
Little Something, il protagonista, che ricorda la celeberrima Giada di "Giada e quei benedetti misteri della vita", è uno slancio d'amore. Quelli della sua specie di solito cercano la propria realizzazione nell'immediatezza. Little Something invece si sente diverso dai suoi simili, si sente chiamato a una missione speciale: associare l'intensità alla durata e diventare una grande storia d'amore. È cosciente però che, per riuscirci, deve necessariamente trasformarsi. Intraprende quindi un viaggio, una sorta di ricerca iniziatica, nel corso del quale incontrerà personaggi illustri e misteriosi dai nomi bizzarri. Per portare a compimento la propria missione, e quindi realizzarsi, il protagonista dovrà anche affrontare le strane alternanze del cuore e superare le prove della tentazione e della rassegnazione, ma alla fine della traversata del deserto? Troverà la Chiave del mistero della vita! Età di lettura: da 12 anni.
In queste pagine l'autrice esprime la propria concezione della donna, che viene presentata in una triplice dimensione: come spazio, come deserto, come cielo. La donna è innanzi tutto spazio che accoglie, contiene e protegge, come ben dimostra l'esperienza della maternità, durante la quale essa sa fare posto a colui che è "altro" da lei, diventando "casa accogliente" per il nascituro. Questa sua predisposizione ricalca, in un certo senso, l'atteggiamento misericordioso di Dio, sempre pronto ad accogliere e confortare. Come deserto, cioè come spazio di verità, la donna è chiamata a prendere le distanze dagli aspetti negativi dell'amore, quelli che tendono a imprigionare l'altro, piuttosto che renderlo libero (il che può accadere sia nel rapporto con i figli sia in quello con il partner). Il modello dell'amore liberante è Maria di Nazaret, che in più di un'occasione ha saputo farsi spazio desertificato (per esempio, nell'episodio di Gesù a colloquio con i dottori nel tempio e, soprattutto, ai piedi della croce). È ancora Maria il prototipo del cielo, inteso come grembo che accoglie tutta l'umanità. È lei la madre universale, la madre della Chiesa, la donna del paradiso nella quale vengono composte in perfetta armonia tutte le dimensioni e anche le contraddizioni di quello che papa Wojtyla definì il "genio femminile". In lei, secondo la profezia biblica, il deserto è fiorito.
Il Vangelo non è altro che il mirabile documento della fedeltà e dell'amicizia di Dio nei confronti della creatura umana. Fedeltà e amicizia che, nella storia della salvezza, si sono concretizzate e manifestate in Gesù, Figlio obbediente fino al dono di sé sulla croce. Nella consapevolezza che Cristo e la sua Parola rinvigoriscono la fede di ogni credente per una risposta consapevole e generosa, l'autrice in questo libro, commentando alcuni brani di Vangelo, offre spunti di meditazione e di riflessione. Al termine di ogni commento segue una bella preghiera.
Il volume raccoglie in antologia circa centocinquanta lettere dall'Epistolario di dom Columba Marmion, scritte tra il 1881 e il 1923, anno della morte. La lettura di queste pagine mostra una vitale esperienza spirituale intessuta di relazioni autentiche, di passione per la vita concreta, di interesse per la storia, di preoccupazione per gli eventi molteplici che punteggiano la quotidianità degli interlocutori del nostro monaco. Nella costanza quotidiana e ordinaria con cui scrisse le sue lettere, giorno dopo giorno - anche in mezzo alle fatiche del lavoro e ai disagi della guerra - Marmion consegnò ai posteri un messaggio spirituale che si offre ancora vivo e fresco all'uomo di oggi, rispondendo alla sua domanda di una spiritualità non avulsa dalla realtà, non disinteressata ai problemi della vita, e di una Chiesa madre e vicina, abitata da uomini di vera sapienza.
Il testo ci suggerisce come si può "reagire" alla propria malattia, ma anche come "agire" per camminare verso la guarigione.
