
"La mia sofferenza di questi giorni: capire la gravità della crisi, vedere come uscirne con uno slancio di solidarietà maggiore... se il Signore vuole!" Luglio 2013. La crisi economica incalza Casa della carità, generando timori e incertezze negli ospiti, negli operatori, nei volontari. Don Virginio cerca una risposta alla disperazione che si diffonde. Chiama i collaboratori a un confronto serrato e li coinvolge in un progetto di cambiamento e di ripresa, che viene esteso alla partecipazione della cittadinanza. Inizia così l'avventura estiva in cui Casa della carità, oltre ai suoi frequentatori abituali - donne, bambini, anziani, uomini poveri tra i più poveri -, si aprirà a chiunque sia disponibile a un'esperienza comune di riflessione, anche nelle forme della convivialità e dell'intrattenimento teatrale e musicale. Un modo collettivo di dirsi "Regaliamoci speranza". Come contrappunto, nel silenzio della cappella, don Virginio registra il diario di quelle ore, in cui riversa preoccupazioni, ragionamenti e aspettative. Invoca e sfida con ostinazione la Provvidenza. Si scontra e si riconcilia con la propria fede, non smette di interrogarla. Il percorso interiore della sua personale avventura estiva è testimoniato senza reticenze e provoca la coscienza di chi oggi subisce le difficoltà, di chi le causa, o di chi, con la propria indifferenza, le lascia perdurare.
Il gesuita Isaac-Joseph Berruyer (1681- 1758) ci ha lasciato un’imponente produzione di parafrasi commentate della Sacra Scrittura che, se hanno ottenuto all’epoca un grande successo, sono state anche attaccate e condannate da Roma. Ricostruendo il dibattito suscitato dalle opere di questo esegeta “paradossale”, senza pretendere di esaurire la figura di Berruyer e della sua ricezione, questo studio si propone di affrontare la storia della sua censura e le modalità di costruzione della stessa.
"Coscienti che come chiesa dobbiamo educare con la parola e la testimonianza di vita alla prima beatitudine del Vangelo che è la povertà, come distacco della ricerca del superfluo, da ogni ambiguo compromesso o ingiusto privilegio, come servizio sino al dono di sé, come esperienza generosamente vissuta di solidarietà". Don Peppe Diana
Agende non scritte. Un titolo insolito per narrare l'esistenza di un giovane, Rosario Angelo Livatino, per il quale sembra sia stato detto tutto quello che si poteva dire. Eppure, quasi a smentire la sensazione di «sapere già come va a finire», questo libretto ci sorprende, a contatto con una vicenda così riservata, silenziosa, trasparente e pulita. I giorni di Rosario Livatino (1952-1990) scorrono tra le mani di chi legge, in maniera asciutta, essenziale, diretta. Con sensibilità, equilibrio e decoro. Mancano i toni enfatizzanti di certe agiografie. Non ci sono forzature, nulla che occorra dimostrare. Le parole - frasi, citazioni, pezzi di repertorio, stralci di giornale, testimonianze - calzano a puntino, al momento giusto. E raccontano l'evento, straordinario nella sua normalità, di un'esistenza abbracciata e custodita dal Divino: «Sub tutela Dei». Invito alla lettura di Madre Eleonora Francesca Alongi. Prefazione di Francesco Lucrezi. Postfazione di Pasquale Giustiniani.
Prefazione del card. Roger Etchegaray, (presidente emerito del Pontificio Consiglio Iustitia et Pax)
Questo volume tratta del rapporto che il padre dei “mutilatini” di guerra, don Gnocchi, aveva con i papi e i vescovi del suo tempo e in modo particolare con Papa Montini, suo grande amico e sostenitore dell’Opera.
L’autore insiste sul tema della carità, quella vera che non è elemosina né l’efficace intervento operativo nei diversi ambiti dell’emarginazione sociale. Ma piuttosto quella carità che caratterizzava don Gnocchi per il suo modo di essere e di operare con il cuore stesso di Dio che è essenzialmente tenerezza.
Il libro – ricco di citazioni dalle opere di Illich – si propone come un’opera di primo contatto con la figura e il pensiero di Illich, ma anche come un saggio critico di approfondimento, per la capacità di cogliere nessi e contatti tra l’opera del pensatore con quella di altri filosofi, teologi e politici, contemporanei e non.
- Nel settembre 2006 ricorrerà l’80° anniversario della nascita di Illich. Su di lui non esistono finora biografie complete o studi divulgativi. Le sue opere – pubblicate negli anni 70 e 80 da grandi editori come Mondadori – sono in corso di ripubblicazione presso l’editore Boroli.
