
Luca coglie e sottolinea un particolare del messaggio di Gesù di cui anche oggi abbiamo estremo bisogno: la tenerezza e la misericordia di Dio. Di questo Vangelo l'uomo moderno ha un cocente bisogno. Ci lamentiamo di molte cose ai nostri giorni: manca il pane a masse di persone; manca la pace; manca la speranza nella vita. Oggi il mondo - come fa notare papa Francesco - non è "iniquo" soltanto, ma è "inequo", disuguale, e quindi incapace di sentimenti come la "fratellanza", la "compassione", la "solidarietà", la voglia di vivere e il desiderio di spendersi per aiutare chi fa una fatica immensa anche per vivacchiare. Il Vangelo di Luca è un inno a questi valori, oggi facilmente messi al bando. I brani scelti non seguono un criterio ben preciso. Corrispondono, in gran parte, ai versetti tipicamente lucani, ai sentimenti suscitati in chi scrive, alle reazioni notate nei fratelli e nelle sorelle di fede con cui l'autore ha condiviso la saltuaria lettura del testo sacro.
Il Vangelo di Giovanni è il culmine della rivelazione del mondo interiore di Gesù di Nazaret. Se Matteo, Marco, Luca «raccontano», Giovanni scandaglia, va oltre i fatti, ne spiega il senso. Per questo, non è un testo per chi inizia il cammino della fede. Ci aiuta a riscoprire il mistero della nostra unità nel «Tutto», la nostra reciproca «prossimità», il mistero della nostra unione con Dio e con i nostri fratelli: è quanto dire l'approdo alla convivenza nella gioia e nelle pace dei figli di Dio. I brani scelti corrispondono, ai sentimenti suscitati in chi scrive, alle reazioni notate nei fratelli e nelle sorelle di fede con cui l'autore ha condiviso la lettura del testo sacro. Al termine dei brani commentati è proposta una preghiera.
Ho capito cosa vuol dire testimoniare oggi la fede. Lasciarsi penetrare da una Parola e permettere che questa diventi evidenza senza quasi volerlo, testimonianza senza volere testimoniare niente, semplicemente tentativo di vivere amando appassionatamente ogni traccia di vita che Dio ci regala. Stare sempre dalla parte della vita, testimoniare è solo raccontare. “Abbiamo fatto della Scrittura uno scrigno di verità dogmatiche mentre, prima di tutto, è la storia di Dio che cerca l’uomo, lo “per-seguita”, lo assedia fino a quando questi non accoglie lo splendore della sua dignità. La Scrittura non è un libro, è Dio in azione. Noi cattolici dimentichiamo con troppa facilità che c’è uno Spirito di Dio in azione nel mondo, che parla al singolo, a ciascuno di noi, come alla Chiesa intera. C’è nella vita del popolo di Dio un elemento dinamico che rinnova e sconvolge, difficilmente riconducibile a schemi di razionalità o di legalismo canonico. Non c’è da meravigliarci allora se le parole decisive nella nostra vita non sono poi tante, e se solo a partire da esse ci pare di conoscere ‘tutto’ e di avere la chiave per accogliere ogni pagina di Vangelo ed ogni mistero dell’esistenza. Si tratta di quelle pagine della Scrittura che sembrano proprio scritte per la persona che legge, che coinvolgono e fanno sentire l’individuo parte viva della vicenda raccontata o della ‘Parola’ ascoltata. Pagine che riscaldano il cuore quasi nostro malgrado, scaraventandoci d’un colpo fuori da questa epoca di passioni fredde, di odi razionalizzati, per indicarci sentieri ‘altri’ di ben altra vita.”
Sulle tracce del "Viaggio di Gesù", un percorso che fonde ricordi personali, storia e spiritualità. Il Mediterraneo come culla della civiltà, centro del mondo, sede del mito e della fantasia, luogo in cui sono nate e si sono sviluppate le tre grandi religioni monoteiste. Dai Fenici ai migranti di oggi, passando per le crociate, Scaglia racconta e interpreta il movimento di viaggiatori che, spostandosi da una costa all'altra, ha prodotto una fitta rete di scambi di sapere, di cultura, di commerci. Fino alle guerre e agli insediamenti, primo fra tutti quello dei francescani in Terra Santa, l'ordine religioso nei cui confronti Franco Scaglia ha sempre dimostrato una particolare attenzione e che, con la figura di Padre Matteo, è stato al centro dei suoi romanzi. Tra storia e attualità, un libro che tratta eventi e impressioni di un luogo che è, ancora oggi, il cuore di un processo di grande cambiamento.
Emiliano Rinaldini nacque a Brescia 100 anni fa. Divenne maestro. Dopo le tragiche vicende della caduta del Fascismo e della successiva costituzione della Repubblica di Salò, fece la scelta resistenziale, diventando "ribelle per amore" sulle montagne della Val Sabbia. Concluse tragicamente la sua breve vita il 10 febbraio 1945 per mano proditoria di due militi fascisti, dopo un rastrellamento. Il breve, ma intenso, percorso della sua vita è riletto all'interno del volume attraverso il profilo spirituale e pedagogico delineato da alcune testimonianze scritte, raccolte decenni dopo dal fratello Luigi, membro della Congregazione dei Padri filippini della "Pace" di Brescia. I principali tratti della biografia di Emi emergono attraverso le parole, le azioni, i gesti manifestati in alcuni momenti peculiari della sua vita, con riferimento anche alla risonanza avuta dopo la morte. Il volume mette inoltre in evidenza una verità: il ruolo fondamentale svolto da Vittorino Chizzolini non solo nel consolidare la vocazione magistrale di Emi, ma anche nel renderlo quella esemplare coscienza "libera e forte" che dimostrò di essere. Emiliano Rinaldini, infatti, seppe incarnare al meglio le caratteristiche dell'idealtipo di magister proposto da Chizzolini, tanto da essere "trasfigurato" dopo la sua tragica scomparsa nel "simbolo" di quella nuova professionalità magistrale che era chiamata a dare una nuova "anima" all'Italia democratica e repubblicana della Ricostruzione.
