
Ildegarda di Bingen è vissuta in Germania nel XII secolo. È chiamata la Sibilla del Reno e la profetessa teutonica già da quando era in vita per le sue doti particolari: profetessa, teologa, letterata, musicista, botanica, erborista... L’elenco delle opere scritte da Ildegarda è lungo e variegato: scrisse diversi trattati di filosofia, teologia, morale, agiografia, scienza, medicina, cosmologia; compose liriche, e musica che oggi si va riscoprendo e intrattenne un fitto scambio epistolare con numerosi alte personalità di tutta Europa. Attingeva le sue straordinarie conoscenze a una ricchissima cultura infusa. Scrisse sempre in latino, e non lo aveva mai studiato.
Il ruolo di Ildegarda, che fondò monasteri e fu missionaria predicatrice, con i suoi consigli e con i suoi severi e rigorosi ammonimenti, indicò la via, anche agli uomini di Chiesa, sciogliendo anche i dubbi di chi vacillava. Interpellava le alte personalità della stessa Chiesa e dell’Impero ricordando i loro compiti, le loro responsabilità davanti a Dio, prima ancora che davanti agli uomini. Veniva interpellata anche per tenere prediche contro le eresie del tempo. Si conservano dei documenti, per es. il Vescovo di Chartres, 1120-1180 parla di Ildegarda in una lettera del 1167 e fa allusione alla grande fiducia che ha nei suoi confronti papa Eugenio III (1153).
Nel 1979, in occasione dell’VIII centenario della morte di questa santa tedesca, i vescovi della Germania indirizzarono a Giovanni Paolo II e alla Curia romana che le venisse conferito il titolo di Dottore della Chiesa. Oggi divenuto realtà grazie all’interesse di Benedetto XVI.
Autrice
Cristina Siccardi, nata a Torino nel 1966, è sposata e ha due figli. Laureata in lettere con indirizzo storico, è specializzata in biografie. Ha scritto per La Stampa, La Gazzetta del Piemonte, il nostro tempo, Avvenire, L’Osservatore Romano e collabora con diverse riviste culturali e religiose, fra cui il Timone. È membro delle Accademie Paestum, Costantiniana, Ferdinandea, Archeologica italiana. Fra le sue numerose opere, circa quaranta: Giulia dei poveri e dei re. La straordinaria vita della marchesa di Barolo (1998); Madre Teresa. Tutto iniziò nella mia terra (2010); Nello specchio del Cardinale John Henry Newman (2010). Con Paoline ha pubblicato: Elena. La regina mai dimenticata (20022); Giovanna di Savoia. Dagli splendori della reggia alle amarezze dell’esilio (2002); Mafalda di Savoia. Dalla reggia al lager di Buchenwald (2007); Paolo VI. Il papa della luce (2008). Dal suo studio dedicato alla principessa Mafalda è stata tratta la fiction per Canale 5 Mafalda di Savoia. Il coraggio di una principessa, prodotta da Angelo Rizzoli e diretta dal regista Maurizio Zaccaro.
Suor Maria Plautilla ha condotto una vita semplicissima,in due tempi:il primo,di vent’anni, si svolse a Roata Chiusani in provincia di Cuneo e il secondo, di quattordici anni, nella Congregazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità di san Luigi Orione.Questi due periodi sono accomunati da un unico atteggiamento:la ricerca del volto di Cristo,in mezzo alle angustie della vita. Ciò che è stato veramente grande in lei – se l’eco n’è rimasta fino a oggi – è l’atmosfera interiore che colorì di divino la monotonia insignificante del suo lavoro.
Ha operato tra le corsie del Piccolo Cottolengo, servendo gli ammalati in ginocchio, con quella stessa devozione riservata all’eucaristia e si è donata totalmente ai poveri. La sua vita non ha narrato fatti o fenomeni straordinari sotto il profilo ascetico e mistico; è stata piuttosto una testimonianza quotidiana di totale offerta di sé per il bene degli altri, in circostanze difficili, che andavano ben oltre un livello ordinario di impegno nel proprio lavoro. «È morta contenta», hanno detto di lei, «perché non ha
mai detto di no, né a Dio né agli uomini» In poco più di un decennio riuscì a realizzare il tipo di religiosa sognata da don
Orione, vivendo in modo straordinario gli impegni di suora infermiera, affinando e perfezionando quelle innate doti di umiltà, di carità, di bontà e di pietà che già le erano state riconosciute da ragazza al paese nativo.
