
Scorre la Senna è un libro senza precedenti nella produzione di Fred Vargas, una raccolta che riunisce gli unici tre racconti, inediti in Italia, mai pubblicati dalla scrittrice francese - Salute e libertà, La notte efferata e Cinque franchi l'una. Protagonista delle tre indagini il più amato tra i personaggi inventati da Vargas, Jean-Baptiste Adamsberg. E come sempre accade nelle indagini del commissario, ironia e mistero, crimini efferati e inattesi colpi di scena si alternano creando un'atmosfera inquietante sottolineata dai disegni in bianco e nero di Edmond Baudoin - illustratore anche dell'unica graphic novel scritta da Vargas, Les quatre fleuves.
Nei tre avvincenti casi di Scorre la Senna i lettori di Vargas ritroveranno tutte le caratteristiche che hanno reso i suoi romanzi dei grandi successi. Se è necessario tutto l'intuito di Adamsberg per risolvere il caso al centro di Salute e libertà, e svelare gli insospettabili legami tra alcune minacciose lettere anonime e l'improvvisa comparsa di un barbone sulla panchina davanti al commissariato, a essere messa alla prova in Cinque franchi l'una è l'inventiva del commissario, alle prese con il testimone di un delitto poco propenso a collaborare. Mentre un omicido commesso la notte di Natale, La notte efferata, è il punto di partenza per una indagine che svela uno scambio di identità e regala ai lettori una riflessione sul Natale decisamente lontana dalla retorica della ricorrenza.
L'ex investigatore Louis Kehlweiler, il medievista Marc, l'archeologo Mathias e lo storico della Grande Guerra Lucien amano i bistrot, sono sempre senza una lira ma hanno un talento spiccato per le indagini complicate, soprattutto quando al commissariato brancolano nel buio...
In Chi è morto alzi la mano un faggio è misteriosamente spuntato dal nulla nel giardino della cantante lirica Sophia Siméonidis: potrebbe essere uno scherzo, lo strano regalo di un ammiratore oppure un sinistro presagio.
E quando, in poche settimane, una tranquilla strada di Parigi diverrà teatro di un omicidio ci vorrà molto intuito per riuscire a raccapezzarsi.
In Un po' piú in là sulla destra, Louis Kehlweiler, mentre è in appostamento su una panchina, trova per terra un frammento di osso umano.
Una traccia perduta dentro la città, ormai definitivamente. Eppure Kehlweiler la segue, con i suoi soliti aiutanti. La segue con ostinazione e ossessione fino ad arrivare in un piccolo villaggio della Bretagna...
Infine, in Io sono il Tenebroso la stralunata squadra di improvvisati detective si trova coinvolta nel misterioso caso di due giovani donne uccise a colpi di forbice. La polizia è convinta di essere a un passo dal colpevole, il serial killer pronto a colpire ancora. Ma le cose, come sempre, non hanno mai una faccia sola...
Dopo la lettura di questo libro l'esistenza non avrà più alcun segreto per voi. Saprete tutto dei lombrichi, della pressione e dell'anti-pressione. Imparerete tutto dell'amore redentore, e perfino qualcosa della sorella e della madre dell'autrice; questo senza dimenticare il campanile di Villiers-d'Écaudart, paesino della Normandia che è per lei, più o meno, ciò che Weimar fu per Goethe. Vi diventeranno familiari il principio dell'attesa e quello fondamentale del risparmio di energia, il concetto dell'astice e quello di rupe. Scoprirete, inoltre, che "l'altro non lo si cambia". In questo "piccolo trattato" Fred Vargas affronta, con umorismo, la vita e i suoi misteri, traendone un distillato acuto e divertente di riflessioni capace, forse, di regalare un po' di sollievo al nostro errare.
Qualcuno ha bruciato vivo nella sua Mercedes un vecchio magnate della finanza e dell'industria. Forse è stato un ragazzo di banlieu, ma Adamsberg non ci crede. Ha bisogno di prendere tempo. Ed ecco gli arriva, dai boschi della Normandia, un omicidio che sembra scaturire dal medioevo. C'è un cadavere, sul sentiero dove da mille anni i prescelti vedono passare la Schiera furiosa. Ovvero la cavalcata dei morti, che trascinano con sé anche i vivi condannati a morire per i loro peccati. La giovane, luminosa Lina ha visto la Schiera. È solo una visionaria, o le foreste normanne celano segreti più spaventosi di una antica, cupa credenza?
