
Il teologo e vescovo ausiliare di Roma, Rino Fisichella illustra alcuni aspetti cruciali del dibattito che ruota attorno alla presenza dei cattolici nella vita pubblica italiana. Gli interrogativi complessi e ancora irrisolti sono quelli che attengono alla coscienza etica di ciascuno (libertà della ricerca scientifica, rispetto della vita e dello stato di natura, laicità dello stato, pace nel mondo). In che modo e con quali strumenti i credenti possono far sentire la loro voce? Ancora troppo spesso - denuncia l'autore - i cattolici sono accusati di distorcere il normale dibattito perché sorretti, a differenza dei laici, dall'elemento "trascendente" della fede. È una condizione di impasse che va superata, secondo Fisichella, ma spetta anche alla chiesa cercare di difendere con la forza della ragione le proprie posizioni anziché imporle ex cathedra. Alla base delle riflessioni di Fisichella si ravvede la convinzione profonda che ragione e fede possano potenziarsi e non escludersi a vicenda. Solo la fede innestata su una ragione libera da pregiudizi e ambizioni di potere è in grado di giungere a conquiste di senso poggiate su fondamenta più solide di quelle riscontrabili oggi.
Un saggio breve e folgorante, profetico, in cui il maestro del pensiero americano dell'Ottocento mette in guardia dai pericoli della civiltà industriale. Un libro che individua nella natura selvaggia la vera patria dell'uomo e nel vagabondare per boschi la salvezza spirituale. Un inno alla libertà dell'uomo che vede nel camminare un moto di elevazione spirituale, un itinerario interiore verso la purezza infinita e divina.
La serenità, che può essere definita la chiave di volta del nostro benessere psicofisico, nasce dal naturale equilibrio fra interiorità ed esteriorità e si situa sulla linea di demarcazione fra opposte esigenze: è quell'armonia nei confronti di se stessi e degli altri che viene messa a dura prova dagli avvenimenti, positivi o negativi che siano. Come fare a conservarla o a ripristinarla quando la si è perduta? Il problema è stato dibattuto dai saggi di tutti i tempi e di tutti i paesi. Partendo dalle loro considerazioni Claudio Lamparelli svolge una serie di riflessioni riguardanti le situazioni pratiche della nostra esistenza che mirano a un duplice scopo: identificare le cause profonde che mettono in crisi la serenità e realizzare, con queste stesse meditazioni, una particolare specie di difesa e di terapia, quella che un tempo si chiamava "cura dell'anima".
Le storie narrate nei Vangeli rispecchiano esigenze assolute, immutabili del cuore umano. Qualcuno si è appropriato dei Vangeli per svigorirli e alterarli, ma proprio nel mondo di oggi, dominato dall'egoismo, dal materialismo, dalla mancanza di valori, dobbiamo riappropriarci di questi testi, imparare a guardarli con occhi scevri da pregiudizi e restituire loro la purezza originaria e la ricchezza sorgiva. Un compito necessario non solo per i credenti, ma per tutti, purché sappiano ritrovare nel "mito" evangelico il fondamento della società, della verità, della vita emotiva: in una parola dell'essere umano. Questo libro ci insegna a guardare alla Buona Novella con occhi nuovi, e ci spiega come dalla lettura dei Vangeli possa nascere una conoscenza che arricchisce le nostre vite, cambiando il nostro modo di vivere, muoverci, pensare, sentire, camminare, invecchiare e morire. Per sempre.
"Sabato 22 marzo 2008, nella notte della Veglia pasquale, dopo cinquantasei anni trascorsi da musulmano, sono rinato nella piena consapevolezza della fede in Cristo, ricevendo dalle mani del suo vicario, papa Benedetto XVI, il battesimo, la cresima e l'eucaristia."
A meno di un anno di distanza, Magdi Cristiano Allam ha compiuto la seconda scelta radicale della sua vita. Ha deciso di porre fine, dopo trentacinque anni, a una brillante carriera giornalistica - che lo ha portato alla carica di vicedirettore ad personam del "Corriere della Sera" e, nello stesso tempo, a diventare il principale bersaglio in Italia dei terroristi islamici e a vivere sotto scorta - per scendere direttamente nell'agone politico e, non riconoscendosi appieno negli attuali schieramenti, fondare un nuovo partito, i Protagonisti Per l'Europa Cristiana.
Una scelta che, come quella della conversione, è stata tanto clamorosa quanto, forse, inevitabile. Nel suo giornalismo, infatti, era diventata sempre più evidente l'urgenza di integrare la testimonianza resa con la scrittura e la parola con la testimonianza tramite l'azione, capace di tradurre in fatti le idee, per dare un seguito concreto all'implacabile denuncia della natura intimamente violenta e aggressiva dell'islam ("non esiste un islam moderato, ma solo musulmani moderati") e, insieme, all'allarme lanciato contro quella "deriva etica" che sta inquinando le radici giudaico-cristiane dell'Europa, rendendola terra di conquista per altre culture e religioni "forti".
