
Haya Tedeschi è a Gorizia, sola e circondata da una cesta di fotografie e ritagli di giornali. È una donna anziana, che dopo 62 anni aspetta di ricongiungersi a suo figlio, avuto da un ufficiale delle SS e rapito dalle autorità tedesche per far parte del programma segreto di Himmler: il progetto Lebensborn. Il figlio che sta cercando disperatamente era nato nel 1915 da una relazione con Kurt Franz, giovane ufficiale tedesco alto e biondo di cui si era innamorata, senza sapere che era già a capo del campo di lavoro di Treblinka. Haya riflette sulle esperienze della sua famiglia ebrea convertita al cattolicesimo, e sul massacro degli ebrei italiani nella Risiera di San Sabba, il campo di concentramento di Trieste. La ricerca ossessiva di suo figlio la conduce tra fotografie, mappe, le deposizioni ai processi di Norimberga e le testimonianze dirette delle atrocità avvenute sulla sua porta di casa. Da questo romanzo emerge la sconcertante cronaca dell'occupazione nazista nel nord Italia. Ci sono 9000 nomi elencati nel libro: sono i nomi degli ebrei italiani che hanno trovato la morte nei campi di concentramento nazisti durante la seconda guerra mondiale e il loro susseguirsi compone un inaudito memoriale delle vittime.
Fahim, 11 anni, racconta la sua storia, un'autentica favola moderna: immigrato clandestino dal Bangladesh in Francia insieme al padre Nura, Fahim si riscatterà dalla condizione di sans papiers grazie al suo innato e straordinario talento, non prima di aver affrontato difficoltà e patimenti. Una storia bella e commovente di emigrazione e redenzione, coraggio e fede, che tocca i temi universali dell'amicizia, dello spaesamento, della lotta per la vita, della ricerca dell'identità, ma che incrocia anche l'attualità più stringente: le condizioni di vita degli immigrati, la clandestinità, le politiche di integrazione. Dal libro verrà tratto un film che vedrà Daniel Auteuil come regista e nel ruolo di Xavier Parmentier, maestro di scacchi di Fahim.
"Il fine della vita è la vita stessa", scriveva Goethe. A dire il vero, non è che questa frase ci sia di grande aiuto. Slawomir Mrozek, invece, non ci abbandona al nostro destino e in questo libro, pensato e costruito assieme al leggendario fondatore della casa editrice Diogenes, Daniel Keel, affronta con humour pungente e raffinato tutti i temi più urgenti della nostra contraddittoria esistenza. E tutti in rigoroso ordine alfabetico, per permetterci una lettura più semplice e immediata. Ogni tema un apologo, fulminante e illuminante: Ambizione, Cambiamento, Destino, Libertà, Progresso, Verità e molti altri. Un dizionario ironico da consultare al bisogno: e quanto più assurde sono le suggestioni che ne ricaviamo, tanto più esse si rivelano utili e concrete. Perché ognuno di noi, per quanto abbia vissuto, è sempre un principiante nella vita.
A Josephine non importa più se il marito è stato divorato da un coccodrillo dagli occhi gialli: ora abita nell'elegante quartiere di Passy, il suo libro è diventato un bestseller e sembra pronta a incontrare il grande amore. La sorella Iris è finita in una clinica per malati di depressione, la figlia Zoe si sta trasformando in un'adolescente ribelle e tormentata, e Hortense, a Londra, è proiettata al successo professionale. Ma un giorno una serie di omicidi inizia a sconvolgere la vita di tutti. Al ritmo sinuoso di una valzer.
La carriera di Hortense sta decollando, e lei non ha intenzione di abbandonarsi all'amore, nemmeno dopo una notte di passione con Gary. Shirley invece è ormai sfinita da un susseguirsi di relazioni sbagliate, tanto da non accorgersi che Oliver potrebbe essere quello giusto. E poi Josephine, che cerca di chiudere fuori la vita, non sa ancora le sorprese che la attendono. Tre donne, tre destini diversi alla ricerca della felicità.
