
"Vivere alla grande" dà voce ai giovani "reali", a quello che vivono, a quello che pensano, agli interessi che coltivano, all'attrattiva che muove e che riguarda tutta la vita. In appendice un dialogo di Luigi Giussani con i giovani.
Raffaele Iannuzzi, nato nel 1966. Laureato in Filosofia all’Università Statale di Pisa con una tesi su Marx. Ha compiuto studi teologici presso il Pontificio Interregionale Pio XII di Siena. Annovera alcune pubblicazioni di saggi di riviste, tra le quali “Futur Anterieur” (Parigi) e “Feeria”, rivista teologica di Firenze. Nei primi anni novanta ha compiuto un’esperienza di studio e formazione presso la Fondazione Nenni di Roma.
Le tre meditazioni di p. Lepori, predicate agli annuali esercizi per sacerdoti proposti da Comunione e Liberazione, partono dall'esperienza della misericordia del Padre per condurci ad una rilettura dei Vangeli intesa a concepire noi stessi come uomini che vivono alla presenza di Cristo, consapevoli di essere oggetto di un amore che nessun altro può rivolgerci.
GLI AUTORI
P. Mauro-Giuseppe Lepori, nato a Lugano nel 1959, si è licenziato in filosofia e teologia presso l’Università Cattolica di Friburgo (Svizzera). Entrato nel 1984 nell’Abbazia cistercense di Hauterive, presso Friburgo, ne è stato eletto abate nel 1994. Per Marietti ha pubblicato L'amato presente (Genova-Milano2003) e Simone chiamato Pietro (Genova-Milano 2004).
«Le questioni discusse nelle pagine di questo libro trattano delle esperienze più solenni della vita. Tali esperienze alimentano la ricerca umana della verità, della bellezza, della giustizia, della solidarieta e dello sviluppo individuale. Ci mette a confronto con il grande Mistero che giace sempre oltre le cose e ispira ulteriori domande, ulteriore dedizione, ulteriori ricerche per soddisfare gli incessanti desideri del nostro cuore. È questo Mistero che rende la vita umana realmente drammatica e la libertà umana un grande rischio». Dall'Introduzione
GLI AUTORI
Monsignor LORENZO ALBACETE, portoricano, teologo e laureato in fisica e scienza dello spazio, è una delle figure più note nel mondo dei media americani. Autore di best sellers come God at the Ritz, uscito in questa stessa collana con il titolo Attrazione per l'infinito. Editorialista del "New York Times" e del "New Yorker", giornalista televisivo e personaggio di spicco della cultura statunitense, è testimone in questi ultimi anni del vivace risveglio dell'esperienza cristiana negli Stati Uniti. Svolge un'intensa attività di conferenze e seminari.
"Per molti aspetti la vicenda di Maddalena di Spello è, ben oltre i dati biografici, non diversa da quella di tanta borghesia europea nel nostro secolo. Si tratta infatti di una francese il cui cattolicesimo di nascita non regge l'impatto con la cultura contemporanea, dal positivismo imperante nei licei della terza repubblica al marxismo che si impone nel secondo dopoguerra. Non meraviglia dunque che Maddalena, appena entrata all'università dopo la Liberazione, abbia partecipato alle ansie di rinnovamento culturale e sociale largamente diffuse in quegli anni tra gli studenti parigini. Non meraviglia neppure la crisi di valori e l'angoscia in cui quel tipo di cultura l'aveva gettata, così come le scelte personali anticonformiste e antiborghesi, sulle quali però non si costruisce un'esistenza sociale, con il lavoro e la famiglia. A questo punto la storia di Maddalena si discosta dall'ordinario e prende una piega imprevista. Le dure vicende dell'esisitenza - il bisogno, la malattia - la fanno casualmente incontrare con persone convertite da poco, 'piene di entusiasmo e di gioia', che la guidano 'sulla strada della preghiera'." DALLA NOTA INTRODUTTIVA
GLI AUTORI
Nata in Francia più di sessant'anni fa, laica, sposata con tre figli, lascia tutto - casa comodità lavoro - per trasferirsi a Spello, in Umbria, con il marito e la figlia minore. Qui apre una comunità, la Casa della Povera Gente, dove tutti sono accolti nel più schietto spirito evangelico francescano.Maddalena è continuamente richiesta da ogni parte d'Italia per parlare di Dio e di come è avvenuto il suo folgorante incontro con lui. Dopo anni e anni di ricerche e sbandamenti, è un incontro davvero clamoroso e per noi contagioso. Ascoltiamo così la voce di una donna che unisce in sé cultura, umiltà, pienezza di vita, obbedienza alla Chiesa e allo Spirito.Ricordiamo le sue precedenti pubblicazioni: Il canto dell'allodola (Gribaudi 1991), Passava beneficando (Marietti 1999).
