
Dove sta andando la Chiesa italiana? C’è un’alternativa all’opposizione inconciliabile fra anticlericali e devoti? Forse è possibile trovarla riascoltando le voci di un cattolicesimo critico che percorre la storia più recente del nostro paese. È quello che propone Gilberto Squizzato, seguendo le vicende di coloro che hanno scelto non solo di stare dalla parte degli ultimi ma anche di esercitare il diritto cristiano alla parresia, alla parola libera, dentro e fuori la Chiesa. Dal precursore Mazzolari alla scuola di Barbiana di don Milani, dai preti operai alle comunità di base alle femministe cristiane a chi oggi apre a divorziati e gay, Libera Chiesa è la ricchissima controstoria di chi ha lottato per una Chiesa rinnovata spiritualmente, non compromessa con il potere politico, e capace di criticare, di volta in volta, il fascismo, il Concordato, la Democrazia Cristiana, il berlusconismo, il Vaticano conservatore di Ruini e Bertone, l’iperliberismo. Un libro fittissimo di testimonianze e di provocazioni intellettuali, che mostra a credenti e non credenti come la Chiesa cattolica possa essere, tornando alla fedeltà evangelica, non un fortino assediato dalla modernità, ma un presidio per la libertà di chiunque.
In un contesto sociopolitico ed ecclesiale che va dalla Grande Guerra al post-Concilio l'autore colloca la vicenda del "figlio del carrettiere", che scommette sulla fecondità inesauribile di un sacerdozio inteso come "immolazione" volontaria al servizio dei poveri e dei più emarginati. Costruttore di coscienze cristiane, suscitatore di vocazioni religiose, educatore di laici adulti, don Torreggiani, con la fondazione dell'Istituto Servi della Chiesa (1948), conduce i suoi amici sulle frontiere della carità organizzata (oratori, assistenza carceraria, case di accoglienza, collegi) e dell'inveramento del Concilio (Chiesa locale, diaconato, formazione del clero, valorizzazione dei carismi). Sa dialogare con la Chiesa gerarchica e raggiungere soggetti spesso dimenticati dalla pastorale. Si adopera, sino alla fine, per immettere nelle vene della Chiesa fermenti e testimonianze che sgorgano dal midollo della tradizione, ma che chiedono all'Istituzione di essere riconosciuti e accolti.
Figlio di un ex generale, passato alla vita diplomatica, Jean cercò a lungo la sua strada. Entrato da ragazzo nella marina militare, sembrava avviato a una brillante carriera seguendo le tracce del padre. Incontra allora il padre domenicano Thomas Philippe che gli affida l’Eau vive, una sorta di istituto per laici. L’esperienza de L’Arche ha inizio a Trosly-Breuil nel 1964 quando Jean, rompendo finalmente gli indugi va a vivere, sempre seguendo le indicazioni di padre Thomas, con 2 disabili mentali. E’ l’inizio di un viaggio lungo. L’esperienza di Trosly-Breuil è ancora ben strutturata. Jean rileva in qualche modo una casa di cura per disabili mentali e inizia l’esperienza dei foyers, delle case-famiglie nelle quali disabili e normodotati vivono insieme in piccole case a misura d’uomo. L’esperimento ha grande successo e oggi l’Arca è presente in Canada, negli Stati Uniti, in India. Accanto a L’Arche vi è poi l’esperienza dei pellegrinaggi: a Lourdes, a Roma. Queste esperienze si rivelano molto importanti per i disabili e allora Jean fonda Fede e Luce che è un movimento più vasto che si rivolge ai disabili, ma anche ai loro genitori.
Kathryn Spink è l’autore delle biografie di successo, tradotte in quindici lingue. È stata il biographer autorizzato di madre Teresa di Calcutta, chronicler dell’organizzazione di diritti dell’uomo delle donne dell’Africano del sud, del Sash nero e la traduttrice de La città della gioia e di altri libri di Dominique Lapierre.
Alla fine del 500, a Roma, ad opera di un prete spagnolo, G.Calasanzio, nacque la prima scuola popolare e gratuita d'Europa. Le condizioni dei bimbi di certi sobborghi indussero questo uomo a prodigarsi eccezionalmente.
Un testo ricco di testimonianze, dallo stile emotivo e commovente, in cui l'autore riesce con straordinaria semplicità a restituirci la santità di un ragazzo, ineguagliabile nella grandezza di aver saputo esprimere il meglio della sua generazione e nel poter essere ancora d'aiuto e di modello ai giovani di oggi e di domani. Matteo Farina è modello di fede, di speranza e di positività, in un tempo sempre più complicato e drammatico, e dimostra come la scoperta dell'amore di Dio possa trasformare la quotidianità in occasione e ogni dono terreno in sguardo rivolto verso il cielo, per il bene di tutti coloro che ci circondano.
