
Matteo Ricci è una delle personalità occidentali più note in Cina. Arrivato nel 1582, vi rimase per quasi trent'anni svolgendovi un ruolo decisivo nella diffusione non solo del cristianesimo ma anche della cultura e della scienza europea. Avvalendosi delle fonti sia occidentali sia cinesi, Po-chia Hsia racconta la vicenda di questo leggendario gesuita, seguendolo dall'infanzia nella nativa Macerata agli anni della formazione nella Roma dei papi, dal soggiorno nell'India portoghese fino all'approdo in Cina, dove grazie alle sue conoscenze di cartografia, matematica e astronomia, e al prestigio acquisito, fu ricevuto alla corte imperiale dei Ming e fu il primo occidentale a poter entrare nella Città Proibita.
Questo libro racconta la storia dimenticata di due donne rivoluzionarie, Katherine Evans e Sarah Cheevers, quacchere inglesi che intorno alla metà del Seicento furono imprigionate dall'Inquisizione a Malta e che dopo più di tre anni fecero ritorno in Inghilterra toccando l'Italia, la Spagna e il Marocco. Predicatrici, profetesse, visionarie, indomite viaggiatrici eretiche, mentecatte e streghe per i cattolici le due donne affidano alla scrittura il racconto delle loro avventure per mare e sofferenze in carcere, in un testo a quattro mani che è insieme resoconto di viaggio e di prigionia, autobiografia spirituale, epistolario, profezia, visione. Il testo, tradotto per la prima volta in italiano, oltre ad essere un esempio di letteratura radicale femminile dell'Inghilterra rivoluzionaria, è un documento illuminante sui rapporti tra protestanti e cattolici e sulle pratiche dell'Inquisizione romana che, al tempo stesso, offre un movimentato quadro del Mediterraneo cosmopolita del XVII secolo, popolato da ebrei, portoghesi, "mori", turchi, inglesi e olandesi. Un quadro delineato attraverso la prospettiva eccentrica e marginale di due eccezionali scrittrici.
Lanza del Vasto (1901-1981) fu l'unico discepolo occidentale di Gandhi, il quale lo chiamo Shantidas (servitore di pace). Egli tornò dall'India con l'impegno di ispirare tutta la propria vita ala nonviolenza di cui divenne uno degli esponenti più autorevoli sia attraverso la fondazione delle Comunità dell'Arca, sia grazie alla scrittura di libri che furono tradotti e ristampati in varie lingue, sia con la realizzazione di azioni nonviolente esemplari. Alla sua originale attività e al suo pensiero un gruppo di studiosi dedica da anni una particolare attenzione, i risultati delle loro più recenti ricerche e dei loro incontri di studio sono raccolti in questo libro che mostra la capacità di Lanza del Vasto di "disoccidentalizzarsi" e di porre il cristianesimo in dialogo con le altre religioni in nome della nonviolenza.
Seguendo un'ispirazione del cuore, Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, ha coinvolto persone di tutte le età, di culture e religioni diverse nella sua rivoluzione d'amore. Età di lettura: da 6 anni.
Descrizione
Questo libro ripercorre la vicenda di questo straordinario personaggio, Franz Jägerstätter, né colto né politicizzato, che è riuscito a resistere all’ideologia nazista ed alla fortissima pressione dell’ambiente in cui viveva, per compiere il gesto puro dell’obiezione di coscienza contro il male e la violenza, incarnati dall’ideologia nazionalsocialista.
Le circa 120 lettere, raccolte in questo volume con un ampio apparato di note, coprono gli anni dal 1940 al 1943 e mostrano, attraverso le vicende della vita quotidiana, il maturare della riflessione di Franz e il formarsi della convinzione dell’inconciliabilità tra l’essere cristiano e il far parte del progetto di morte hitleriano. Da esse emerge in modo incontestabile l’amorevole sollecitudine delle giovane Franziska (che compie il 3 marzo 2013 i cento anni) nei confronti del marito, non- ché l’accettazione incondizionata della scelta di Franz. Soltanto nel 2007 la Chiesa cattolica lo ha dichiarato beato e i vescovi austriaci lo hanno riconosciuto “martire della coscienza” e “testimone del discorso della montagna”.
I curatori
GIAMPIERO GIRARDI, sociologo e storico, e LUCIA TO- GNI, linguista e traduttrice, hanno contribuito in maniera determinante a far conoscere la figura di Franz Jäger- stätter in Italia. A loro cura sono usciti negli ultimi anni i volumi Franz Jägerstätter. Un contadino contro Hitler (la biografia dell’eroe) e Scrivo con le mani legate. Lettere dal carcere e altri scritti dell’obiettore-contadino che si oppose ad Adolf Hitler (con tutti gli scritti).
Il volume è dedicato alla figura del prete Antonio Palladino (1881-1926) parroco e fondatore della Congregazione delle Suore Domenicane del Santissimo Sacramento - e alla sua inedita modalità di vivere il sacerdozio, all'interno del contesto della Chiesa di Cerignola, in provincia di Foggia, agli inizi del Novecento. Si trattava, allora, di un mondo ecclesiale legato ad una azione pastorale formale e fortemente dominata da una tradizionale - ma già ormai vetusta - ritualità, all'interno della quale, nella maggior parte dei casi, il clero appariva lontano dai fedeli, insensibile alle emergenze sociali, legato alla difesa delle personali prerogative e ad interessi di parte, dove il vantaggio del proprio ministero spesso coincideva con quello della propria famiglia. In quella realtà dei rioni di Cerignola più abbandonati, abitati da braccianti e povera gente, e dai nomi tristemente suggestivi (Senza Cristo, Pozzocarozza, Cittadella), don Palladino fu attento esecutore dei principi ispirati dal più recente magistero sociale di Leone XIII. Egli, infatti, promosse il superamento del tradizionale senso di indifferenza verso il contemporaneo processo di centralizzazione romana e rappresentò la risposta ecclesiale agli attacchi anticlericali di matrice socialista e liberale. La sua fu una metodologia pastorale che da una innovativa concezione della parrocchia fu in grado di dimostrare quale fosse il significato dell'impegno 'nuovo' che attendeva, nel Novecento, i cattolici 'fuori di Sagrestia'.
