
11 settembre 2001: l'attentato alle Twin Towers cambia il mondo; un anno dopo, stesso giorno: un incidente stradale cambia il mondo di Alessandra condannandola alla sedia a rotelle. Il libro racconta di una rinascita dopo la tragedia, di un cammino nuovo dove la sofferenza è alleviata e accompagnata dal bene di tanti, dai familiari agli operatori delle strutture sanitarie, fino all'incontro con Lulù, fedele e inseparabile cane da supporto. Trascinata da Lulù, Alessandra intreccia relazioni, supera ostacoli e barriere, paure e solitudine, silenzi e pregiudizi, tanto da divenire la prima ragazza diversamente abile a svolgere gare di obedience a livello agonistico in Italia. Oggi Alessandra lavora presso l'associazione ChiaraMilla come istruttore cinofilo e collabora a progetti di pet therapy. Da queste pagine emerge la testimonianza di un abbraccio infinito alla vita. "Dopo la sofferenza ti puoi godere ancora la vita, ci sono tante cose per cui sorridere. La vita non finisce in quel momento. Bisogna ricominciare. Io mi sento di dire, e ne sono convinta, che ho una vita migliore adesso rispetto a prima" (Alessandra). Terza edizione ampliata con interviste alle autrici e nuovi contributi.
Paolo Onelli ha lavorato in strada, nelle case di accoglienza, nelle case-famiglia. E quelle che racconta sono storie incredibili e di sconvolgente umanità. Ma sono anche storie che diventano talvolta tragicamente comiche, come quelle che raccontano i rapporti con le istituzioni: il muro di gomma della burocrazia, le avventure semiserie con funzionari sordi e ottusi, gli errori, le sviste e le disattenzioni di istituzioni elefantiache. Da Torbellamonaca al Giambellino, attraverso esperienze vive, nel confronto diretto con i problemi sociali sollevati da bambini e bambine, prendono forma i diritti dei minori e un'idea di "cittadinanza", come dimensione di appartenenza alla comunità in una civile coesistenza.
Che fare per rendere l'esperienza del bambino o dell'adolescente adottato in un paese straniero, opportunità di sviluppo e di integrazione? Come rendere l'adozione occasione per l'avvio di una reale continuità esistenziale in percorsi di vita segnati da ripetute esperienze di perdita e di discontinuità? Come affrontare i timori legati alla condizione di iniziale estraneità reciproca tra genitori e figli, sino a creare quella familiarità che possa farli sentire realmente e profondamente tali? Questi e altri sono gli interrogativi da cui parte il presente volume, nel tentativo di contribuire alla diffusione di una corretta e proficua cultura delle adozioni nei contesti sociali, istituzionali, formativi, familiari.
E' un volume indirizzato al grande pubblico, con una particolare attenzione ai giovani e a quanti operano, a diverso titolo, con i minori. Prefazione di Alfonso Paggiarino. Conoscere le storie di minori detenuti per riflettere sugli stili di vita e comportamentali dei giovani di oggi: è questo, in sintesi, l'obiettivo che l'Autore si è proposto nel libro, dove riporta i colloqui avuti con gli adolescenti rinchiusi nell'Istituto penale per i minorenni del Triveneto, e le interviste e le riflessioni di alcuni specialisti che operano fuori e dentro la struttura.
Il pregiudizio è contagioso. Ogni giorno incontriamo razze, religioni, culture, tendenze sessuali e capacità diverse. Le differenze possono sembrare strane e opprimenti, fare persino paura. È possibile imparare a rispettare le differenze, vederle come sorgente di forza per la nostra vita e per la nostra società, addirittura esaltarle. Per affrontare tale sfida sono necessarie però preparazione ed esperienza. Questo testo offre ai genitori ed educatori suggerimenti fondamentali, abilità e strategie, oltre che prospettive tratte dalla vita reale, per insegnare a trasformare nei bambini e nei ragazzi la paura e il pregiudizio in coraggio e collaborazione, ossia nei risultati di una relazione di comprensione e di rispetto.
Non ci sono scuole per diventare delle brave mamme. Non ci sono insegnanti che preparano all’avventura irripetibile di crescere un figlio. A volte non si è pronti. A volte si è troppo fragili e schiacciati dalle proprie difficoltà per prendersi cura di un figlio. A volte si ha bisogno d’aiuto e non si è capaci di chiederlo, o di accettarlo. Solo un figlio può far nascere una mamma. Perché la domanda più complessa non è come cresce un figlio, ma come cresce una mamma.L’affidamento familiare visto da dentro, nella sua complessità. Non una storia di burocrazia, ma una duplice storia d’amore.
