
Kasumi è nata e cresciuta nell'Hokkaido, ma fugge ben presto a Tokyo, dove sogna di realizzare una vita libera e diversa da quella monotona e squallida dei suoi genitori. Sposatasi con un tipografo mite e serio, Kasumi cerca una via di fuga nelle braccia di un cliente del marito con il quale inizierà una relazione segreta e appassionata, che indurrà l'uomo a comprare una casa nell'Hokkaido per ospitare la donna e la sua famiglia. Nel corso di questo soggiorno, la figlia maggiore di Kasumi scompare senza lasciare traccia. Convinta che la scomparsa della bambina sia il meritato castigo per aver tradito il marito, le figlie e, anni prima, i genitori, Kasumi intraprende un viaggio alla ricerca della figlia che la ricondurrà alle sue origini.
Gli animali aprono davanti all'uomo una profondità che attira e imbarazza, che rimanda a luoghi o meccanismi della psiche spesso dimenticati, se non rimossi. Kipling è lo scrittore che ha cercato, con curiosità e dedizione, di spiare nelle bestie questi mondi sommersi. Il volume raccoglie tutte le scritture "animali" di Kipling mostrando come, pur nelle differenze di genere, ci sia una continuità di sguardo, un'elaborazione mitica, uno straniamento della narrazione che le carica di un fascino particolare.
Queste storie raccolte in ogni luogo e da ogni sorta di persone - dal santone, dall'intagliatore, dal falegname, da sconosciuti su piroscafi e treni annunciano la nascita di uno scrittore che rivelò un intero subcontinente e diede voce alla sua stessa gente: gli angloindiani.
Frutto della tarda fioritura kiplinghiana - fioritura come offuscata e relegata in secondo piano dall'eccesso di notorietà procurata allo scrittore dalle sue opere maggiori - questi racconti non mancheranno di sorprendere e sconcertare molti lettori: giocati su una mostruosa tastiera di riferimenti, bagnati di malinconia immortale, spaziano dal Sudafrica che non ha ancora conosciuto la guerra boera all'Antiochia dei primi martiri cristiani, dal Medioevo monastico alle trincee della Grande Guerra.
Completamente ritradotti, vengono riproposti i due classici libri di Kipling, più due raccolte di racconti su animali scritti più tardi, alcuni dei quali inediti in Italia. Il volume è arricchito dalle illustrazioni originali dello stesso Kipling che era anche pittore e illustratore.
Kim è un ragazzo di Lahore, orfano di un sottufficiale irlandese dell'Armata britannica d'Oriente. Vive a Lahore come un indigeno, pensando e parlando in indostano. Un giorno incontra un santone sceso dalle montagne del Tibet in cerca del fiume purificatore e decide di andare con lui. Quando s'imbattono nel reggimento dove il padre di Kim prestava servizio, il ragazzo viene messo di fronte ai suoi "doveri" di inglese: lasciare il santone, frequentare la scuola ed entrare nel servizio segreto britannico. Accetterà di far parte del "Gran Gioco" e di perdere per sempre la saggezza del santone?
Puck è un piccolo fauno dagli occhi cerulei di shakespeariana memoria, vecchio come il Tempo, capace di ricreare il Passato davanti agli occhi di due fratelli, Dan e Una, che vengono così iniziati - celatamente - agli Arcani dell'Impero, nella fattispecie quello britannico. Grazie alla potenza della sua magia evocativa, "vediamo" in azione i centurioni romani di stanza al Vallo di Adriano e i cavalieri alla conquista normanna, scopriamo il segreto del ferro e assistiamo a una razzia di vichinghi, passiamo dal Medioevo con le sue forche e i suoi lebbrosi ai fasti dell'epoca rinascimentale di Enrico VII.
