
Figura che qualcuno ha definito il "san Paolo" di don Giussani (ossia, colui che ha fatto uscire dall'Italia, per portarla nel mondo, l'idea e l'avventura di Comunione e Liberazione), don Francesco Ricci è figura di pastore dalle mille prospettive e dai mille volti di evangelizzatore. Amico di Giussani, ha sviluppato con energia le potenzialità del Movimento da lui fondato con una forza divulgatrice che ha superato i nostri confini, spingendosi fino ai Paesi dell'Est (quando ancora esisteva il muro di Berlino) e al Sudamerica. Uomo davvero "per tutte le stagioni", Ricci ha lasciato come eredità anche una ricchezza culturale che questa raccolta di omelie riconsegna in tutta la sua freschezza e capacità di profezia. Amico fraterno di Karol Wojtyla, incontrò anche il Bergoglio vescovo in Argentina: papa Francesco stesso, in un'udienza, ha confessato di aver conosciuto don Luigi Giussani e il Movimento attraverso il dono di un suo libro da parte di don Francesco Ricci. Di lui monsignor Castellucci testimonia, nella Prefazione a questo volume: «Don Francesco, "il primo e più grande compagno di cammino", come lo definì don Giussani all'indomani della sua morte, il 30 maggio 1991, era così: un uomo che travalicava i confini, detestava la piccolezza d'animo e di orizzonti». Introduzione di Erio Castellucci. Postfazione di Livio Corazza.
Il Passo della Vergine è una sperduta piana sui monti alle spalle di Tsuwano, una piccola cittadina nel Sud del Giappone. Fu in questo luogo che, in seguito alla ripresa delle persecuzioni anticristiane, tra il 1868 e il 1873, venne deportato un gruppo di fedeli provenienti da Urakami (Nagasaki) con l'intento di costringerli ad abiurare la fede. Questi semplici contadini, discendenti di sette generazioni di cristiani nascosti, resistettero per anni a supplizi quotidiani senza mai cedere, e in trentasette persero la vita per l'atrocità delle torture. Qui, in loro memoria, venne eretta una cappella e ogni anno si celebra il pellegrinaggio più popolare della Chiesa giapponese. Takashi Paolo Nagai, medico convertito al cattolicesimo e sopravvissuto al disastro atomico, dedicò le sue ultime energie alla stesura di questa storia di martirio, avvertendo uno stretto legame fra la propria vicenda e quella dei cristiani di Urakami, della cui testimonianza si sentiva profondamente debitore.
Questo libro racconta la storia di Gianluca Brusatore e, in particolare, del suo primo viaggio a Medjugorje, divenuto l'esperienza più incredibile della sua vita. Don Gianluca riflette sulle dinamiche della conversione e racconta gli ostacoli sulla strada, accompagnando il lettore in un cammino di approfondimento della propria vita spirituale. Partendo dal suo vissuto personale, l'autore riflette con parole semplici su questioni importanti come la vita eterna, il peccato, la bellezza della preghiera e le difficoltà che si incontrano nel perdonare e nel perdonarsi.
«Il 16 luglio 2023 monsignor Luigi Bettazzi ha abbracciato quel Dio in cui ha creduto anima e corpo, senza mai chiuderlo in chiesa, tra candele che si consumano e profumo d'incenso, ma facendolo camminare sulle strade polverose dei diritti, della giustizia, della pace. A un anno dalla sua morte proviamo a scriverne la biografia. Una sfida. Appassionato pastore d'anime, scrittore insonne, don Luigi ha collezionato incontri d'ogni genere e scritto migliaia di pagine. Nei capitoli che seguono offriamo il tanto che abbiamo scoperto da Treviso a Bologna, da Ivrea a Molfetta, sostando a lungo nel Castello di Albiano, sua ultima dimora, graffiata dal tempo e dunque dimessa, nonostante il nome altisonante». Così Alberto Chiara introduce alla lettura di questa biografia, che è una continua riscoperta non solo dell'uomo, sacerdote e pastore Luigi Bettazzi, ma anche delle sue relazioni, in un mondo che, a distanza di un anno dalla sua scomparsa, rivela la sua storia e le sue parole ancora più importanti e profetiche: l'impegno per una Chiesa attenta alla contemporaneità e per una pace che è continuamente offesa, fanno di Bettazzi una voce che, oggi soprattutto, non deve tacere ed essere dimenticata.
