
Senso di abbandono e consolazione. Troppo facile stabilire che il primo è negativo e l'altra positiva. Percorrendo i sentieri delle Sacre Scritture, il libro mostra che le cose sono più complicate. Per la Bibbia, il senso di abbandono è esperienza originaria e complessa. Tocca Dio e gli umani, peccatori e innocenti, chi si svincola da legami e chi li tesse. La risposta è la consolazione, non un "premio di consolazione" che, come tale, né premia né consola. Il profeta Isaia, ad esempio, afferma che Dio consola allattando come una madre. Cosa vuol dire ciò? Si tratta indubbiamente di un'esperienza gratificante; eppure, l'allattamento agisce alternando poppata e astinenza, stretto contatto e distacco. L'allattamento non satura, ma prepara alla separazione tipica dello svezzamento. Tale dinamica è presente nel primo annuncio di Cristo: «Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino» (Mt 4,17). Cioè Dio "è nelle vicinanze". Esattamente come una mamma che non resta sempre presso il suo bambino, ma deponendolo dopo la poppata, pian piano lo abitua a stare solo. Ella rimane nelle vicinanze, pronta alla chiamata del piccolo. Abbiamo bisogno di riscoprire questo aspetto della fede, che l'autore esprime anche con la bella e significativa immagine dell'"andirivieni- di Dio e del suo Messia. Se Dio abbandona è per dire "inventa", "mettiti in gioco".
«La Chiesa ha bisogno di concentrarsi sull'essenziale della sua missione, sull'evangelizzazione, ha bisogno di lasciar cadere, al centro come alla periferia, in Vaticano come nelle diocesi, tanti organismi e compiti secondari, ha bisogno di vescovi e preti che vivano in rapporto con il popolo, di laici testimoni della fede nella loro professione e nelle loro famiglie, di religiosi che, nei consigli evangelici, ci richiamino alla bellezza di ciò che non passa. Quale volto avrà la Chiesa di domani? Al momento in cui congedo questo libro non sono in grado di rispondere a questa domanda. Soltanto sono profondamente convinto che ogni vera rinascita della Chiesa avviene attraverso i santi». (dalla Prefazione del cardinale Matteo Zuppi)
Questo libro è una sorta di chiusura di una trilogia, iniziata con "Preti senza battesimo" e portata avanti con "Ridotti allo stato ecclesiale". Il tema di una Chiesa che deve ripensare sé stessa in maniera complessiva è centrale nella riflessione di Fratel MichaelDavide: c'è una decisione ormai inemendabile da prendere, ossia che la Chiesa rinunci a ogni orpello, che sappia tornare a farsi guardare senza vergogna per quello che è, ossia una comunità fragile che nasce dalla croce di Cristo e non può essere confusa con nessun potere mondano. L'elogio dell'ammirazione evocato dal titolo rimanda all'unica ammirazione cristiana possibile, non quella dei corpi belli e levigati delle pubblicità, ma quella provata dalla vita e sintetizzata dalla croce. Siamo ancora capaci di distinguere davvero ciò che è ammirabile da ciò che non lo è?
Il Vangelo non ci indica solo la strada per il Cielo ma anche quella per la terra. A partire da questo assunto don Mauro Leonardi guida il lettore a rintracciare nelle pagine della storia di Gesù e dei suoi insegnamenti tracce di management per l'oggi: management aziendale, certo, ma affiancato da un management personale che ci aiuti nella nostra vita di tutti i giorni. Il metodo proposto è quello di leggere la propria vita in quella del Vangelo: pezzi di vita di Gesù e pezzi della nostra vita e del mondo del business. Seguendo le indicazioni del Vangelo i lettori miglioreranno la gestione delle relazioni professionali e private: amicizia, amore e famiglia.
In questo volume si cerca di collegare le Scritture bibliche dell'Antico e del Nuovo Testamento con la ricerca filosofica che ha mosso l'intera civiltà occidentale nel corso del Novecento, ponendosi domande relative ai tragici avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale e dell'Olocausto. Figura centrale in questa riflessione è André Neher (1914-1988), autore del capolavoro filosofico L'esilio della parola. Dal silenzio biblico al silenzio di Auschwitz, intellettuale ebreo per nascita e per scelta, dal profilo culturale ricchissimo: studioso di eccezionali competenze bibliche e giudaistiche e allo stesso tempo uomo di grande sensibilità, attento alle questioni filosofiche più urgenti e brucianti che la nostra contemporaneità ha posto e pone sotto i nostri occhi.