Prefazione di Claudio Martini, presidente della Regione Toscana
Il libro presenta la biografia di Germana Sommaruga (1914-1945), fondatrice dell’Istituto secolare Missionarie degli Infermi “Cristo Speranza”. Il grande ispiratore di Germana Sommaruga è stato S. Camillo de Lellis: la Sommaruga opera perché lo stile camilliano di approccio alla sofferenza non si limiti ai bisogni fisici, ma si allarghi fino a comprendere l’animo umano, spesso più malato del corpo.
«Donna dalla personalità ricca e brillante, percorre con slancio la via della fiducia e dell’abbandono, sulla scia di santa Teresa di Gesù Bambino. Madre Maria Angelica sa scorgere la volontà di Dio nelle difficoltà dell’esistenza, nei doveri del proprio stato e della vita comunitaria, nella malattia e nelle sofferenze. Se il tratto di nobiltà e di finezza che la sua persona lascia trapelare può, per certi versi, apparire di ostacolo, si rivolge alle “sue figlie” e alle persone che si accostano alle grate del monastero con innata maternità ed estrema dolcezza» (dall’Introduzione).
Suor Maria Sabina dell’Eucaristia (Sabina Berneschi) è nata a Roma nel 1974. In possesso della maturità linguistica, ha conseguito il diploma di violino presso il Conservatorio «G. Rossini» di Pesaro e intrapreso la carriera concertistica nell’Orchestra Giovanile Italiana.
Nel 2000 è entrata nel Carmelo di Vetralla, dove, nel 2006, ha emesso la professione solenne. Attualmente svolge i servizi di maestra delle novizie e archivista; ha già pubblicato per le Edizioni Carmelitane una biografia documentata di M. Maria Angelica, Il canto della Speranza (Roma 2010).
Una biografia divulgativa del beato Tito. La figura del beato – carmelitano frisone, professore universitario a Nimega, strenuo difensore della dignità umana e dei diritti di Dio di fronte al nazismo – viene illustrata in senso cronologico fino al martirio di Dachau (26 luglio 1942).
«Sacerdote carmelitano, giornalista, professore di filosofia e di storia della mistica, interessato al dialogo ecumenico, ecclesiastico con importanti responsabilità… un lungo elenco che fa della biografia di p. Tito una delle più appassionanti del secolo XX». (dalla Introduzione di P. Fernando Millán Romeral, O. Carm. – Priore Generale)
Il vescovo carmelitano Donal Raymond Lamont fu un importante testimone di una stagione di conflitti razziali, che condussero a odiose e terribili sofferenze numerose popolazioni dell’Africa meridionale. A tale visione disumana e ingiusta, Lamont si oppose con la forza del Vangelo. Anche la sua partecipazione al Concilio Vaticano II fu assai significativa per il rinnovamento della visione missionaria della Chiesa. P. Fernando Millán Romeral, O.Carm., tratteggia il profilo di questo frate carmelitano divenuto primo vescovo di Umtali in Rhodesia del Sud, oggi chiamata Mutare nell’attuale Zimbabwe, mettendo in evidenza la sua sensibilità ecclesiale, l’impegno per la giustizia e la pace, la grande spiritualità.
L'autore, padre di sette figli, miscela con ironia il racconto di episodi quotidiani vissuti da una famiglia numerosa, insieme a riflessioni sulla società e la fede. Come scrive Costanza Miriano nella prefazione, «quello che conquista qui è un'umanità vera, che ti fa sentire fratello, sorella di questa coppia di sposi». «Tutto il libro è un intreccio di alto e basso che ti godi dalla prima all'ultima riga, perché non sai mai quando verrà l'idea folgorante che ti fa alzare in piedi ad applaudire» (Costanza Miriano).
Cosa passa nel cuore e nella mente di una madre quando si sente dire che il figlio che porta in grembo ha una malformazione incompatibile con la vita? Attraverso le pagine del suo diario, l'autrice ci fa rivivere quelle ore drammatiche, i tanti "perché" sorti in lei e nel marito. Inizio di un cammino, sostenuto da molte persone e dalla lettura di alcuni libri, per non essere sopraffatti dalla disperazione e riconoscere che quel figlio, come ogni figlio, chiedeva di essere accolto, amato e accompagnato verso il compimento della sua vita. Breve e significativa. Questo è il miracolo accaduto: Giacomo ha vissuto soltanto otto ore, ma ha segnato e cambiato la vita di tanti. Ha fatto sorgere domande, ha consolato, ha dato a tutti la speranza e la certezza che la vita vale. Sempre.