
La comunione con l'universo misterioso della pagina scritta è sempre carica di ricordi. E Proust, maestro della rievocazione, fa di questa esperienza un racconto perfetto, in cui la felicità infantile della lettura e la benedizione adulta della memoria, custodita tra le pagine di un libro letto in anni lontani, si rivelano nella loro maestosa dolcezza. Ma leggere è anche indissolubile compagno dello scrivere, per il quale costituisce un'essenziale palestra di umiltà e libertà: così, un giorno, all'attenzione silenziosa del lettore corrisponderà la purezza profonda dello scrittore.
Ce li hanno dipinti così, i professori precari di oggi: arrendevoli, menefreghisti e incompetenti. Invece sono bravi e arrabbiati. Finalmente un romanzo ce li racconta senza indulgenza o pregiudizi, per mostrarci come, in reazione alle ingiustizie di una scuola pubblica che sta cadendo a pezzi, scoppieranno - è solo questione di tempo - l'indignazione, la protesta. Perché Emma, ventotto anni, ha lasciato Napoli per lavorare in una classe a Torino. Non avrebbe voluto: le mancano una città e un amore di nome Gianni. Anziché insegnare latino si trova a seguire il caso di Andrea, un ragazzo autistico che reagisce con violenza alla cattiveria di alcuni professori. E intorno a lei vede solo la rassegnazione di chi accetta contratti impossibili o di chi, arreso, scappa all'estero. Con stupore Emma si renderà conto che è proprio il suo ragazzino pieno di problemi a insegnarle che non bisogna più accettare i ricatti di questo Paese. Contro le crisi di Andrea, infatti, la famiglia le ha suggerito di ricorrere all'iguana, suo immaginario totem personale: se l'iguana non vuole, quella cosa non si fa. Evocare l'animale serve a renderlo innocuo fino a quando, però, il ragazzo non si trattiene più e sfoga la sua rabbia. Così, a fine anno, quando su tutti si abbatterà una serie di ingiustizie pubbliche e personali, Emma maturerà l'idea che un dio in forma d'iguana sarebbe d'accordo nel punire subito i colpevoli di un'Italia che non funziona più. Lei è pronta a seguirlo.
Scoprire da una nonna pervicacemente 2.0 che tua figlia tredicenne si accompagna con "lo smutandato", guando non è impegnata a occupare la scuola costringendoti a smascherare tutte le tue più inconfessabili contraddizioni di genitore... Infettarti per fumare di nascosto da tuo figlio di dieci anni che si è arruolato nell'agguerrita setta anti-tabacco dei Visp, Vigili Intrepidi Studenti Passaparola... Rischiare di perdere l'aereo perché tuo marito non vuole rinunciare all'ultima e fondamentale tappa del suo pellegrinaggio americano: mangiare un panino nel bar della mitica scena di Harry ti presento Sally... Farti sbugiardare da Casper, l'unico cucciolo di labrador con disturbi alimentari, alla prima assemblea con il Dirigente scolastico di fronte alla congrega delle mamme perfette... Cercare di resistere alle tentazioni de LaSimo che ti vuole convincere a rottamare il marito e provare l'ebbrezza del toy boy... Bruciacchiare nel forno la torta appena comprata al ristorante macrobiotico sotto casa per far credere alla prole che l'hai fatta con le tue mani e dunque non sei la madre degenere che loro credono... Fare lo slalom tra i SUV in bicicletta in una Milano che finalmente ha cambiato colore, ma puzza ancora inesorabilmente di smog... Per tutto il resto, c'è LaCarla! L'unica psico-estetista-guru capace di dispensare le più illuminanti perle di saggezza mentre ti scioglie gli inestricabili nodi alla base del collo.
Inghilterra, 1919. Tristan Sadler ha solo ventun anni, ma è già un veterano. Un tremito incontrollabile alla mano destra e un senso di colpa così devastante da sconfinare nell'odio di sé, sono questi i segni che l'esperienza atroce e insensata della Grande Guerra gli ha lasciato addosso e nel cuore. E anche se ha provato a rifarsi una vita inseguendo il sogno di diventare scrittore, il ricordo di un gesto inconfessabile non gli dà pace. Proprio per lenire le ferite di un passato che non vuole passare, Tristan decide di incontrare la sorella di Will, un commilitone giustiziato durante la guerra perché, obiettore di coscienza "assolutista", aveva gettato le armi e rifiutato di combattere contro altri esseri umani: c'è un plico di lettere che Tristan vuole riconsegnare alla famiglia del compagno morto. Ma l'incontro fra Tristan e Marian prende una piega diversa e inaspettata, quella di una struggente, urgentissima confessione. Perché il tempo delle menzogne e della violenza è finito, e per Tristan è giunta l'ora di fare i conti con chi è veramente. Con "Non all'amore né alla notte" John Boyne ci consegna una storia così vera e dirompente da fare più male dei fucili, un inno vibrante al coraggio di amare e di essere liberi.