Punti forti
Una biografia su una grande figura di suora, devota ed eroica, che aiuta a riflettere sulla vita consacrata. La ricostruzione dell’ambiente in cui suor Maria Plautilla è vissuta, specie quello del Piccolo Cottolengo Genovese.
La precisione della ricostruzione storica, grazie all’archivio Don Orione di Roma.
Destinatari
Per chi è vicino al mondo della Congregazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità.
Per chi ama don Orione.
Per chi ha una certa sensibilità verso i poveri e gli ammalati.
Autore Aurelio Fusi è un sacerdote della congregazione di don Orione. Ha conseguito i gradi accademici in Teologia presso le Pontificie Università Lateranense e Gregoriana. Alla ricerca scientifica ha unito l’insegnamento presso l’Istituto Teologico della medesima famiglia. Mentre era parroco a Voghera ha insegnato al SIT, Scuola Interdiocesana di Teologia diAlessandria.È attualmente impegnato come segretario generale e procuratore della congregazione. Con Paoline ha pubblicato: Vogliamo vedere Gesù. Storie di sequela nei Vangeli (2009).
David Maria Turoldo (Coderno [Friuli] 22 novembre 1916 Milano, 6 febbraio 1992) fu predicatore, liturgista, poeta, iniziatore di attività editoriali, scrittore prolifico, polemista, religioso esemplare ma controverso, resistente e molto altro ancora. Provare a riassumerne la complessa personalità, i molteplici e talvolta contradditori interessi, le straordinarie aperture e le repentine chiusure in un unico volume appare un’impresa affascinante, ma complessa. Molti furono, infatti, le avventure umane, politiche e culturali cui il servita prese parte. Dalla giovanile adesione alla Resistenza al sodalizio con «L’Uomo», fino alla stagione del convento di San Carlo e della Corsia dei Servi, un’esperienza nella quale Turoldo si reinventò promotore di progetti editoriali e organizzatore culturale.Anche dopo l’esilio da Milano,Turoldo continuò instancabilmente la sua azione, attraverso la frequentazione della Firenze di La Pira, l’epopea di Sotto il Monte, l’assidua presenza su periodici e quotidiani nazionali, l’inesausta campagna per la pace e contro il ricorso alla guerra, portata avanti sino al 1991, nell’imminenza della morte, in occasione della prima crisi del Golfo.
Gli anni 1955-1964 della vita di Turoldo, tra l’allontanamento da Milano e l’approdo a Sotto il Monte non hanno, in generale, riscosso una grande attenzione da parte degli osservatori. In questo saggio essi, e soprattutto il soggiorno fiorentino, diventano invece particolarmente importanti nel determinare l’apertura diTuroldo alle tematiche internazionali.
Il volume presenta la testimonianza di vita di padre Marcello Signoretti, ormai per tutti Abba Marcello, per aprire una finestra sul mondo missionario, sulle tante testimonianze di figure che, nel silenzio, si dedicano pienamente ai più poveri e abbandonati.
Ordinato sacerdote all’età di cinquantotto anni – aveva esercitato la professione di ragioniere – e, dopo una vita di sacrificio, di impegno e di fede, sta tuttora dedicando la vita all’Etiopia, in particolare nella regione del Wolayta e nella città di Soddo.
Possiamo così scoprire non solo quanto egli stesso ha operato e sta operando, ma anche l’impegno delle associazioni di volontariato e la vita dei volontari laici.Tra questi conosciamo Attilio e Marian, del Cvm, per tanti anni con i tre figli in Etiopia, e ancora Gianluca e Laura, della Perigeo; Enzo, che dedica alla moglie, scomparsa, il suo impegno per l’Africa; e il grande mondo dell’artigianato, che realizza una Scuola dei Mestieri, inviando a rotazione in Etiopia meccanici, carrozzieri, falegnami e fabbri che formano i giovani del luogo.
Testimonianze di vita, nella convinzione che togliere un po’ del silenzio che le avvolge può aiutare a rafforzare il circuito di solidarietà che anima il tanto impegno.
Punti forti
Forte testimonianza di un sacerdote missionario italiano, tuttora vivente, in Etiopia. Presentazione di associazioni di volontariato laiche e di quanto operano in Africa.
Anno del volontariato.
Destinatari
Chi ama leggere testimonianze e conoscere realtà di servizio agli ultimi.
Educatori, operatori di pastorale e catechisti, missionari laici e religiosi.