Una caccia ai fantasmi tra demoni e strane leggende. Dai ghiacci d'Islanda alla Rivoluzione francese. Il nuovo caso per il commissario Adamsberg e la più stravagante armata dell'Anticrimine parigina. Si è mobilitata tutta l'Anticrimine del tredicesimo arrondissement di Parigi sul caso dei due apparenti suicidi. Il coltissimo capitano Danglard, grande estimatore di vino bianco, l'energica Violette Retancourt, lo specialistica in pesci d'acqua dolce Voisenet. Ma soprattutto lo svagato, irresistibile, "spalatore di nuvole", il commissario Jean-Baptiste Adamsberg. Tutto inizia col ritrovamento di due corpi e la scoperta di uno strano simbolo scarabocchiato accanto a ciascuno di essi. Ma come sempre accade nelle storie di Fred Vargas, questo non è che l'avvio di una avventura che finirà per snodarsi in mezza Europa tra una balzana setta di adepti della Rivoluzione francese e una gita in Islanda finita in tragedia.
Un rapimento, svariati delitti e un assassino, forse mancino forse no. Saranno solo leggende e superstizioni ma, da quando è ricomparso il fantasma dello Zoppo, in Normandia le sciagure non si contano più. A sei anni da "Il morso della reclusa", torna Fred Vargas con uno dei personaggi capolavoro del noir, lo svagato e visionario Jean-Baptiste Adamsberg, commissario del XIII arrondissement di Parigi. Il guardacaccia Gaël Leuven era un marcantonio solido come uno scoglio bretone, ma per ucciderlo sono bastate due coltellate al torace. A Louviec lo conoscevano tutti. Compreso Josselin de Chateaubriand (forse discendente di quel Chateaubriand), il nobilastro dall'abbigliamento eccentrico che adesso è il principale sospettato. Richiamato in Normandia dal commissario locale, Adamsberg si addentra nelle numerose ramificazioni del caso. Ma pur perdendosi come di consueto in false piste e digressioni mentali, in osservazioni prive di qualunque nesso con l'indagine, c'è da scommettere che anche questa volta verrà a capo del groviglio di omicidi ed efferatezze. Grazie alle sue illuminazioni proverbiali ma anche, forse, all'energia ancestrale dei menhir.
In una Parma crepuscolare coperta da una spessa coltre di neve, il marcio sembra nascondersi ovunque: la corruzione dilaga, il crimine è fuori controllo e la rabbia cresce. Soneri è il più arrabbiato di tutti perché crede ancora nella giustizia e se la vede sfuggire di mano. Il commissario deve fare i conti con tre piste d'indagine, tre matasse il cui bandolo sembra impossibile da dipanare. Il primo gli arriva da Angela, la sua compagna, che gli segnala strani suoni provenienti dall'argine del fiume. Scivolando tra l'erba gelata, Soneri ritrova un telefonino - senza memoria - e misteriose tracce di cani che terminano nel nulla. Il secondo comincia in un ospizio, dal quale è scomparso un vecchio signore che la memoria l'ha persa a causa della demenza senile, e che sembra, invece, non aver lasciato traccia alcuna. E infine il terzo filone d'inchiesta porta Soneri verso le piste da sci sulle quali pare essersi dissolto come neve al sole il sindaco della città: tutti sapevano che sarebbe stato lì in vacanza, nessuno ricorda quando l'ha visto. Sin dall'inizio delle ricerche, Soneri sente che dietro quei casi si cela un'unica strategia, quella della lucertola. Ma questa volta l'inseguitore non si lascia ingannare.
"Valerio Varesi è uno scrittore che fa anche il giornalista con taglio investigativo. Racconta le cose come il commissario Soneri, che ormai, dopo alcuni romanzi, è diventato uno di quegli appuntamenti che la serialità del giallo ci regala, e si può benissimo avvicinare a figure riflessive, tormentate e concrete come il commissario De Vincenzi di Augusto De Angelis, il sergente Sarti Antonio di Loriano Machiavelli o il Duca Lamberti di Giorgio Scerbanenco. Gente piena di dubbi, a cui non piace che le cose non quadrino. Per esempio, che ci sia un morto in un piccolo cineclub, deceduto di morte naturale, che però ha un filamento di cotone attaccato ad un erpes sul labbro, ed è amico di una donna il cui marito è stato ucciso." (Dalla presentazione di Carlo Lucarelli)
Nel paesaggio di acqua e nebbie della Bassa, il commissario Soneri si trova a suo agio. Insieme con gli anziani del posto è tra i pochi a conoscere quel tratto del Po, a sapersi muovere tra gli argini, le golene, i casolari sparsi in una terra che ormai sembra abitata da fantasmi. E dove invece le cose stanno cambiando: slavi che pescano il pesce siluro e forse trafficano con le armi; speculatori che rubano la sabbia dal letto del fiume; ragazzi sbandati senza un futuro; una banda che rapina i bancomat con l'esplosivo... Stavolta però succede anche di peggio: nel giro di un giorno spuntano due cadaveri. Il primo, come presto viene appurato, è di un giovane ungherese. Rinvenuto nel fango con un foro di proiettile in testa. Il secondo è dell'ex comandante partigiano Libero Manotti, morto di vecchiaia, di solitudine, di abbandono nella sua casa isolata in mezzo ai pioppi. Due storie diverse, eppure legate da un filo: Soneri ci mette un po' a trovarlo, avviando un'indagine che lo porta a scavare nel rivolo ambiguo del nuovo terrorismo rosso, ma anche nel passato, al tempo dell'occupazione tedesca. E che lo mette drammaticamente a confronto con alcuni, indimenticabili personaggi del fiume: il Nocio, marinaio d'acqua dolce dalla scorza ruvida e dall'animo nobile; la stagionata Gina, che tuttavia all'amore non rinuncia; il vecchio Lumén, che sulla sua sedia a rotelle esce solo con il buio, perché così la realtà gli pare meno brutta; Carega, maestro in pensione con la saggezza di un filosofo.
