
Adonis, considerato tra i maggiori poeti contemporanei di lingua araba, rimane un poeta di difficile classificazione, poiché la sua opera non rappresenta una frattura e nemmeno una rifondazione nell'arte poetica araba. Fra tutti i poeti arabi contemporanei è probabilmente lui che ha spinto al limite massimo il "corpo a corpo" con la parola: la sua lingua non conosce stasi, requie o pausa ma ricerca senza sosta la combustione, il ritorno del gorgo caotico del principio.
L'opera prima di Sandro Serreri è una raccolta di 51 poesie suddivise in quattro sezioni: Sulle tracce di, Suoni camaldolesi, Versi americani e Nelle stanze remote, quella più corposa che dà il titolo all'intero lavoro.Le stanze remote sono luoghi che contengono paesaggi sconfinati di atmosfere impalpabili, inverni bianchi e d'argento, monaci silenziosi e città d'oltreoceano. Esperienze, incontri, volti riaffiorano al crepitare del fuoco del camino. Le stanze remote sono abitate da chi le ha scritte. Chiediamo: è permesso?, prima di entrare.
"Inizio fine" è la nuova elegante raccolta poetica del filologo e poeta Daniele Piccini, una delle voci più intense e preziose del panorama letterario italiano. Prima di "Inizio fine", Piccini ha pubblicato le raccolte poetiche "Terra dei voti" (Crocetti, 2003), "Canzoniere scritto solo per amore" (Jaca Book, 2005) e "Altra Stagione" (Nino Aragno, 2006).
Paolo Fabrizio Iacuzzi prosegue la sua biografia in versi, quasi una lacerata e lacerante biopsia tinta di rosso. Il colore della nascita e della passione, del principio e della fine, diventa il tramite di una poetica del contagio e della mutazione. Restituisce così la sua segreta vita "a quadri", facendo esperienza dell'altro e del "nemico" a partire dall'interno, assumendosi il peso del male e della diversità ed esponendo le viscere di sé per un espianto di organi per altri.
Al confine tra la zona della terra e la sfera di ciò che sta oltre scorre una linea labile. Il poeta la sorveglia e l'oltrepassa a suo piacimento, unificando il tempo, contrabbandando i corpi e gli spiriti. In questo continuo intersecarsi e sovrapporsi Mikolajewski colloca se stesso e l'intero microcosmo domestico, dando vita a prospettive ed esiti sorprendenti, attraverso un dialogo ora tragico, ora ironico, tra il desiderio dell'eterno durare dell'essere umano e l'aspirazione a rendere trascendente ciò che è terreno. Corredano il volume alcune fotografie di Ryszard Kapuscinski.
Autore di una poetica che Adam Michnik ha definito una misteriosa commistione di metafisica ed eroismo etico, Krynicki è il destinatario della bellissima Lettera a Ryszard Krynicki, in cui il poeta Zbigniew Herbert inviava al più giovane collega i suoi «enigmi della civetta», gli interrogativi sul potere salvifico della bellezza e sul rapporto tra etica ed estetica. Forse la poesia, si chiede Krynicki facendo eco a Czeslaw Milosz, non salva i popoli, ma deve essere voce della coscienza. E così il poeta riceve segnali di civiltà scomparse, la sua immaginazione gira intorno al punto mistico dell.Esplosione primordiale, ma egli vede anche il vagabondo che dispone i suoi cartoni per la notte, si inchina davanti al suo simile diseredato, accosta lo spazio abissale delle galassie, sede del divino, a quello minimo del singolo uomo.