
Una storia destinata a far parlare di sé, quella di Luca Di Tolve, proprio come la canzone di Povia "Luca era gay". Una storia sofferta che ripercorre il lungo cammino alla ricerca di sé, dallo smarrimento della propria identità alla redenzione, fino alla rinascita a nuova vita. Vittima dell'abbandono da parte del padre quando è ancora un bambino, e del conseguente rapporto sbilanciato, ai limiti del morboso, con la madre, Luca si ritrova a mettere in discussione la sua identità e a intraprendere il cammino omosessuale. Eletto Mister Gay negli anni Novanta, Luca incomincia a scalare le vette del successo di un certo mondo omosessuale. Giovane, bello, richiesto a eventi mondani, feste e spettacoli, in breve vive ogni esperienza di trasgressione che in quel mondo si possa incontrare, tra sesso, lussuria, potere e gironi infernali. Dietro l'angolo, però, sta in agguato un nemico letale: l'aids, che senza pietà lo priva nel giro di pochi anni dei migliori amici. Finché arriva la sentenza fatale e tanto temuta: anche Luca ha contratto l'Hiv. A quel punto qualcosa si rompe nell'equilibrio artificiosamente costruito in tutti quegli anni, e Luca rientra in se stesso. Intraprende così un percorso di conversione, su base psicologica e religiosa, che lo aiuta a scoprire e a sanare le ferite di tanti anni prima, fino a riappropriarsi della sua identità sessuale. Un cammino faticoso, fatto di tanti dubbi e cadute, che lo porta fino a Medjugorje...
Tutta la storia dell'Oriente e dell'Occidente è punteggiata da forti personalità che hanno impresso al corso degli eventi un "cambio di rotta" e aperto nuove prospettive e soluzioni alla vita sociale e personale dell'umanità. Se vogliamo usare un termine entrato nel linguaggio comune grazie a Max Weber dovremmo parlare di "carismi" che egli ha mutuato dal cristianesimo primitivo e ha riformulato secondo la sua prospettiva e analisi della società. Anche il nostro tempo non manca di "carismi" che, in vario modo, rispondono alle sfide della "complessità" dell'epoca presente chiamata a far convivere individualità e socialità, libertà e autorità, dignità individuale e bene comune, frammentarietà e totalità. Un carisma, tra gli altri, adatto a queste sfide, è quello di Chiara Lubich, della quale il presente volume riporta le parole pronunciate in discorsi pubblici, in ambito civile ed ecclesiale, in varie occasioni e in diverse località geografiche, in un arco temporale che copre molti anni della sua attività. L'intento è quello di far conoscere a un vasto pubblico l'influsso che proprio tale carisma ha su questo tempo.
Il laicato cattolico vive tra la seconda metà dell'Ottocento e la prima del Novecento una stagione ricca e vivace, mentre l'ambito ecclesiale è animato da fermenti di rinnovamento. Richiamandosi a tale cornice questo saggio storico considera la figura di Chiara Lubich, donna laica, declinandola, sulla base di un ricco apparato documentario, alla luce della formazione ricevuta e del ruolo svolto in Azione Cattolica. Il focus si sposta poi agli albori del Movimento dei Focolari che, nato in piena temperie bellica, mostra tratti esperienziali e linee spirituali che disegnano sul piano personale e comunitario una fisionomia laicale spiccata e originale. Negli anni Cinquanta prendono forma i tratti dell'Opera di Maria, plasmati sul modello della giovane di Nazareth. Nel periodo che precede il Concilio Vaticano II Chiara Lubich si colloca tra coloro che nel contesto ecclesiale hanno a vario titolo aperto nuove prospettive di vita laicale.
Chiara Lubich ha attraversato buona parte del Novecento, e vissuto l'avvio del III Millennio, cogliendo i tratti distintivi di un cambiamento d'epoca ed intercettando con il suo messaggio centrato sull'unità le principali questioni che riguardano l'assetto e la direzione di marcia dell'era contemporanea. Per questo, una più matura comprensione della sua esperienza storica e del suo pensiero consentono oggi di rintracciare significative consonanze con altri protagonisti dell'epoca contemporanea, che spesso non si sono mai incontrati tra loro, ma dialogando per così dire a distanza, hanno aperto nuove prospettive e proposto nuovi sguardi per la vita personale e collettiva dell'umanità.
