
Tesi fondamentale del volume è che la perfezione della vita cristiana non consiste 'in una qualche via spirituale alternativa all'ordine sacramentale della Chiesa (al quale la Chiesa stessa è sottomessa, nell'obbedienza della fede). Né d'altra parte, può aspirare a una perfezione maggiore di quella che l'ordine sacramentale fonda, ispira, sostiene e contiene' (P. Sequeri).Con l'invito a rifrequentare la tradizione cristiana, per ritrovarvi i molti 'cammini' che essa ha saputo elaborare nel tentativo di favorire il raggiungimento dell'ambiziosa meta della 'perfezione'. 'Cammini' che - quando non segnati da improvvisazioni e personalismi, purtroppo sempre possibili hanno trovato con naturalezza la loro ispirazione e il loro criterio normativo precisamente nell'ascolto della Parola e nella celebrazione del Sacramento.
Si tratta della ristampa di una raccolta di meditazioni sul tema della povertà evangelica, frutto di un corso di esercizi spirituali, pubblicata nel 1987 dalle Edizioni Viboldone. La prospettiva adottata dall'A., lontana dall'indulgere a facili pauperismi e alle sterili patetiche dell'amore verso il povero, si muove piuttosto nell'interrogarsi, in profondità, sul significato cristiano del 'farsi povero' e dello 'stare dalla parte dei poveri' a imitazione di Gesù Cristo che da 'ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua poverta' (2Cor 8,9).Riconoscere così in Gesù di Nazareth l'unico salvatore, significa 'imparare' la povertà cristiana lasciando che l'evangelo del regno diventi la norma del proprio 'impoverirsi': in tutte le situazione e a tutti i livelli.
Meditazione sulla vita secondo lo Spirito, prendendo spunto da una piccola antologia di testi, tratti dagli scritti di maestri rappresentativi della spiritualità cattolica moderna (l'Imitazione di Cristo, Filippo Neri, Teresa d'Avila, Giovanni della Croce, Ignazio di Loyola, Francesco di Sales, Vincenzo de' Paoli, Fénelon, Bossuet, Olier, Rosmini, Newman, Teresa di Lisieux). I testi sono stati raccolti secondo l'elenco dei doni dello Spirito Santo. E a margine di ciascuno dei doni dello Spirito,l'Autore ha scelto alcuni testi della letteratura spirituale, che potessero in qualche modo illustrare la comprensione che la coscienza cristiana moderna ha avuto e dovrebbe avere di quel dono.
Considerata il capolavoro di Saint-Jure, l'opera L'uomo spirituale, edita nel 1646 e tradotta nella presente edizione, conobbe grande successo con numerose riedizioni fino a tutto il XIX secolo. Altrettanto rapidamente dimenticata, insieme al suo autore, costituisce una tessera molto importante del grande e complesso mosaico della spiritualità francese del '600. L'autore intende offrire una summa completa della vita spirituale, trattandone i temi più importanti, con ampi e continui riferimenti alla Scrittura e alla tradizione patristica e teologica.La prima parte definisce l'uomo spirituale come colui che è guidato dallo spirito di Cristo e descrive la vita che lo Spirito genera in lui, trattando anche del discernimento degli spiriti e dei doni dello Spirito Santo.La seconda parte è invece dedicata ai 'principi generali della vita spirituale': il fine dell'uomo, l'unione a Cristo, la fede, la preghiera, la pace interiore.
Dei venticinque anni di episcopato milanese e a ricordo del 50° della morte del Card. Schuster, il presente volume cura la riedizione delle sue prime due Lettere pastorali, di una sua allocuzione sinodale, di un penetrante e affettuoso opuscolo sulla Vergine - L'Evangelo di Nostra Donna - e dell'ultimo suo scritto o, meglio, canto monastico - il Carmen Nuptiale.Gli scritti e le direttive pastorali di Schuster possono apparire oggi come dottrine e orientamenti monasticamente ovvii o pastoralmente scontati; in realtà si avverte una penetrazione, un giudizio da cui si può intravedere la profondità e la "modernità" dottrinale. Scritti dotti e puntuali, ardenti e preveggenti. Per questo, le pagine di Schuster raccolte in questo volume hanno conservato una loro freschezza e un loro gusto, che gli anni non hanno consunto o appassito.