Autore Vincenzo Varagona, nato a Lecco nel 1960, è giornalista dal 1982. Collabora dal 1980 con Avvenire. Dal 1987 opera nel Tgr Rai, Marche. Ha realizzato reportage nei Balcani in guerra (Croazia 1993, Kossovo 2001), in Medioriente (2006) e in Africa (1995, 2004, 2009). Nel 2010 la Fondazione Green Accord gli assegna a Pistoia il Premio giornalistico «Sentinella del creato». Ha pubblicato Pollicino nel bosco dei media. Come educare i bambini a un uso corretto dei mezzi di comunicazione (Paoline, 2007); ha curato la pubblicazione di Rai, una per tutti (Edizioni Sigim, 2005) e 50 anni di Ucsi (Edizioni Ucsi, 2010).
Con rigore storico viene tracciata la biografia di Madre Elena Aiello (1895-1961), Fondatrice della Suore Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo.
Fin da bambina manifesta il desiderio di farsi religiosa, ma le vicende della Prima Guerra Mondiale fanno ritardare questo evento. Dopo gli eventi bellici entra dapprima nell’Istituto delle Suore del Preziosissimo Sangue, che però presto deve lasciare a motivo delle gravi malattie che l’hanno colpita. Ritornata in famiglia, si aggrava ulteriormente, ma è guarita miracolosamente per intercessione di santa Rita.
Dopo l’incontro con Luigina Mazza fonda a Cosenza una nuova Opera il cui scopo è: «Onorare la Passione del Signore e soccorrere spiritualmente e concretamente, gli umili, i poveri e in modo particolare l’infanzia bisognosa».
Le giovani che si uniscono a tale Opera divengono religiose, chiamate «Minime» per l’affinità spirituale che le avvicina a san Francesco di Paola, modello e patrono principale della nuova famiglia religiosa. L’Istituto si espande in Italia e all’estero.
La vita Madre Elena Aiello è caratterizzata dalla suo unione alla Passione di Gesù, dalle stimmate e da fenomeni mistici. Morta in concetto di santità, sarà beatificata il 14 settembre 2011.
«Esprimo la gioia immensa della Chiesa cosentina che vedrà una sua figlia elevata all’onore degli altari, lei che ha saputo mostrare la fecondità della sofferenza e il senso pieno della Croce abbracciata per amore. il suo carisma, che prosegue grazie alle suore Minime della passione,
è quanto mai attuale...».
(Monsignor Nunnari, vescovo di Cosenza-Bisignano)
Destinatari
Religiose/i, educatori, operatori di pastorale e catechisti.
Chi ama leggere agiografie.
Autori
Giuliana amodio, religiosa delle Suore Minime della Passione di N.S.G.C, già autrice della prima biografia Infaticabile nella carità. Ha studiato presso l’Universiità Cattolica di Milano.
Punti Forti
Il 14 settembre 2011 si celebra la beatificazione di Madre Elena Aiello. Come Fondatrice di un Istituto religioso femminile può interessare particolarmente alle religiose e agli educatori.
Molto conosciuta e venerata soprattutto in Calabria
Il testo narra il breve arco di vita di Jean-Joseph Lataste (Cadillac-sur-Garonne [Francia] 1832 1869), che da giovane impiegato delle Imposte, dopo ponderata riflessione, entra nell’Ordine dei Frati Predicatori. Divenuto frate domenicano della provincia di Francia, viene destinato come missionario presso le carceri di Cadillac. Lì, durante la sua esperienza missionaria, fonderà l’ordine delle Domenicane di Betania.
Il libro, infatti, racconta come tutta la vicenda umana e spirituale di Padre Lataste lo prepara all’incontro con le detenute del carcere di Cadillac. Incontro che cambierà la vita di quattrocento donne detenute e cambierà anche la vita del predicatore, che diventa testimone delle meraviglie che Dio compie nella loro vita. Ha predicato dentro il carcere un Dio che non giudica, che non guarda al passato, un Dio che non chiede le credenziali, ma che ama e perdona. Loro, le detenute, escluse dalla vita sociale e dalla vita della Chiesa chiedono a padre Lataste di poter dare interamente la loro vita a questo Amore. Questo libro è il racconto di un’avventura iniziata in un luogo di disperazione trasformato in luogo di speranza perché quattrocento donne hanno osato credere che questo amore era possibile anche per loro.