Il volume si rivolge a tutti coloro che, in varie situazioni, si occupano di relazione d’aiuto. Ma per aiutare gli altri è necessario conoscere in primo luogo se stessi. E se si parla di relazione d’aiuto rivolta ad altri, in parallelo occorre parlare di relazione d’aiuto rivolta a sé. Occuparsi degli altri non deve infatti essere un modo per sfuggire dalla propria quotidianità, ma all’opposto costituire un’occasione per vivere con più consapevolezza e gioia.
Il testo prende avvio con alcune riflessioni generali (I parte) da cui il “terapeuta” potrà utilmente partire prima di accostare gli aspetti teorici e pratici di intervento (II e III parte), che utilizzano fondamentalmente i modelli dell’Analisi Transazionale e della Gestalt terapia. Le pagine conclusive (IV parte) tornano a essere un richiamo alla relazione d’aiuto rivolta a se stessi.
Sommario
Premessa. Introduzione. I. Autoanalisi. 1. Crisi esistenziale del senso della vita. 2. La ricerca.
3. I bisogni. 4. Liberarsi di qualche zavorra. Fantasia guidata. 5. Vivere il momento presente per vivere autenticamente. 6. Il me. 7. La simbiosi 8. Conoscere il futuro. 9. La terapia dei “cassetti”. 10. Agire e pensare. 11. Fermati a pensare 12. Abbandona i tuoi “pesi”. II. Relazione d’aiuto: intervento.
13. Intervenire nella relazione d’aiuto. 14. Brevi cenni di Analisi Transazionale. 15. Gli stati dell’Io.
16. Energia soggettiva e intersoggettiva. 17. Relazioni e comunicazioni interpersonali. 18. Il copione di vita personale. 19. Copione situazionale. 20. Considerazioni utili per una sana relazione d’aiuto. 21. Ascoltare per poter capire. III. Relazione d’aiuto nella pratica. 22. Condivisione dell’intervento nella relazione d’aiuto. 23. La conoscenza. 24. Ruoli inadeguati e ruoli adeguati. 25. Dolore e sofferenza. IV. Alla ricerca della felicità. 26. Trova il tempo (antica ballata irlandese). 27. Incasellare. 28. Ho trovato la felicità. Bibliografia.
Note sull'autore
Antonio Ventre, psicologo psicoterapeuta, vive e lavora a Torino. Attualmente svolge la sua attività presso il Servizio psichiatrico dell’Ospedale Molinette. Docente in alcune scuole, da molti anni collabora con i gruppi di Volontari vincenziani del comprensorio di Torino. Con le EDB ha pubblicato: Il segreto della felicità. Per una psicoterapia del quotidiano, 2003.
Don Fortunato Di Noto è da sempre impegnato a tutela dell'infanzia e dell'adolescenza. E' un pioniere nella lotta alla pedofilia ed è stato consulente tecnico in varie Procure italiane per delicate indagini sul fronte della criminalità pedopornografica e dello sfruttamento sessuale dei bambini. In questa "conversazione" con il giornalista Antonino D'Anna consegna al lettore il racconto della sua dedizione a una lotta che permetta ai bambini di crescere nella verità dell'affetto, per essere domani uomini sani di una società senza violenza.
Ogni tre giorni, in Italia, un uomo uccide una donna. La uccide nonostante sia sua moglie, sua figlia o la sua ex. La uccide perché è sua moglie, sua figlia o la sua ex. Le vittime del femminicidio muoiono per la rabbia, la gelosia, l'orgoglio degli uomini. Ma soprattutto muoiono perché sono donne, ancora troppo spesso silenziose, educate a una folle rassegnazione che non le spinge a denunciare chi abusa di loro. Nel 2007 Matilde D'Errico ha cominciato a far emergere il dramma della violenza sulle donne nella trasmissione televisiva Amore criminale, di cui è autrice e regista. In sette anni ha portato sullo schermo centinaia di storie vere, storie di vittime soprattutto, ma anche di chi, nonostante gli abusi, ce l'ha fatta, sempre senza morbosità, senza retorica. Ed è cosi, con la stessa misura, che ce ne racconta alcune in questo libro, dove a parlare, nella loro drammaticità, sono semplicemente i fatti.
