
In questo testo fratel Gabriele affronta – con un linguaggio schietto e semplice, attingendo ad aneddoti e a racconti personali, citando brani esemplari di maestri di spiritualità e di Charles de Foucauld –, il tema dell’equilibrio tra vita interiore e vita quotidiana, tra spiritualità e concretezza. Lo fa attingendo dagli insegnamenti e dall’esperienza dei Piccoli Fratelli Jesus Caritas e dalla vita di fraternità della sua famiglia religiosa, ma gli spunti proposti sono validi e interessanti per chiunque – sacerdote, religiosa, consacrato, fedele laico –, voglia interessarsi dell’argomento e cercare di sciogliere l’eterno dilemma dell’alternativa (ma davvero di alternativa si può parlare?!) tra “Marta e Maria”. Le riflessioni vanno dalla preghiera all’Eucaristia, dal deserto al Nazaret quotidiano, dalla piccolezza alla umiltà, dalla povertà alla fraternità, dalla speranza alla gioia.
I Piccoli Fratelli Jesus Caritas sono un ramo della famiglia religiosa che si rifà alle intuizioni del beato Charles de Foucauld e sono presenti in Italia e all’estero. Essi ritmano la loro giornata fra la preghiera liturgica e l’adorazione eucaristica, tempi di solitudine, spazi di lavoro e servizio pastorale. Il loro priorato generale è nell’Abbazia di Sassovivo (sec. XI), a Foligno, in terra umbra. Il suo chiostro abbaziale costituisce un vero e proprio gioiello artistico e architettonico. In memoria di antichi contatti con il monachesimo orientale e, soprattutto, con la Chiesa maronita, la cripta dell’abbazia è dedicata a san Marone, celebre eremita la cui santità fiorì nel IV-V secolo. A Nazaret i Piccoli Fratelli sono custodi del minuscolo convento che ha visto le lunghe ore di orazione di Charles de Foucauld, e che oggi è luogo di continua preghiera e accoglienza per la gente del posto e per i pellegrini, sempre più numerosi, che giungono da ogni parte del mondo. Da pochio giorni si è celebrato il 3° Capitolo Generale della Fraternità. Per saperne di più: www.jesuscaritas.it
Gabriele Faraghini, che ha curato la redazione di questo libro, romano, è piccolo fratello Jesus Caritas, presbitero, viene dal mondo scoutistico e parrocchiale.
Una raccolta di scritti “intimi”, costruiti sull’ascolto attento di cosa l’amore, e un amore di coppia, l’amore di una donna per il suo uomo, sussurra alla mente nel volgere delle stagioni della vita. La cura e il rispetto, quasi pudico, di queste dimensioni interiori impongono al lettore di addentrarvisi con cautela e circospezione, attenti a percepire le sfumature più che i colori forti, a cogliere ogni accento bisbigliato da bocca a orecchio, a fermarsi e semplicemente contemplare lo spettacolo fragile e grandioso a un tempo di un cuore che disvela se stesso.
Le poesie e i racconti di Anna Accorsi qui raccolti sono come il “condensato” della sua vita matrimoniale.
I vari componimenti permettono di ripercorrere le alterne vicende attraverso le quali si è svolto l’amore di una coppia. Sono testi molto personali ma che al contempo hanno la capacità (la sapienza, appunto è questo) di toccare le corde fondamentali della vita umana trascendendo l’esperienza del vissuto del singolo.
Il percorso che il lettore si troverà ad affrontare potrà essere un’esperienza ricca e interessante.
L’intreccio delle voci e della vita si fa dialogo; l’intimità della presenza fisica dell’amato, il volto conosciuto al tatto, lo sguardo che ne contempla i tratti fanno percepire un legame che ha compromesso definitivamente le due vite in cui ciascuno ha riscoperto sé stesso proprio per la presenza costante dell’altro: l’amore come potenza generativa, dunque, nella misura in cui la vita e il volto dell’altro diventano lo specchio in cui si impara nuovamente a riconoscersi.
Non mancano testi che sottolineano la fatica di questo percorso, gli sconforti e le lontananze che possono squassare la vita di coppia.
Gli ultimi componimenti mostrano come l’esperienza matrimoniale, ormai consolidata nella dinamica interna della coppia dal tempo condiviso insieme, sia necessitata ad un approfondimento ulteriore che immerga (e per certi versi diluisca) i tratti specifici dei due amanti in quelli più vasti
L'imperfezione è il tema centrale di questo libro in cui Battista Borsato si discosta dagli argomenti affrontati nelle sue precedenti pubblicazioni. Accettare di sbagliare, vivere il senso del limite, saper convivere con le proprie imperfezioni ci rende più umani e anche più capaci di relazionarci con gli altri perché animati dal sentimento liberante della misericordia e della "compassione". Gesù non è venuto per i giusti (i perfetti), ma per i peccatori (gli imperfetti). Molte parabole ed episodi del Vangelo ci aiutano a entrare in questa nuova logica. L'uomo sviluppa le sue potenzialità vivendo più il senso del limite e dell'imperfezione che tendendo ansiosamente alla perfezione. Il "liberarsi dalla perfezione" sembra indulgere alla propria indolenza e al disimpegno. Invece l'impulso allo sviluppo del proprio potenziale umano è una realtà da valorizzare. La crescita umana, però, non avviene seguendo un'immagine ideale di sé, coltivando un'ideale sproporzionato, ma vivendo quello che ciascuno è, senza competizioni esasperanti e senza dover rincorrere mete al di fuori o al di sopra delle proprie capacità e delle proprie originali possibilità. Il diventare se stessi, senza sottostare a schemi, accettando i propri limiti e anche gli errori e le sconfitte è il contenuto dell'etica dell'imperfezione.