Ismet Prcic è un giovane bosniaco scappato dal suo paese d'origine, straziato dalla guerra. Essendosi lasciato alle spalle la famiglia, gli amici, la propria lingua, e l'amore, non sa bene cosa fare della sua nuova vita nella California meridionale, con i suoi cieli azzurri e i locali pieni di vita. Un giorno, quando sente lo scoppio del motore di una macchina, si getta a terra pensando: "Com'è che delle bombe scoppiate tanto tempo fa a Tuzla possono rimettersi insieme, ritornare nella bocca del mortaio che le ha sparate, essere sparate di nuovo e raggiungermi qui, al bar del Moorpark College?" Ismet vive insieme nel passato e nel presente e "Schegge" è la sua storia, una storia di guerra, di crescita personale e una saga sul destino spezzato di una famiglia.
Nella Germania del Seicento Adam Brux è un medico affermato che insegue un sogno: inventare una tecnica di memoria che spinga all'estremo le potenzialità della mente umana. Studiando le opere di Giordano Bruno e i testi alchemici, la soluzione sembra a portata di mano, ma presto Adam si rende conto che la memoria non è priva di rischi: conservare tutti i ricordi, non dimenticare più nulla di quanto ci accade è una condanna troppo pesante da sopportare. Per questo, all'alba della Guerra dei Trent'anni, Brux pubblica il suo libro più importante per rivendicare il diritto all'oblio, ma la sua vita è in pericolo: qualcun altro sta conducendo stud su memoria e oblio, e non vuole rivelarne i risultati, destinati a cambiare per sempre il corso della storia.
1938. Nancy, una giovane e affascinante archeologa e cacciatrice di opere d'arte americana, scova un'antica pergamena di epoca romana che disegna un labirinto di grotte sotterranee. Anche i nazisti cercano la pergamena, che non deve assolutamente cadere nelle mani degli alleati: Hans Keller astuto e fanatico agente segreto di stanza a Genova ha il compito di recuperarla e uccidere chiunque ne conosca l'esistenza. Nancy, temendo che la pergamena possa esserle rubata, ne fa fare una copia, quindi, a bordo del transatlantico Rex salpa da Genova alla volta degli Stati Uniti. Sul Rex, in un luogo dove a nessuno verrebbe mai in mente di cercarlo, nasconde l'originale della pergamena. Hans Keller si impadronisce dunque della copia, non sospettando il trucco escogitato da Nancy. 1944. I nazisti scoprono lo stratagemma di Nancy e danno il via a una caccia affannosa che attira l'attenzione degli Alleati, i quali incaricano Martin Davies, agente segreto e storico dell'arte di padre inglese e madre italiana, di seguire le tracce di Nancy e capire dove la mappa si nasconde. Il nazista Hans Keller deve evitare lo stesso errore di sei anni prima, e entrare definitivamente in possesso della pergamena. Tra i vicoli quasi gotici di Genova, a bordo del leggendario transatlantico Rex, fino a Trieste Giulio Massobrio dà vita a una fulminante caccia al tesoro, un thriller dove l'onore, l'arte, l'archeologia, l'amore, la morte si sfidano senza esclusione di colpi.
Una redazione raccogliticcia che prepara un quotidiano destinato, più che all'informazione, al ricatto, alla macchina del fango, a bassi servizi per il suo editore. Un redattore paranoico che, aggirandosi per una Milano allucinata (o allucinato per una Milano normale), ricostruisce la storia di cinquant'anni sullo sfondo di un piano sulfureo costruito intorno al cadavere putrefatto di uno pseudo Mussolini. E nell'ombra Gladio, la P2, l'assassinio di papa Luciani, il colpo di stato di Junio Valerio Borghese, la Cia, i terroristi rossi manovrati dagli uffici affari riservati, vent'anni di stragi e di depistaggi, un insieme di fatti inspiegabili che paiono inventati sino a che una trasmissione della BBC non prova che sono veri, o almeno che sono ormai confessati dai loro autori. E poi un cadavere che entra in scena all'improvviso nella più stretta e malfamata via di Milano. Un'esile storia d'amore tra due protagonisti perdenti per natura, un ghost writer fallito e una ragazza inquietante che per aiutare la famiglia ha abbandonato l'università e si è specializzata nel gossip su affettuose amicizie, ma ancora piange sul secondo movimento della Settima di Beethoven. Un perfetto manuale per il cattivo giornalismo che il lettore via via non sa se inventato o semplicemente ripreso dal vivo. Una storia che si svolge nel 1992 in cui si prefigurano tanti misteri e follie del ventennio successivo, proprio mentre i due protagonisti pensano che l'incubo sia finito.