Un ragazzino gioca seduto a cavalcioni su un gigantesco cannone: è Kim, altrimenti noto come il "Piccolo Amico di tutto il Mondo"; orfano di un sergente irlandese, cresciuto come un monello indiano, Kim è sotto la protezione di due numi tutelari. Il ragazzo gioca per il gusto di giocare e viaggia per il gusto di viaggiare e si mette in marcia lungo la Grand Trunk Road, fiumana di vita che percorre millecinquecento miglia da Bombay a Benares a Peshawur, dando così avvio a una scorribanda picara che è insieme un pellegrinaggio religioso.
Per Kipling, tutte le epoche sono contemporanee. Gli eroi, i non-morti nel loro limbo storico, sono solo ibernati nel suolo inglese. Mondo minerale, vegetale e animale minacciano e soccorrono il dispotico, ma fragile artificio degli umani. In questa seconda parte del dittico dedicato a Puck, davanti allo sguardo dei protagonisti Dan e Una rispuntano vecchie e nuove conoscenze. Questa volta il "cast" è ancora più impressionante per varietà e importanza: l'ultimo re sassone Aroldo, la regina Elisabetta, il pirata Francis Drake e Washington, Talleyrand e Napoleone. Si passa dal neolitico alla Rivoluzione francese, si affronta l'Invincibile Armata, si attraversano le lande degli indiani nordamericani all'epoca della rivolta delle colonie.
"Gli dèi delle cose come stanno" sovrintendono all'opera di Kipling. Già, ma come stanno le cose? Lo scrittore non può che andare di persona - attraverso i personaggi - a scoprirlo nei dettagli. Ad esempio: come si sopravvive schiavi ai remi su una antica galera e che cosa si vede quando il mare raggiunge il parapetto prima di sommergerti? Come ci si sente quando un mostro degli abissi marini, che mai avrebbe dovuto risalire in superficie, ti guarda in faccia, o quando quella che blandamente chiamiamo ispirazione ti penetra, lacerando il tessuto individuale e costringendoti a scrivere una poesia come se fossi Keats? Che cosa significa essere un ragazzo-lupo, "un animale imperfettamente snaturato, soggetto a intermittenza alle imprevedibili reazioni di un'area spirituale non localizzata", che per Mowgli - la figura di fanciullo primordiale più amata della letteratura nasce in uno dei racconti - si trova nella pancia? Distillando l'acre alcol del lavoro, senza timori reverenziali di fronte a "sua maestà il vapore" o all'aglio dello slang, a onde hertziane o putrelle; scomodando metempsicosi e telegrafo senza fili e all'occorrenza un intero consesso di divinità indiane; addentrandosi persine nella giungla arcaica del ciclo, tra "la plebe degli dèi", Kipling, inguaribile Proteo all'apice della vita creativa, non fa che cambiare avventura.
Nel presentare ai suoi lettori "Storie proprio così", scritte in origine per far addormentare la sua primogenita, Kipling ricordava come non gli fosse permesso, allora, alterarne neanche una parola: andavano raccontate "proprio così", altrimenti la bambina "sarebbe saltata su a ripristinare la frase mancante". In seguito le avrebbe sperimentate con gli altri figli e i loro piccoli amici, studiandone le reazioni, dando ascolto a eventuali loro appunti, rifinendo ogni cadenza e intonazione, tanto che quelle storie hanno finito per diventare vere e proprie formule incantatorie. Così temi didascalici come geografia e preistoria, flora e fauna, nascita della scrittura, "evoluzione della specie" e altro materiale ponderoso, mirabilmente parodiati e reinventati, vengono assunti di diritto nell'empireo fiabesco. E verremo a sapere "perché" il Cammello ha la gobba o il Leopardo le macchie; scopriremo le origini degli Armadilli e come sia stato composto il primo Alfabeto; incontreremo il Gatto che se ne va per i fatti suoi e la Farfalla che batte i piedi - in un tripudio di trovate sempre più fantastiche, accompagnate da rime bislacche e disegni ancor più strani. Giacché qui Kipling ha voluto mostrare, per una volta, un altro suo inedito talento, corredando i testi di disegni in tutti i sensi originali, arabeschi di gusto fin de siècle - con un tocco forse dell'amico Beardsley - che arricchiscono le vie della lettura.

