
Un elicottero vola sopra il mar Baltico trasportando il detective Fredrik Borman, ferito gravemente alla testa e con scarse possibilità di sopravvivere. La causa dell'incidente è da ricercarsi nella trama della sua ultima inchiesta. Tre settimane prima due cadaveri sono stati rinvenuti in una fattoria vicino Levide: una donna, uccisa con un colpo alla testa, e un uomo fatto a pezzi, il cui corpo non è più riconoscibile. Al momento del ritrovamento sul pavimento in parquet del soggiorno, i due erano già morti da due giorni. Il proprietario della casa, Arvid Traneus, era appena rientrato dal Giappone dopo anni di lavoro laggiù come consulente di una grande impresa. Sulle prime la polizia pensa che sia lui l'uomo assassinato, dato che la donna viene riconosciuta come la moglie. Ma le indagini condurranno a identificare il corpo dell'uomo come quello del cognato di Arvid e il caso cambierà direzione, mentre chi è sospettato sembra essere svanito nel nulla.
Il detective Fredrik Borman, alle prese con una crisi di mezz'età, un matrimonio svigorito e una donna che spariglia le carte della sua esistenza, lavora presso il dipartimento di polizia di Visby, l'incantevole borgo medievale dell'isola di Gotland. Mancano pochi giorni alla festa di inizio estate quando una mattina Borman viene svegliato da una telefonata. Sul portico di una casa sul mare del Nord sono state rinvenute due vittime, un ragazzo e una ragazza, di cui è impossibile stabilire l'identità: i corpi sono stati brutalmente martoriati da numerosi colpi d'una misteriosa arma da fuoco. Quale odio può giustificare un simile bagno di sangue su questa terra di pace? Non appena si viene a sapere che le due vittime sono di origine egiziana, il movente terroristico-razziale s'impone prepotentemente. Ma è davvero pitto tanto semplice? O forse la verità, assieme all'arma del duplice omicidio, va ricercata tra la gente del luogo, celata nelle abitazioni dei miti cittadini dell'isola? Solo scavando nel profondo delle loro coscienze Borman riuscirà a mettere insieme tutti gli indizi per avvicinarsi all'agghiacciante segreto che la piccola comunità custodisce.
Coltivare la terra, prendersi cura di creature viventi, stare all'aria aperta, fare un lavoro manuale, ascoltare i ritmi delle stagioni, comprendere le esigenze profonde di un fiore: gesti che ci fanno sentire bene e ci aiutano a capire meglio il nosro percorso. Sagge e silenziose compagne di viaggio, le piante hanno molte cose da insegnarci.
Nella notte del primo marzo 1843, rischiarata da una cometa che sembra minacciare sventura, viene al mondo una bambina. È un parto complicato, che potrebbe finire male se ad assistere non ci fosse Lucina, la "mammana" del paese, e forse sarebbe meglio così: la piccola è una "capa janca", albina, e dunque maledetta. Sarà Lucina, dopo averla salvata, a darle un nome, Stella, e farle da madre, portandola via da quel posto che rifiuta entrambe. Perché anche Lucina, malgrado la bellezza sfolgorante, nasconde una condanna, un segreto custodito troppo a lungo. Con l'aiuto di Bartolomeo, corteggiatore ostinato, Lucina si trasferisce a Napoli. Ma neppure nel brulichio della città, accogliente e minacciosa insieme, sembra trovare pace. Perché "così come è un azzardo giurare per sempre, è un peccato di superbia affermare mai più". Antonella Ossorio mescola romanzo storico e saga familiare. La storia di tutti quelli che con fierezza e coraggio, nello scontro quotidiano tra doveri e desideri, non rinunciano a ricercare la propria strada.
«Il viaggio più lungo / è il viaggio verso l'interno», scriveva Dag Hammarskjöld; all'interno di noi poiché «la radice di ciò che ci desta meraviglia è nei nostri cuori» (Francis Ponge). Questo libro percorre, in 52 stazioni di sosta e di lettura (una per ogni settimana dell'anno), la memoria sapienziale delle Lettere e delle Scritture, in una cornice di piccole parabole e meditazioni, ritratti ed elogi, paradossi e luoghi dell'anima; libri e Maestri che hanno formato il Novecento e l'autore sono evocati nella luce dell'affetto, che fa crescere e illumina. Uno spazio di pensiero e di raccoglimenti, da Vittore Branca a Max Milner, da Archangelos a Cingoli, da Sainte-Marie de la Tourette alla Sagrada Familia, che fanno dell'Europa un lascito ricco di futuro. Così il simbolo in cui converge tutto il cammino è il «germoglio»: una promessa, un inizio, uno stelo di speranza - nell'incompiuto, nell'Aperto.
