
Ilaria Nava firma questo agile volume dedicato al grande Gino Bartali, campione nello sport ma soprattutto nella vita. Un personaggio, un episodio, una virtù: I buoni maestri è una serie di dieci volumi pensata per raccontare la vita, il pensiero e l'opera di uomini e donne capaci di ispirare le nostre vite sulla strada verso il bene.
Ilaria Nava firma questo agile volume dedicato a Malala Yousafzai, Premio Nobel per la Pace. « Non mi importa di dovermi sedere sul pavimento a scuola. Tutto ciò che voglio è istruzione. E non ho paura di nessuno». Malala Un personaggio, un episodio, una virtù: I buoni maestri è una serie di dieci volumi pensata per raccontare la vita, il pensiero e l'opera di uomini e donne capaci di ispirare le nostre vite sulla strada verso il bene.
Andrea Sarto firma questo agile volume dedicato al giudice Rosario Livatino, brutalmente assassinato dalla mafia. Un personaggio, un episodio, una virtù: I buoni maestri è una serie di dieci volumi pensata per raccontare la vita, il pensiero e l'opera di uomini e donne capaci di ispirare le nostre vite sulla strada verso il bene.
Annachiara Valle firma questo agile volume dedicato a una figura storica della politica e del cristianesimo italiano, Giorgio La Pira. Un personaggio, un episodio, una virtù: I buoni maestri è una serie di dieci volumi pensata per raccontare la vita, il pensiero e l'opera di uomini e donne capaci di ispirare le nostre vite sulla strada verso il bene.
Questo libro racconta la figura del Servo di Dio padre Candido Amantini da una prospettiva che lo introduce a pieno titolo tra le grandi figure della spiritualità contemporanea: un sacerdote che ha fatto della misericordia il Leitmotiv della sua vita e del suo ministero. Il suo confessionale e la sagrestia nella quale riceveva per gli esorcismi sono stati per tantissimi anni una specie di porto per le anime. Tanti erano quelli che andavano, che assiduamente lo frequentavano. Padre Candido era sempre lì. Di quella sua amabile delicatezza, di quell’umiltà semplicissima, di quella straordinaria fiducia nell’infinita misericordia di Dio sono testimoni quanti lo conobbero in vita. Come dice nella Prefazione madre Annamaria Valli, «il pregio assoluto di queste pagine sta nell’aiutare il lettore a situare in modo corretto il problema della lotta con il male, che si insidia nella persona e la deturpa in maniera impressionante, e dell’aiuto per conseguire la vittoria che vi porta la Chiesa, in genere attraverso il ministero pastorale di alcuni suoi sacerdoti». WW
Il 5 febbraio 2006 don Andrea Santoro era raccolto in preghiera nella sua chiesa a Trabzon, in Turchia, quando un uomo, alle spalle, gli puntò una pistola sparandogli due colpi. Come era finito in quel luogo uno stimato parroco romano? Cosa aveva spinto un sacerdote preparato e amato dalla sua gente a trasferirsi in Anatolia per svolgere un ministero di frontiera? Quale messaggio voleva dare o cosa intendeva costruire? A tutte queste e ad altre domande risponde il presente volume, che racconta la storia di don Andrea avvalendosi per la prima volta del carteggio personale, delle fonti pastorali, del diario privato, della preziosa testimonianza dei familiari e di coloro che gli sono stati vicino. Per tanti aspetti, come ben evidenzia l'autore, quella di don Andrea è la storia di un uomo e di un sacerdote alle prese con una personalità ricca, ma a tratti insoddisfatta, che dopo un lungo itinerario, geografico e interiore, incontra il Dio inerme, quel Dio che, come Gesù a Nazareth, vive accanto a ciascuno degli uomini prima di svelare la sua presenza. Di questo Dio don Andrea ha voluto essere testimone fino al dono della sua vita.
Christian fu un giovane come molti altri; Christian fu unico nel suo genere. Tra queste due frasi sta l’esistenza di un ragazzo precoce, che fin da adolescente fu poeta dell’amore (divino e umano) e che volle coltivare la propria vocazione di musicista, percepita come dono per sé e per gli altri; la vita di un ragazzo di oggi che, per realizzare il suo sogno, mise in atto passione e rigore in ogni istante della propria vita, consumata ancora giovanissima, ma capace di lasciare un segno straordinario in chiunque abbia incontrato lui o la sua eredità (oggi testimoniata e portata avanti dalla Fondazione e presso il liceo classico e musicale, voluti dai suoi genitori): siano essi stati gli amici e la fidanzata, ma anche personalità della musica e della chiesa, come Mina, Red Canzian, padre Spadaro, Sua Eminenza monsignor Ravasi; fino alla testimonianza misteriosa della mistica Natura Evolo.
L’affascinante e commovente parabola di Christian è qui raccontata lungo tredici capitolina attraverso una serie di testimonianze di chi gli è stato accanto nelle varie fasi della sua vita. Le persone più disparate, di età, paesi, formazione completamente diversi, intervistate per realizzare questo libro, hanno tutte sottolineato la sua ricchezza umana e di fede, da cui spicca la capacità di cercare costantemente il contatto con l’anima altrui. Una capacità che la sua morte non ha sconfitto; un dono che appartiene a ogni giovane che voglia mettersi in cammino per non dare per scontata la propria anima e il suo destino.
