
Un testo sul pensiero filosofico e teologico di Giovanni Duns Scoto. Giovanni Duns Scoto (1265-1308), noto con l'appellativo di Dottore Sottile e Dottore Mariano, è uno dei massimi pensatori del Medioevo. Un maestro che ha saputo unire la profonda riflessione intellettuale ai problemi più concreti dell'esistenza. La sua dottrina filosofico-teologica riguardante la persona e il corpo umano, l'infinito di Dio e la cristologia, la figura di Maria e la morale, è ancora oggi di grande attualità.
passione vista non come un singolo episodio della vita di cristo ma come la sintesi che continuamente richiama l incarnazione. L accuratissima traduzione rende la lettura di questo difficile testo, assai suggestiva.
Queste Omelie sono l'espressione di un'autentica esperienza di Dio vissuta nel pieno servizio ai fratelli.
Fonte preziosa per la storia della concezione e della liturgia battesimale ad Antiochia, una delle sedi piu illustri della Chiesa orientale, alla fine del IV secolo.
L'opera si inserisce nella lotta per la difesa del culto delle immagini sacre nell'impero d'Oriente. I tre discorsi furono scritti intorno al 730.
La straordinaria avventura in Terra Santa di Egeria, giornalista ante litteram delola fine del IV secolo, un giornale di viaggio" documentatissimo e di ampio respiro. "
nel de resurrectione, l autore rivendica alla carne, quale compagna inseparabile dell anima, il diritto di partecipare con essa alla salvezza eterna, mettendo in evidenza il legame tra la negazione di questo e lo gnosticismo.
Il fascino di queste vite e dovuto alla grandezza dei personaggi ritratti, alla forma letteraria e all'entusiasmo di Girolamo.
Il trattato "La preghiera" viene classificato tra le "opere pratiche" di Origene. Volta a sgombrare il campo dagli attacchi di coloro che nutrivano forti dubbi circa l'utilità e l'efficacia della preghiera, mostra i benefici e i vantaggi derivanti del quotidiano colloquio con Dio. Le motivazioni per la necessità della preghiera sono, a detta di Origene, fondamentalmente tre: Gesù stesso invita gli uomini a pregare; Egli si fa garante dell'esaudimento; l'esempio di molti santi. La seconda parte della trattazione contiene un excursus di carattere filologico sulle petizioni contenute nel Pater, nelle due diverse redazioni di Matteo e di Luca.
Che vale il mondo rispetto alla vita? E che vale la vita se non per essere data? E perché tormentarsi quando è così semplice obbedire? Cosa è l'amore? E cosa c'entra con il sacrificio? E può un miracolo intervenire nel dramma della vita? Sono queste le grandi e attualissime questioni che in modo vivo e intenso Paul Claudel tratta in questo testo teatrale, il suo capolavoro. Violaine, la ragazza bella e felice, Pietro di Craon, il genio costruttore e doloroso, Anna Vercors, il padre saggio e lontano: questi e altri personaggi si scolpiscono nella memoria del lettore in un'opera piena di forza e di poesia.
Scrittore cristiano della tarda antichità, noto soprattutto per essere discepolo e biografo di san Severino, Eugippio è anche l'autore di una Regola monastica, della quale fino alla metà del XX secolo esistevano solo notizie indirette. Si tratta di un testo di grande importanza nell'ambito della letteratura monastica prebenedettina, tipico esempio di quel genere letterario "a compilazione" che aveva lo scopo specifico di trasmettere la tradizione e con essa formare intere comunità di asceti, nella cornice carismatica di un'interpretazione dinamica della vita evangelica. Le fonti di Eugippio - la Regola del Maestro, Basilio, Agostino, Pacomio, Girolamo - sono ricombinate secondo un criterio che fa emergere una chiara preferenza per la vita cenobitica, mentre il contenuto si articola intorno a tre grandi coordinate teologiche: la prima comunità cristiana come modello della comunità monastica, l' "abate" inteso come doetor-maestro e il fondamento della carità come "vincolo di perfezione". Un'opera di particolare importanza per gli studi patristici e per la storia della spiritualità, finalmente pubblicata in prima edizione italiana assoluta.
Vescovo di una piccola città della Bizacena durante la dura dominazione del re vandalico filo-ariano Unerico, Vigilio fu tra i partecipanti alla drammatica conferenza di Cartagine convocata nel febbraio 484, che metteva a confronto cattolici e ariani. Proprio da questo contesto nasce l'opera principale attribuita a Vigilio, il Dialogus contra Arianos, Sabellianos et Photinianos, in tre libri, in cui il dialogo tra un cattolico e tre esponenti eretici - anche se l'interesse principale dell'autore è soprattutto in chiave antiariana - ha lo scopo di confutare un'eresia per mezzo dell'altra. Facendo riferimento a una tradizione consolidata e prendendo a modello in modo particolare La fede di Ambrogio, Vigilio scrive un'opera caratterizzata da una grande moderazione di toni nei confronti degli interlocutori, destinata a istruire un pubblico di buona preparazione teologica sulle verità di fede, convincendolo da un lato della coerenza del cattolicesimo con le Scritture, dall'altro della sua ragionevolezza, diversamente dalle contraddittorietà delle tesi degli awersari.