La vita di padre Pino Puglisi è una storia semplice, ordinaria, povera di fatti e di avvenimenti, così come" povero" è anche il suo martirio. [...] La su generosa e paziente azione pastorale consisteva nell'annunciare la misericordia di Dio, seminando nelle straziate terre del Sud il bene contagioso della speranza. Nel quartiere Brancaccio di Palermo, negli ultimi tre anni, si dedica al recupero degli adolescenti afferrati dalla morsa della criminalità mafiosa, per educarli a una legalità illuminata dalla fede, testimoniando fino al sangue il suo amore a Cristo.
Il nome samurai deriva dal verbo "saburau", letteralmente "colui che serve". Questo significato è ciò che subito ci ha sorpreso e ci ha fatto venire in mente, per associazione, numerose analogie tra il samurai e 3P. Il libro non racconta la storia dei samurai. Racconta una storia di dedizione, di passione e di saggezza, oltre che d’amore e di bellezza, di un sacerdote: Padre Pino Puglisi, affettuosamente 3P che possiamo definire "samurai di Dio". Guardando le cose con la serenità che viene dalla distanza emotiva, si comprendono gli eventi in modo nuovo, e se ne individuano sfumature e sfaccettature. Gli autori, attraverso quest’opera, tratta dalla loro esperienza e filtrata dai ricordi e dall’affetto, tentano di cogliere nel loro percorso di amicizia con 3P, la traccia da lui lasciata, la sua eredità per noi e le orme di Dio, che non smette mai di accompagnarci dentro la nostra storia.
Questo libro si compone di due parti ben distinte. Nella prima parte don Carmelo Torcivia esamina il ministero presbiterale di don Pino Puglisi. Sulla base delle fonti scritte egli descrive le tappe più salienti del suo ministero presbiterale, offrendo così una sintesi suo essere figlio di Dio. Nella seconda parte la prof.ssa Lia Caldarella ci offre un 'diario' dei rapporti tra don Puglisi e sua madre. Si tratta di un 'diario' che, seppur inventato nella sua forma letteraria, risulta tuttavia autentico nel suo contenuto (vedi la lettera dei fratelli di don Puglisi e di Agostina Aiello, sua fedele collaboratrice di sempre) e aggiunge così una preziosa testimonianza scritta di quanti l’hanno conosciuto, che permette di valutare meglio l’influenza della propria famiglia di origine e in particolare del ruolo unico della propria madre. La cifra sintetica di queste due parti, in sé diseguali per numero di pagine e soprattutto per genere letterario, è profondamente unitaria: la scelta della povertà evangelica è la scelta dell’anti-potere come cammino di obbedienza a Dio.
"Da sempre, da quando l'uomo ha preso coscienza della sua esistenza, si è chiesto: "Qual è il valore ed il senso della mia esistenza? La mia vita ha un senso? Cioè: lo ha da prima, glielo do io, lo danno gli altri? Qual è il senso, eventualmente, di questa vita?". In fondo la maniera migliore per dimenticare le nostre preoccupazioni consiste nel darsi agli altri. La forma più sicura per ottenere la gioia e la pace, è quella di fare qualcosa per gli altri. E questo può deciderlo solo il singolo. L'uomo è libero di costruirsi il proprio futuro. Sta a lui arricchirlo o deformarlo. La gioia proviene dal dare e condividere, non già dall'accumulare e sfruttare. Non è in fondo l'avere, il possedere, il successo, che dà felicità all'uomo, senso e pienezza di vita all'uomo. È invece l'essere... Tutto quello che, invece, quando noi lo diamo agli altri, diminuisce per noi, allora non merita che noi lo facciamo diventare oggetto principale delle nostre preoccupazioni: il denaro, le ricchezze, il successo, se noi li diamo agli altri diminuiscono per noi. Mentre l'amore, la fede, tutte quelle cose che invece appartengono all'ordine spirituale, quanto più ne diamo agli altri, tanto più amiamo gli altri, tanto più cresciamo noi nell'amore, cresce l'amore dentro di noi" .
Tommaso Moro è stato, nel XVI secolo, uno degli uomini più potenti dell’Inghilterra. Apparentemente lontano dalla 'perfezione evangelica' che veniva identificata comunemente con la condizione del monaco celibe, povero e obbediente ai superiori: era infatti sposato, padre di figli, proprietario di terre e secondo in autorità soltanto al re. Eppure... Eppure, quando Enrico VIII gli chiede di rinunziare ai dettami della coscienza per la ragion di Stato, Tommaso non ci sta: accetta di perdere il potere, le proprietà, la famiglia e persino la vita pur di non tradire ciò che riteneva essere il progetto divino sull’umanità. Con ciò diventa non solo un santo canonizzato dalla Chiesa cattolica, ma un esempio universale di 'libertà nel mondo'. La vicenda – e le sue implicazioni teologiche – sono magistralmente evocate in questo aureo libretto di Hans Küng, certamente uno dei massimi teologi 'ecumenici' contemporanei: le condanne da parte del Vaticano non hanno impedito che i suoi numerosi libri (tra cui la trilogia Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo) siano stati tradotti in decine di lingue.