Omosessuali, lesbiche e transgender formano una comunità non definibile solo con sigle come LGBTQ+ ma sono un piccolo popolo in cerca d'autore, una comunione d'amore che ancora non ha le parole per dirsi cristianamente. Don Marcucci queste parole le cerca, grazie alla sua frequentazione personale con la Parola e con la terapia di gruppo, e prova a riconsegnarle con grande umanità, con pietas, a noi che forse, grazie a questo lavoro, possiamo fare un passo avanti nell'accoglienza degli "amori sconosciuti". Un libro che racconta un cammino ai confini della ricerca di fede, dove si trovano personaggi inattesi e in attesa continua; un libro che unisce la confessione personale - su sé, sul proprio ruolo di prete, su quello che vuole essere nella Chiesa e con la Chiesa - alla narrazione di incontri con donne e uomini che oggi sono ai margini della comunità ecclesiale.
Di cosa riempiamo le nostre vite? Di valore o di nulla? Questa è la domanda che propone il cardinale Comastri, leggendo la realtà attuale e cercando di comprendere il motivo per cui molti sembrano avere smarrito il senso stesso del loro esistere. Alla ricerca di una soluzione, in questo libro i grandi temi come la crisi della natalità, la scomparsa dei valori educativi, le difficoltà dei giovani vengono riletti alla luce del Vangelo del Natale. Di fronte al dramma delle famiglie, dei singoli, soprattutto dei giovani che paiono svuotati di ogni progettualità, Comastri offre un percorso chiaro per ritrovare pienezza.
Oggi, ci dice il cardinale Comastri, è difficile persino vivere l'attesa di un figlio: molte donne e uomini fuggono spaventati da responsabilità, fatiche e impegni che cambiano la vita e la nostra percezione dell'esistenza. In queste pagine, Comastri ci conduce all'interno del mistero dell'attesa di Dio, che in Maria corrispose proprio all'attesa di un figlio. Per lei e per Giuseppe, sponsalità, maternità e paternità non furono impegni da sfuggire, ma doni da accogliere e dai quali ottenere frutto. Le vite dei membri della Santa Famiglia non furono sotto il segno di una libertà personale totale, ma di una libertà messa in gioco nella relazione.
Viviamo tempi difficili, in cui le domande che ogni giorno ci vengono poste hanno risposte che ci sembrano sempre parziali, incomplete: una di queste, tra le più importanti, riguarda la nostra libertà. A chi affidarla? Di chi fidarci? Di chi diffidare? Le parole del cardinale Comastri non sfuggono alla domanda e alla sua complessità e non accettano di rispondervi superficialmente, anzi ci chiedono, in nome di Gesù, di non svendere la nostra libertà. Abbiamo degli esempi positivi nella nostra vita, dobbiamo solo avere il coraggio di tornare a guardarli per ottenere una luce nuova nell'interpretazione della nostra realtà.
Viviamo questi nostri complessi giorni in una confusione che ci distrae in vari modi dal cammino più vero e sincero: l'inferno, la tentazione, la nostra fragilità sono tutte espressioni del male che ci assedia. Dall'altra parte c'è un Dio che ha deciso di scendere nel nostro stesso inferno, ci dice il cardinale Comastri, un Dio che ha voluto abbracciare le nostre stesse tentazioni, mostrandoci che è possibile vincerle. Comastri, con le riflessioni raccolte a comporre questo libro, propone un preciso disegno atto a invitarci a uscire dal tunnel della sfiducia che, oggi più che mai, avvolge molti, per offrire, tramite la narrazione biblica, il rinnovarsi di una speranza che non potrà deludere.
Dall'epidemia di Covid19 al cambiamento climatico, dalle guerre alla crisi energetica, anche il nostro Occidente sta riscoprendo che cosa significhi avere paura del domani, vivere in una condizione di continua incertezza. Ritrovare Gesù di Nazaret, rimettersi sulle sue tracce, ci dice il cardinale Comastri, è una garanzia di qualcosa che non muta pur in un mondo in trasformazione: l'amore di Dio, infatti, resiste, è tenace, non cede al male. La presenza di Gesù, pur in mezzo ai dolori del mondo, è garanzia di una risposta e del ritrovamento di una forza che a volte ci sembra lontana. Oltre le nostre paure quotidiane, la felicità di chi ha incontrato Cristo offre uno spiraglio che non viene meno. In questo libro, dunque, saremo condotti ad approfondire il modo con cui l'amore di Dio non ci abbandona, nonostante i nostri timori.
La condizione umana è sempre in bilico tra un desiderio di infinito e un quotidiano di limitatezza; tra la voglia di una ricchezza che consolidi i nostri desideri e una croce che non smettiamo mai di portare. Come uscire da questo passaggio stretto? La scoperta del cristianesimo è l'unica risposta possibile: la vicenda di Cristo è infatti la garanzia di un'esistenza che sceglie l'amore per rispondere al dolore. Le pagine della passione di Gesù ci invitano a guardare alla nostra sofferenza sapendo che non siamo soli nel viverla. A chi si domanda cosa scegliere tra la ricchezza e la croce, Dio risponde in Cristo che la ricchezza è la croce.