"Io diventerò vecchio, brutto, ripugnante. E questa immagine rimarrà sempre giovane. Giovane quale io sono in questa giornata di giugno. Oh, se si potesse realizzare il contrario! Se io dovessi rimanere sempre giovane, e il ritratto diventasse vecchio! Per questo, per questo, darei qualunque cosa! Darei la cosa più preziosa del mondo! Darei anche la mia anima per questo!
Individuata una meta possibile, l'isola di Papua (Nuova Guinea), Osborne parte per un viaggio che sarà diverso da qualsiasi altro, e più di qualsiasi altro sgangherato e divertente. Comincerà con un'esplorazione di altrove molto contaminati (la Dubai che gli sceicchi stanno trasformando in un immenso parco a tema, le Andamane semidistrutte dallo tsunami e in procinto di essere ricostruite come le nuove Maldive, la Thailandia vista attraverso l'enorme città della salute e del fitness dove l'autore trascorre due surreali settimane) e si concluderà in un'immensa isola tra cieli verdi, fiumi fucsia e vulcani attivi, dove, si ritroverà nudo, cosparso di grasso suino e felice nel pieno di un'orgia tribale.
Charles Baudelaire e Graham Greene, rispettivamente padri nobili del flâneur metropolitano e dell'occidentale incline a perdersi nel primo Oriente a disposizione, sarebbero stati entrambi fieri di quel loro imprevedibile, inclassificabile, incorreggibile erede che risponde al nome di Lawrence Osborne: e Malcolm Lowry avrebbe di sicuro sottoscritto. Di fatto, però, il programma da cui Osborne parte stavolta ha pochi precedenti: raccontare alcuni periodi nella vita che un uomo «senza una carriera, senza prospettive, senza un soldo» decide di passare in una città scelta quasi a caso – Bangkok. Quanto poi succede a Osborne (mangiare al ristorante No Mani, dove i clienti vengono provvisti di bavaglino e imboccati; passeggiare la notte per il mattatoio della città, fra scannatori strafatti di droghe sintetiche che massacrano animali nel modo meno pulito e indolore; ritrovarsi in una stanza con due ragazze vestite da poliziotto, che avanzano facendo tintinnare le manette) è già di per sé materia per il romanzo che questo libro, in origine, era. Ma, quasi fra le dita del lettore, le storie che si intrecciano fra le pagine, e la voce che le racconta, diventano molto di più: il disperato profilo di alcuni espatriati giunti fin lì per cancellare, all'ultimo momento o quasi, tutta la loro vita precedente; l'autoscatto di uno scrittore sorpreso nel goffo, scatenato e non resistibile tentativo di innalzarsi allo stato di natura; lo schizzo di una città diversa da ogni altra, che è prima di tutto una nuova, fantasmagorica e in larga parte ancora inesplorata forma di vita.
Pubblicati tra il 1936 e il 1949, i saggi che compongono questa raccolta testimoniano la grandezza e la genialità di Orwell scrittore politico. Quale che sia l'argomento affrontato, l'atteggiamento adottato è sempre quello della testimonianza diretta e del disinteresse personale: è una formula elementare, ma al tempo stesso eversiva, la stessa all'origine di quel non-allineamento che a lungo ha fatto di Orwell, individualista refrattario, pauperista anarcoide, così poco enfatico, uno scrittore sospetto sia alla destra sia alla sinistra.
Gli animali della fattoria Manor decidono di ribellarsi al padrone e di instaurare una loro democrazia. I maiali Napoleon e Snowball capeggiano la rivoluzione che però ben presto degenera. Infatti Napoleon, dopo aver bandito Snowball, introduce una nuova costituzione: "Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri". La dittatura e la repressione fanno riappacificare gli animali con gli uomini che ormai non appaiono più agli exrivoluzionari molto diversi da loro.
L'azione si svolge in un futuro prossimo del mondo (l'anno 1984) in cui il potere si concentra in tre immensi superstati: Oceania, Eurasia ed Estasia. Al vertice del potere politico in Oceania c'è il Grande Fratello, onnisciente e infallibile, che nessuno ha visto di persona ma di cui ovunque sono visibili grandi manifesti. Il Ministero della Verità, nel quale lavora il personaggio principale, Smith, ha il compito di censurare libri e giornali non in linea con la politica ufficiale, di alterare la storia e di ridurre le possibilità espressive della lingua. Per quanto sia tenuto sotto controllo da telecamere, Smith comincia a condurre un'esistenza "sovversiva". Scritto nel 1949, il libro è considerato una delle più lucide rappresentazioni del totalitarismo.