
Nella grande Russia del secondo Ottocento, sotto il regno dello zar Nicola II, una tigre sconvolge i giorni degli uomini, ne fa strage. Da Mosca a Pietroburgo, è solo razzia e morte. Tale è il pericolo che lo zar decide di mettere una taglia sull'animale, promettendo una ricompensa inenarrabile a chi riuscirà a ucciderlo. Ivan, giovane ambizioso e squattrinato, raccoglie la sfida e si mette sulle tracce del felino: una caccia programmata con metodo, come se l'obiettivo fosse il più efferato degli assasini umani. Ivan esplora i paesi, vuol sapere tutto delle abitudini della tigre, se le fa raccontare minuziosamente, entra nella mente del nemico come un moderno profiler. E finalmente la affronta. Dallo scontro esce vivo ma ferito, anche nell'animo. Si sente umiliato: la tigre non l'ha forse ritenuto neppure degno di essere ucciso. Da questo momento la sua caccia diventa una questione del tutto personale, che prevede l'utilizzo di ogni strumento.
A circa 20 minuti da Stoccolma, in uno tra i tanti identici piani del palazzo, ha sede la Helm Tech, un'azienda che realizza caschi da bicicletta. Jens Jansen, brand manager della Helm Tech, ha condotto fino ad ora una vita piuttosto ordinaria da cittadino della classe media. Come manager "medio" fa del suo meglio per evitare di lavorare. Il suo matrimonio è a pezzi, ma non potrebbe importargliene di meno. Quando ha il sospetto di una promozione in arrivo, considerando il carico di lavoro che comporterebbe, inizia a pianificare la sua scomparsa. Ma non decide di fuggire in qualche luogo esotico, no, decide piuttosto di nascondersi in ufficio, nella stanza del server In cui nessuno va mai. Scivola quindi nel condotto di aerazione per raggiungere il bagno, si nutre dei pranzi dei suoi colleghi raggiungendo di nascosto la mensa. Jens come un fantasma ascolta e controlla tutti, e inizia la sua attività di sabotaggio. Naturalmente, visto che per tutta la vita aveva cercato di non farsi notare, nell'alienazione della catena lavorativa, ci vogliono settimane prima che qualcuno si accorga che Jens non si trova più alla sua scrivania.
Che cosa succede quando qualcuno il cui compito è quello di fare il bene è segretamente malvagio? Virginia è un medico affermato, di quelli a cui ci si rivolge con fiducia in momenti particolarmente delicati e importanti della vita come la nascita di un figlio. Virginia, però, nasconde in sé un enorme segreto, una rabbia che sfocia in comportamenti fuori dal comune e nella passione per il bondage. Forse è il frutto di un passato difficile, forse è qualcosa di più. Questo lato, nascosto a chi la conosce solo nelle vesti di medico, si trasforma in una rabbia lucida e pericolosa quando si convince che una donna non merita di diventare madre. La maternità, il bene e il male sono al cuore di "Non fare male", un'romanzo che porta il lettore negli angoli più nascosti dell'animo umano, che svela le ragioni del male, le cause della follia.
Londra, 1940. Per evitare la distruzione dell'esercito britannico a Dunkerque, Churchill ha un'idea che cambierà il corso della guerra: creare una squadra dei servizi segreti che lavori nella segretezza più assoluta, la SOE, Special Operations Executive. La SOE è incaricata di azioni di sabotaggio e intelligence tra linee nemiche: la novità è coinvolgere persone tra la popolazione locale più insospettabile. Qualche mese dopo, il giovane Paul-Emile lascia Parigi per Londra nella speranza di unirsi alla Resistenza. Subito reclutato dalla SOE, è inserito in un gruppo di connazionali che diventeranno suoi compagni e amici del cuore. Addestrati e allenati in Inghilterra, i soldati che passeranno la selezione verranno rimandati nella Francia occupata e scopriranno presto che il controspionaggio tedesco è già in allerta... L'esistenza stessa della SOE è rimasta a lungo un segreto. Settant'anni dopo i fatti, "Gli ultimi giorni dei nostri padri" è uno dei primi romanzi a evocarne la creazione e a raccontare le vere relazioni tra la Resistenza e l'Inghilterra di Churchill.
