
La Nota, esaminando fondamenti, motivazioni, soggetti e strutture della pastorale sanitaria, presenta delle linee operative che possono essere un punto di riferimento per il servizio della chiesa in questo ambito pastorale.
Nota pastorale della Commissione Ecclesiale "Giustizia e Pace" della CEI pubblicata nel 1991. È una proposta offerta ai cristiani e a ogni uomo di buona volontà per una revisione di mentalità e di comportamento all'interno di una società che, smarrendo il senso delle norme che la devono guidare, compromette la giustizia e la pace. Auspica un deciso recupero della moralità e della legalità, con il diverso contributo delle componenti sociali, civili, politiche e religiose, e soprattutto mediante una più convinta e decisa educazione delle coscienze di tutti.
Il documento è stato pubblicato dall'Ufficio Nazionale di Pastorale Scolastica della CEI attorno al 1980. Si rivolge a tutti gli operatori scolastici, in particolare a quelli eletti nei consigli di classe, circoli didattici e d'istituto, ai genitori e agli studenti. Suggerisce degli orientamenti sui criteri, i modi, i mezzi e anche i limiti in cui una corretta educazione sessuale può essere proposta all'interno della scuola, nel rispetto dei ritmi di crescita dell'alunno e delle responsabilità educative delle famiglie.
Pubblicato dalla CEI nel 1993, il documento vuole essere soprattutto un nuovo punto di riferimento per precisare che cos'è il ministero diaconale, sia nella sua identità teologica, spirituale e pastorale, sia nel suo servizio in comunione con il vescovo e con gli altri ministri impegnati nell'unica missione della chiesa.
Il documento inizia con un rapido sguardo ai mutamenti sopravvenuti negli ambiti che hanno potuto influenzare più da vicino la qualità della vita fraterna e le sue modalità di attuazione nelle varie comunità religiose. Alla luce di queste nuove situazioni offre alcuni criteri di discernimento, in vista di un autentico rinnovamento evangelico. La comunità religiosa viene presentata come dono di Dio che vuole comunicare la sua vita di comunione, come luogo dove si diventa fratelli e come luogo e soggetto della missione.
In occasione dell'Anno Internazionale della Famiglia la Congregazione per la dottrina della fede delinea alcuni principi pastorali circa la ricezione della comunione eucaristica da parte di fedeli divorziati risposati.
Questa "Nota" della Conferenza Episcopale Italiana sottolinea il valore della penitenza per il nostro tempo. Il digiuno e l'astinenza - insieme alla preghiera, all'elemosina e alle altre opere di carità - appartengono da sempre alla vita e alla prassi penitenziale della Chiesa. E rispondono al bisogno permanente del cristiano di conversione al regno di Dio, di richiesta di perdono per i peccati, di implorazione dell'aiuto divino, di rendimento di grazie e di lode al Padre. Ma perché il digiuno e l'astinenza rientrino nel vero significato della prassi penitenziale della Chiesa devono avere un'anima autenticamente religiosa, anzi cristiana. E' qui riproposto il significato del digiuno e dell'astinenza secondo l'esempio e l'insegnamento di Gesù e secondo l'esperienza spirituale della comunità cristiana.
Il presente documento si pone in continuità e coerente sviluppo del documento precedente, "Legalità, giustizia e moralità" (1993), individuando nell'opera educativa un impegno prioritario della Chiesa. Ed è un impegno reso oggi più urgente. Infatti, l'attuale contesto socio-politico è caratterizzato da una situazione di confusione e di transizione e da alcuni fenomeni ambigui e pericolosamente negativi; tra cui emergono, in particolare, l'estendersi del numero dei poveri e di forme nuove di povertà e di emarginazione accanto a quelle antiche, mai vinte; il rischio della privatizzazione della politica, con la concentrazione del potere in sempre più ristrette oligarchie e con la persistente esclusione e il misconoscimento dei diritti di chi non ha voce. A fronte di questi rischi emerge l'esigenza di superare i contrasti e la litigiosità delle forze sociali e politiche e di porre grande attenzione alle attese indilazionabili di tutta la società, specialmente delle fasce più deboli, per ridare ruolo allo Stato sociale come Stato dei cittadini e delle comunità.
La Nota pastorale, rivolta in modo particolare a quanti nella Chiesa sono posti al servizio della Parola, vuole esortare a prendere sempre più viva coscienza del compito di introdurre tutto il popolo di Dio alla ricchezza di verità e di vita della sacra Scrittura. Facendo riferimento alla fede e alla dottrina della Chiesa sulla Bibbia, la Nota si compone di tre parti: illustra come sia valorizzato nelle Chiese in Italia il tesoro della Sacra Scrittura (parte I); indica principi e criteri di incontro dei cristiani con essa (parte II); propone vie e metodi di retto uso e piena valorizzazione della Bibbia nella vita della Chiesa, in particolare nella catechesi e nella liturgia.