Una vita ricca quella di Marie-Christine e Pierre Lemarié per tradizione d'ambiente, per i rapporti di lavoro di lui, alto funzionario statale, per l'educazione raffinata di lei; una vita feconda anche per i cinque figli nati dal loro amore. Fily ne ripercorre la storia di coppia: progetti, aspirazioni alte, sete di infinito; e scontro con il quotidiano nel gestire il rapporto tra di loro, il compito come genitori, il lavoro, il ménage familiare. Nel loro percorso di vita, ad un certo punto, l'incontro con la spiritualità dell'unità di Chiara Lubich. Una rivoluzione: grandi orizzonti di luce, da tradurre nel quotidiano. Una storia capace di offrire preziosi spunti di riflessione.
Il racconto della vicenda di Chiara Luce Badano (29 ottobre 1971 7 ottobre 1990), la ragazza diciottenne proclamata beata nel settembre 2010, ha influenzato e influenza tanti giovani che, guardando a lei, prendono coraggio per affrontare i momento decisivi della loro vita.
Un affresco quotidiano e familiare di Chiara Lubich, dal racconto di suo fratello Gino.
Quando con il passare degli anni la debolezza del corpo si fa più evidente la Casa di riposo sembra essere l’unica soluzione... Una sorprendente alleanza tra generazioni.
«Non mi piace invecchiare, ma considerando l’alternativa…», dice Woody Allen in un’intervista. Oggi, in effetti, si vive di più e si vorrebbe vivere meglio; ma non sempre è così. Come nella storia di Gioia, nonna iperattiva che improvvisamente si trova a dover fare i conti con un corpo che non la segue più come desidererebbe. Una famiglia presente, con figli a loro modo affettuosi ma che talvolta non comprendono le esigenze e i desideri di chi è anziano. E quando la debolezza del corpo si fa più evidente, la casa di riposo sembra essere l’unica soluzione, la più normale, la più fisiologica; soluzione a cui Gioia, in modo delicato e originale, si oppone. Ne scaturisce una sorprendente alleanza tra generazioni da cui nascono nuove energie, nuove soluzioni, nuova voglia di vita Il saggio di Giantin evidenzia le criticità del soggetto anziano e indica possibili soluzioni assistenziali.
Un "raccontarsi", non filosofico e ancor meno narcisistico, bensì un "dono", che nasce da un profondo sentimento di gratitudine di cui l'autrice non fa mistero. Il racconto, pur declinato in chiave personale, va ben oltre il mondo interiore dell'autrice e coinvolge centinaia di persone che lei ha avuto l'avventura di incontrare, in un'area geograficoculturale sempre più vasta: Italia, Europa, Nord America... Alcune di queste conoscenze sono state determinanti per la sua vita al punto di imprimerle un "nuovo corso", come quella fondamentale con Chiara Lubich; per altre è stata lei a lasciare una traccia indelebile nel loro percorso esistenziale. Grazie a questi incontri, diventa protagonista e testimone, insieme ad altri, di un grande progetto spirituale, umano e sociale, ancorato nella spiritualità dell'unità. La matrice di questa avventura è certamente spirituale, ma nella realtà umana concreta è di fatto impossibile separare questa dimensione da quella culturale e sociale.
Ada Ungaro
Ottavo di dodici figli, cresciuto in una famiglia religiosa, Michele Costa avverte fin da giovanissimo la spinta a vivere interamente per Dio, desiderio questo che si concretizzerà nel 1961 con l'ordinazione sacerdotale. Negli anni Settanta, l'incontro con il Movimento dei Focolari rivoluziona la sua vita. Aderendo al carisma dell'unità, di cui il Movimento è espressione, don Michele acquista una nuova visione della Chiesa come Chiesa-comunione, disegno di unità, riflesso della vita trinitaria. È l'inizio di un nuovo capitolo nella sua storia personale e in quella della sua parrocchia: la comunità si apre alle povertà e urgenze sociali del territorio; entra in dialogo con fedeli di altre religioni o non credenti; rende viva l'assemblea liturgica e accresce la frequenza ai sacramenti. Roberto Bertucci, attraverso la testimonianza di quanti lo hanno conosciuto (familiari e amici, parrocchiani, persone aderenti al Movimento dei Focolari) ripercorre la storia luminosa della sua vita.
Carlo e Roberto: due giovani molto diversi uniti da una straordinaria amicizia e da una vita vissuta a cento all'ora, che scelgono la via del "farsi santi insieme". Nell'entusiasmo e nella freschezza dei loro vent'anni, la radicale profondità dell'amore evangelico si fa cammino esemplare che ha per meta - dalla cima di una montagna o dal letto di un ospedale - un gioioso "tuffo in Dio".