
Preghiere di autori vari che rivelano la gioia della vita consacrata. A cura di D. Scognamiglio.
Il testo mette a fuoco alcuni atteggiamenti comportamentali attraverso i quali si esprimono emozioni e sentimenti molto diffusi. Nell'arco di sei capitoli (Emozioni forti o serenità?, Cambiare gli schemi mentali, Ascolta la tua collera, Stop ai risentimenti, Attenzione alle antipatie, Ma non sempre è umiltà...), L. Verdone propone alla riflessione di chi ama capire e capirsi una sintesi di "saggezza terapeutica" su questi temi: rapporto tra emozioni forti e serenità; abitudine a interpretare la realtà secondo schemi mentali spesso deformanti; il significato della collera e del risentimento; che cosa c'è dietro il fenomeno dell'antipatia e la tendenza di alcune persone a mostrarsi eccessivamente umili.
Giada è una creatura davvero originale: si è messa in testa che il mondo va salvato nella sua "sapidità". In 14 capitoli temi impegnativi come il senso della vita e della morte, della ricerca di Dio e dell'abbandono alla sua volontà, della preghiera e dello Spirito santo, del male e della libertà umana, dell'amore si trasformano, grazie alla sensibilità poetica e spirituale della giovane, in un affascinante racconto. L'incontro con il mistero di Dio cambia radicalmente la sua vita. Un cambiamento che è alla portata di tutti, a una sola condizione: "Amare e sentirsi amati, davvero e per sempre". Attraverso uno stile fresco, immediato e profondo allo stesso tempo, il libro di Garagnon propone la ricerca del senso della vita, all'interno di un'autentica esperienza di fede.Il linguaggio della poesia è l'ideale per riuscire a raggiungere il cuore della realtà e il suo mistero. Quei benedetti misteri della vita diventano realtà semplici, quotidiane com'è appunto mordere una mela - , senza perdere per questo nulla della loro sacralità.
Un'originale rilettura della vita spirituale a partire dall'immagine biblica della tenda. Secondo F. Castellana, se la Chiesa oggi vuole essere incisiva nell'evangelizzazione del mondo, deve ridiventare quella tenda in cui, nel deserto durante il cammino verso la terra promessa, abitava Dio. La Chiesa, e quindi ogni credente, deve lasciarsi riempire dalla presenza di Dio. Una presenza esclusiva, che non lascia posto agli idoli, al potere, alle preoccupazioni mondane?La storia ci interpella, gli uomini aspettano Cristo e noi non possiamo dar loro devozioni o moralismi. Cristo di nuovo oggi si sta proponendo alla coscienza come l'ospite divino che vuole abitare nella sua tenda in mezzo agli uomini. Ogni battezzato, religioso, laico, sacerdote, sposato, è chiamato a diventare tenda per Dio. Tutto ciò naturalmente avviene attraverso un lungo processo in cui ognuno ridiventa "spazio" di Dio, ridiventa puro, "vergine". Proprio in questo consiste la vita spirituale, nello stabilire giorno per giorno un rapporto unico, esclusivo con Cristo, nel quale egli ci purifica e ci rende capaci di ospitare Dio, di diventare cioè tende per Dio.
Il volume, curato da E. Ronchi, racconta quattro conversioni che hanno inciso sulla storia della Chiesa e rimangono emblematiche e paradigmatiche per ogni credente. La conversione/vocazione di Paolo, il "persecutore" divenuto il più grande diffusore del Vangelo, narrata con abilità e chiarezza da Giuseppe Barbaglio, noto biblista italiano. La svolta di Pacomio, il fondatore del cenobitismo (la vita monastica in comune), nel racconto di Ermes Ronchi - dei Servi di Maria, esperto in monachesimo primitivo - che evidenzia in modo particolare la duplice conversione del soldato egiziano: a Dio e ai fratelli. Il "ritorno alla casa del Padre" dell'intellettuale Agostino, uno dei massimi Padri della Chiesa universale, nell'indagine competente e rigorosa condotta da Luigi Franco Pizzolato - ordinario di letteratura cristiana antica, appassionato studioso di Agostino - soprattutto attraverso le Confessioni. La resa del basco Ignazio - turbolento, raffinato, ambizioso uomo di corte, inventore di una delle vie spirituali più apprezzate e seguite -, nel racconto di uno dei suoi numerosi figli, Carlo Casalone, medico e teologo. Gli interventi sono nati all'interno di un ciclo di incontri tenutosi alla Corsia dei Servi, centro culturale milanese, nel corso del 2003. Alle quattro storie è premessa un'ampia e suggestiva introduzione di M. Ilaria Grosso (medico, impegnata in ambito teologico) sull'esperienza dei mistici, i "sedotti da Dio".
Come suggerisce il sottotitolo, questo volume si propone ai lettori come un percorso di auto-conoscenza e di trasformazione profonda, per trovare chiavi interpretative convincenti che possano illuminare e interpretare una insoddisfazione persistente, definita dall'autore: insostenibilità della vita. Un percorso che è al contempo interiore e storico-collettivo, personale e globale; un itinerario che si sviluppa su tre livelli: teorico-riflessivo, psicologico, spirituale. Il testo suggerisce, tra l'altro, alcune tecniche di rilassamento e di concentrazione, indicate come tappe necessarie per chiunque desideri imparare a fare spazio dentro di sé alle domande di senso che affiorano e che chiedono alcune risposte inderogabili.