La lettura del cristianesimo in termini ascetici è oggi facilmente da tutti respinta, addirittura con indignazione; tuttavia, è diffusamente riconosciuta la pertinenza di quella lettura per riferimento alle immagini della vita cristiana di fatto proposte da una lunga tradizione, dottrinale e pratica. Il modello ascetico conferisce in ogni caso all'impegno pratico del cristiano tratti assai dubbi. Intende infatti quell'impegno nell'ottica della relazione del soggetto con se stesso, non invece con Dio e con il prossimo. In tal modo appare pregiudicata la possibilità di comprendere due aspetti assolutamente qualificanti dell'agire cristiano: (a) il nesso tra agire cristiano e fede anzitutto; (b) il nesso tra agire cristiano e carità: figura sintetica dell'agire cristiano è l'amore del prossimo, e non invece la padronanza di sé. Ad illuminare il senso e il valore del momento ascetico dell'impegno morale del cristiano, è stata dedicata nel 2005 una Giornata di studio del Centro Studi di Spiritualità della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale, di cui qui sono pubblicati gli atti, che contengono oltre all'Introduzione (C. Vaiani), i saggi di A. Montanari sulla tradizione storica dell'ascetismo cristiano e di G. Angelini, impegnato più sul livello teorico della questione.
Il testo consiste in due diari spirituali del card. Giovanni Colombo, uno del periodo della giovinezza e l'altro redatto alla vigilia della chiamata all'episcopato ambrosiano.
Il volumetto contiene le prime due biografie del "curato santo", come lo definì Alessandro Manzoni, che ben conosceva le molteplici virtù di quest'umile e nascosto parroco del minuscolo paese di Chiuso: la biografia stesa dal suo medico Gaspare Ghislanzoni, a otto giorni dalla morte (13 aprile 1822); e quella, più ampia e articolata, redatta qualche anno dopo da Paolo Laini, un chierico di Chiuso testimone oculare della santità di don Serafino. Alle due biografie si aggiungono: la preziosa testimonianza del Manzoni che nel Fermo e Lucia in breve righe delineò il profilo più incisivo e suggestivo del "Prete Serafino"; gli interventi del cardinale Schuster; e il testamento del Morazone, indice della decorosa povertà del parroco, della sua cura per le minuscole proprietà, e del suo affetto riconoscente per i membri della sua famiglia.Si tratta dei documenti più importanti sul "novello curato d'Ars" - come Schuster lo chiamava -, che, pur con strana lentezza, si sta avvicinando all'onore degli altari, sui quali, comunque, i "semplici", tramandandone l'ammirazione e la memoria, già lo hanno da quasi due secoli collocato.
Il tema è la difficile ma fondamentale questione della conoscenza di sé: difficile perché si intreccia con l'intero percorso della cultura occidentale. Per questo, però, anche tema fondamentale, capace di raccogliere in sé il progetto e l'impegno di ogni esperienza umana. Tema, quindi, ineludibile, anche se la cultura contemporanea, non di rado, sembra essersi rassegnata a proporne una considerazione solo parziale e frammentaria o, addirittura, ad affermarne troppo rapidamente l'impraticabilità. Proprio per questo è parso utile ritornare alle sue profonde radici bibliche, segnatamente a quelle dei Salmi (R. Vignolo) e ripercorrere alcuni dei capitoli più illuminanti della sua ricca tradizione filosofica, teologica e spirituale come illustrata dall'itinerario di Agostino (A. Montanari). Ricollocando inoltre il tema nel suo orizzonte più proprio e naturale, quello della fede e della morale cristiana (P. Sequeri e G. Angelini). O, come spesso la tradizione cristiana ha amato esprimersi, all'interno del misterioso e affascinante rapporto tra la "conoscenza di sé" e la "conoscenza di Dio".
La Fenomenologia della mistica (1955), per la prima volta in traduzione italiana, costituisce un rigoroso tentativo di analizzare l'esperienza mistica seguendo le coordinate offerte dal metodo fenomenologico husserliano, con l'obiettivo di operare il superamento del materialismo, di cui la Walther dichiara il fallimento. Tutto ciò a partire dai propri, come dagli altrui, vissuti soprasensibili che la Walther si impegna a descrivere e comprendere con una inusuale capacità di razionale e spirituale approfondimento, offrendo una straordinaria analisi dei processi psichici e intrapsichici colti nel loro sorgere e nel loro interno svolgersi. Il risultato finale è un composito quadro di sintesi che dischiude nuovi e più profondi orizzonti di comprensione del mondo dell'interiorità.