Si chiama Ivan Mladovic, ma per tutti è Zico, come il mitico calciatore brasiliano, perché ha il dono di una precisione infallibile. Non con il pallone tra i piedi, però: dategli una cerbottana e saprà centrare un lampione da qualsiasi distanza. Non c'è vetro, finestra, barattolo che resti intero, quando passa lui. E poi ci sono gli orsi, quelli che gli zingari del quartiere si portano sempre appresso: bersaglio grosso e divertente. È l'estate del 1991, Zico ha tredici anni, due genitori annichiliti dal crollo della Jugoslavia e un fratello molto più grande di lui, Mirko, che è ufficiale nell'esercito. La guerra civile è alle porte e rimanere a Pancevo, sobborgo industriale di Belgrado, significherebbe consegnarsi alla violenza della strada. Così Mirko lo porta con sé, ma il fronte è troppo pericoloso, meglio affidarlo al gruppo di combattenti irregolari che si muove nelle retrovie e risponde al comando di Arkan, la Tigre. Ma che ne sa un bambino dell'odio? Cosa risponderà quando gli chiederanno di far saltare la testa a un altro uomo? L'amore tra fratelli può sopravvivere all'orrore? Tra le macerie di un Paese devastato e spettrale, Zico troverà la risposta a queste domande, una verità terribile da portare per sempre tatuata sulla pelle. In un romanzo duro ed emozionante, Paolo Alberti racconta un vertiginoso percorso di deformazione attraverso l'inferno di una guerra fratricida e senza onore. E lo fa con la delicatezza e la profondità di cui, si dice, soltanto i bambini sono capaci.
1953-1968: quindici anni di vita del nostro Paese raccontati da Giovannino Guareschi nelle piccole storie della sua famiglia che cresce e affronta i problemi della quotidianità, le nuove tecnologie e i nuovi pericoli sociali. L'Inquinamento che inizia ad avvelenare il mondo in cui viviamo. Il Divismo dei fan per i nuovi idoli. Il Consumismo inventato da una già efficiente propaganda televisiva. La Conquista del cosmo ridotta alla gara spaziale fra Usa e Urss. Il Benessere dell'auto, della tv, delle vacanze e delle cambiali. La Contestazione: la "Zanzara" al Parini e l'eskimo nelle università e nelle piazze, al grido di "Viva il Che!" e "Viva Mao!". Tutto attraverso la semplicità, l'umorismo e le "parole della quotidianità" con cui da sempre Guareschi riesce a raccontare con leggerezza anche cose terribili.
Sanremo. A poche ore dalla serata finale del Festival della Canzone, un clamoroso omicidio scuote il mondo dello spettacolo e l'Italia intera: uno dei cantanti più amati dal pubblico è stato ucciso nella sua lussuosa suite con un colpo di pistola al volto. Delle indagini è incaricato il commissario Oscar Borrani - qualche chilo di troppo, un matrimonio fallito che brucia ancora e una gran voglia di chiudere il caso nel minor tempo possibile: in vent'anni di carriera, di morti ne ha già visti abbastanza, e sa che portano sempre rogne. Ma i morti non sono tutti uguali, ed Enrico Bertini in arte Chico non è mai stato un uomo come gli altri. Sregolato, geniale, eccessivo in tutto nell'amore per le donne, il rischio, il successo - ha vissuto bruciando ogni tappa, spingendo sempre al massimo, lasciandosi alle spalle un esercito di nemici. E di segreti che soltanto il sangue della vendetta potrà lavare via. "La confessione" di Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, è un thriller che ci trascina nel mondo sfavillante dello spettacolo, mostrandoci dall'interno la sua anima nera.
1968: in una notte di tempesta, qualcuno bussa alla porta della fattoria dove vive Martha, vedova, senza figli e maestra in pensione. Sono un uomo di colore e una ragazza bianca, fradici e spaventati, e Martha, senza pensare alle conseguenze, li fa entrare in casa e offre loro tè caldo e abiti asciutti. Ma la polizia non tarda ad arrivare, e trascina via la ragazza, mentre l'uomo riesce a fuggire. Prima, però, la giovane donna sussurra una preghiera "Nascondila!" - che sconvolgerà per sempre la vita dell'anziana Vedova, e non solo. Perché ad attenderla in un angolo del sottotetto Martha trova una bimba neonata della quale accetta di prendersi cura, in attesa che la madre, un giorno, possa tornare a riprendersela. Passeranno quarant'anni prima che i protagonisti di questa storia d'amore tornino ad incontrarsi.
