
In questo romanzo Jacq parte dalla storia della scoperta archeologica più entusiasmante e pericolosa di tutti i tempi: il ritrovamento della tomba di Tutankhamon, sfuggita a predatori e saccheggiatori per oltre tremila anni.
Il romanzo è ambientato nell'Isola di Philae, VI secolo dopo Cristo. Isis, sacerdotessa di Iside, deve combattere una lotta impari contro un potente religioso, il vescovo Teodoro, che vuole vedere i templi di Philae rasi al suolo. Isis e il suo amato sposo Rabin lottano fra Riti sascri, pestilenze e maneggi subdoli del vescovo, fino alla loro tragica morte.
I racconti de "L'uomo invaso" appartengono al Bufalino più "classico", sebbene risentano di un'impronta particolare. Le storie che vi sono raccontate sembrano apparentemente lontane tra loro per luogo, epoca, umore ma in realtà sono unite da un filo comune, in un disegno coerente e unitario che le fa assomigliare a tanti capitoli di un unico romanzo. "L'uomo invaso" è infatti il racconto dell'uomo solo che nell'imminenza della morte fa appello alla memoria (privata, storica, culturale) per conquistarsi un'identità definitiva, e finalmente essere in grado di capire. Gli eroi di queste fiabe o racconti sono colti in bilico tra passione, cabala e realtà.
L'esame dei Misteri di Parigi, dei Beati Paoli, della meccanica dell'agnizione, di superuomini classici come Montecristo, Rocambole, Arsenio Lupin, Tarzan, eccetera, traccia una teoria del romanzo consolatorio e delle sue contraddizioni, valida anche per i prodotti di massa dei giorni nostri. Nietzsche ed Eugènc Sue, Pitigrilli e Ian Fleming, fumetti e feuilletons, i corsari in lacrime di Salgari e l'impeccabile ed elegante 007.
Apparso a puntate su due quotidiani polacchi nel 1939 e sospeso nel momento culminante dell'azione dallo scoppio della guerra, di questo romanzo si erano per lungo tempo smarrite la memoria e le tracce. Attraverso la travagliata love story di due giovani, Marian e Maja, ambiguamente calata nello schema del romanzo gotico, con tutto il repertorio del genere (castello diroccato, passaggi sotterranei, misteriose forze malefiche, delitti, agnizioni, dementi), lo scrittore dà corpo da un lato a un progetto lungamente inseguito di "romanzo popolare", dall'altro alle ossessioni d'una personalità divisa, di una sessualità dolorosa e imperfetta.
Questo volume contiene i saggi: Con beneficio d'inventario; Mishima o la visione del vuoto; Il tempo, grande scultore; Pellegrina e straniera; Il giro della prigione. Le memorie: Care memorie; Archivi del nord; Quoi? L'Eternité. Testi trascurati: Pindaro; I sogni e le sorti; Dossier dei "Sogni e le sorti"; Articoli non raccolti in volume.
Nel suo primo romanzo Coelho accompagna il lettore nel viaggio di Paulo, il narratore, lungo il sentiero che conduce a Santiago de Compostela. Un percorso che Paulo deve affrontare per diventare il Maestro Ram e conquistare la spada che lo trasformerà in Guerriero della Luce. Con lui c'è la sua guida spirituale, il misterioso ed eigmatico Petrus. Settecento chilometri in tre mesi, durante i quali Paulo imparerà a riconoscere i suoi demoni personali e a sconfiggerli. Un viaggio interiore ed esteriore, per spiegare che nella vita come in viaggio non è tanto importante la meta, quanto il cammino stesso.
Il commissario Kostas Karitos vive ad Atene, metropoli sospesa tra Oriente e Occidente, crocevia di immigrati clandestini, ex spie sovietiche e trafficanti d'organi. Karitos tenta comunque di ritagliarsi uno spazio di tranquillità personale, per dedicarsi anche ai propri problemi famigliari. Ma un efferato omicidio lo costringe a scendere in campo, scontrandosi con schegge impazzite di realtà.
"La bustina di Minerva" è una rubrica iniziata sull'ultima pagina dell'"Espresso" nel marzo del 1985 e continuata con regolarità settimanale sino al marzo 1998, quando è diventata quindicinale. Ora le "Bustine" sono state selezionate e raccolte in questo libro. Si spazia da riflessioni sul mondo contemporaneo, alla società italiana, alla stampa, al destino del libro nell'era di Internet, sino ad alcune caute previsioni sul terzo Millennio e a una serie di "divertimenti" o raccontini. La raccolta dà il senso alla rubrica che, come vuole il titolo, intendeva raccogliere quegli appunti occasionali e spesso extravaganti che talora si annotano nella parte interna di quelle bustine di fiammiferi che si chiamano appunto Minerva.
In "Storie della preistoria", Moravia narra le avventure e disavventure di una grande folla di animali umanizzati. O meglio: di uomini che si nascondono dietro una maschera animalesca. Ma le sue storie, libere da schematismi e da certezze usurate dal tempo, si propongono piane, efficaci, più spesso esilaranti, per una lettura accattivante e per un'interpretazione autonoma e personalissima.
E' con il suo diario da ragazzo, non ancora scrittore che Singer scopre la sua vocazione a narrare, a reinventarsi la favola della vita nella miseria e nell'angustia del ghetto di Varsavia. Singer, emigrato negli Stati Uniti nel 1935, quando in Europa cominciava a soffiare la tempesta hitleriana, rivive con dolcezza, arguzia e forza una lontana stagione della sua vita.