La vita umana sorta come passione per Cristo – atteggiamento in cui Mons. Mantredini ha vissuto tutta la sua vita – si concreta nella volontà appassionata che la vita dell'uomo sia più vera, più leale, più utile. Se questa è la verginità (infatti la parola verginità indica cristianamente l'ideale ultimo del vivere, dell'agire di ogni uomo, qualsiasi compito Dio assegni a tale verginità), io credo di poter dire quello che spesso ho pensato in questi anni: che Mons. Manfredini mi insegna innanzitutto, mi è maestro innanzitutto, di verginità. Perché la vita sia più umana, più vera, più utile. (dalla Presentazione di Luigi Giussani) Si tratta di interventi preparati dall'autore in occasione di un corso di esercizi spirituali. Dieci meditazioni che hanno come argomento generale la "conoscenza superiore di Gesù" nel Vangelo di Giovanni.
Il testo è la trascrizione delle lezioni tenute da Javier Prades, professore di Teologia Dogmatica della Facoltà di Teologia “San Dámaso” di Madrid, a quattrocento sacerdoti radunatisi nell'estate 2005 a La Thuile da diversi Paesi del mondo, per gli annuali esercizi proposti da Comunione e Liberazione. Queste meditazioni, corredate di documentazione biblica, teologica o letteraria, mantengono lo stile di una conversazione che cerca di non perdere di vista gli interlocutori in un dialogo comunionale. Il contenuto della proposta si può rintracciare facilmente a partire da alcuni testi fondamentali di don Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione (scomparso nel febbraio 2005), in particolare di quelli che negli ultimi tempi, più di altri, hanno segnato la presenza del Movimento nel mondo. Proprio alla luce di essi l'Autore ha voluto suggerire un sentimento della realtà, un modo di porsi davanti alla vita, così come un’educazione cristiana propone per la maturazione dell’uomo adulto e per il bene della società. Saluto introduttivo e Sintesi di Juliàn Càrron
Le pagine che compongono questo libro nascono da lezioni dell’autore ai seminaristi e ai preti della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo di cui è superiore generale. Le riflessioni che le alimentano vertono su un tema di cui, oggi più che mai, si avverte l’urgenza: la speranza. Nelle parole di don Camisasca la speranza emerge come esperienza di necessità vissuta, poiché «se ciò che amiamo e in cui crediamo non fiorisce prima o poi nella speranza, cioè nella certezza che la giustizia si compie, la nostra esistenza rimane irrealizzata e a poco a poco si tinge di brutti colori. Questa è l’unica vera vecchiaia: non quella degli anni, ma quella dello spirito». La speranza non è dunque una chimera né un rifugio dalla realtà, proprio perché «sperare è imparare a vedere ciò che è veramente amabile e desiderabile dentro l’apparente banalità quotidiana, persino dentro la contraddizione. Sperare è intravedere nel presente il futuro di ogni cosa». La speranza è attuale, è possibile nella vita di ognuno di noi e intorno a noi. La speranza «accade nella vita di ciascuno innanzitutto come sguardo nuovo sulle persone più vicine: essa sa riconoscere nelle persone che Dio ci mette a fianco l’opera della sua grazia». La speranza, come fu per Pietro, Giovanni e Andrea con Gesù, è qualcosa che cresce e matura con il tempo, fino a diventare un pensiero abituale, «moto del cuore reso facile da una nuova natura. Proprio vivendo con Gesù, gli apostoli hanno imparato che cosa fosse la speranza per la loro vita, chi fosse la speranza per la loro vita».
