
"La bella vita" è la prima delle tante raccolte moraviane di racconti. Il libro presenta dunque allo stato nascente le figure, le problematiche, i modelli di una esperienza letteraria tra le maggiori del Novecento italiano. E mentre il giovane scrittore ripensa la propria vita e il proprio ambiente, in piccoli capolavori, illumina anche i molti vizi e le poche virtù della realtà italiana negli anni del fascismo, e getta a grande profondità uno scandaglio sui nodi oscuri dell'esistenza.
Questo volume contiene gran parte dei racconti scritti da Moravia tra il 1927 e il 1951, già variamente distribuiti in raccolte più brevi. I primi risalgono agli anni in cui Moravia lavorava al suo primo romanzo "Gli indifferenti" (1929) e denotano la maturità tecnica ed espressiva dell'autore.
"Le ambizioni sbagliate", secondo romanzo di Moravia, riassume in sé le tematiche caratteristiche di tutta l'opera successiva dello scrittore romano: da un lato la ricca borghesia di Roma, dall'altro figure contrassegnate da atonia morale, snobismo, bassa avidità di denaro, piatta sensualità.
"Oggi, rileggendo questi diari, mi sembra di riascoltare ancora una volta la voce, aspra di Alberto, mi sembra di coglierne la segreta dolcezza. Sono sicura che anche per chi non ha mai sentito la sua voce, questo diario ha oggi un suono e parla all'orecchio con la seduzione di un canto dalla melodia distesa, in cui i ritmi di una intelligenza leonina si perdono nei deserti della memoria." (Dall'introduzione di Dacia Maraini)
"Gli anni Quaranta sono, per molti versi, uno dei periodi più ricchi della creatività di Alberto Moravia. L'espressione va intesa non solo in senso puramente quantitativo (i ritmi di scrittura moraviani permangono costantemente alti), anche se, già da questo punto di vista, i cinque romanzi ("La mascherata", "Agostino", "La romana", "La disubbidienza", "L'amore coniugale") e i numerosi racconti testimoniano, con la loro stessa mole, di una generosità creativa probabilmente senza pari nel nostro Novecento. Senza pari soprattutto ove si guardi, poi, alla qualità delle opere." (dall'introduzione di Piero Cudini)
In occasione del centenario della nascita di Alberto Moravia, questo cofanetto propone il testo del suo capolavoro giovanile, aggiornato e corretto secondo la versione originale e accompagnato da un apparato critico con le recensioni inedite firmate al momento della sua pubblicazione dai nomi più prestigiosi del tempo, e l'interpretazione da parte di Toni Servillo, con musiche di Fabio Vacchi, riprodotta nei 6 CD Audio.
L'amicizia fra Maurizio, cinico e dongiovanni, e Sergio, antifascista incapace di agire e pieno di rancore inespresso nei confronti dell'amico più fortunato, raccontata in tre momenti diversi, da tre voci diverse. Dal litigio a causa di una vedova, Emilia, che entrambi amano e che spinge Sergio a rompere i rapporti con Maurizio, agli scontri per la diversa posizione sociale, che ispira a Sergio, comunista, continue rivendicazioni di classe, ai compromessi, i tradimenti le sfide nel contendersi Nella, una ragazza di umili origini, arrivata a Roma per trovare lavoro e amata prima da Sergio poi da Maurizio.
Cinque racconti romani emblematici nell'attenzione di Moravia per la sua città. Tre provengono dal volume dei "Racconti romani" (1953) e due da quello dei "Nuovi racconti romani" (1959). Documentano tipi umani diversi: una coppia di poveri borgatari, un giovane barista nervoso, un vecchio che si accontenta di lavori occasionali, un esperto falegname ancora innamorato della sua donna, un gruppo di giovanotti 'vitelloni'.
Dal comunismo postbellico alla contestazione del '68, passando per la guerra del Vietnam, le ideologie marxiste, il peronismo, l'Italia borghese dell'affaire Pasolini e altro ancora, Moravia parla di politica, ma politica alla maniera di Moravia, quella di uno scrittore attento osservatore degli eventi del suo tempo, ma mai troppo coinvolto nei furori e negli eccessi dei giochi di potere. Intervistato nelle prime pagine del volume dall'amico di vecchia data Renzo Paris sul significato e il valore dell'intervento politico dell'artista all'interno della società, Moravia definisce il suo "impegno controvoglia", avvicinandosi a prospettive esistenzialistiche più che strettamente ideologiche e prospettando una critica e un confronto continuo con l'assurdo che la vita costantemente riserva.