
Il volume è l'insieme di una prima raccolta di poesie, già pubblicate, e di testi ancora inediti. Il titolo scioglie ogni dubbio sulla dimensione terrena della parola a cui l'A. si riferisce, ma conserva intatto il nesso tra esperienza individuale e linguaggio e consente di riflettere sul significato della parola come parola poetica. L'A. usa un linguaggio scarno, incurante dell'armamentario teorico ma nobilmente attento al senso che le parole custodiscono e trasportano. Per l'A. la poesia è occasione per stabilire un confronto su tutto ciò che è comune, condivisibile, servendosi dell'individuale. Non ultimo il tema più importante, quello del rapporto con l'assoluto, con la Parola davvero degna di ascolto.
In strutture formali concise ed essenziali, alternando poesie a pagine narrative di intenso lirismo, l'autore contempla e descrive gli aspetti più affascinanti della natura, concependoli come momenti di illuminazione e di penetrazione spirituale.
"In questo libro si parla di persone. Ne 'Il mondo visto da dentro', la lingua si piega in un'intimità dialogica con i cari estinti, cercando chiarezza, la messa in forma del lutto e del suo superamento. Sperimentare, qui, significa lasciar-essere la distanza che mi separa dai defunti, ma anche riappropriarmi di un vissuto rimosso, senza turbarlo con la violenza di costruzioni formali metaletterarie. I testi de 'II mondo visto da fuori' sperimentano con maggiore libertà, modulandosi sullo stile delle figure nominate o cogliendone ossessioni, atteggiamenti, circostanze. La pluralità del dire nasce dalla fedeltà all'oggetto, dal calco che esso produce sul canto, deformandolo, a volte sino ad annullarlo, altre volte esaltandolo. Questo significa che sublime e antisublime, liricità e prosaicità, scrittura denotativa o connotativa, si danno ogni volta da capo nel singolo testo, a seconda di variabili non previste, bensì che scaturiscono dall'incontro con l'oggetto, ne sono la conseguenza." (Stefano Guglielmin)
Il pittore Mario Sironi, il mago Aleister Crowley, Erica la matricida, il Vampiro delle Torri Gemelle, Trotzkij e il suo assassino, l'armata dell'Ebro, il pugile Michele Bonaglia, Lutero sulla strada di Worms, i bambini della scuola di Beslan... Guidato dall'angelo, Ceronetti visita santi, satanassi e poveri diavoli cantandone le gesta a volte eroiche a volte miserabili con un dolore e una pietas inestinguibili.
Polemico nei confronti del sentimentalismo tardo-romantico, Carducci si fa portavoce di una poesia passionale ispirata alla più autentica tradizione italiana tanto da essere considerato il poeta vate dell'Italia unita. Il classicismo è il fil rouge che caratterizza tutta la sua poetica le cui tematiche vanno da "l'amore per la patria al di sopra di tutto" alla nostalgia per i classici e la mitologia, dagli affetti famigliari ai valori civili e all'esaltazione dell'azione e del coraggio. Raccoglie le prime poesie giovanili in "Juvenilia" (1850-60) e raggiunge la piena maturità con le "Rime nuove" (1861-1887) e le "Odi barbare" (1877-1889) dove oltre al filone della rievocazione storica troviamo temi autobiografici e intimistici come la memoria e la nostalgia, la natura, l'immaginazione poetica, la contrapposizione tra l'amore per la vita e il pensiero della morte.
Dal silenzio di una vita umile, dal duro lavoro nelle cucine dei ristoranti, dalle strade che spazzava come netturbino, è sorta la prosa poetica di Jean Marie Kerwich, con I giorni semplici e L'angelo che zoppica, scritti con un linguaggio di semplicità francescana. Da un uomo delle periferie, da un marginale sconosciuto ai più, da un invisibile della società fiorisce la delicatezza del tratto di queste pagine.