Vengono commentate, una per una, le 12 promesse del Sacro Cuore di Gesù fatte a Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690).Nelle sue visioni, la santa vedeva Gesù che le indicava il suo cuore ferito, coronato di spine, infiammato d'amore per l'umanità. Gesù stesso le parlò di questi 12 "doni" all'umanità. L'autore, Padre Joãozinho rinnova questa devozione popolare con parole di commento e spiegazione e, per ciascuna promessa, con una preghiera al Sacro Cuore. Viene anche proposta la devozione delle nove eucaristie al primo venerdì del mese.
Prendendo spunto da una nota parabola evangelica (Mt 13,44), F. Giudice propone in questo testo delle riflessioni volte a far scoprire la ricchezza della proposta cristiana. Il "campo" è quello del mondo e del nostro tempo, il "tesoro" è lo stesso Regno di Dio concretizzatosi in Gesù e nel suo messaggio di salvezza. Se Dio si è reso disponibile, nel Nazareno, per essere incontrato, l'uomo sarà allora chiamato a predisporsi, coltivando il terreno di questa vita, per cercare e trovare in essa la presenza misteriosa ma reale di Cristo e, in lui, del più autentico significato dell'esistenza. L'autore, quasi prendendo per mano il lettore, lo introduce nella ricchezza della proposta cristiana. Sulla scorta della sacra Scrittura vengono affrontate tutte quelle tematiche che sono di pertinenza dell'antropologia teologica: dal progetto di Dio sul mondo alla libertà dell'uomo, dalla presenza del peccato al problema del male e della sofferenza, dalla vita spirituale al dono della speranza?La prospettiva però è decisamente "spirituale". Non a caso questo libro è stato pensato e scritto come naturale completamento di un altro libro, Gesù volto di Dio.
Kahlil Gibran e Robindronath Tagore. Due poeti che - al di là delle differenze di formazione, di cultura e di esperienza - hanno in comune la vocazione ad essere anelli privilegiati tra Oriente e Occidente e condividono una percezione di Dio come bellezza e amore, un Dio che non può essere imprigionato in nessuna religione o dottrina teologica particolare. Questa intuizione accomuna i due poeti e li rende così attuali in questo nostro tempo che sente più urgente che mai il bisogno di coniugare la ricerca di Dio con la ricerca dell'amore e della bellezza. Il volume racchiude alcune tra le più belle pagine di poesia e di prosa di due grandi della letteratura e della spiritualità orientale. I testi sono impreziositi da immagini.
Per il cristiano la vita è un sentiero da percorrere e Gesù ne è la meta, il compagno di viaggio. Questo tragitto non si delinea come una strada piana e senza pericoli; al contrario, ai tracciati pianeggianti si alternano tratti scoscesi e in salita dove la meta sembra farsi sempre più lontana. Per di più, esso si snoda lungo due burroni: da una parte sta il precipizio dell'orgoglio, dall'altra quello dell'umiliazione. Ma, come suggerisce A. Bissi, vi è una alternativa: l'integrazione che tiene insieme gli opposti attraverso l'umiltà e la fiducia: la prima nasce da una oggettiva percezione della propria persona, dalla presa di coscienza della nostra finitezza. La seconda pone le basi per ogni sano sviluppo, dà il coraggio di vivere e sperare. Queste facoltà così essenziali per la crescita e il benessere, animate dall'azione dello Spirito, operano in noi trasformazioni profonde, fanno di noi delle nuove creature, la cui identità più vera consiste nel sentirsi peccatori amati. Peccatori, perché fragili, deboli, bisognosi e anche orientati al male, alla morte; e tuttavia amati, perché destinatari della misericordia di un Dio che ha assunto su di sé il nostro peccato per farci partecipare pienamente alla sua vita.
Si tratta di una scatola-cofanetto comprendente 4 minilibri di 64 pagine ciascuno, di delicata fattura. Su ogni pagina, variamente disegnata e colorata, c'è una frase che fa riflettere (un aforisma, un proverbio?), di personaggi famosi di ogni tempo. Questi libri, piccoli ma di grande effetto, sono concepiti come un regalo per "persone che hanno un posto speciale nel nostro cuore". Tema dominante: una parola amica per dire grazie, per augurare felicità, fortuna, successo. Una parola amica è il dono più bello e prezioso che possiamo fare, è come un ponte tra le persone, può generare effetti sorprendenti: per chi la riceve e per chi la regala. Questi minilibri ci aiutano a dirla!
Questo libro comprende, con alcune modifiche e integrazioni, una serie di meditazioni pubblicate da Paoline nel 1995, in due volumetti: Il tesoro e la creta e Le ferite che guariscono. Nessuno ignora che la vicenda di Cristo comincia in una stalla e finisce su una croce. Ma il credente è chiamato a gettare il suo sguardo, e il suo desiderio, oltre il visibile, nello spazio dove irradia la luce della risurrezione. Ed è qui che si stabilisce la connessione tra la fragilità e la forza, quella che dà il via, e il senso, a tutta una serie di paradossi che la Bibbia e la liturgia non si stancano di proclamare, e che trovano in alcune sintesi vertiginose la loro formulazione più essenziale. Una per tutte: "Quando sono debole, è allora che sono forte" (2Cor 12,10).