
Sette storie d'amore, sette incontri tra il cane e il lupo, tra la vita addomesticata e l'attimo feroce. I protagonisti non sono bestie ma uomini-cane che abitano sulla terra, svolgono lavori tranquilli, hanno famiglie normali e amori scialbi. Sono giornalisti, scrittori, studenti dalle caute speranze, le cui vite all'improvviso si spaccano davanti a un crepaccio, un orrido dove si intravede un corpo femminile, un volto crudele, una passione che fa affiorare una verità più grande e dolorosa, un'ossessione che ritorna dal passato e ricorda che non c'è tempo. Allora la cuccia diventa stretta e la catena troppo corta, viene voglia di abbandonarsi al proprio destino, di farsi lupi e amare. Nel 1996 il romanzo ha vinto il Premio Palazzo al Bosco.
Palermo 1893: la storia di un delitto di mafia nella Sicilia di ieri diventa lo specchio inquietante di tutte le connessioni tra mafia e politica che continuano a inquinare la vita italiana di oggi: la parabola esemplare dell'onorevole Palizzolo, detto "Il Cigno", arrivato al potere, simbolo dell'orgoglio isolano, che viene accusato di essere il mandante di un omicidio eccellente. Al centro di tutto lo scandalo del Banco di Sicilia, Francesco Crispi, il grande manovratore, il realista cinico e spregiudicato, ma anche a suo modo sognatore. Il libro di Vassalli è, in ultima analisi, un romanzo storico che si deve leggere in chiave d'attualità.
"Questo è il senso profondo de Le strade di polvere, un libro che anche nel titolo sembra richiamare il senso del viaggio nello spazio (e quindi nel tempo) e del raccontare senza fine, affidando alla immagine della polvere la suggesione della labilità del vivere e la sua asprezza in campagne avare" (Claudio Marabito, "Nuova Antologia"). Premio Viareggio e Premio Supercampiello 1988.
Ombre di una troupe cinematografica aprono visivamente questo libro dietro il quale vi è, costante, l'ombra del cinema. In questi trentatre racconti nati da spunti per film non realizzati, da nuclei narrativi rimasti aprti, le immagini e le emozioni del mondo di Antonioni vengono espresse con tutta la loro intensità. Dai racconti "La ragazza , il delitto", "Cronaca di un amore mai esistito", "Questo corpo di fango", "Non mi cercare" è stato tratto il film "Al di là delle nuvole" di Antonioni-Wenders. Il volume è completato da un testo di Wenders e dalla filmografia completa dei due registi.
Dal 1950 al 1962 Pasolini collabora a diversi quotidiani e periodici con racconti che disegnano il profilo della "sua" Roma, periferica, devastata e umana. Questi raccontini delineano una passeggiata romana che è anche un mondo interiore, un po' come se Pasolini si trovasse a raccontare la città intorno a lui attraverso le forme diverse del narrare: la letteratura, il cinema, la fotografia, il reportage. L'autore sembra continuamente sottoporre a verifica sia la realtà che il modo di raccontarla, in un diario interno dell'arte che è cronaca del suo tempo.
In una Edimburgo notturna e piena di voci, un uomo insegue il filo di una musica ascoltata per caso, e mai più ritrovata. Quella musica porta alla coscienza l'azione che deve compiere, e che lo attrae e atterrisce al tempo stesso. Il protagonista deve uccidere, questa è la sua azione: dovrà individuare il luogo e la vittima, come fossero una necessità, una chiamata... Questa è la trama dell'"Orecchio assoluto", il primo dei sei racconti che compongono il nuovo libro di Del Giudice, esempio di quel tipo di affabulazione fatta di conoscenza e mistero, passione e intuizione.
Leprotti è un uomo distratto e solitario. Osserva la vita nelle strade, la misteriosa organizzazione dei marocchini che puliscono i vetri ai semafori, e ripensa la propria vita. Ma soprattutto Leprotti vive con una madre anziana e altrettanto distrattamente surreale. Insieme architettano grandi progetti che non si realizzeranno mai e si dedicano a sproporzionate nefandezze.
Giovinezza inventata nell'accezione di incantata, vissuta con la fantasia: dolorosa nell'impatto col compromesso imposto dall'esistenza al quale l'essere autentico si ribella. La verità, chiara nella limpidezza della terza età, traspare lungo il ritratto da giovane della scrittrice, soprattutto nelle interpolazioni: lettere, appunti, confessioni, addirittura un abbozzo di romanzo. La vita della giovane borghese tra gli studi, la malinconia, l'amore, i disagi e le difficoltà legate alla condizione femminile, si definisce qui come il risultato di un'elaborazione mentale.
Scritto nel 1952, "Tutti i nostri ieri" è il 'pendant' romanzesco di "Lessico familiare": protagonista è una ragazza un po' al margine, che si tiene fuori dal gioco scrutando e registrando la realtà, che pare finga non saperne nulla ma che poi è l'anima, affettuosa e feroce, di tutto il nodo di sentimenti che intorno si svolge. Anche qui al centro della narrazione è la famiglia borghese italiana, il filo di sentimenti e di valori che riunisce generazioni e che la Ginzburg è brava a cogliere nella solida trama quotidiana di un vissuto fatto di piccoli, grandi avvenimenti.