«I figli adottivi sono esseri speciali con occhi di diamante opacizzati dagli eventi. Umberto e io abbiamo visto gli occhi dei nostri figli riacquistare lentamente lucentezza, stupirsi per le cose belle che la vita può ancora riservare loro e riuscire a riempirsi di lacrime dal ridere».
Le pagine del volume raccontano la storia di due persone che hanno generato la loro possibilità di diventare papà e mamma attraverso il cuore, la mente, il sorriso e il gioco. E attraverso grandi fatiche, coraggio e capacità di mettersi in questione. Una testimonianza ricca, che non teme di mettere in evidenza luci e ombre di una particolare modalità dell'essere genitori, che ormai sempre più coppie hanno sperimentato o sono in attesa di sperimentare.
Sommario
PRIMA PARTE. Un'idea che comincia a prendere forma. Se il bambino fosse un animale che animale sarebbe? Il cammino si fa difficile. Le tante domande. La prima fotografia: i pensieri della mamma. La prima fotografia: i pensieri del papà. Dicembre 2005. Gennaio 2006. 10 febbraio 2006. 11 febbraio 2006. 15 febbraio 2006. 16 febbraio 2006. Le panchine: i pensieri della mamma. Le panchine: i pensieri del papà. Regalo-sorpresa. L'odore del nuovo. Quotidianità straordinaria. La prima notte: i pensieri del papà. Por emergencia. I compiti: che supplizio. Il rifiuto. Alti e bassi. Veniamo coccolati. Una giornata da dimenticare. Giocattoli e giochi di ruolo: il papà racconta. Ombre notturne. Il distacco. Gattini impauriti. Le foto. L'attesa. Ci ritroviamo finalmente per sempre. SECONDA PARTE. Il senso dell'emergenza. Il momento di andare a dormire. Rivalità. Una piccola mamma. La Virgen de Guadalupe. Minerva racconta. Il cibo. La lingua. Sei il giorno che penso al Mexico. 15 ottobre 2006. Ricordi riportati: i pensieri del papà. Perché... io mi ricordo sempre... Lontano da sé. I sogni. Il futuro tra paura e progetti. Postfazione. TERZA PARTE. Umberto. Bianca. Minerva. Josè. I nonni. Ringraziamenti.
Autori
BIANCA DOMINISIA e UMBERTO VILLACOLLE sono nati a Padova negli anni '60. Si sono conosciuti nel 1977 e sposati nel 1987. Le loro passioni sono sempre state i viaggi e la scoperta di nuove e diverse culture. Vivono con la loro famiglia a Vicenza, dove lavorano come farmacisti. Hanno trasformato la loro esperienza di adozione in un piccolo testo, con l'intento di trasmettere forza e fiducia ad altri genitori che vogliono intraprendere questo percorso di vita.
A partire dalla sua personale esperienza di vita e di ministero – è a capo di una onlus che si occupa di disabili e anziani – l'autore, prete milanese, riflette sul tema della fragilità. Queste pagine, che hanno il ritmo di un racconto il cui unico scopo è la testimonianza, si rivolgono a tutti, in particolare a coloro che si sono trovati a fare i conti in modo diretto con la fragilità e la disabilità, per poter riconoscere in questa esperienza un'opportunità e un'occasione di crescita.
Sommario
Introduzione. I. Lucrezia: scoprire la fragilità. II. Fede e Luce: condividere la fragilità. III. La formazione permanente: sostenere la fragilità. IV. La parrocchia: portare la fragilità. V. Sacra Famiglia: rispondere alla fragilità. VI. Epilogo: abbracciare la fragilità. Postfazione.
Marco Bove, presbitero milanese, è presidente della Fondazione Istituto Sacra Famiglia onlus e assistente spirituale internazione di Fede e Luce. Si è occupato della formazione permanente del clero ed è stato parroco a San Nicolao della Flue e a San Lorenzo in Monluè, a Milano. Tra le sue pubblicazioni recenti: Venite a mangiare. Il cibo, la vita e le sue stagioni (EDB 2015), La vita consacrata tra conflitti e affetti. Incontri di formazione (Ancora 2017) e Le spalle di Dio. L’esperienza spirituale dei cercatori di Dio (Àncora 2019).