
Una giovane ragazza bionda viene trovata sgozzata nella campagna retrostante una famosa discoteca del riminese. Accanto, con la testa fracassata, giace il suo assassino. Lui ha ucciso lei, ma chi ha ucciso lui? Il Maresciallo Maggio, di stanza a Viserba, dovrà sfidare molti luoghi comuni e sarà il suo istinto a fargli scoprire retroscena impensabili. Più testimone che protagonista, Maggio si muove in una Riviera ambigua e pericolosa, sempre orientandosi con la sua coscienza. "Nulla è più ingannevole dell'evidenza", sostiene un adagio: il delitto scatena la fantasia dei mezzi di comunicazione, che cercano di soddisfare il desiderio del pubblico alla facile commozione più che compiere il loro primo dovere, cioè informare. In conseguenza della pressione, gli organi di giustizia si sentono spinti ad agire per mostrare i risultati delle loro azioni. Ma questa pressione, tanto è indebita, causa indebite conseguenze. Il Maresciallo Maggio, metodico e riflessivo, vuole superare l'ipocrisia del mondo accelerato che viviamo, fatto di convenzioni sociali molto difficili da scalfire.
Tanti autori letterari hanno scritto "contro" la fede in Dio, l'appartenenza alla Chiesa Cattolica e la religione in genere, ma solo perché animati da un ideale "alto" di Dio, Chiesa e religione. Sono i "cristiani contro". Rivivono in questo libro che ne fa una carrellata di ritratti essenziali e sorprendenti, ricchi di citazioni dalle loro opere, attraversando i secoli, le opere e gli stili della letteratura italiana: da Iacopone da Todi a Pier Paolo Pasolini, da Giovanni Boccaccio ad Alessandro Manzoni, da Ludovico Ariosto ad Antonio Fogazzaro, da Giuseppe Gioacchino Belli a Ignazio Silone e a padre David Maria Turoldo. Anche Giacomo Leopardi, Luigi Pirandello e Umberto Eco appartengono, metaforicamente, a questo percorso morale e letterario. I loro, sono ritratti di "cristiani senza Cristianesimo", ma profondamente segnati dall'educazione cattolica e dalla cultura religiosa.
La voce narrante di questo racconto è quella di una madre la quale, dopo un vissuto sofferto, dovrà affrontare un'ulteriore prova: Greta, sua figlia, è succube della droga. L'intera trama si dipana attraverso episodi, i quali mettono in luce la fede e il coinvolgimento emotivo di questa donna. Il racconto rivela come qualunque difficoltà non debba essere un motivo di resa, bensì una ragione per combattere e sperare, nella fede, in una soluzione possibile. Dopo essere riuscita a instaurare un forte legame con sua figlia, questa madre si accorge che l'intera esperienza le ha permesso di riscoprirsi madre, attenta e presente nella vita di sua figlia.
"Stupore" è un romanzo familiare che racconta del ciclo naturale dell'esistenza, di amore e di famiglia, di favole e di realtà. Lucia, con lo stupore unico che può scaturire solo dall'incontro con Dio, resta in piedi davanti alle amarezze, attingendo ai valori cristiani tramandati amorevolmente dalla bisnonna per trasferire, a sua volta, l'insegnamento e la fede alla nipotina Gaia. Non a caso Gaia, quando sarà una giovane donna, intraprenderà una missione per niente scontata. In questo romanzo traboccano emozioni profonde, tradizione, la capacità di stupirsi ancora delle piccole cose, i sentimenti di bontà. La famiglia resta ancora il luogo privilegiato per la trasmissione della fede. È solo la famiglia a possedere il primato sulla credibilità dell'insegnamento cristiano agli occhi, esigentissimi, delle nuove generazioni. Se in famiglia c'è Dio, i ragazzi presto o tardi se ne accorgeranno...
Ti capita mai di avere un diavolo per capello? Hai mai dovuto mandar giù bocconi amari? Qualche volta hai l'autostima sotto le scarpe? In certi giorni il mondo ti sembra una valle di lacrime? Verosimilmente la tua risposta è sì perché queste situazioni succedono a tutti! Questo libro è particolarmente indicato per chi, quando è in difficoltà, desidera cercare degli strumenti per uscirne. Qui troverai la pillola giusta al momento giusto! Ogni racconto è accompagnato da un sincero "bugiardino" che te ne illustrerà le proprietà e le indicazioni d'uso.
Una piccola raccolta di racconti, inseriti nella tradizione popolare toscana, che provengono da antiche leggende basate sul rapporto tra gli alberi, le piante e la fede. La tradizione religiosa che vedeva nella natura un dono gratuito del Creatore e, nelle piante, delle compagne di viaggio, descrive la bellezza di una fede semplice e autentica.
Il tempo di volo è la durata di un viaggio in aereo, dal decollo fino all'atterraggio in pista. Per chi, come l'autrice, teme le grandi altezze e ha paura di volare, "Tempo di volo" si propone come una raccolta di pensieri e poesie per far capo, appunto, ad un metaforico viaggio "in volo" anche se con i piedi ben saldi a terra: un viaggio che prevede delle fasi, come il decollo, il rullaggio e la salita; un viaggio vissuto assieme ad altri passeggeri; un viaggio fatto di incontri e turbolenze, prima dell'arrivo alla meta.