Albino Luciani è un prete di montagna, dalla vocazione robusta quanto semplice, granitica, attenta alla Chiesa universale e al suo dettame. Divenuto Pontefice, ha continuato a incarnare l'animus e lo stile propri del curato, parlando ai suoi parrocchiani, facendo catechismo e portando loro il Signore attraverso i sacramenti. Il libro raccoglie discorsi, omelie e udienze di Giovanni Paolo I, che in soli 33 giorni di pontificato ha saputo dare l'avvio a una nuova modalità catechetica.
Il 5 agosto 2015 la città è caldissima, qualcuno è già in vacanza, altri cercano un po' d'aria nei giardini del quartiere. Anche Andrea Soldi è seduto su una panchina, ma quella è la "sua" panchina sempre, in ogni stagione. Lì si rifugia quando i pensieri lo assalgono, lì trova conforto e si sente a casa. Andrea soffre da anni di schizofrenia, la madre, il padre e la sorella sono il suo sostegno e piazza Umbria il posto del cuore. Ha quarantacinque anni, non è violento, non è mai stato pericoloso, eppure, quel 5 agosto morirà a causa di un Trattamento sanitario obbligatorio eseguito da alcuni vigili urbani e dal personale medico. Il processo è arrivato ora alla fase d'appello, ma questa forse è la cosa meno importante della storia. Dopo la morte, la famiglia Soldi ha trovato alcune pagine che erano il diario di Andrea in cui la trascrizione lucidissima della sofferenza illumina il percorso psicologico e i silenzi che per anni lo avevano avvolto. Matteo Spicuglia è un giornalista che ha seguito il caso e non si è fermato alla cronaca: a partire da quel diario e dai ricordi del padre e della sorella di Andrea, allarga lo sguardo dalla panchina su cui è morto al mondo della malattia psichica e dalla famiglia torinese alle tante altre che devono convivere con pregiudizi e inadeguatezza dei servizi medici e sociali nella gestione di patologie che soffrono ancora lo stigma sociale. Nel diario Andrea aveva scritto di sperare che la sua fatica e il suo dolore non passassero invano; questo libro è il motivo per cui ciò non avverrà.
Teresa Musco nacque nel 1943 a Caiazzo, in provincia di Caserta. La sua infanzia fu segnata da sofferenze e paure che formarono il suo senso di responsabilità e la sua generosità. Durante la settimana santa del 1969 Teresa ricevette le stigmate e successivamente anche le piaghe della corona di spine. Intanto la sua salute andava peggiorando e a tutte le sue sofferenze mistiche si aggiungevano anche le vessazioni diaboliche, l'emarginazione da parte dei suoi familiari, le insinuazioni e i sospetti. Infine, negli ultimi mesi di vita di Teresa, molte immagini di Gesù e della Madonna iniziarono a lacrimare e a versare sangue. Teresa morì nel 1976, all'età di 33 anni.
Benché estremamente piccoli, siamo sufficientemente grandi perché Dio, nostro buon Padre, si preoccupi di noi con la stessa sollecitudine che se fossimo l'unica persona al mondo." Madre Speranza è stata beatificata il 31 maggio 2014.
Maria Teresa Carloni nasce a Urbania (Pesaro) il 9 ottobre 1919. I suoi colloqui con Gesù cominciano solo nel 1952, riceve le stimmate e da allora ogni venerdì per tre ore rivive la Passione. Gode inoltre del carisma della bilocazione. Muore il 17 gennaio 1983 dopo aver speso tutta la sua esistenza al servizio della Chiesa.
Gesù le appare in una fiamma luminosa e la immerge nei suoi misteri divini, fino a rivelarle il
segreto della felicità... Suor Josefa vivrà nella misericordia e nella volontà divine. La sua luce risplende ancora ai giorni nostri, luce di vita e di verità per chi cerca il Signore con cuore puro.
Fondatrice delle Suore del Sacro Cuore di Gesù, proclamata beata nel 1990 da papa Giovanni Paolo II, Maria Schininà (1844-1910) nacque in una nobile famiglia ragusana. Dopo la morte dei genitori cambiò radicalmente stile di vita: abbandonata ogni mondanità e spogliatasi delle proprie ricchezze, si dedicò all'aiuto dei poveri e dei bisognosi. Prese il nome di Maria del Sacro Cuore, ma divenne nota anche come la "madre dei poveri". La figura della Beata Maria Schininà dovrebbe essere un esempio da imitare ed un faro per illuminare i nostri cuori.