«Quando io conobbi Maria avevo quindici anni, e tutto ciò che mi ricordavo di Dio era che "Dio è l'Essere perfettissimo", come avevo imparato al Catechismo». Così comincia il suo racconto l'autore di questo libro, che coniuga i suoi ricordi della frequentazione con Maria Bolognesi con una riflessione profonda e unica sul tema della mistica e di ciò che le esperienze mistiche hanno significato nella vita della Bolognesi stessa. Ne viene una narrazione affascinante, a svelare e circoscrivere il mistero di una donna che soffrì in anima (per le incomprensioni su ciò che le accadeva) e corpo (per le sofferenze fisiche che la portarono alla morte) e che pure seppe resistere in quell'infanzia spirituale che la rende ancora oggi un unicum nella storia della spiritualità, non solo italiana. Il libro di Raffaele Talmelli ha anche un altro pregio: quello di unire -- caso più unico che raro -- nel racconto di una storia spirituale il punto di vista teologico e quello psicologico (l'autore è, infatti, studioso di psicopatologia): siamo così accompagnati da uno sguardo acuto, credente e scientifico verso la comprensione di una figura di donna semplice, ma illuminata da una luce particolare, che la rende affascinante e che davvero necessita di una riscoperta che non lascerà il lettore insoddisfatto.
Il 1° dicembre 1916 alcuni Tuareg, durante un saccheggio, attirano frère Charles de Foucauld fuori dal fortino in cui si trovava, s'impadroniscono di lui e lo legano saldamente. Ma la situazione precipita: è annunciato l'arrivo di militari in maniera inattesa. Tra i Tuareg è il panico: parte un colpo. Frère Charles rimane colpito. Finisce in questo modo (o, forse, inizia) una delle avventure spirituali più straordinarie del XX secolo: una storia di conversione, dialogo interreligioso, fraternità, testimonianza evangelica. Il "piccolo fratello universale- (così sarà ricordato) viene rievocato in questo libro intimo e intenso di Alessandro Deho' a partire dalla preghiera più famosa che ci ha lasciato, quell'atto di Abbandono che pure ha segnato un'epoca. Deho' riprende in mano la preghiera di frère Charles e, combinandola sapientemente con la sua stessa biografia, ce la restituisce facendocene gustare ogni parola come una bevanda da assaporare lentamente: un dono che difficilmente il lettore potrà dimenticare.
Il giovane Carlo Acutis, morto a soli 15 anni a causa di una leucemia fulminante, ha lasciato nel ricordo di chi l'ha conosciuto una profonda ammirazione per la sua breve ma intensa testimonianza di vita autenticamente cristiana. Recitava il Rosario e frequentava la Messa tutti i giorni, faceva anche l'Adorazione Eucaristica. Il giovane Carlo era infatti dotatissimo per tutto ciò che è legato al mondo dell'informatica, tanto che alcuni professori laureati in ingegneria informatica lo consideravano un piccolo genio. Era veramente un mistero, questo giovane fedele della diocesi di Milano, che prima di morire è stato capace di offrire le sue sofferenze per il Papa e per la Chiesa. Il 10 ottobre 2020, nella basilica di San Francesco ad Assisi, è stato proclamato beato. Durante il Concistoro ordinario pubblico presieduto, lunedì 1° luglio 2024, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Francesco ha stabilito che Carlo sarà elevato agli onori degli altari.
«La fede e la carità resero Pier Giorgio Frassati attivo e operoso nell'ambiente in cui visse, in famiglia e nella scuola, nell'università e nella società; lo trasformarono in gioioso ed entusiasta apostolo di Cristo, in appassionato seguace del suo messaggio e della sua carità. Il segreto del suo zelo apostolico e della sua santità è da ricercare nell'itinerario ascetico e spirituale da lui percorso; nella preghiera, nella perseverante adorazione, anche notturna, del Santissimo Sacramento, nella sua sete della parola di Dio, scrutata nei testi biblici; nella serena accettazione delle difficoltà della vita anche familiari; nella castità vissuta come disciplina ilare e senza compromessi; nella predilezione quotidiana per il silenzio e la "normalità" dell'esistenza». (Giovanni Paolo II).
Questo libro raccoglie gli ultimi scritti di monsignor Aldo Del Monte, già vescovo di Novara dal 1972 al 1990, per molti semplicemente padre Aldo. In questi fogli egli ci consegna la parabola dei suoi anni sereni trascorsi nel ritiro ospitale di San Salvatore a Massino Visconti (NO), luogo straordinario per clima salubre, bellezza paesaggistica e storia, generosamente accolto dalla famiglia Enoc. Si tratta, come lui stesso scrive, di un inno di ringraziamento al Signore e alle persone che con squisita carità hanno desiderato accompagnarlo fino a che, indossati i colori dell'aurora, il Signore fosse giunto a visitare la sua sera. È una grazia potersi affacciare, attraverso le pagine scritte da monsignor Del Monte, a questo stupendo riepilogo delle opere e dei giorni del suo lungo viaggio esistenziale, «illuminato dal fuoco del roveto ardente, e attratto dalla nostalgia di tutta la verità». Le sue parole mostrano in concreto che la gloria di Dio è l'uomo vivente, e che la visio Dei è proprio la vita dell'uomo al quale è dato fin d'ora di immergersi nel fulgore di Dio e trasmetterne il gusto e la bellezza ai fratelli in umanità.