Punti forti
Queste pagine racchiudono il racconto della breve e intensa vita di P. Lataste. Il genio e l’audacia della sua predicazione in carcere sovvertono i canoni della predicazione di quel tempo.
Una vita giocata su Dio e sulla predicazione dell’amore Dio e della speranza sempre possibile.
Destinatari
Semplice e intensa questa biografia, può interessare un vasto pubblico.
Autore Jean-Marie Gueullette, domenicano, è teologo all’Università cattolica di Lione. I suoi lavori sulla storia della spiritualità e su padre Lataste lo hanno portato ad approfondire la questione dell’influsso di Maître Eckhart in Francia nel secolo XVII. Ha pubblicato molte opere con Cerf, fra cui Lascia Dio essere Dio in te (2002).
Questo libro-intervista introduce nel cuore delle civiltà africane, in particolare della fascia sub-sahariana, attraverso un lungo colloquio con un personaggio camerunense di antiche e nobili tradizioni: Martin Nkafu Nkemnkia, uno dei capi del popolo dei Bangwa, tra le tribù più importanti nella parte centrale del Camerun. Tra i primi Focolarini africani di Chiara Lubich, oggi è docente di filosofia e di teologia presso prestigiose Università Pontificie e scrittore. Come filosofo e teologo, è cultore del pensiero africano e delle molteplici tradizioni culturali e religiose della sua terra. In queste pagine, Martin Nkafu Nkemnkia parla di sé, della sua numerosa famiglia, della sua identità di cristiano nel complesso contesto culturale della sua terra d'origine. Parla di un popolo, il suo, che ha accolto il Vangelo. È in seno al suo popolo, infatti, che i Focolarini iniziarono la loro avventura nell'Africa sub-sahariana. Ed è proprio a Fontem, dove Nkafu è nato, che quando ancora era un ragazzo conobbe Chiara Lubich, che vi si era recata in occasione dell'inaugurazione della nascente cittadella, la prima del movimento in Africa. Un incontro decisivo per il suo futuro. Con Nkafu-Martin si compie un viaggio ideale in terra d'Africa, nella sua realtà, nelle sue tradizioni culturali, nella molteplicità delle identità indigene, delle forme della spiritualità, del senso religioso della vita, delle ritualità, dei miti delle origini, delle culture, dell'arte.
Il testo è una biografia, avvincente ed accessibile a tutti, di una figura poco conosciuta in Italia: il sacerdote francese Gian Maria de La Mennais (1780-1860). Questi è stato un riferimento importante nella Chiesa di Francia dell’Ottocento, sia per la sua opera che per il suo pensiero. Egli si è inserito nel filone ecclesiale della ricostruzione dei fondamenti cristiani, culturali e civili della società francese, che erano stati spazzati via dalle idee dell’Illuminismo e dalla Rivoluzione del 1789, periodo storico ben illustrato nel testo.
La biografia ripercorre la sua vocazione nei difficilissimi tempi di persecuzione post-rivoluzionaria e presenta la sua ampia e diversificata opera, orientata a una riorganizzazione della Chiesa, attraverso una pastorale rinnovata (missioni popolari, formazione dei sacerdoti, sostegno alle vocazioni), ma soprattutto attraverso un’attenzione privilegiata verso i bambini e le bambine delle classi popolari: per offrire ad essi una solida istruzione ed educazione cristiana fondò due Congregazioni, i Fratelli dell’Istruzione Cristiana e le Figlie della Provvidenza.
La sua opera di evangelizzazione popolare e missionaria si diffuse così tanto che la sua congregazione fu scelta dal ministro francese per l’educazione cristiana anche degli schiavi delle Colonie francesi ad appena venti anni dalla fondazione.
Gian Maria, dopo aver rifiutato per ben diciassette volte la nomina vescovile, morì in concetto di santità.
"La Chiesa può indicare Gian Maria de la Mennais come un grande apostolo dei tempi nuovi, dei nostri giorni, della nostra società, per costruire, attraverso l’umile e quotidiana opera
educativa cristiana, una società fondata sui valori della fede."
(L’Autore)
Destinatari
Educatori, insegnanti, catechisti dei ragazzi e dei giovani. Scuole cattoliche. Appassionati di biografie.