Europa Cristiana Libera è, quindi, l'esortazione con cui Allam chiama a raccolta tutti gli uomini di buona volontà per difendere i principi non negoziabili che sostanziano la nostra civiltà (Verità e Libertà, Fede e Ragione, Valori e Regole), contro i pericoli che la insidiano dall'interno. Fra questi, il nichilismo, cioè la negazione di ogni valore; il materialismo e il consumismo, che hanno portato alla "cosificazione " della persona e della vita stessa; il relativismo, che pone sullo stesso piano di verità tutte le confessioni e tutte le ideologie; il laicismo, che rifiuta la presenza della religione e della spiritualità nell'ambito della sfera pubblica. Ma anche il buonismo, che immagina il rapporto con l'altro solo in termini di arrendevolezza e acquiescenza, e il multiculturalismo, ovvero l'illusione che si possa gestire una comunità di persone appartenenti a culture, fedi ed etnie diverse senza un collante identitario, limitandosi a elargire a piene mani diritti e libertà.
L'obiettivo della nuova missione a cui Allam ha scelto di dedicare la propria vita ha la chiarezza e la semplicità dei grandi sogni: "Sogno un'Europa che ridefinisca eticamente il proprio modello di convivenza sociale e culturale, sulla base di valori e regole che salvaguardano il bene comune e l'interesse generale, fondati sul rispetto dei diritti e l'ottemperanza dei doveri, sul godimento della libertà, sull'adesione alla democrazia sostanziale, su una spiritualità condivisa, sulla partecipazione alla costruzione di un futuro migliore per tutti, senza alcuna eccezione e discriminazione".
La sua cattedrale è la strada, i suoi insegnanti prostitute, barboni, tossici, tutte quelle vite perdute che sono anime salve. Don Andrea Gallo è da cinquant'anni un prete da marciapiede, da trentanove il fondatore della "Comunità di San Benedetto al Porto di Genova", che accoglie chi ha bisogno e chi vuole trovare un punto da cui ripartire a nuova vita. Con "Cosi in terra, come in cielo" don Gallo racconta la sua personale saga accanto agli ultimi, i suoi dissensi da una Chiesa che pure ama e a cui sente di appartenere, sviscera con ironia e preparazione le sue posizioni ribelli su temi quali il testamento biologico, l'immigrazione, la liberalizzazione delle droghe, l'aborto. Nel suo "camminar domandando" fa bizzarri incontri con monsignori, politici, transessuali, giovani inquieti, zelanti fedeli che non credono e atei che invece sperano, artisti come Vasco Rossi e Manu Chao. Lui, ottantaduenne che viaggia in direzione ostinata e contraria e che nonostante i molti meriti resta orgogliosamente un prete semplice, sgrana il rosario laico di Fabrizio De André, raccoglie le storie di bassifondi e vicoli che tanto somigliano a quelle delle Scritture, cerca l'efficacia storica del messaggio evangelico e impasta mani e cuore nelle realtà più dolorose, lavorando senza risparmiarsi affinché questa terra diventi cielo. Un prete "prete", anarchico, discusso, amatissimo.
Nato e cresciuto in un clima di interculturalità, Raimon Panikkar è oggi un personaggio praticamente unico nel panorama mondiale, amatissimo e seguitissimo anche in Italia, dotato di un carisma magnetico che emerge soprattutto nelle sue conferenze. Questo testo che invita alla pace riporta appunto il testo di uno dei suoi discorsi, restituendo tutta l'energia dell'oratore, la profondità del pensatore, l'amore dell'uomo.
La sua cattedrale è la strada, i suoi insegnanti prostitute, barboni, tossici, tutte quelle vite perdute che sono anime salve. Don Andrea Gallo è da cinquant'anni un prete da marciapiede, da trentanove il fondatore della "Comunità di San Benedetto al Porto di Genova", che accoglie chi ha bisogno e chi vuole trovare un punto da cui ripartire a nuova vita. Con "Cosi in terra, come in cielo" don Gallo racconta la sua personale saga accanto agli ultimi, i suoi dissensi da una Chiesa che pure ama e a cui sente di appartenere, sviscera con ironia e preparazione le sue posizioni ribelli su temi quali il testamento biologico, l'immigrazione, la liberalizzazione delle droghe, l'aborto. Nel suo "camminar domandando" fa bizzarri incontri con monsignori, politici, transessuali, giovani inquieti, zelanti fedeli che non credono e atei che invece sperano, artisti come Vasco Rossi e Manu Chao. Lui, ottantaduenne che viaggia in direzione ostinata e contraria e che nonostante i molti meriti resta orgogliosamente un prete semplice, sgrana il rosario laico di Fabrizio De André, raccoglie le storie di bassifondi e vicoli che tanto somigliano a quelle delle Scritture, cerca l'efficacia storica del messaggio evangelico e impasta mani e cuore nelle realtà più dolorose, lavorando senza risparmiarsi affinché questa terra diventi cielo. Un prete "prete", anarchico, discusso, amatissimo.