Sotto il ponte più antico di Parma, il cadavere di un uomo affiora dalla riva melmosa. È stato assassinato, e poi gettato in acqua chissà dove, finché la corrente non l'ha portato lì. Il commissario Soneri, incaricato delle indagini, si affida come sempre all'istinto e raccolti i primi, labili indizi, decide di risalire il fiume. In un freddo, piovoso pomeriggio di gennaio, il suo tragitto a ritroso lo conduce in un borgo isolato dell'Appennino, vicino a un passo percorso un tempo da mercanti e pellegrini e ora battuto da ambulanti extracomunitari, ma anche da "spalloni" della droga. I paesani parlano poco e malvolentieri, l'ostilità verso l'intruso, perdipiù sbirro, è palese, tuttavia Soneri arriva a scoprire in fretta l'identità della vittima - un ricco e temuto imprenditore del posto - e a legare il suo nome a un pesante scontro di interessi sul futuro di quelle montagne. Col passare dei giorni l'inchiesta si fa sempre più inquietante, mentre il commissario cerca, letteralmente, di trovare la pista giusta fra sentieri impervi che si perdono in un paesaggio intatto di neve, alberi e acqua. In questo scenario che lo affascina e insieme lo turba, s'imbatte in alcuni bizzarri personaggi, raccolti in una sorta di "comunità dei boschi", e in uno scomodo prete dalla fede eversiva, confinato per punizione in quel luogo dimenticato da Dio...
Domenico Nanni è un uomo che sta facendo i conti con se stesso. A sessant' anni, si guarda indietro e quello che vede è l'immagine di chi non si è fatto scrupoli ad arraffare tutto ciò che poteva, senza nulla in cui credere se non successo, potere, denaro. Presto orfano di padre, cresciuto da una madre che ha sgobbato per potergli garantire un'istruzione, negli anni Sessanta Domenico sposa gli ideali rivoluzionari, forse più per il desiderio di essere come gli altri che per convinzione. Giornalista di nera a "l'Avvenire", per un po' se ne sta a guardare, ma ben presto inizia a cedere alle lusinghe di un mondo sensuale, prepotente e affascinante che si va affermando giorno dopo giorno. Con gli anni Ottanta inizia il gran ballo, e molti pensano a riempirsi la pancia, con buona pace di sogni e utopie. Nanni è uno di quelli. Con l'ascesa del Partito Socialista e la vittoria di una politica del bengodi, salta sul carro del vincitore e - grazie anche all'aiuto di Susanna e della sua prorompente e cinica vitalità - si reinventa come pierre, perché "se la fame non c'è, bisogna ingolosire". Un teatrante che vende idee ammantandole d'oro. Si sporca le mani con la politica, l'industria, la finanza, e così attraversa gli ultimi trent'anni della storia italiana. E la sua parabola diventa metafora di quella del nostro Paese.
"Ci sono degli ebrei nella mia casa" descrive la vita e le aspirazioni di alcune donne russe che vivono tra Mosca e Brooklyn. Nella storia che dà il titolo al libro, storia che si svolge durante la seconda guerra mondiale, durante l'occupazione nazista della Russia, Galina offre coraggiosamente rifugio, nella sua casa, a un ebrea e alla sua piccola, salvo poi nutrire un crescente risentimento per la presenza dell'estranea in casa, risentimento dettato da piccole ipocrisie, rivalità femminili, rivalse sociali ecc. In "Lezioni d'amore", una giovane docente di matematica si ritrova a insegnare educazione sessuale in una classe femminile, lei che aspetta ancora di ricevere il suo primo bacio. Con una scrittura nitida e precisa, Lara Vapnyar illumina le avventure e le nascoste possibilità della vita, le delusioni e le svolte inaspettate che a volte riserva, con delicato humour, ritmo avvincente e onestà di sentimenti.