Autore
Fratel Dino de Carolis è un fratello dell’Istruzione Cristiana, congregazione fondata da Gian Maria de La Mennais. Laureato in scienze della formazione e in teologia, opera da anni sia nell’insegnamento sia nell’animazione dei movimenti giovanili. Nella sua attività culturale e pastorale presenta figure che possano offrire testimonianze credibili di santità nell’età giovanile. In questa ottica ha scritto vari profili biografici: Santa Maria Goretti, una santità nel quotidiano (Paoline 20103), Maria Goretti, santa dei nostri giorni (San Paolo 2008), Antonietta Meo, la sapienza dei piccoli del Vangelo (Paoline 20082), Piccola storia di Antonietta Meo (Gribaudi 2010), Così è un giovane cristiano, Gino Pistoni (Ave 2007); Voglio svegliare l’aurora. Riflessioni sulla vita religiosa (EDB 2006)
Padre Ernesto Balducci pronunciava le sue omelie domenicali nell’antica Badia Fiesolana, alle porte di Firenze. Qui vi era stato confinato per le sue idee troppo progressiste. Le omelie vanno dagli anni Settanta fino alla Pasqua del 1992; furono raccolte e pubblicate in dieci volumi.
A vent’anni dalla morte del prete toscano, una delle figure più libere e originali nella Chiesa italiana, l’Autore scrive questo libro con il segreto desiderio che altri uomini e altre donne possano accostarsi alla meditazione balducciana e suscitare nuove nuove speranze di futuro.
Il testo narra come nascevano quelle omelie, quali ne erano il linguaggio, le caratteristiche e i temi essenziali o più ricorrenti. Per Balducci era necessario «coniugare una vita pienamente immersa nei problemi del tempo e la fede nella Parola che non passa».
Egli era convinto che la parola di Gesù di Nazaret, se opportunamente liberata dai rivestimenti religiosi e da appropriazioni di vario tipo, può ancora essere accolta come qualcosa di inedito, capace di svegliare dal sonno le coscienze per amare la giustizia e «stabilire il diritto», prima di tutto a favore della liberazione degli scartati della terra.
Destinatari
Chi cerca la novità del Vangelo, al di là di sovrastrutture culturali. Sacerdoti in cura pastorale. Laici impegnati.
Autori
Rosario Giuè, laureato in Scienze politiche all’Università statale di Palermo, dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Ha pubblicato diversi libri, tra gli ultimi, Osare la speranza. La teologia della liberazione dall’America Latina al Sud d’Italia (1997), Per una Chiesa di strada (2005), La Chiesa in Italia nel solco della storia. Il rapporto Chiesa- mondo e l’inculturazione (2000); per le Edizioni Paoline, Il costo della memoria. Don Peppe Diana. Il prete ucciso dalla camorra(2007)
Il volume presenta la biografia di Shahbaz Bhatti, ministro per le Minoranze del Pakistan, assassinato il 2 marzo 2011, per aver lottato per la libertà religiosa, il dialogo tra cristiani e musulmani, per la giustizia, per l’uguaglianza di tutti i popoli e per la pace.
Come ministro, prese misure a sostegno delle minoranze religiose, tra cui una campagna per promuovere il dialogo interreligioso, la proposta di una legislazione per vietare discorsi di incitamento all’odio e proponendo di assegnare seggi in parlamento per le minoranze religiose.
Il testo è ricco di testimonianze dirette, di persone che l’hanno conosciuto da vicino: Roberto Pietrolucci e, soprattutto il fratello Paul Bhatti che, medico in Italia, accettò di sostituirlo – dopo l’assassinio – nel ruolo di ministro delle Minoranze in Pakistan.
Il suo «testamento spirituale» ci fa immergere nella profonda fede di Bhatti. Mette in risalto la grandezza e, al tempo stesso, la limpidezza della sua figura, con una forza che solo i martiri riescono a trasmettere:
«Io dico che, finché avrò vita, fino al mio ultimo respiro, continuerò a servire Gesù e questa povera, sofferente umanità, i cristiani, i bisognosi, i poveri. Credo che i cristiani del mondo, che hanno teso le mani ai musulmani colpiti dalla tragedia del terremoto del 2005, abbiano costruito dei ponti di solidarietà, d’amore, di comprensione, di cooperazione e di tolleranza tra le due religioni...Voglio servire l’umanità sofferente e delle minoranze e diffondere un messaggio di speranza alle perso- ne che vivono nella delusione e nella disperazione».
Destinatari
Chi è impegnato socialmente e politicamente per la giustizia, la pace, il dialogo tra cristiani e musulmani e il dialogo interreligioso in genere.
