
Monaco pacomiano nativo di Panopoli, vescovo di Edessa, nella Parafrasi Nonno traduce in versi la parte più ‘filosofica’ del Nuovo Testamento: il Vangelo secondo Giovanni. Il testo preso in esame è quello del Canto B, che propone l’episodio delle nozze di Cana. La poesia cristologica nonniana raggiunge qui forse la sua prova più alta e matura, offrendo una delle più profonde e affascinanti rappresentazioni della divinità di Cristo che sia sopravvissuta nella poesia greca cristiana della tarda antichità.
Note sul curatore
Enrico Livrea (Trieste 1944), già ordinario di filologia classica, di grammatica greca e latina, di filologia bizantina, è attualmente professore ordinario di letteratura greca presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. Ha svolto attività di ricerca e didattica nelle Università di Monaco, Colonia, Bonn, Parigi e presso il Center for Hellenic Studies di Washington, tenendo seminari in molte università europee e americane. Fra i libri che lo qualificano come uno dei più autorevoli specialisti di poesia alessandrina e tardoantica sono da ricordare le edizioni critiche e commentate delle Argonautiche di Apollonio Rodio (Firenze 1973), dei meliambi di Cercida di Megalopoli (Bonn 1986), dei frammenti delle Bassariche e della Gigantiade di Dionisio (Roma 1973), della Presa di Troia di Trifiodoro (Lipsia 1982), della Blemyomachia attribuita ad Olimpiodoro di Tebe (Meisenheim 1978), del Ratto di Elena di Colluto (Bologna 1968), dei frammenti di Pamprepio di Panopoli (Lipsia 1979), dell’epillio Ero e Leandro di Museo (Lipsia 1982). Del poema cristiano di Nonno di Panopoli, Parafrasi del Vangelo di S. Giovanni, ha già edito e commentato il canto XVIII (Napoli 1989) e prepara l’edizione complessiva sia per Teubner sia per Les Belles Lettres.
il titolo originale dell opera di p. Clutrera, stampata a palermo nel 1881, h: mineralogia biblica. Ovvero spiegazione dei corpi inorganici menzionati nella sacra scrittura. Lo scopo che ci si prefigge ripubblicandola e`quello di arricchire il patrimonio dei testi sul visibile parlare". " il titolo originale dell'oper a di p. Clutrera, stampata a palermo nel 1881, h: mineralogia biblica. Ovvero spiegazione dei corpi inorganici menzionati nella sacra scrittura. Lo scopo che ci si prefigge ripubblicandola e`quello di arricchire il patrimonio dei testi sul visibile parlare". Sia sulla codificazione sia sulla decodificazione della nostra arte hanno influito e influiscono assai i bestiari, gli erbari, i lapidari dell'immaginario orm ai da noi lontani. Ma le chiavi codificatrici e decodificatrici sui termini biblici di zoologia, di botanica, di mineralogia che fondano le trasposizifantasticamente". Se e`necessario alla esatta penetrazione di innumerevoli opere d'arte n on dimenticarsene, e`perr penetrantissimo accostare alla "fantasia" zoologica, botanica e mineralogica pure le attenzioni "scientifiche" che la nostra tradizione ha rivolto all apprendimento e alla comprensione delle scritture. Percir la collana "visibile parlare" offre testi di quella "fantasia" e offre testi di questa "scienza". Il volume e`diviso in cinque sezioni: nellaprima, fatta osservare la differenza che passa tra gli esseri viventi e gli esseri bruti, tra i corpi organici e gli inorganici, si accennano i principali caratteri per cui i minerali si distinguono gli uni dagli altri, aggiungendo, a vantaggio di coloro che non sono versati nello studio delle scienze naturali, informazioni su alcune sostanze, che servono a intendere bene i minerali ricordati nella bibbia. Nella seconda si parla delle tanto discusse pietre preziose che adoranvano il "razionale" del sommo sacerdote dzionale" del sommo sacerdote degli ebrei. Nelle altre due sezioni si tratta dei metalli e delle leghe, degli altri minerali biblici e, infine, delle rocce. Concludono il volume, un indice dei luoghi della bibbia spiegati o citati, e un indice delle cose piu`notevoli contenute in esso. "
Martin Lutero scrisse questo aspro e violento documento antisemita negli ultimi anni della sua vita. Si tratta di un saggio così duro da richiedere un commento che ne tenti una contestualizzazione, addentrandosi nell'intrico di violenza che ispirò quest'opera. Risulta allora fondamentale la ricostruzione che Adriano Prosperi fa dei rapporti del fondatore della Riforma con gli ebrei e più in generale dei rapporti fra il mondo cristiano e il mondo ebraico. Prosperi analizza poi l'enorme eco che il saggio ha suscitato nel mondo protestante dove l'antisemitismo si è rivelato ancora più tenace e devastante che nel mondo cattolico.