Carlo e la sua famiglia, come il resto della popolazione, sono chiusi in casa da 5 anni a causa della pandemia di Covid-19. Quella che sembrava essere una emergenza temporanea si sta prolungando nel tempo, mutando abitudini, modelli culturali, professionali e quindi anche ecclesiali. La stessa esperienza della fede subisce un cambiamento, rispetto al quale Carlo si pone domande di senso, anche alla luce della sua esperienza in una comunità parrocchiale, interrogandosi su temi spirituali, di annuncio, liturgici, caritativi... Il romanzo si ispira all'esperienza che abbiamo vissuto recentemente e la estremizza al fine di aprire riflessioni profonde sui modelli pastorali in atto, sull'esperienza spirituale delle persone e la preghiera, sull'organizzazione della Chiesa e l'efficacia del suo annuncio. La ricerca di Carlo si intreccerà con una crisi familiare che incrinerà gli equilibri della sua casa e costituisce una metafora del rapporto di ogni persona con la Chiesa. Il tutto con uno stile diretto e graffiante, tramite la scrittura di post all'interno di una piattaforma social.
Questo libro è il "sequel" di Cristiani contro, uscito con l'Editrice Tau nel 2017 e il sottotitolo: "I grandi 'dissidenti' della letteratura italiana da Iacopone a Umberto Eco". È venuto il momento di aggiungere altre dodici grandi voci di poeti e narratori che dal Trecento ai nostri giorni hanno raccontato la loro esperienza in rapporto al mistero di Dio, al cammino spirituale e istituzionale della Chiesa e alla dimensione del sacro in generale: Dante Alighieri, Nicolò Machiavelli, Torquato Tasso, Giovanni Verga, Grazia Deledda, Clemente Rebora, Cesare Pavese, Mario Pomilio, Luigi Santucci, Italo Alighiero Chiusano, Alda Merini e Andrea Camilleri. Il criterio di scelta e di proposta rimane lo stesso: scrittori e scrittrici che hanno donato alla pagina un approccio problematico e complesso ma sempre originale e creativo al "problema religioso", anche al di là della rispettiva posizione ufficiale o ufficialmente riconosciuta. Lungo questo sentiero, le sorprese e perfino i colpi di scena non mancano certamente. Un ateo o un agnostico può leggere proficuamente i romanzi dei cattolici Pomilio o Santucci e viceversa un cattolico può accostarsi con fiducia a quelli di Pavese e Camilleri. L'esperienza umana, unita alla sincerità e alla coerenza intellettuale, diventa grande letteratura e la grande letteratura non ha confini. Così, spesso lo scrivere "contro" è scrivere "per": per una umanità rinnovata, veramente libera, che fa della fede una dimensione da rispettare profondamente o da vivere in tutta la sua purezza e in tutta la sua credibilità. Resta anche l'invito a scoprire e a riscoprire questi autori in modo autonomo e creativo, senza pregiudizi di nessun tipo; a leggere le loro poesie e i loro romanzi (a volte poco noti o dimenticati) come un grande contributo di civiltà e una inesauribile, fantastica avventura.
E' una storia realmente accaduta, ricca di coincidenze, che ha come protagonisti principali tre persone: Antonio, Oreste (il don) e Paolo (mio padre).
Anni fa avrei ritenuto più semplice incastrare tutto nelle caselle delle casualità; oggi mi appare più affascinante considerarle come un intreccio di storie che, quasi si fosse in un racconto biblico, vogliono svelare qualcosa d'altro.
In molte email personali che troverete in questo racconto, mi rivolgo al Signore. E' una preghiera sincera che però, ahimè, è sempre accompagnata da una sottaciuta domanda: "ma ci sei veramente"?
"Quando arrivai a destinazione mi domandai se fossi sveglia o stessi sognando. Le costruzioni erano completamente fatiscenti, come se nessuno se ne occupasse. Respirai un innaturale senso di abbandono. Nel giro di pochi minuti il Lotto divenne un oceano di voci, colori, rumori e odori: una moltitudine di vita prese forma, suono e odore e si propose violentemente davanti ai miei occhi". Io sono nata due volte: la prima dal grembo di mia madre, la seconda a Scampia. Ho accolto una chiamata che è partita da un profondo desiderio del mio cuore, mi sono lanciata nel vuoto e, se non lo avessi fatto, non avrei mai scoperto di saper volare."
Dopo una vita dedicata alla famiglia, le giornate di Beppe Rinaldi trascorrono immobili. Non potendo più occuparsi di lui, i suoi tre figli lo hanno fatto ricoverare contro la sua volontà in una clinica per anziani. Ormai chiuso in sé stesso, si rivolge ai ricordi del passato: gli anni della leva militare, delle preziose amicizie e dell'amore per sua moglie Clara, ormai morta. In un susseguirsi di flashback, il passato di Beppe si incrocia con il presente e le vicende dei suoi familiari, che non sembrano comprendere la sua profonda sofferenza. A far breccia nel cuore di tutti ci penserà, però, una toccante celebrazione, il giorno di Natale. Un romanzo coinvolgente, ricco di emozioni intense, capace di creare spunti profondi di riflessione, sia nei giovani che nei meno giovani, su alcune tematiche socio-familiari di assoluta attualità.