Operatori di pastorale e catechisti.
Chi ama leggere testimonianze attuali di persone che danno la vita per un ideale.
Autori
Zuccolini Roberto, giornalista del Corriere della Sera, vive e lavora a Roma. Dopo essersi occupato, dagli anni Ottanta, di tematiche come l’immigrazione, il mondo cattolico, gli esteri, attualmente è capo servizio del settore politico. Le questioni relative alla coabitazione interetnica e interreligiosa, con particolare riferimento alle minoranze cristiane, nonché la storia e le società dei Paesi africani, sono al centro dei suoi interessi personali.
Pietrolucci Roberto, funzionario del ministero dell’Interno, sposato con due figli, vive a Roma. Sin da giovane fa parte della Comunità di Sant’Egidio. Dal 2000, quando la Comunità inizia la sua presenza in Pakistan, si occupa della formazione dei giovani, dei progetti di aiuto umanitario e di dialogo interreligioso. Nell’ambito di questo impegno è nata la collaborazione e l’amicizia con Shahbaz Bhatti.
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Questo libro racconta la vita di Gino Filippini (1939-2008), cooperante dell'ONG Servizio Volontario Internazionale (SVI) di Brescia. In Africa dal 1967 ha dedicato 40 anni della sua vita al continente nero, gli ultimi 15 trascorsi a Korogocho, il quartiere discarica di Nairobi, dove ha collaborato fianco a fianco con Alex Zanotelli. Gino era una persona non facile, rigorosa, stimolante, critica. Aveva un modo di essere persona giusta prima per gli altri che per sé.
È sostanzialmente una analisi della spiritualità di mons. Cataldo Naro, il grande arcivescovo di Monreale, morto nel 2006, che è stato anche presidente della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali.
Dopo aver chiarito il concetto di spiritualità in genere,intesa soprattutto come“vocazione alla santità”, l’autore, arcivescovo di Catanzaro-Squillace, passa a trattare la spiritualità specifica di mons. Naro, facendone emergere, in brevi capitoletti, le dimensioni: • ecclesiocentrica; • pneumatica e cristica; • missionaria; • martirologica.
Il testo si conclude con la sottolineatura, suggerita dal titolo di una raccolta di testi di mons. Naro, che non siamo “Mai soli”, perché il processo di santificazione dell’uomo è un cammino comunitario, che «nessuno può compiere da solo, perché tutti necessitano del sostegno della Chiesa». E per questo è un cammino fatto nella gioia, nell’amicizia, nel sostegno fraterno.
«Dire “vocazione” significa dire che “Dio chiama” e “l’uomo risponde”; comporta l’idea che l’uomo possa vivere un rapporto di amicizia e di comunione con Dio e quindi sperimentare la sua particolare vicenda come illuminata e condotta da Dio».
«La contemplazione è l’incontro di due ricerche, di due desideri. La ricerca dell’uomo che, consapevole del proprio bisogno di salvezza, si mette alla ricerca del suo Salvatore, e il desiderio di Cristo, che vuole essere trovato dalla sua creatura smarrita a causa del peccato».
Chi vive questa esperienza spirituale, lasciandosi «guardare dal Cristo», «giunge a vederlo, a riconoscerlo nella fede».
«Cataldo Naro... uomo, intellettuale, prete e poi vescovo, più che incarnato nella realtà del nostro tempo e profondamente attento ai suoi cambiamenti e ai suoi ritardi, capace, questo sì, di situarsi fra la terra e il cielo, come appunto ai veri credenti è richiesto» (P. Lorizio).
Destinatari
Vasto pubblico, purché sensibile al discorso spirituale. Gruppi di impegno sociale e politico come Libera, i gruppi che si rifanno a don Puglisi, gruppi antimafia e no-pizzo; e gruppi ecclesiali impegnati concretamente nella Chiesa di Sicilia – e altrove! – per la giustizia e che si sforzano di conciliare fede e attività civile.
Autore
Vincenzo Bertolone (1946), della Congregazione dei Missionari Servi dei Poveri, è attualmente arcivescovo della diocesi di Catanzaro-Squillace. Ordinato sacerdote, ha ottenuto successivamente la laurea in Pedagogia all’università di Palermo e il dottorato in Diritto Canonico all’Angelicum. È autore di molte pubblicazioni in ambito agiografico e di spiritualità. Il suo programma: da attuare «prima in me, poi nei sacerdoti, poi nel popolo e tra le istituzioni».