Vengono presentate alcune figure bibliche utilizzate dai Padri per descrivere la natura della Chiesa. Si tratta di una scelta compiuta dall’autore all’interno della varietà e della ricchezza che i Padri hanno pensato e detto sulla Chiesa, cercando di chiarire quando, dove, in quale situazione e per quale scopo si fosse ripresa una certa immagine e una certa idea.
L'autore
CHARLES PERROT è professore emerito dell'Institut Catholique di Parigi, dove ha insegnato per più di vent'anni. È internazionalmente conosciuto e riconosciuto come uno dei migliori specialisti francesi del Nuovo Testamento (storia e teologia). Egli continua la sua attività regolare di animatore di giornate bibliche e di conferenze in Francia e all'estero.
Il libro
Nel 1979 Charles Perrot pubblicava nella collana "Gesù e Gesù Cristo" delle edizioni Desclée il volume Gesù e la storia ( tradotto in italiano dalle Edizioni Borla). Usando gli stessi procedimenti storici egli affronta ora il tema del Cristo della fede dei primi cristiani. Già queste due precisazioni mostrano la collocazione e l'importanza che ha questa nuova opera di Charles Perrot.
"In che modo questi cristiani, pur nella loro diversità, hanno a poco a poco distinto la figura di Gesù, mettendo l'accento sull'uno o l'altro aspetto della sua persona a seconda delle diverse comunità che lo confessavano? (...) Sotto l'apparenza di uno stesso riferimento a Gesù, questi cristiani canterebbero dei Gesù in realtà diversi? Come non costatare il contrario! (...) Al di là delle loro evidenti differenze, i vangeli suonano la stessa melodia".
Questo Gesù, e nessun altro, viene riconosciuto come il Cristo, cioè, al tempo stesso, come il Messia - Figlio di Dio e il Signore - Salvatore degli uomini.
Come giustamente precisa l'autore, si tratta qui di una "cristologia esegetica". Essa non rende certamente superflui altri approcci al mistero del Cristo, tra tutti quelli che offrono sia la bimillenaria tradizione cristiana che la teologia contemporanea.
Un semplice schizzo, che di fatto ha l'ampiezza di una storia delle anime e della Chiesa dei primi secoli.
Il monaco consideri la cella come necessaria per la sua salvezza e per la sua vita al pari dell’acqua per i pesci e dell’ovile per le pecore. Più a lungo vi abiterà, più vi rimarrà volentieri; se, invece, prenderà l’abitudine di uscirne spesso e per motivi futili, ben presto l’avrà in odio.
Alla fine dell’xi secolo Bruno di Colonia, già maestro rinomato a Reims, e alcuni suoi compagni si ritirarono nella solitudine della Chartreuse, massiccio roccioso e boschivo presso Grenoble, per praticarvi una vita di tipo semi-anacoretico ritmata dalla preghiera e dal lavoro. Con il sorgere delle prime fondazioni, la stesura e l’approvazione delle prime Consuetudini e l’avvio della prassi del capitolo generale, le diverse case che si ispiravano alla vita dei monaci della Chartreuse presero poi a configurarsi secondo la fisionomia di quello che sarà, verso la fine del xii secolo, l’ordine certosino propriamente detto. I testi qui raccolti testimoniano dei momenti fondamentali di tale processo e ne fanno emergere la qualità schiettamente evangelica . Il lettore trova così un prezioso aiuto per cogliere l’ispirazione che ha suscitato e animato la primitiva forma di vita certosina e che per circa un secolo ha orientato i passi dei suoi principali testimoni e custodi.
Dovete leggere e ascoltare le Scritture divine con desiderio tale che nelle vostre case e dovunque siate possiate parlarne e istruirne gli altri.
La figura di Cesario d’Arles si staglia tra le più luminose della Gallia meridionale nel travagliato periodo della prima metà del vi secolo. Presbitero a Chalon-sur-Saône, poi monaco a Lérins, abate ad Arles e infine vescovo della prestigiosa sede della prefettura delle Gallie, Cesario non si stancherà mai di predicare la Parola a tempo e fuori tempo, preoccupato unicamente che il messaggio evangelico potesse dilatarsi fino a raggiungere uomini e donne di ogni condizione sociale. Profondo conoscitore delle Scritture e delle opere dei padri, si dà cura di sminuzzare il pane della Parola per il popolo di Dio, convinto com’è che il Vangelo sia l’unico cibo solido capace di sostenere l’uomo nel suo pellegrinaggio verso il Padre. Alcuni tra i suoi numerosi sermoni vengono qui ripresentati nella schietta genuinità di un linguaggio che sa toccare il cuore di ciascuno con la sua evangelica semplicità.