Un imprenditore greco-tedesco si uccide ad Atene. Ma all'ambasciata tedesca giunge un biglietto, firmato "I Greci degli anni '50", in cui si sostiene che si è trattato di un omicidio. Ed ecco verificarsi altre morti a breve distanza di tempo: il proprietario di una scuola privata, un faccendiere che faceva da mediatore tra gli imprenditori e gli amministratori intascando e distribuendo bustarelle, e infine due proprietari agricoli. Ogni volta la "rivendicazione" via Internet arriva puntuale. Il commissario Charitos ha nuovo pane per i suoi denti. E adesso deve anche proteggere la figlia, aggredita da membri di "Alba dorata" a causa del suo impegno a favore degli immigrati. L'epilogo della serie sulla Crisi ci mette di fronte al consueto scenario di corruzione sociale e caduta libera dei valori.
Barrett Meeks, reduce dall'ennesima delusione amorosa, sta camminando per Central Park quando all'improvviso sente di dover guardare verso il cielo; lassù vede una luce pallida, evanescente, che sembra illuminare proprio lui con un'aura quasi divina. Barrett non crede nelle visioni - o in Dio - ma non può negare ciò a cui ha appena assistito. Allo stesso tempo, nel più modesto quartiere di Bushwick, a Brooklyn, Tyler, il fratello di Barrett, un musicista ancora in cerca del successo, sta tentando - con poca fortuna - di scrivere una canzone per la sua fidanzata Beth, da eseguire il giorno del loro prossimo matrimonio. Beth è molto malata e Tyler è deciso a scrivere una canzone che non sia solo una ballata romantica, ma una vera e propria espressione di eterno amore. Barrett, ossessionato dalla luce, si butta a capofitto nella religione. Tyler invece si convince sempre più che solo le droghe possono sbloccare la sua vena creativa. Beth da parte sua cerca di affrontare la vita con la forza e il coraggio che riesce a raccogliere. Come in "Le ore", Michael Cunningham coglie i personaggi di questo suo sesto romanzo nei momenti decisivi delle loro esistenze, momenti in cui si toccano la vita e la morte, il dolore e il piacere, il desiderio e l'abbandono.
In un villaggio immaginario della Frisia orientale, sul Mare del Nord, vive Daniel Kuper, figlio di Hardt, droghiere, e di Birgit, che ha rinunciato ai suoi sogni per inseguire quelli, più a basso costo, del marito; primogenito cui due gemelli hanno sottratto l'amore esclusivo di sua madre, Daniel va a scuola, gioca con i suoi compagni, eppure vive in un mondo di fantasia, popolato di libri e strane idee. Aleggia intorno a lui un clima di diffidenza generale, che si solidifica quando accade qualcosa di molto insolito: nel mezzo di una torrida estate inizia improvvisamente a nevicare. Daniel scompare per diverse ore, e quando ricompare - ferito, semicosciente, ignaro di quanto accaduto - riesce solo a balbettare alcuni vaghi indizi. E non lontano da dove giace la sua bicicletta si manifesta un ampio cerchio di grano. Da questo momento in poi, Daniel si ritrova in un turbine mediatico, catalizza maldicenze e viene ritenuto responsabile di ogni anomalia che si manifesta nel villaggio, dagli agenti atmosferici, alla crisi economica, alla comparsa di alcune svastiche sui muri. Per reazione Daniel sviluppa un senso di profonda ribellione che lo porta a scontrarsi con la scuola, i suoi compagni, la sua famiglia, il contesto sociale, persino le sue passioni. Un romanzo sull'adolescenza e la crescita, sull'amicizia e sul mistero che si accompagna, normalmente, a ogni vita.
Damasco, primi anni '80. Una donna va verso un'auto, il suo compagno, un agente segreto, tenta di raggiungerla, e porta in braccio una bambina, tentando di proteggerla. La donna mette in moto l'auto, che esplode, inaspettatamente. Lei muore, il suo compagno si ritrova in terra, con il suo corpo protegge sua figlia, miracolosamente illesa. Ma è costretto ad abbandonarla presso l'ambasciata svedese, per salvarla. Bruxelles, trent'anni dopo. Klara Walldéen - assistente di una nota parlamentare europea - entra in possesso di informazioni sensibili e riservatissime. È in pericolo, quei file riservati e trafugati non devono per nessun motivo essere diffusi. E chi ne è a conoscenza deve essere eliminato. Sempre a Bruxelles, un giovane e rampante lobbista senza scrupoli, George Loow, riceve un incarico da una misteriosa e ambigua società americana: raccogliere informazioni su Klara Walldéen e il suo ambiente di lavoro. Tre personaggi coinvolti in una tela di ragno che pure contribuiscono, involontariamente, a tessere, da cui sembra impossibile liberarsi e che può costare la vita. Tre personaggi legati da fili oscuri, vincoli di sangue e di interesse che devono decifrare per sopravvivere. Forse. "Il nuotatore" non è solo un thriller serrato. È il conflitto di uomini e donne con il proprio passato e la ricerca di un riscatto. È il ritratto di una classe politica europea meschina e affaristica; e, soprattutto, è la storia di una donna, Klara, del suo coraggio e della sua sfacciata libertà.