«Nulla anteporre all’amore di Cristo». Questo promemoria che san Benedetto ha posto nella sua Regola è stato il tema ripreso e svolto da padre Sergio al corso di Esercizi spirituali per sacerdoti proposto da Comunione e Liberazione. È questo un invito sempre attuale. Infatti, l’uomo non ha in sé la capacità di darsi la risposta esauriente al proprio bisogno di felicità. Solo quando questa risposta si rende presente in un fatto umano toccabile, udibile, e gli dice: «Vieni», inizia l’avventura della scoperta infinita di sé. Gesù Cristo è l’infinito di Dio fatto carne nel quale trova vita e compimento il nostro io. Egli è la via, cioè il metodo che ci introduce nella pienezza della verità e quindi dell’umanità. Occorre che la nostra libertà Lo lasci agire. Queste meditazioni mettono in luce questo dramma, testimoniato dall’Autore, dramma perennemente aperto.
Saluto introduttivo e sintesi di Julián Carrón
«Deus caritas est: lasciare entrare questa carità che è la natura del mistero di Dio, è veramente la sfida davanti alla quale ci troveremo, ognuno con la sua libertà».
Questa è la sfida messa in luce da Julián Carrón all'apertura degli Esercizi spirituali per sacerdoti proposti da Comunione e Liberazione e guidati da monsignor Lorenzo Albacete.
Un percorso umano profondamente ancorato all'esperienza e al metodo cristiano: una testimonianza che potrebbe rivelarsi utilissima per chiunque si prendesse il gusto di leggere queste pagine.
Tutto parte da una domanda rivolta all'autore nel 1962 da un collega interdetto di fronte alla fede cattolica e all'amore per la scienza di monsignor Albacete: «Come puoi dedicarti alla ricerca scientifica e continuare a credere nella resurrezione di Cristo?».
Per affrontare ragionevolmente le sfide della vita sacerdotale o della vita di uomini cristiani occorre guardare all'origine, al Fatto straordinario che ha "capovolto" la storia del mondo: una cosa è pensare che Gesù Cristo è il contenuto di un discorso teorico, un'altra ricordarsi che prima di tutto Egli fu un grumo di sangue nel grembo di una ragazza ebrea.
Introduzione e conclusione di Julián Carrón
GLI AUTORI
Monsignor LORENZO ALBACETE, portoricano, teologo e laureato in fisica e scienza dello spazio, è una delle figure più note nel mondo dei media americani. Autore di best sellers come God at the Ritz, uscito in questa stessa collana con il titolo Attrazione per l'infinito. Editorialista del "New York Times" e del "New Yorker", giornalista televisivo e personaggio di spicco della cultura statunitense, è testimone in questi ultimi anni del vivace risveglio dell'esperienza cristiana negli Stati Uniti. Svolge un'intensa attività di conferenze e seminari.
Questo volume di lettere racconta il viaggio di due amici. Partono entrambi da una posizione agnostica, poi l’uno diventa sacerdote cattolico, l’altro approfondisce sempre più le sue radici ebraiche fino a condividere la sorte tragica del suo popolo. Lungo la strada da Montréal a Roma, e da Parigi a Gerusalemme, si raccontano i loro amori, la loro musica, la loro vita. È una testimonianza di amicizia e di speranza.
Postfazione di Massimo Camisasca
«Da questa esperienza semplice è scaturita la mia grande speranza. Tu non morrai. Nell’amicizia abbiamo gustato un poco di ciò che sarà la vita eterna. L’aspettiamo, in questa vita temporale piena di gioia e dolore, di amore e violenza, luci e ombre. Ma aspettiamo insieme».
dall’introduzione di Jonah Lynch
GLI AUTORI
JONAH LYNCH (1978) è sacerdote dal 2006. Dopo essersi laureato in Astrofisica alla McGill University a Montreal, è entrato in seminario. Ha studiato filosofia e teologia all’Università Lateranense, e ha ottenuto un Masters in Education presso la George Washington University. Ora vive a Roma ed è vicerettore del seminario della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo.
DAVID GRITZ (1978 – 2002) è nato e cresciuto a Parigi. Ha iniziato gli studi universitari alla McGill University e poi ha conseguito la laurea presso l’Institut des Sciences Politiques a Parigi. Nel 2002, sotto la direzione della professoressa Catherine Chalier, ha ottenuto un Master in Filosofia all'Université de Nanterre con una tesi in Estetica intitolata Lévinas face au beau, pubblicata da Éditions de l'éclat. Durante l’estate di quell’anno ha cominciato a studiare all’Università Ebraica di Gerusalemme, dove è stato ucciso in un attentato il 31 luglio 2002.