L'autore scopre per la prima volta la sua vena spirituale, a tratti addirittura mistica. Brevi riflessioni, quasi delle poesie, che squarciano le nubi e creano un canale diretto tra l'esperienza terrena e umana (il mondo, il proprio cuore, le relazioni...) e il cielo abitato dallo Sposo: "Lo Sposo, luce profonda, parla. La sua voce è di un silenzio profondo, avvolgente, caldo. Le orecchie dell'anima gustano i sussulti delle sue parole. Sono parole piene d'amore, dell'amore che Lui, innamorato folle, porge" .Il libretto è arricchito da foto d'autore che accompagnano i testi e rendono questa pubblicazione adatta per tutte le età; un piccolo scrigno da donare a tante persone per varie occasioni.
Giuseppe l'Esicasta (1898-1959) è una delle maggiori figure della spiritualità ortodossa del XX secolo. È considerato l'equivalente greco del famoso starets Silvano del Monte Athos. Pur conducendo, durante la sua vita terrena, un'esistenza discreta, ebbe un pensiero immenso i cui effetti continuano a farsi sentire. Fu lui stesso il principale restauratore del modo di vita dell'esicasmo nel Monte Athos, in particolare per quel che riguarda la cosiddetta preghiera del cuore. I suoi discepoli hanno diffuso, dopo la sua morte, con la loro attività e con la loro predicazione, il suo insegnamento e la sua pratica al Monte Athos, poi in tutta la Grecia, a Cipro, e fino all'America del Nord. Questo libro, che presenta con uno stile commovente la vita e l'insegnamento di Giuseppe l'Esicasta, è stato scritto da uno dei suoi discepoli che ha vissuto al suo fianco sino alla sua morte, potendo seguirne quotidianamente gli insegnamenti e mettendone in pratica i consigli. Divenuto un classico della spiritualità questo libro è stato tradotto in numerose lingue.
Una sfida fino all'ultima parola, alla ricerca del vuoto necessario per inventare le maschere che giustifichino un'esistenza da scrivere, un'iniziazione che coincida con l'immolazione. Lara, fredda e cinica, ha deciso di lanciare la sua sfida definitiva a Ivan, iperbolico, impulsivo e rituale: la creazione di un personaggio neutro, materializzazione del vuoto. Cosa è veramente necessario alla pura esistenza di un personaggio? La mente razionale e mimetica dello scacchista Thomas, le pagine di un quaderno, il segreto di Sonoko e Karl, l'umanità allo sbando della locanda nella Città Vecchia, le apparenze della Città Nuova, il Paese delle Tre Strade, l'acqua del canale... sembrano interagire con la sfida tutta mentale dei due protagonisti, che si affrontano specularmente mentre conducono una lotta con sé stessi, verso l'enigmatico epilogo. Solo con una trasfigurata indifferenza è possibile tagliare come una lama ciò che ci circonda, senza farsi lacerare. Solo bevendo il mondo è possibile svuotare la tristezza, riempiendola di qualcosa di completamente altro.
L'autore, profondamente e intimamente "esperto" di psicologia e di spiritualità, mostra il cammino di maturità che ognuno di noi (uomo o donna, laico o consacrato, giovane o vecchio) si trova a fare nel corso della vita. È una strada non sempre dritta e chiara; eppure, anche a ogni ansa del percorso, a ogni interruzione sofferta e imprevista, si può trovare un insegnamento di cui bisogna far tesoro. I temi toccati nel libro sono: l'identità personale, i valori sociali, la vita spirituale, l'autenticità individuale, la maschera in rapporto alla persona, la semplicità all'interno del caos, la sobrietà come virtù, la solitudine e il tempo, l'eros e i desideri, l'identità sessuale e psicosessuale, le paure epocali, la malattia e le psicosi, il lutto e la sua elaborazione, e molti altri ancora. Lucio Pinkus, figlio di ebrei tedeschi fuggiti dalla Germania nazista, nato nel 1942 e battezzato cattolico vicino al campo di concentramento calabrese dove i genitori erano stati internati, è frate nell'Ordine dei Servi di Maria. Laureato in psicologia si è specializzato in età evolutiva e in analisi junghiana per poi diventare professore all'Università "La Sapienza" di Roma.
L'Editrice Monti presenta la sua nuova pubblicazione IL VANGELO SECONDO CARAVAGGIO (pp. 128 a colori € 12,00) di don Sergio Stevan e don Paolo Alliata, prefazione di monsignor Patrizio Garascia. In distribuzione presso la casa editrice e presso le migliori librerie di tutta Italia.