Emma è una giovane ragazza, la sua storia prende il via su un aereo di ritorno dal Brasile. Torna a vivere in Italia dopo quattro anni vissuti lontano. Questi anni se li ricorda come i migliori della sua vita. La vita in Italia è molto diversa, nelle abitudini, nelle amicizie e a scuola. Prova in tutti i modi ad assomigliare alle adolescenti italiane e nascondere il suo passato in Brasile, ma con scarsi risultati. I professori sono severi: se prendi brutti voti, a loro non importa e pensano che sia tu il problema. Dopo alcuni mesi, Emma cade in una sorta di depressione. Nessuno se ne accorge. Non lo vuole dire a nessuno, tanto meno ai suoi genitori. Non vuole farli preoccupare e pensa che loro tanto non possano farci nulla, non possono tornare in Brasile. E così comincia a chiudersi in sé stessa e a non essere più l'Emma allegra, serena e felice di qualche tempo prima. Sente il bisogno di avere qualcosa sotto controllo, dal momento che nulla sembra dipendere da lei: né i trasferimenti né la perdita di amicizie a lei care. Decide quindi di controllare il proprio peso, è la cosa più facile da fare in quel momento. Va avanti così per due anni, finché i genitori si rendono conto che la situazione è diventata grave e che la figlia soffre di anoressia nervosa. Inizia così un percorso doloroso fatto di ricoveri, dottori, psicoterapia, mezze verità, rifiuti, pelle e ossa. Fino al ricovero in una comunità a Bologna. La rinascita non è facile ma Emma ora ci crede, torna ad avere interessi, a socializzare, a ridere, a voler passare tempo con la sua famiglia. Torna a vivere. A sentire i sapori, a guardare il cibo come nutrimento, come piacere, e non come un nemico. Ha lottato per quattro lunghi anni con questa malattia infernale, ora può dire di esserne uscita, e in queste pagine racconta, a mo' di diario, con il contributo della famiglia, degli amici e dei medici che l'hanno seguita, come è tornata ad amarsi, a sconfiggere un mostro che la stava divorando. Perché lei non era, e non è, la sua malattia.
Nato nel 1932 nel Bronx, un quartiere periferico di New York, Mons. Hilary C. Franco racconta, in questo volume dal sapore profondamente autobiografico, la sua intensa esperienza pastorale negli Stati Uniti agli inizi degli anni Sessanta, ripercorrendo le tappe più importanti della sua vita, interamente spesa al servizio della Chiesa, lungo il pontificato di ben sei Papi: l'esperienza nel profondo Sud, il suo lavoro a Roma durante il Concilio Vaticano II, il tempo trascorso nelle missioni diplomatiche a Washington DC e alle Nazioni Unite. Monsignor Franco condivide i ricordi di alcune delle personalità più affascinanti che ha conosciuto nel corso degli anni. Presidenti degli Stati Uniti, Capi di Stato stranieri e santi come Padre Pio e Madre Teresa di Calcutta. Dal Bronx si ritrovò a lavorare con le figure più autorevoli e influenti della Chiesa cattolica. Frequentò da giovane il più importante Seminario di Roma, divenendo, di lì a poco, assistente speciale dell'arcivescovo Fulton J. Sheen, di cui è in corso la Causa di Beatificazione.
Questa è la storia di un cattolico cresciuto nella piccola città di Signa, in provincia di Firenze. Figlio di un commerciante di pollame e di una contadina, primo di cinque fratelli, diventò un protagonista della vita economica, imprenditoriale e politica del distretto industriale della lana più importante d'Italia: la vicina Prato. Laureatosi in Scienze Politiche alla Facoltà "Cesare Alfieri" di Firenze, si iscrisse giovanissimo all'Azione Cattolica e alla Democrazia Cristiana. Sindacalista della CISL, diventò un manager nell'ambito dei trasporti e fu chiamato, come proposto, alla guida della Misericordia di Prato. Nominato alla presidenza della Cassa di Risparmi e Depositi di Prato dal 1971 al 1986, contribuì in modo decisivo allo sviluppo economico e alla modernizzazione delle industrie pratesi. Tutta la sua esperienza di vita e professionale ha avuto come presupposto il bene della comunità, senza mai tradire la sua ispirazione ideale, anche come banchiere, cristiana e democratica.