Le "reliquie" si impongono - siano esse resti corporei oppure oggetti appartenenti alla persona in vita - come veicoli della sacralità: un valore aggiuntivo che la comunità stessa conferisce loro. E se il "sacro" nasce come prodotto culturale determinato da una scelta umana, esso non preesiste come una categoria a priori. L'originalità di questo testo si delinea, da un lato, nel mostrare l'attualità del concetto di sacro come fonte di interpretazione della religiosità contemporanea - con attenzione agli sviluppi antropologici - e, dall'altro, come investigazione sul campo in vari conventi in Francia e in Italia, attraverso l'analisi del caso storico riguardante la beatificazione della duchessa bretone Françoise d'Amboise (1427-1485). In queste pagine si assiste - e l'occasione è il ritrovamento di un documento relativo a una reliquia della duchessa posseduta dal Carmelo di Vannes - a una sorta di "metamorfosi": la studiosa da asettico ricercatore diventa "mediatore" della pratica sacra, perché condivide con le monache una vera scoperta. Il lettore, introdotto nel mondo conventuale, è guidato a decodificare i processi sociali e simbolici che suscitano e alimentano il valore sacrale della reliquia: inaspettati significati si celano dietro i gesti delle religiose che "fabbricano" l'oggetto, nelle pratiche che lo definiscono e negli scritti che ne autenticano la verità.
DESCRIZIONE: Le "reliquie" si impongono – siano esse resti corporei oppure oggetti appartenenti alla persona in vita – come veicoli della sacralità: un valore aggiuntivo che la comunità stessa conferisce loro. E se il "sacro" nasce come prodotto culturale determinato da una scelta umana, esso non preesiste come una categoria a priori.
L’originalità di questo testo si delinea, da un lato, nel mostrare l’attualità del concetto di sacro come fonte di interpretazione della religiosità contemporanea, con attenzione agli sviluppi antropologici; e, dall’altro, come investigazione sul campo in vari conventi in Francia e in Italia: interrogazione vivente della comunità religiosa, attraverso l’analisi del caso storico riguardante la beatificazione della duchessa bretone Françoise d’Amboise (1427-1485). In queste pagine si assiste – e l’occasione è il ritrovamento di un documento relativo a una reliquia della duchessa posseduta dal Carmelo di Vannes – a una sorta di "metamorfosi": la studiosa da asettico ricercatore diventa "mediatore" della pratica sacra, perché condivide con le monache una vera scoperta.
Il lettore, introdotto nel mondo conventuale, è guidato a decodificare i processi sociali e simbolici che suscitano e alimentano il valore sacrale della reliquia: inaspettati significati si celano dietro i gesti delle religiose che "fabbricano" l’oggetto, nelle pratiche che lo definiscono e negli scritti che ne autenticano la verità.
COMMENTO: Un manuale di antropologia delle reliquie, a partire dal caso della duchessa bretone, e poi beata, Françoise d'Amboise (1427-1485), che mostra l'importanza e il valore sacro delle reliquie, analizzate come prodotti culturali e come forme del sacro.
FRANCESCA SBARDELLA è ricercatrice in discipline demo-etno-antropologiche all’Università di Bologna, dove insegna Antropologia sociale ed Etnologia delle culture europee. Si occupa di antropologia religiosa in ambito europeo. Oltre a vari saggi su riviste specialistiche e a collaborazioni, ha pubblicato il volume Il culto di s. Antonio Abate nel folklore prenestino (1998).
L'architetto Antoni Gaudí è famoso in tutto il mondo e la sua produzione è di ineguagliabile originalità. Le sue opere, uniche nel loro genere, sono tra i monumenti più interessanti di Barcellona. Ed è vero che la sua arte può essere compresa solo in termini di fede, lui che ha progettato la Sagrada Familia, il suo capolavoro, come una Bibbia di pietra, una "foresta di simboli" che eleva l'anima verso Dio. Inoltre, la Chiesa ha avviato il processo di beatificazione, che farebbe di lui il primo architetto laico riconosciuto beato. Se tutti hanno sentito parlare dell'architetto, quanti conoscono l'uomo? Questa è tra le primissime biografie a sondare il mistero di un genio, incomprensibile senza il viaggio interiore di colui che fu un giovane dandy prima di rinunciare al vortice di Barcellona. Avventure e colpi di scena non caratterizzano la vita di Gaudí. L'architetto catalano non è un eroe, ma un avventuriero di Dio, che concluderà la sua vita in solitudine e povertà. Il suo cammino, caratterizzato da marginalità e umiltà, pone molte questioni qui affrontate: era un genio o un pazzo? È stato influenzato dalla Massoneria? Quali sono i suoi legami con la terra e la cultura catalana? Com'era la vita quotidiana di questo monaco architetto? All'ombra della basilica emerge il ritratto di un uomo grande quanto la sua opera. Prefazione di Gabriele Dadati.