
"Mitsou", apparsa dapprima a puntate sui settimanale "La Vie parisienne" alla fine del 1917, fu da Colette, per l'edizione in volume di due anni più tardi, rivista e soprattutto allungata sino all'attuale forma di "romanzo breve"; anche se è forse eccessivo e al tempo stesso limitativo parlare di romanzo per questa "operetta" - come in seguito l'avrebbe definita la stessa autrice che, pur nella sua brevità, assume di volta in volta le cadenze della "pièce" teatrale e della novella epistolare.
"Sarebbe un miracolo se un critico diventasse un poeta, mentre è impossibile che un poeta non contenga in sé il germe di un critico. Non si meravigli il lettore che io consideri il poeta come il migliore di tutti i critici." Forte di questa affermazione, Baudelaire, poeta, si fa critico musicale in difesa di Wagner, il cui "Tannhäuser" aveva provocato una spaccatura nella cultura parigina e la nascita di una discussione che impegnò personaggi di grande rilievo come Gautier, Berlioz, Liszt, e che divise l'intero mondo culturale europeo in wagneriani e anti-wagneriani.
In "Come curare la malinconia" Mark Twain ci propone uno scrittore inventato, G. Ragsdale McKinnock, autore di una grande, insuperata opera ovviamente non meno inventata, ma di cui Mark Twain si premura di citarci, commentandoli, interi passi. Una situazione non molto dissimile si trova nel secondo racconto, "Telegrafia mentale", protagonista un noto quanto immaginario studioso di scienze psichiche, alle prese con i fenomeni della telepatia applicata nientemeno che al telegrafo. Chiude infine il volumetto il racconto "La signora McWilliams e il fulmine", tutto giocato sulla paradossale situazione scatenata da un temporale che non è mai avvenuto.
Opera prima di Tolstoj, pubblicata nel 1852 sulla rivista "Sovremennik "Infanzia" era destinata a comporre, con le successive Adolescenza, Giovinezza, Età della piena giovinezza, un romanzo dal titolo complessivo "Le quattro età dello sviluppo", che non andò però mai oltre Giovinezza, anch'essa peraltro incompiuta. Il successo fu immediato, tale da collocare l'ancora anonimo Tolstoj tra i maggiori scrittori della Russia del tempo. Tra i motivi di questo riconoscimento, sta probabilmente il fatto che Infanzia non si presenta come le tante 'memorie' spesso aprirono la carriera di tanti scrittori dell'Ottocento, ma come un vero e proprio romanzo nel quale è già presente e sviluppato il grande scrittore delle opere successive.
Nel 1947 l'editore Mermod di Losanna propose a Colette di mandarle regolarmente un bouquet di fiori ogni volta diverso; Colette, da parte sua, avrebbe scritto una sorta di «ritratto» dell'uno o dell'altro di quei fiori. Ne risultò una raccolta che apparve l'anno successivo con il titolo «Per un erbario» e che qui viene proposta per la prima volta in edizione italiana.
"Questo è il Natale, avvertire dentro di sé, una volta all'anno, questa aspettativa, questo fermo diritto che niente può deludere. Sentire che in fondo i nostri più grandi desideri, se solo apriamo a loro il nostro cuore, non possono non essere esauditi. Questi sono, carissima mamma, i miei pensieri di Natale per te...". (Rainer Maria Rilke)
La raccolta di prose "Impressioni e paesaggi" è del 1918; segna dunque - se si fa eccezione per "Fantasia simbolica", anche essa in prosa, apparsa l'anno prima su rivista - l'esordio letterario di Federico García Lorca, allora ventenne. Come scrive Carlo Bo nella prefazione al volume, "le prose di García Lorca sono preziose per diverse ragioni, prima fra tutte quella sull'origine della sua poesia". E in effetti, se queste prose presentano senza dubbio virtù e limiti delle opere giovanili in genere, appare qui già molto evidente il ruolo che in seguito il mondo popolare rivestirà sempre nella sua poesia e nel suo teatro più maturi.
Storia di un'enigmatica figura femminile in viaggio per mare verso un altrettanto enigmatico matrimonio, il lungo racconto Il Patagonia ha sorprendenti punti di contatto con il più noto Daisy Miller ed offre - come sempre nelle opere del grande scrittore americano - assieme alla rappresentazione dei riti sociali di un'epoca, una sottile esplorazione degli insondabili abissi dei sentimenti umani.
"Il più precoce cibo letterario della mia infanzia furono i tanti romanzi del mistero e delle più spaventose avventure" ha scritto Fernando Pessoa, grande appassionato di gialli, lettore e anche traduttore di Edgar Allan Poe. E al fascino della ghost story e a Poe si riallacciano i due racconti inclusi in questo volume: "Una cena molto originale" - scritto in inglese e 'attribuito' da Pessoa al suo eteronimo Alexander Search - e "Il furto della Villa delle Vigne", che rappresenta la più compiuta fra le Novelle poliziesche che il grande scrittore portoghese aveva iniziato a costruire intorno al personaggio di Abílio Fernandes Quaresma, un investigatore dai tratti simili a quelli dell'amato Auguste Dupin.
I "Ricordi di egotismo", qui proposti nella traduzione d'autore di Massimo Bontempelli, furono iniziati da Stendhal nell'ozio di Civitavecchia allo scopo di fissare i momenti di felicità che lo scrittore francese era riuscito a cogliere nel decennio della sua vita parigina tra il 1821 e il 1830, successivo al felice periodo milanese e all'infelice amore per Matilde Dembowski. Ma l'intento autobiografico di Stendhal si frantuma in tutta una serie di descrizioni della vita e della società parigine, e soprattutto di incursioni nelle tre grandi passioni dello scrittore francese, l'amore, la musica e la pittura.