
Un afflato poetico intenso permea i quattro Vangeli, perché ogni pagina e ogni riga canta l'amore appassionato del Padre dei cieli e di Gesù per tutti gli uomini; per tutti: vicini e lontani, buoni e cattivi, credenti e non credenti. E tutti siamo chiamati ad accogliere questo amore, abbandonandoci a Colui che ci ama e ha dato la sua vita per noi. Nel testo vengono proposte, in versione poetica, alcune riflessioni su avvenimenti salienti dei Vangeli.
Il dono viene offerto e ricevuto: incartato, colorato, infiocchettato... esso è sempre segno di festa. I doni sono onnipresenti nella nostra quotidianità. I doni non sono necessariamente materiali; dono può essere una lezione di vita, il perdono offerto o ricevuto... Nulla nel significato profondo del dono è così scontato. L'autore in questa entusiasmante "meditazione" partendo dall'ovvietà quotidiana cerca di suscitare il piacere e la gioia di offrire e di ricevere un dono.
Le riflessioni qui raccolte, attraverso una rilettura dei racconti della risurrezione di Gesù, vogliono aiutare il lettore a riscoprire nella propria vita i segni del Vivente. Oggi, come allora, il Risorto si rende presente e si fa vedere in alcuni segni, che non sono evidenze. Tali segni ci offrono la capacità di passare dalla tristezza alla gioia della sua presenza, dall'immobilità alla forza di riprendere il cammino, dalle delusioni alla capacità di fidarci, dal fallimento alla gioia di assumerci nuovamente impegni.