L'autore partendo dalla costatazione della presenza del male nella realtà umana, afferma che né la filosofia, né la teologia e neppure la psicologia sono in grado di decifrarne il mistero. Suggerisce perciò di affrontare il male, di fronteggiarlo, guardarlo negli occhi; di intraprendere con esso e con tutte le idee del male che gli uomini si sono fatti, un dialogo. All'autore preme rispondere a domande molto concrete: come mi comporto di fronte al male che subisco? Come posso reagire quando il male mi colpisce? Come sto quando sono io a fare del male? Come reagisce la mia anima quando mi comporto male? Esiste in me una coscienza che mi avverte quando faccio qualcosa di male? Ci sono percorsi spirituali per sfuggire al male? Scopo del libro è proprio quello di offrire un aiuto spirituale.
Insegnare non è un semplice lavoro, ma una vocazione, una missione. È quindi molto importante conoscere se stessi e maturare per dare, attraverso l'insegnamento, il meglio di sé. Insegnare è formare, dare vita e far crescere gli altri sotto tutti gli aspetti: culturale, materiale e spirituale.
Le relazioni con gli altri possono portare a vivere conflitti e lotte. È quindi molto importante conoscere meglio i propri sentimenti e rispettare gli altri in modo da poter gestire i conflitti in maniera costruttiva e andare verso soluzioni che soddisfino le due parti.
Il volume presenta un'antologia di testi con al centro il tema dell'amore inteso come fedeltà, progetto, impegno. Il materiale, attinto dal patrimonio letterario e spirituale mondiale, senza confini di culture, tempi e generi, è confluito quasi naturalmente in un unico "canto di nozze", una sorta di grande partitura articolata in cinque "movimenti": il preludio, la serenata, i cori, il duetto, gli echi.
Il volume propone una lettura critica delle principali questioni su cui si basa la fede cattolica. L'autore afferma che il credere in Dio non deve essere un atto accademico, un'adesione puramente religiosa o un esercizio mnemonico di formule dottrinali. Se alcune pagine possono sembrare particolarmente critiche nei confronti della Chiesa e di alcune sue posizioni, "non è per il gusto di essere contro", scrive l'autore, "ma perché credo che oggi più che mai la Chiesa abbia un ruolo fondamentale nella costruzione del bene comune". Il magistero di papa Francesco sembra aver attuato una svolta coraggiosa nella direzione di quel rinnovamento da più parti auspicato.
Uno sposo scrive alla sua sposa dopo venticinque anni di matrimonio e racconta tutto d'un fiato la loro storia d'amore. Lo fa con una bellissima lettera alla sua Franca che è un vero e proprio viaggio nella memoria dove ogni cosa viene letta come un dono del Signore. Il racconto attraversa le fasi del fidanzamento, della preparazione e del matrimonio, la gioia per il dono dei figli, l'impegno gioioso per la loro educazione e quello nel mondo e nella Chiesa tra gli scout e poi nel servizio diaconale di lui è di tutti e due come famiglia. Sullo sfondo si delineano scenari di futuro che lasciano intravedere un cammino con il Signore della vita e della storia. Un compagno di viaggio che con discrezione accompagna e guida verso l'eternità. È una storia semplice, sobria ed essenziale: una storia che può aiutare i fidanzati, le giovani coppie di sposi e non solo?
Ebrea tedesca, Edith Stein nasce a Breslavia (allora tedesca, oggi polacca con il nome di Wroclaw) il 12 ottobre 1891. Dotata di straordinaria intelligenza, è prima allieva e poi assistente del filosofo fondatore della fenomenologia Edmund Husserl, divenendo a sua volta un'insigne filosofa. Convertitasi al cattolicesimo nel 1921 e battezzata nel 1922, insegna a lungo, in particolare a Spira in un istituto cattolico. Poi, finalmente, nel 1933 realizza il suo grande desiderio: entra nel Carmelo di Colonia, assumendo il nome di suor Teresa Benedetta della Croce. Pur essendo una religiosa, non sfugge alla persecuzione nazista: in quanto ebrea viene deportata nel campo di concentramento di Auschwitz, dove muore il 9 agosto 1942. Beatificata nel 1987 e canonizzata nel 1998, è dichiarata nel 1999 da Giovanni Paolo II compatrona d'Europa insieme a Caterina da Siena e Brigida di Svezia.