In questo testo, che raccoglie una serie di interventi e di interviste del presidente della Fondazione don Tonino Bello, la figura del pastore col grembiule si arricchisce di un capitolo ulteriore: quello della memoria e della consapevolezza che, a distanza di 25 anni dalla sua scomparsa, egli resta urodeli ultimi profeti della nostra terra italiana e non solo.
Mentre Riccardo si tormenta per la precarietà del suo lavoro, che non gli consente di sposare la donna con cui ha una relazione da quasi dieci anni, di acquistare una casa,
una macchina... un ambiguo personaggio fa leva sulla sua ingenuità e inesperienza e gli prospetta la possibilità di dare una svolta alla sua vita. Grazie a questo “aiuto”, vive per due anni l’illusione di aver realizzato il sogno di costruirsi una famiglia. Diventa anche papà.
L’investimento però si rivela una truffa. Quando Riccardo capisce di essere caduto nella mani di un usuraio, è
troppo tardi e teme di non avere via di scampo. Ma nel momento più buio, quando farla nita gli sembra l’unica
via percorribile, accade qualcosa di inaspettato: l’incontro con un’associazione che esiste, su tutto il territorio italiano, proprio per aiutare persone schiave come lui. L’inizio di un cammino di liberazione.
"Non mi ero reso conto, prima di conoscere Giovanna, di quanta umanità, dolcezza e profonda civiltà ci fossero in un'attività di assistenza ai malati terminali e alle loro famiglie. Ne comprendevo l'importanza certo, ma non la carica di rivoluzionaria solidarietà. Un dono di affetto autentico, forse perché svincolato da una visione funzionale e materiale della vita. Un dono che può sembrare addirittura inutile, perché non c'è speranza. Invece, nel rispetto della dignità della persona, esalta i sentimenti, i legami familiari e d'amicizia. Dà senso a un'intera vita, favorisce la trasmissione di valori e sentimenti. Ridimensiona la paura della morte, ormai esorcizzata ed estrapolata in una società che stenta a ritenerla un fatto naturale, che non l'accetta, non la guarda, non pensa che vi si debba preparare. Giovanna me lo aveva fatto capire con il suo esempio quotidiano, il suo pensiero costantemente rivolto alle persone che soffrono e non debbono essere lasciate mai sole, vittime di un egoismo contemporaneo che riduce tutto a una dimensione individuale." (dalla prefazione di Ferruccio de Bortoli)
In un passaggio cruciale della storia della Chiesa e dell'Italia, nel pieno del processo di unificazione, due giovani cattolici danno vita a un'associazione di laici che diventerà l'Azione Cattolica. Il senso di tale impresa è rivolto, insieme alla difesa della Chiesa, alla formazione spirituale e culturale delle persone, unita a un coraggioso impegno sociale e civile, volto a rilanciare il ministero del Papa e la sua missione universale. Protagonista della vicenda è Giovanni Acquaderni, fondatore con Mario Fani della Società della Gioventù Cattolica: cresciuti nel clima dell'intransigenza, essi sanno guardare avanti, impostando un nuovo rapporto con la modernità. Acquaderni, accanto al contributo decisivo dato alla guida dell'Opera dei Congressi, è fondatore e animatore di molte iniziative, dal Credito romagnolo all'Avvenire d'Italia. Egli diventa così punto di riferimento per una lunga stagione che vede l'avvio della presenza organizzata del laicato cattolico, impegnato a "fare gli italiani", con un decisivo contributo per quella "educazione popolare- capace di tradursi in servizio ecclesiale e politico. Un altro volto del Risorgimento che si proietta nella storia italiana fino ai giorni nostri, secondo quanto il Concilio Vaticano II ha disegnato per la natura della Chiesa e la missione del laicato.
«Tu sei Nedo Fiano, sei ebreo. Vieni con me senza parlare e senza tentare la fuga». È il 6 febbraio 1944 quando un ragazzino di 18 anni, terrorizzato dalla canna di una pistola premuta sul fianco, sente pronunciare queste parole da un poliziotto in borghese. Quel giorno per Fiano ha inizio una discesa agli inferi che lo porterà prima nel carcere fiorentino delle Murate, poi nel Campo di Fossoli e infine ad Auschwitz. In poco più di un anno, Nedo assiste allo sterminio della propria famiglia: il fratello Enzo con la moglie Lilia e il figlio Sergio, Nella, l'amata madre, e infine Olderigo, suo padre, consumato dalle privazioni e dal lavoro forzato nel Lager. Nedo, però, sopravvive. Non solo perché conosce il tedesco, ma perché, nonostante le atrocità e le sofferenze, è capace di aggrapparsi alla vita con tutte le sue forze e mantenere accesa la luce della speranza. In tempo bui come quelli attuali, in cui il ricordo dell'orrore del fascismo e del nazismo sembra affievolirsi, A5405 è una testimonianza preziosa, un contributo indispensabile affinché «il filo della memoria resti saldo nella storia del mondo per gli uomini che verranno».