
Il trattato "De civtilitate morum puerilium" fu pubblicato per la prima volta da Erasmo a Basilea nel marzo del 1530. Quest'opera, che costituisce la base della pedagogia dell'Europa moderna fino al XIX secolo, è pressocché ignota in Italia. Presentando qui il testo latino, criticamente fondato, con note esplicative e traduzione italiana a fronte, il De civilitate appare inserito nel quadro del programma pedagogico di Erasmo e nell'evoluzione della società borghese dell'Europa fra Quattro- e Cinquecento. "Il Galateo dei ragazzi", di lettura facile e piacevole, costituisce un'essenziale introduzione al pensiero di colui che può essere considerato tra i massimi esponenti della cultura europea.
In questo testo vengono presentate due opere di Alano di Lilla (1123-1203), filosofo, teologo e poeta vissuto tra la Francia e l'Inghilterra del XII secolo; si tratta dell'"Anticlaudianus", poema filosofico di 4300 versi e del "Discorso sulla sfera intelligibile". Queste due opere trattano, in modo diverso, del percorso di elevazione della mente umana alla contemplazione di un archetipo intellettuale; all'ascesa corrisponde una successiva discesa nel mondo terreno per ripristinare l'ordine cosmico perduto. Nei due testi il cosmo medievale si dispiega in tutta la sua inesauribile ricchezza simbolica, che abbraccia temi classici come le arti liberali, l'astrologia, la teologia, l'etica della poesia cortese, oltre all'insegnamento morale-esortativo.
Abate cistercense e riformatore monastico, Gioacchino da Fiore è l'apocalittico che più ha influito su tendenze e movimenti profetici e millenaristici dell'Occidente medievale e moderno. In questa biografia, le posizioni teologico-politiche di Gioacchino sono decifrate sullo sfondo del prolungato conflitto che oppose il Papato all'Impero al tempo di Federico Barbarossa e di Enrico VI, di Costanza d'Altavilla e di Innocenzo III. Un periodo drammatico per la Chiesa romana che, nella fase convulsa della caduta di Gerusalemme (1187) e del tramonto del Regno normanno di Sicilia, appare incerta e divisa sulla linea da tenere nei confronti dell'Islam, dell'Impero e degli eretici catari e valdesi.
"Le cento e dieci divine considerazioni" è l'opera più rappresentativa e importante per conoscere la teologia e la spiritualità del XVI secolo. Lo spirito tollerante, l'originalità del pensiero, la capacità di comunicazione e di introspezione dell'animo e il fascino personale fecero l'immensa fortuna del Riformatore.
Nell'ambito del ricchissimo epistolario di san Bernardo, il piccolo corpus di quattro lettere indirizzate ai monaci di Saint-Bertin consente di penetrare, attraverso la semplicità di una scrittura insieme autorevole e confidenziale, in quello che è il cuore della carità vissuta nel quotidiano, propria dell'esperienza cistercense. Il cammino alla santità è, in queste pagine, esperienza vera, che passa attraverso bisogni concreti, amicizia, servizio reciproco, coscienza condivisa del proprio destino. Un'esperienza possibile, vivibile da tutti gli uomini perché vissuta da uomini, e per questo proponibile oggi con la stessa forza e con la stessa tensione amorosa di Bernardo
Il genere di questo volume è intermedio fra le susseguose Teologie del Nuovo Testamento destinate all’ambito accademico e le più accattivanti produzioni saggistiche impastate di attenzione all’attualità. In altri termini, le pagine scritte da Romano Penna guardano sì indietro alle lontane origini del cristianesimo, però non con l’interesse dell’archeologo, ma piuttosto tenendo palesemente conto della sensibilità culturale di oggi, nel tentativo di rispondere a una domanda sempre latente e intrigante: se Gesù Cristo si ripresentasse oggi, dopo 2000 anni, si riconoscerebbe ancora in coloro che sostengono di essere i fedeli custodi della sua persona e del suo messaggio?
Romano Penna, nato a Castiglione Tinella (Cuneo) nel 1937, del presbiterio di Alba, è ordinario di Nuovo Testamento presso la Pontificia Università Lateranense. È autore di numerose pubblicazioni a carattere esegetico, tra cui presso le edizioni Paideia, Lo Spirito di Cristo (1976), Il “Mysterion” paolino (1978); presso le Edizioni Dehoniane, Lettera agli Efesini (1988), L’ambiente storico-culturale delle origini cristiane (19913); presso le edizioni Borla, Letture evangeliche (1989) e, infine, presso le Edizioni San Paolo, L’Apostolo Paolo. Studi di esegesi e teologia (1991), Paolo di Tarso. Un cristianesimo possibile (20003), Una fede per vivere (1992), I ritratti originali di Gesù il Cristo, 2 voll. (20013-20032), Vangelo e inculturazione (2001).
Per tutti coloro che sono interessati ad accedere alle fonti della spiritualità cristiana e ad entrare "in dialogo" Con un grande maestro, questa edizione economica presenta il testo integrale del Cantico spirituale. L'opera viene ampiamente introdotta con notizie biografiche sull'autore, ma specialmente con una attenta guida alla lettura del testo. Nel Cantico spirituale Giovanni della Croce si esprime anzitutto in un intenso componimento poetico: in esso, sul modello del Cantico dei Cantici, il rapporto tra l'anima e Dio è descritto come la vicenda di due innamorati. Ciascuna strofa del cantico poetico viene poi spiegata dallo stesso autore, che così riesce a unire, in una stessa opera, il linguaggio simbolico ed evocativo della poesia e quello espositivo e chiarificatore della dottrina. Il risultato fa di questo testo fondamentale una delle opere di riferimento della tradizione spirituale cristiana di tutti i tempi.