Dopo la scomparsa del padre, il giovane Jean vive con la madre Tilda nel "castello", la residenza di famiglia che Tilda ha ereditato dai genitori. La famiglia materna è un concentrato di anomalie, tramandate ai molti figli. I privilegiati sono Tilda e Attila, il più piccolo, ma gli altri fratelli, capitanati dall'avido primogenito Marcello, per non impugnare un testamento che li taglia fuori dalla proprietà della sontuosa dimora di famiglia, ottengono da Tilda la promessa di un rimborso, che le costa caro e che cambia radicalmente la sua vita. Tilda infatti entra in un altro mondo, quello della malavita. Una follia, la sua, che si manifesta anche nel modo in cui ha educato il figlio, vestendolo e truccandolo come una femmina, come una maschera. II piccolo Jean assiste alle imprese della madre comprendendo solo in parte ciò che avviene. La sua visione del mondo è parziale e infantile, deformata dai miti familiari di lusso, ricchezza, perfezione. Lui ama i profumi, i fiori, i colori. Ma quando i crimini di Tilda cominciano a venire a galla, la situazione precipita sul giovane, imponendo una sequenza allucinata in cui la realtà s'impone con tutta la sua forza.
Sette racconti, sette storie autonome una dall'altra popolate da personaggi diversi per età, contesto sociale, motivazioni: fra loro una bambina prodigio costretta a nascondersi, un fabbro che di malavoglia si avventura alla riscossione di un credito, un ricco finanziere prigioniero del ricordo della prima moglie, un giovane bullo di periferia alle prese con una sfida tanto inaspettata quanto definitiva. Niente li accomuna, all'apparenza. Ma il destino di ciascuno di loro è sottilmente legato a un elemento di vita altra, si nasconda esso in un giardino o dietro i passi di un cavallo, finanche in un'idea capace di deviare a sorpresa il corso degli avvenimenti, avviando il lettore a una differente, più profonda percezione del misterioso "noi" cui allude il titolo.
"Armi di famiglia" inizia con un biglietto, quello che i Vento, storici produttori di armi, ricevono da Olivia, la figlia più piccola. È un invito a tutti i membri della famiglia a riunirsi a casa. Così, per la prima volta dopo anni, si ritrovano... Viviana, la madre: amministratore delegato, che gestisce le questioni affettive come fossero comunicati aziendali. Vittoria, la primogenita: conduttrice TV, con due figli in sovrappeso e una vita che si misura in numero di spettatori. Virginia, direttore marketing ossessionata dalle strategie: "Se il tizio di Brescia delle pompe funebri distribuisce anelli a forma di bara, non vedo perché non dovremmo farlo anche noi con i fucili". Viola, doppiatrice: è davanti alla scelta più complicata per una donna. E Giacomo, il padre, che consuma le giornate nel silenzio del suo laboratorio. Tutti hanno un obiettivo: tenere nascosto qualcosa. Perché Olivia è l'unica a tardare? Perché al suo posto si presenta Elio, un giovane che si stabilisce in casa pilotando le dinamiche familiari? Francesca Lancini torna con un nuovo romanzo: un ritratto di famiglia in un Nord di restrizioni emotive, fra insulti travestiti da complimenti e sguardi impietosi che sembrano porre un'unica domanda: esiste forse qualcosa di più comico dell'infelicità?
Ojetti, Comisso, Gadda: folta fu la pattuglia degli scrittori in viaggio, negli anni trenta, per le contraddittorie strade della penisola. Tra questi un posto di rilievo spetta a Corrado Alvaro, allora giovane ma già noto narratore: in bilico tra disposizione cosmopolita e idillio paesano, la raccolta di prose "Itinerario italiano" (1933) costituisce una delle prove migliori di quella stagione letteraria. È la ferita ancora aperta della guerra a dare avvio al suo viaggio. Dalla Bassa Ferrarese alla Maremma, all'Abruzzo, alle terre napoletane, alla Calabria, attraverso paesaggi, architetture e topografie dei centri minori e delle città, incontrando i mille e faticosi mestieri degli uomini e delle donne, lo scrittore intraprende una ricerca che è storica, etica e autobiografica a un tempo, e giunge a una verità più profonda e universale: è la provincia la chiave interpretativa della civiltà italiana, da tutelare contro ogni eccessivo tentativo di accentramento. Prefazione di Carmine Abate.