Oltre Eboli c'è un più profondo Sud, sconosciuto e laborioso, qui descritto attraverso le vicende di tre generazioni di una famiglia dell'Aspromonte. È la saga degli umili, vi si racconta il Sud degli ultimi, in cento anni di un cammino verso l'Italia, dall'impresa dei Mille alla devastante alluvione del 1951. Cento anni che attraversano un piccolo angolo di mondo: un paese osserva e interpreta l'eco di vicende lontane dentro cui spesso non si riconosce ma che muteranno il corso della sua vita. Una grande forza morale, la disperazione e il rifiuto dell'emarginazione stanno all'origine del tentativo di percorrere il proprio tempo. Sullo sfondo di un Aspromonte misterioso e impenetrabile, che cova, avvolge e segna i caratteri degli uomini, la storia di una famiglia si dispiega dentro la storia d'Italia, ma senza farne parte davvero appieno, e tinge di unicità quei frustoli di vita quotidiana di cui il tempo non serba il ricordo. Una variopinta folla paesana accompagna, come un coro greco, nella sorprendente esplorazione di un mondo che poteva essere piccolo e che invece giganteggia sotto sapienti pennellate capaci di commuovere nel profondo. Romanzo di grande forza narrativa, diventa metafora, anzi tante metafore che si intrecciano e si alternano senza mai sostituirsi luna all'altra.
Un papa, sopraffatto dalla realtà, ha lasciato il soglio pontificio e si è ritirato a meditare in un remoto monastero benedettino. Un misterioso frate va a fargli visita e lo interroga sui motivi della sua scelta. Il pacato confronto tra i due religiosi si trasforma presto in scontro non solo dialettico: l'uno sostiene con veemenza le ragioni della propria rinuncia, l'altro incalza con l'accusa di avere abbandonato il gregge che gli era stato affidalo, tradendo così il principio stesso della sua missione. Neppure il rivelarsi della natura inaudita dell'ospite placherà il contrasto tra i due o forse tra le due anime di un pontefice rinunciatario che, come qualsiasi mortale cui brucino le proprie rese, si misura con la coscienza sino alle estreme conseguenze. Facendo parlare i personaggi di "Renuntio vobis" esclusivamente con versetti del Vecchio e del Nuovo Testamento, Sergio Claudio Terroni affronta un evento della storia recente che ha sconcertato il mondo e ne fa un racconto in cui la parola biblica è, al tempo stesso, sublime strumento espressivo e attualissimo paradigma spirituale; un invito a fare memoria dell'assoluto, unico rimedio al nulla.
A Capri, nell'attesa della fine, l'imperatore Tiberio ascolta le parole di una enigmatica apparizione notturna: la donna recita i versi di una misteriosa opera su Cesù di Nazareth, mentre dalla Palestina, sullo sfondo di un impero in disfacimento, giungono inquietanti conferme della verità profetica del poema. Si consuma così il vero tradimento di Giuda: non quello di aver consegnato il Cristo alla morte, ma di averne imprigionato il messaggio nella scrittura, destinata a diventare strumento di dominio nelle mani di una casta di esegeti, che avrebbero attribuito alla sua parola il significato a loro più conveniente per esercitare la supremazia sugli uomini.