
L'inno "Dulcis Iesu memoria" gode ancora di una certa notorietà, nonostante ci sia pervenuto in una versione molto ridotta e modificata rispetto al testo originale. Il carattere poetico del testo nulla toglie alla chiarezza del messaggio, anzi lo rende più affascinante e tale da toccare le fibre più intime del cuore.
Nell’aspirazione ad un pieno appagamento sta la meta di ogni umana ricerca, dell’uomo contemporaneo come dell’uomo medievale, perché è inscritto nella nostra condizione di creature finite (pro statu isto) che non vi sia pienezza di vita se non nell’infinito. Concetto iconico capace di de-finire Dio senza com-prenderlo totalmente, l’infinito costituisce per Giovanni Duns Scoto la cifra più adeguata che l’uomo viatore può utilizzare senza racchiudere la propria origine nello spazio angusto degli enti finiti e nel contempo senza mortificare l’umana intelligenza e volontà che aspirano all’oltre che non passa inappagati da ciò che passa. Esso è come un focus imaginarius eccentrico rispetto alla nostra capacità cognitiva, verso cui tutto converge, il cosmo creato così come quello anche solo immaginabile dalla mente di Dio, ed è, non accidentalmente, gratuita libertà sorgiva, la sola in grado di salvaguardare veramente anche il prodigio della libertà umana e la fragile contingenza del creato. Attraverso l’esposizione dottrinale di Duns Scoto, per la prima volta nel pensiero occidentale l’infinito acquista con estrema chiarezza un risalto centrale: i saggi che compongono il presente volume ne tratteggiano alcuni aspetti sul versante della ricerca filosofica e teologica, in occasione del settimo centenario della morte del Dottore Sottile
Antologia di testi dei Padri della Chiesa, che hanno come tema il Padre Nostro, cuore della preghiera e dell'etica cristiana. Il Padre Nostro ha fatto parte, fin dalle origini, della catechesi dei primi secoli. La presente antologia permette al cristiano d'oggi di ritrovare il fervore e la freschezza delle fonti. Sia Tertulliano sia Gregoriuo di Nissa spiegano chiaramente che il Pater e il compendio di tutto il Vangelo". "
Il trattato "De civtilitate morum puerilium" fu pubblicato per la prima volta da Erasmo a Basilea nel marzo del 1530. Quest'opera, che costituisce la base della pedagogia dell'Europa moderna fino al XIX secolo, è pressocché ignota in Italia. Presentando qui il testo latino, criticamente fondato, con note esplicative e traduzione italiana a fronte, il De civilitate appare inserito nel quadro del programma pedagogico di Erasmo e nell'evoluzione della società borghese dell'Europa fra Quattro- e Cinquecento. "Il Galateo dei ragazzi", di lettura facile e piacevole, costituisce un'essenziale introduzione al pensiero di colui che può essere considerato tra i massimi esponenti della cultura europea.
Fra le grandi correnti della spiritualità cristiana occupa un posto di rilievo quella che prende origine da san Francesco di Sales. È una spiritualità accessibile a tutti. È un lascito e un patrimonio per tutta la Chiesa. Si può applicare a qualunque stato di vita e in qualsivoglia situazione, perché insieme alla densità teologica è adorna di una grande semplicità e chiarezza, di un senso molto umano e realistico, di equilibrio e armonia: una spiritualità gioiosa e vivace da cui attinge la grande Famiglia Salesiana. Questo volume ne presenta gli aspetti più rilevanti.
Una tra le opere più lette,citate e commentate della cultura occidentale.
Non è un'autobiografia, non è un trattato filosofico, non è da interpretare come pura teologia o sola mistica: eppure, dopo la Bibbia, "Le confessioni" di Agostino sono il libro più letto, commentato, amato e odiato dal V secolo ai giorni nostri. Secondo le più avanzate ipotesi degli studiosi, "Le confessioni" possono essere considerate una magistrale sceneggiatura nella quale si potrà leggere il percorso di un "Bildungsroman", intercalato da grandiose digressioni. Il commento di Maria Bettetini, pubblicato per l'edizione della "Biblioteca della Pléiade" e qui rivisitato, offre al lettore alcune chiavi storiche e culturali per comprendere pienamente il testo, proposto nella classica traduzione di Carlo Carena. Con la cronologia della vita e delle opere e la bibliografia essenziale.
""Christianus sum!" respondit" (Tertulliano, De corona 1,2). "Sono cristiano!" è l’energica dichiarazione di identità che, in maniera diretta o indiretta, l’imputato faceva risuonare davanti al tribunale di turno, consegnando improrogabilmente se stesso con questa affermazione nelle mani dei propri aguzzini. Com’è noto, i primi tre secoli dell’era cristiana sono fortemente connotati dall’esperienza del martirio. Ma in che cosa consiste l’originalità dell’essere cristiano confessato dai martiri? Quale esperienza di Cristo ha vissuto la schiera di coloro che affrontavano l’estrema prova come un dono, con la gioia nel cuore, il volto pieno di luce, il passo affrettato verso il Signore che li attendeva?
Attraverso una ricerca rigorosa e accurata sulle fonti (Nuovo Testamento, Padri apostolici, Atti e Passioni dei martiri), l’autrice mette in luce questa particolare esperienza della Chiesa primitiva soprattutto sotto la prospettiva cristologica. I risultati acquisiti riguardano la teologia e la spiritualità del martirio cristiano: quest’ultimo si rivela infatti carisma, vocazione a vivere un rapporto particolare d’amore che il Signore Gesù dona ad alcuni suoi discepoli. Il martire, icona del Cristo crocifisso, incontra sul suo calvario il Signore Gesù in maniera del tutto eccezionale e perfetta, nella pienezza della carità, nel godimento eterno dell’amore sponsale.
Note sull’autore
Mirella Susini, dopo la laurea in lingue e letterature straniere moderne, ambito di germanistica, presso l'Università La Sapienza (1992), ha conseguito il magistero in scienze religiose e il baccalaureato in teologia al Pontificio Ateneo Antonianum.