Non esiste riparo dal vento della Storia. Così, nei primi anni del Novecento, neppure l'Isola delle Formiche, piccolo lembo di terra bagnato dal Mediterraneo, è immune dagli sconvolgimenti che il tramonto dell'Impero ottomano porta con sé. Abbandonata in seguito all'esodo coatto della popolazione greca, l'Isola offre agli occhi del giovane ufficiale turco Poyraz Musa un paesaggio immobile e meraviglioso. Ma tra gli orti rigogliosi e le spiagge deserte si aggira un fantasma silenzioso. È poco più di un'ombra, eppure la sua presenza pervade ogni angolo dell'Isola. Perché per Vassilis, ultimo greco rimasto, è una questione di vita o di morte: ha giurato di uccidere chiunque oserà calpestare la terra dei propri avi, e ora che il suo nemico ha finalmente un volto, è pronto a ingaggiare con l'invasore una ossessiva, implacabile caccia all'uomo. Ma il tragico passato dei due trasformerà il conflitto in un commovente incontro tra sopravvissuti. In "Guarda l'Eufrate rosso di sangue" Yashar Kemal rivisita un capitolo dimenticato della storia turca celebrandone passioni e contraddizioni.
Ci sono luoghi dove i ricordi di più persone si intrecciano, senza riuscire a diventare memoria condivisa. Giovanna, magistrata a rischio costretta a vivere sotto copertura benché ormai fuori dai ranghi, cerca in una casa di riposo qualcosa che sarà pena o sollievo, dipenderà anche dalle sue scelte. I suoi compagni di viaggio si conoscono fra di loro più per le malattie di cui soffrono che per nome, e condividerne la quotidiana fatica a sopravvivere, costantemente avvelenata dal rancore per le promesse non mantenute dalla vita, impegna Giovanna in una lotta vischiosa con se stessa. La grande Storia ha attraversato la piccola esistenza di ciascuno, imprimendovi cicatrici incancellabili: c'è Olga, che celebra accendendo candele le stragi di Stato; Virginia, che tutti chiamano Vandaosiris; e poi Quintina con la sua religiosità rabbiosa, l'ex partigiano Carlo, Dante che ostinatamente crede nei valori della Costituzione, e Federico, che per il segreto di cui si fa scudo rischia di trasformarsi, nei pensieri di ognuno, in capro espiatorio. Però sarà proprio Federico, per un malanno misterioso, a costituirsi per tutti in occasione di ripensamento, in opportunità di pacificazione nei confronti di se stessi e degli altri, in possibilità di percepirsi non come sommatoria di insofferenze e sospetti individuali ma come comunità. Un romanzo che ci racconta da dove veniamo e traccia un ritratto non rassegnato del presente: un'Italia fragile, invecchiata che non rinuncia in un impegno verso il futuro.
Un killer evita sempre di farsi domande sul conto del proprio bersaglio, che si tratti di un terrorista o di un cittadino qualunque da eliminare su commissione. È questo l'unico credo di Donovan Creed, ex agente della CIA con un debole per le donne e il denaro facile. Sfidare la morte non è mai stato un problema per lui, almeno fino a quando non si trova ad affrontare la missione più folle di sempre. Perché l'amore prima o poi fa breccia anche nel cuore più duro, e, pur di accontentare Kathleen, Donovan si scopre davvero disposto a tutto: anche a prendersi cura della piccola Addie Dawes, unica sopravvissuta a un terribile incendio che l'ha lasciata orfana. Così, indagando su chi ha appiccato il fuoco a casa Dawes, Creed entra in rotta di collisione con un boss che non esita a mettere sulla sua testa una taglia da un milione di dollari. Una condanna a morte senza via di scampo. Creed, però, è un uomo dalle mille risorse. E se al suo fianco c'è il suo attuale cliente, un ricco nano tetraplegico di una malvagità morbosa e spettacolare, forse Donovan non si troverà ad attraversare le fiamme dell'inferno da solo.
È una cacciatrice di quadri, Lauren O'Farrell, una detective impegnata a rintracciare le opere d'arte perdute o trafugate durante la Seconda guerra mondiale per poi restituirle ai legittimi proprietari. Il suo regno sono gli inventari dei musei, le collezioni private di ricchi mecenati, le case d'asta. L'indagine che adesso ha per le mani, però, è diversa da tutte le altre: la ricerca di un Kandinsky bollato dal regime nazista come esempio di "arte degenerata" l'ha infatti portata a bussare alla porta di un attico con vista su Central Park. Ne è proprietaria l'algida e spigolosa ottuagenaria Isabella Fletcher, la cui madre, secondo i sospetti di Lauren, si sarebbe resa complice dei furti d'arte perpetrati sotto l'egida del Terzo Reich: una verità scomoda di cui solo Isabella può fornire le prove definitive. Ma la storia che la donna, nel corso di due intensi pomeriggi, racconta a Lauren capovolgerà tutte le sue certezze. Perché l'epopea del Kandinsky scomparso si intreccia con quella, tragica e meravigliosa, di Hanna, giovane cameriera col dono di "udire" i colori, che per sete d'arte e d'amore conquista e perde ogni cosa. Un tributo al coraggio dei pochi che in nome delle proprie passioni hanno saputo sfidare persino la Storia.