Parlare di spiritualità, per gran parte delle scienze psicologiche e della cultura razionalista, è sempre stato un tabù o addirittura uno scandalo culturale. Lo psichiatra Giacomo Dacquino ci spiega invece che la spiritualità, non riferendosi esclusivamente alla religione, è un sentimento che fa parte della dimensione psichica di tutti, credenti e non credenti. Ricostruendo le relazioni esistenti tra psicologia, spiritualità e religione, ma anche attraverso le dirette testimonianze di pazienti e l'analisi di numerosi casi clinici, ci mostra che una forma di afflato spirituale è presente, almeno come espressione dell'inconscio, nell'esperienza di tutti noi; anche se non è identificabile e indagabile scientificamente. Un invito a riscoprire e dare valore alla spiritualità, che può regalare un senso al vivere nel quotidiano e permettere di superare più serenamente momenti oscuri. E, insieme, una chiave di lettura per comprendere il proprio vissuto spirituale.
Mauro Bergonzi mette a frutto in questo saggio la sua doppia qualifica di psicologo e psicoterapeuta da un lato ed esperto conoscitore delle filosofie e religioni orientali (e indiane in particolare) dall'altro, per offrire ai lettori un punto di vista nuovo sulla mente e sui suoi meccanismi, spiegando quali siano i benefici "scientifici" della meditazione e come questa antichissima pratica spirituale agisca in profondità sul benessere psicologico delle persone.
Mentre leggo, sono letto. È questa l'esperienza che si può fare aprendo il Vangelo. "Benvenuti al ballo della vita" lancia una scommessa: questo testo millenario può essere considerato un moderno manuale d'istruzioni per l'uso della vita, che come una danza ti fa fare un passo avanti e due indietro, ti fa incontrare qualcuno che ti pesta i piedi, ma soprattutto ti chiede di lasciarti coinvolgere nel ritmo della musica dell'amore. Non è un testo teologico né di catechismo. Sono chiacchierate sulla quotidianità profana alla luce di una pagina sacra: riflessioni sul Vangelo della domenica attorno a cui un gruppo di amici si è dato appuntamento settimanale tramite e-mail, innescando un passaparola via web che ha stimolato conclivi-sioni e dibattiti. Una prova che il Vangelo continua ad avere la forza di essere la buona notizia che, sebbene parta da "quel tempo", ti può raggiungere "adesso" e ovunque. Giulio Dellavite attraverso quattro momenti - l'incarnazione di Cristo, la sua vita pubblica, la passione e resurrezione, e infine la vita della Chiesa - ci accompagna nel mistero e nella bellezza dei testi evangelici. Mette in gioco la sua preoccupazione di prete che ogni domenica si trova tra le mani la preziosità di un messaggio da condividere, abbattendo pregiudizi su Dio e sulla Chiesa che troppo spesso impediscono di cogliere lo splendore della verità di Gesù Cristo.
"Nel momento in cui i medici avevano rinunciato a curarmi - e io a farmi curare da loro -, proprio quando mi vedevo già imprigionato in una condizione di vita contrassegnata dal dolore cronico, c'è stato qualcuno che mi ha proposto un modo bizzarro per venirne fuori: 'Impara a stare fermo e a respirare', è stato il consiglio". Afflitto da una malattia invalidante che nessuno riesce a spiegare o alleviare, Tim Parks comincia a esplorare il misterioso e affascinante rapporto che lega la mente al corpo. È aperto a ogni soluzione, ma non sospetta che gli esercizi di respirazione - e la meditazione - possano fornire le risposte ai suoi interrogativi e una insperata via d'uscita per lui, istintivamente scettico verso qualsiasi teoria esoterica o new age. Da questa rinnovata consapevolezza si avvia non soltanto un istruttivo e a tratti esilarante percorso alla ricerca degli effetti della malattia sul proprio lavoro e su quello degli altri scrittori, ma anche una riflessione stimolante sul ruolo che hanno lo sport e l'arte nel modellare il nostro atteggiamento verso la salute, una meditazione sull'identità e la dimensione spirituale. Senza dimenticare che quello della malattia è lo sfondo esistenziale di tutti gli esseri umani (o quasi), Parks ci insegna a fidarci anzitutto di quello che "dice" il nostro corpo, mostrandoci con intelligenza e ironia che è proprio questa l'unica strada che conduce all'armonia e al benessere.